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domenica 15 febbraio 2009

Scritti postumi... di Massimo D'Azeglio: la rovina dei poteri...

Massimo d'Azeglio
In questi giorni stò leggendo, tra l'altro, "Scritti postumi" di Massimo D'Azeglio e voglio condividere con tutti voi quello che ho trovato in un suo articolo sul giornalismo...

"Per fare in cinque parole la storia di tutti i poteri che rovinarono, serve mirabilmente un proverbio volgare, anzi triviale: Chi troppo la tira la strappa.
Ed infatti si scorrano gli annali del mondo; e ognuno dovrà persuadersi che tutti i poteri, tutte le autorità umane; le politiche come le religiose; tutte, per volerne troppo, furono artefici prima della propria decadenza, poi della loro totale rovina.
Nè la cosa può andare altrimenti.
Come si regge un potere, un'autorità qualunque?
Colla riputazione ch'egli ha; colla stima ed il rispetto che hanno per essa gli uomini; donde il concorso di tutte le volontà a mantenerla.
E questa stima, questa riputazione, come s'acquistano e come si mantengono?
Coll'operare secondo le leggi del giusto, dell'onesto, e del ragionevole.
Con questi modi una potestà sorge, si stabilisce, e si rassoda. Ma spesse volte, per non dir sempre, accade, che venuta a questo stato di solidità, e levatasi in superbia, trascurò i modi onesti e giusti che avean servito ad avvalorarla e fermarla; e tenendo modi al tutto contrari, ed abusando di una forza virtuosamente ottenuta, venne a perdere ogni riputazione fra gli uomini: ed alla prima scossa, non essendovi più chi facesse stima di lei, e della sua conservazione, fu costretta a rovinare.
Così caddero gli Stati, le dinastie, le sette, gli ordini monastici, le associazioni, le podestà umane d'ogni ragione; e così rovinerebbe la religione, se ciò che é in lei di divino, di vero, di generalmente benefico, fosse soppoposto alle leggi comuni delle umane cose, ed alle intemperanze degli uomini."
Che dire di più se non... "Sagge parole"?

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 14 febbraio 2009

RENDITA

Occhi persi nell’infinito,
mani consumate dall’amarezza del lavoro,
pochi spiccioli di ricordi ammuffiti
nella tasca del passato.

Daniela MEGNA

Vi presento una nuova Tuttologa: Daniela Megna


Cari amici, oggi é una giornata speciale, abbiamo una nuova Tuttologa, Daniela.
E' una poetessa, é nata a Orbetello in provincia di Grosseto dove abita da sempre. E' sposata e ha tre figli ormai grandi, scrive poesie da quando aveva nove anni e... non ci sono dubbi, é brava!
Che dire di più?
Benvenuta Daniela...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

La crisi in Italia...

Crisi SI, crisi NO...
Ad ascoltare i nostri politici si perde solo tempo!
Chi dice di essere preoccupato, chi dice che la crisi non c'è salvo poi dirsi preoccupato, chi ci dice che il governo dovrebbe far qualcosa, chi dice che il governo sta facendo qualcosa, chi dice che il governo non sta facendo niente...
In Italia chiunque può dire ciò che vuole e allora posso farlo anche io?
Ma si, dico la mia!

La crisi c'é!
Questo è il mio presupposto...
Lo si vede tutti i giorni, lo si vede al centro commerciale, per le strade, nelle vetrine dei negozi che hanno ancora i saldi al 50-70%.
Lo si sente dalle parole della gente, sussurrate di fronte ad un acquisto che si vorrebbe fare, ma a cui si rinuncia perché non indispensabile!
Lo si capisce dall'aumento della disoccupazione e dalle manovre dei grandi paesi del mondo per cercare di mettere rimedio dove, forse, e mi auguro di sbagliare, non c'é più rimedio...
Lo si capisce dal razzismo e dalla paura si sente per le strade...
Chiunque é in grado di capirlo...
Non é il PIL che ci dice che c'é la crisi...
anche perché il PIL non é uno strumento adatto... non ci credete? Bravi, non bisogna credere a ciò che ci viene detto... occorre studiare e giudicare da soli. Andate a vedere come si calcola il PIL, non la formula, ma quali voci concorrono a farlo crescere o scendere, vedrete che bella sorpresa!
Eppure la CRISI C'E'!


Cosa si sta facendo in Italia?
Questo é più difficile da capire...
ci raccontano che si sostengono le industrie e per l'auto e gli elettrodomestici sembra che sia vero...
Si dice che si cerca di aiutare i più deboli e coloro che perdono il lavoro...
Bene, se é vero...
Cosa si sta facendo in definitiva? NIENTE!

Ma chi é che dovrebbe permetterci di uscire dalla crisi?
Forse i disoccupati o le fasce deboli?
O l'industria?
No, mi spiace ma la strada é sbagliata!
Non é così che si affronta una crisi...
Chi é disoccupato non rilancia certamente i consumi, senza rilancio dei consumi le industrie non usciranno mai dalla crisi...
se le industrie non escono dalla crisi i disoccupati saranno sempre di più!
E questo credo sia chiaro a tutti!

Ma allora che fare?
Occorre predisporre un piano su tre livelli: l'immediato, il medio termine, il lungo termine.
Nell'immediato occorre tagliare le tasse per rilanciare i consumi. Tagliare le tasse é la cosa più semplice da fare...
Ma quali tasse? Direte voi... L'IRPEF tento per cominciare! Una unica aliquota del 20% per tutti!
E il suo equivalente per le imprese... chiaramente!

Questo consentirebbe alle classi sociali medio basse e medie di rilanciare i consumi e con essi di spingere le imprese.

Secondo: tagliare le spese inutili, cioè quelle legate alla politica: sono le uniche spese che non sono mai state toccate! Anche questo si può fare subito e non andrebbe a gravare sulle classi medio basse e basse. Non ci possiamo permettere di pagare dei rappresentanti perché si facciano i cavoli loro... la cosa non é più sostenibile!

Medio termine: occorre riorganizzare lo Stato, accorpando tutto ciò che può essere accorpato e tagliando i rami morti, allo scopo di usare tutte le risorse disponibili per rendere dei servizi effettivi al cittadino. Tutti i settori possono essere migliorati, senza alcuna eccezione.
In primo luogo occorre pensare alla scuola, una scuola seria che deve creare dei cittadini...

Lungo termine: occorre riorganizzare tutta la struttura produttiva dell'Italia, mirando all'autosufficienza nei settori strategici, sicuramente nel settore energia. Dipendere troppo dal prossimo significa non poter gestire le emergenze...

Il mio é solo un piccolo intervento, un pensiero... ma non mi sembra di aver visto o letto o sentito molto di più dai nostri politicanti, con la differenza che ciò che io dico non costa niente, ciò che dicono i nostri rappresentanti invece ci costa parecchio!

Volete dire la vostra?
Venite a trovarmi su Facebook e discutiamone...


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

giovedì 12 febbraio 2009

Apollodoro: l'ariete dal vello d'oro...

Abbiamo già conosciuto Apollodoro qualche giorno fa, con i primi due articoli:

Biblioteca di Apollodoro...

Apollodoro: la creazione della razza umana e il Diluvio


Oggi aggiungiamo qualche piccola informazione...
Parliamo del "Vello d'oro"... e del nome Ellesponto!

Tanto per cominciare una considerazione, credo che Apollodoro abbia usato tra le sue fonti Tucidide, le sue considerazioni sull'origine del nome Ellade sono infatti molto simili a quelle del più antico storico greco (Tucidide e l'origine del nome Ellade), ma fin qui niente di strano...

Come tutti sappiamo il vello d'oro era il vello di un ariete volante, dono di Ermes a Nefele, moglie di Atamante, allo scopo di salvare i suoi figli, Elle e Frisso.
Atamante infatti si era risposato con una tale Ino, che voleva eliminare i due figli legittimi di suo marito per consentire ai suoi di ereditare il trono della Beozia.
La storia é ambientata poco dopo il diluvio di Deucalione, qualche generazione dopo... ecco l'ordine: Deucalione, Elleno, Eolo, Atamante...
Atamante stava per sacrificare il figlio Frisso per obbedire all'oracolo di Delfi, quando:

[Biblioteca, Libro I, 9]
"Nefele lo rapì assieme alla figlia e diede loro un ariete dal vello d'oro che aveva ricevuto da Ermes. Trasportati da quello attraverso il cielo, essi varcarono la terra e il mare, ma quando giunsero sopra la distesa di acqua che sta tra il Sigeo e il Chersoneo, Elle scivolò nell'abisso e il tratto di mare dove morì fu chiamato dal suo nome Ellesponto".

Frisso riuscì ad arrivare nella Colchide e per ringraziare Zeus Protettore degli esuli per la nuova patria, gli sacrificò l'ariete dal vello d'oro. La pelle dell'ariete fu donata a Eete che la appese ad una quercia, nel bosco sacro di Ares.
La ricerca del vello d'oro sarà poi il filo conduttore del peregrinare di Giasone e dei suoi Argonauti...

Ma fermiamoci un attimo a riflettere sulla storia dell'ariete volante... di Giasone ne parleremo più avanti, forse!

Un Ariete volante, dono di Ermes... Marte, che attraversa il cielo e trasporta con se Frisso e Elle...
Elle cade in mare e da il nome, morendo, a quel tratto che da allora verrà chiamato Ellesponto... "Mare di Elle" letteralmente...
Frisso giunge in Colchide e viene ospitato, sacrifica il prodigioso ariete dal vello d'oro e si stabilisce nel nuovo mondo.

Cosa può significare tutto ciò?
Cosa ci può essere dietro il mito?

E se l'ariete dal vello d'oro fosse stato un meteorite?
Immaginate... durante un sacrificio appare un meteorite che attraversa il cielo con la sua splendente corona infuocata, attraversa la terra e il mare e cade in parte nello stesso mare, in parte nella Colchide...
Troppa fantasia direte...
Forse... e forse no!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 8 febbraio 2009

Apollodoro: la creazione della razza umana e il Diluvio

Abbiamo già visto qualcosa su Apollodoro e la sua opera, ora proseguiamo...
Nel libro primo Apollodoro ci parla della cosmogonia greca, la nascita dell'universo e degli dei, ma anche la nascita della razza umana e del furto del fuoco...

(Biblioteca, Libro I, 7)
Dall'acqua e dalla terra Prometeo plasmò gli uomini e inoltre donò loro il fuoco racchiudendolo, di nascosto da Zeus, dentro una canna.

Prometeo per il suo furto venne condannato da Zeus ad una pena eterna... ma evidentemente aveva già dato vita alla sua discendenza, perché Apollodoro ci dice che

"Figlio di Prometeo fu Deucalione. Questi, mentre regnava sulle regioni circostanti Ftia, sposò Pirra, figlia di Epimeteo e di Pandora, la prima donna che gli dei avevano plasmato.
Quando Zeus decise di annientare la stirpe dell'età del bronzo, Deucalione per suggerimento di Prometeo costruì un'arca, la equipaggiò con il necessario e vi salì insieme a Pirra.
E Zeus, riversando una gran pioggia dal cielo, sommerse la maggior parte della Grecia tanto che tutti gli uomini perirono ad eccezione di quei pochi che si erano rifugiate sulle cime dei monti vicini: fu a quel tempo che le montagne della Tessaglia si separarono e tutto il mondo al di là dell'Istmo e del Peloponneso fu inondato".

Deucalione, sulla sua arca viene trasportato fino al Monte Parnaso dopo aver navigato per nove giorni e nove notti.
Deucalione e Pirra dopo aver sacrificato a Zeus Salvatore ripopolano il mondo lanciandosi pietre dietro le spalle, nascono così i popoli del mondo dopo il Diluvio...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 7 febbraio 2009

Apollodoro e la Biblioteca...

Apollodoro... é l'autore della "Biblioteca". Forse si tratta di Apollodoro di Atene, grammatico e antiquario greco vissuto nel II secolo a.C., autore di un'opera "sugli dei" e di un testo storico detto "Cronaca". Testi purtroppo scomparsi...
La tradizione più antica attribuisce proprio a lui la Biblioteca. Gli studiosi più recenti pensano che si tratti di un diverso Apollodoro... di cui però non si sa praticamente niente!
Chiunque sia l'Apollodoro autore della Biblioteca, occorre ringraziarlo per le notizie che ci riporta.
Allora grazie a Lei, Apollodoro... e mi perdoni solo per un attimo ma ora devo salutare anche il suo collega... Frazer, che ha così splendidamente commentato la sua opera, con l'aggiunta di considerazioni, miti e leggende, raccolti dal grande antropologo.
Chiunque si trovi per le mani il testo di Apollodoro commentato da Frazer non si trova davanti una sfida, ma due!
Miti e leggende dell'antichità commentate e paragonate con miti e leggende di popolazioni indiane del mondo intero.
La Biblioteca é suddivisa in tre libri. Comincia con la Teogonia, sulla scia del grande Esiodo, poi passa a descriverci la stirpe di Deucalione, il sopravvissuto al Diluvio Universale. La parte finale del primo libro é dedicata agli argonauti.
Il secondo libro ci parla della stirpe di Inaco, di Perseo ed Eracle, le sue fatiche e tutte le altre imprese, la stirpe di Eracle chiude il secondo libro. La stirpe di Agenore, la conquista di Tebe, la stirpe di Pelasgo, di Asopo e i Re di Atene concludono il testo.
Qualcuno però nel tempo aggiunse alla Biblioteca originale alcune parti che sono genericamente conosciute come Epitome e trattano le imprese di Teseo, la stirpe di Tantalo, la guerra di Troia e il ritorno a casa dei vincitori e dunque anche il viaggio di Odisseo...
Grande opera...
e se avrete un poco di pazienza e mi seguite, nei prossimi mesi la studieremo assieme...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO