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domenica 26 ottobre 2014

Enrico Fermi, fisico, di Emilio Segrè

La fisica è sempre stata la mia passione, anche se non l'unica.

Qualche mese fa presi un appunto: "Approfondire progetto Manhattan, leggere biografia di Fermi". Non ricordo perchè presi l'appunto ma in ogni caso ho ordinato una biografia di Fermi e appena arrivata ho messo da parte i libri che stavo leggendo per tuffarmi nella lettura appassionante di uno degli uomini più geniali e produttivi della storia della fisica italiana e mondiale.

L'autore del libro è Emilio Segrè, anch'egli fisico, amico e allievo di Fermi.
Enrico Fermi (1901-1954) sin da ragazzo mostrò la sua ferma volontà di studiare fisica. Aveva preso l'abitudine di andare a prendere il padre la sera all'uscita dal lavoro e con lui ed un amico ingegnere (Adolfo Amidei). 
L'ingegnere ricorderà qualche anno dopo che la prima domanda che il giovane Fermi, allora tredicenne gli fece fu: E' vero che esiste un ramo della geometria in cui senza ricorrere alla nozione di misura si trovano importanti proprietà geometriche?"
L'ingegnere il giorno successivo prestò un libro al suo giovane amico, La geometria di posizione, di Teodoro Reye. Fermi restituì il libro dopo due mesi e interrogato dimostrò di averne assimilato il contenuto e di essere in grado di utilizzare le nozioni contenute. Fermi aveva una memoria di ferro che lo aiutò negli studi ed una grande capacità di risolvere i problemi più difficili con calma e con semplici strumenti allora disponibili ma era soprattutto in grado di spiegare in modo semplice e lineare le teorie più complesse e di infondere fiducia nei suoi studenti.
Fermi dimostrò in ogni occasione le sue straordinarie capacità, riuscendo a diventare professore universitario a Roma all'età di appena 26 anni.

Nel 1938 gli fu assegnato il premio Nobel per la Fisica. Dalle parole di chiusura del professor Pleijel dell'Accademia Svedese si capisce la motivazione: "per la scoperta di nuove sostanze radioattive appartenenti all'intero campo degli elementi e per la scoperta da Voi fatta, nel corso di tali studi, del potere selettivo dei neutroni lenti. Vi presentiamo le nostre congratulazioni e Vi esprimiamo la più viva ammirazione per le Vostre geniali ricerche, che gettano nuova luce sulla costituzione dei nuclei atomici e aprono nuovi orizzonti all'ulteriore sviluppo dalle indagini atomiche".

Durante la sua carriera si occupò di tutti i rami della fisica, dello studio delle particelle atomiche e subatomiche ma anche di problemi di astrofisica ma la sua importanza è da ricollegarsi principalmente alla seconda guerra mondiale e al progetto Manhattan che lo ha visto protagonista nella realizzazione della bomba che consentì agli Stati Uniti d'America di sconfiggere con immediatezza il Giappone. La lettura delle pagine del libro dedicate a questa impressa sono veramente interessanti e la discussione pubblica che seguì all'uso della bomba contro Hiroshima e Nagasaki, cui anche Fermi prese parte, consentono di capire la profondità di pensiero del Fermi Uomo e non solo fisico.

Un libro veramente interessante e che ha apportato nuove note nella mia agenda e nuovi spunti di riflessione.

Buona lettura.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 19 ottobre 2014

Psicologia dei fenomeni occulti, di Carl Gustav Jung

Mi sono imbattuto in questo strano libro diversi anni fa, allora cercavo di approfondire le mie conoscenze di psicologia. Avevo letto alcuni casi clinici di Freud e volevo approfondire Jung ma poi, come tante volte accade, i miei interessi sono cambiati e il libro è finito assieme a tanti altri nella seconda fila di una delle mie librerie.
Di tanto in tanto rispolvero i vecchi libri e alcune settimane fa è riemerso proprio questo.
Jung è stato uno psichiatra svizzero (1875-1961) che si occupò tra l'altro, dello studio di alcuni casi particolari che presentavano stati di coscienza alterati sui quali la scienza non riesce a dare spiegazioni.
Spesso i pazienti davano segni di sonnambulismo o di disturbi della personalità anche gravi, in linea di massima l'interesse di Jung era dovuto al presentarsi, in questi pazienti, di differenti personalità che dimostravano una complessità interiore molto superiore al normale e sfociavano in fenomeni particolari più noti come fenomeni occulti e spiritismo.
Jung descrive diversi casi da lui trattati, mette in evidenza i fenomeni fisici e descrive in alcuni casi ciò che ha visto durante alcune sedute spiritiche cui aveva partecipato.
Jung cerca sempre di affrontare i problemi dal punto di vista scientifico ma senza preconcetti. Affrontando i misteri della coscienza umana con spirito critico e imparzialità giungendo però alla conclusione che con le conoscenze attuali non si possa provare l'esistenza reale degli spiriti ma che allo stesso modo la scienza, in quanto fatto intellettuale, non è sufficiente alla completa rappresentazione del mondo, per la quale è necessario anche il sentimento.

In conclusione, Jung non conclude, lasciando aperta la questione sulla "realtà" degli spiriti o sulle possibili spiegazioni di fenomeni "occulti".

Libro molto interessante, soprattutto per chi è pronto a mettere in gioco le proprie conoscenze, ad aprire la mente a sfide nuove, a chi cerca di capire il perchè delle cose evitando di dire "è impossibile" solo perchè lo dice la scienza o il senso comune.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 12 ottobre 2014

Erwin Schrodinger, la vita, gli amori e la rivoluzione quantistica, di John Gribbin

Bellissima biografia di uno dei più grandi fisici del XX secolo!
L'autore è John Gribbin, fisico e giornalista scientifico, che riesce a raccontare in modo semplice ed efficace non solo la vita di Schrodinger ma anche gli ultimi centocinquanta anni di scoperte della fisica.

E' interessante notare come Austria e Germania a cavallo tra Ottocento e Novecento fossero unite in un unico, enorme ed efficiente centro culturale attivo soprattutto nella ricerca in fisica e matematica. Albert Einstein era uno degli animatori di questo mondo accademico ma non il solo. A Vienna operarono Doppler, Boltzmann, Haisenohrl, Marie e Pierre Curie e tanti altri.

Gribbin nel descrivere la storia della fisica moderna parte dalle tre leggi del moto, formalizzate da Newton per arrivare fino a Schrodinger passando per gli studi sull'ottica di Huygens, Young, Fresnel, Faraday, Maxwell, Boltzmann ed Hasenohrl che sarà il primo riferimento per il giovane Erwin.
Erwin Rudolf Josef Alexander Schrodinger nacque a Vienna il 12 agosto 1887 e diventerà uno dei fisici più conosciuti del XX secolo.
Nel 1908 Schrodinger fu arruolato nell'artiglieria di fortezza, come previsto dalle norme dell'impero Austro-Ungarico e e trascorse un anno al termine del quale fu nominato Cadetto della fanteria di montagna e assegnato alla riserva poté tornare alla vita da accademico a Vienna.
All'inizio della prima guerra mondiale Erwin fu richiamato in servizio e assegnato ad una postazione di artiglieria di fortezza lungo il confine con l'Italia riuscendo comunque a portare avanti i suoi studi di Fisica.
Nel 1917, ormai Tenente, venne inviato a Vienna dove tenne un corso di meteorologia per ufficiali dell'artiglieria contraerea e approfittò dell'occasione per tenere un corso di fisica sperimentale all'università. Pochi anni dopo, dopo la fine della grande guerra, tornerà al suo lavoro di professore e ai suoi studi che lo porteranno a condividere il grande sviluppo della fisica con i grandi nomi del suo tempo.
Negli anni si occuperà della natura del magnetismo, dell'interazione tra atomi e molecole, dell'elettricità atmosferica, dei fenomeni di interferenza dei raggi X, della pressione dei gas, del moto browniano, della capacità dermica dei solidi, del tasso di decadimento di materiale radioattivo. Nel 1917, spinto dalle recenti pubblicazioni di Einstein affrontò alcune questioni sulla teoria della relatività generale. Intorno al 1920 approfondì le problematiche della natura della luce escogitando anche un esperimento che lo convinse sempre più della sua natura ondulatoria, in contrasto con Einstein e Plank. Approfondì inoltre la natura del colore e le reciproche influenze tra saturazione, luminosità e tonalità, applicando la sua tesi anche al problema della comparazione tra i colori delle stesse al fine di determinarne la temperatura. Trasferitosi a Stoccolma si occupò della teoria delle orbite elettroniche. Nel 1921 finalmente, dopo varie peregrinazioni, arriverà a Zurigo dove sarà l'artefice della cosiddetta seconda rivoluzione quantistica. 
La prima rivoluzione quantistica fu opera di Plank che riuscì a chiarire il funzionamento della cosiddetta "emissione di corpo nero", un problema che la teoria ondulatoria di Maxwell non era in grado di spiegare. Plank risolse il problema considerando la radiazione elettromagnetica come se fosse costituita da porzioni di energia identiche invece che un'onda continua, queste porzioni di energia oggi sono note col nome di "quanti". Fu però Albert Einstein nel 1905 a dimostrare la realtà dei quanti di luce, i fotoni.
Le scoperte della fisica di quei primi anni del XX secolo nel libro di Gribbin si intrecciano con la vita dei fisici più conosciuti descrivendo un mondo particolarmente fecondo di idee. Un mondo nel quale Schrodinger aveva un posto molto importante in quanto nel 1926 aveva infine completato la seconda rivoluzione quantistica con la pubblicazione di una serie di articoli che spiegavano la teoria della meccanica ondulatoria.
Sullo sfondo, ma comunque molto importante nella vita di Schrodinger, si trovano i suoi amori, per la moglie Anny ma anche per la giovane amante Ithi, amori che in qualche modo sono stati sempre di stimolo alle sue scoperte.
Erwin Schrodinger morirà nel 1961 lasciando una enorme eredità al mondo anche in campi non direttamente collegati alla fisica, tra questi le sue considerazioni filosofiche e biologiche raccolte nel libro "Cos'è la vita" pubblicato nel 1944 dalla Cambridge University Press.

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo