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martedì 7 maggio 2019

Australian Military Bank Powers Digital Transformation with Infosys Finacle on Cloud

Press release


Implements SaaS Model Digital Banking Suite in Ten Months
Bengaluru and Sydney – September 25, 2018


Australian Military Bank (AMB), one of Australia’s longest serving mutual financial institutions, and Infosys Finacle, part of EdgeVerve Systems, a wholly-owned subsidiary of Infosys (NYSE: INFY), announced the go live of the Finacle banking solutions suite to drive AMB’s ambitious digital transformation program. The comprehensive, Australia ready digital banking solution stack, has been implemented in a fully SaaS model, hosted out of Infosys datacenters in the country. Finacle has enabled AMB with significant operational benefits and cost efficiencies, along with enhanced security and scalability. AMB is now able to provide both its staff and members, a world class banking experience, equal or better than leading global banks.
The Finacle solution stack replaced AMB’s legacy systems to enable the bank to keep pace with new technology developments and allow a speedy response to market demands. Additionally, the Finacle solution enables open application programming interfaces (APIs) that overcome limitations for the bank’s ability to work effectively with ecosystem partners.
Highlights:
  • The entire implementation of the Finacle solution stack, including core banking, origination, payments and channels, was completed in just 10 months, providing feature rich, truly digital retail banking functionalities for AMB.
  • Since go live, the bank has been processing on average of 40,000 mixed transactions per day, along with 22,000 card transactions and close to 7,000 composite payments transactions on average per day.
  • The new origination system has helped the bank make the origination process simpler and drive the creation of a pipeline of over AUD61 million worth of loans during just the first month post go live.
  • AMB is now able to onboard new members and open accounts, complete with transactions enabled, within minutes. The bank has signed up close to 3,000 new accounts across different account types since go live.
  • The new Internet Banking & Mobile Banking channels have seen a 46% increase in registrations and more notably a 116% increase in the Mobile App registration.
  • For the first time, AMB users have access to an integrated Personal Finance Management tool which enables among other things budget creation, goal settings and ability to track spends.
  • Cutting-edge localization capabilities in the solution, including 16 integration touch points, have empowered AMB to establish seamless end-to-end integration with major allied services providers and key partners such as credit bureau, ATM providers and payments solution providers. The Finacle solution also provides the bank out of the box capability for required regulatory reporting.
  • The solution is hosted out of Infosys datacenters in Australia that conform to ISO-27001 standards for information security. The application has also been certified as being PCI-DSS compliant.

https://www.infosys.com/newsroom/press-releases/Pages/amb-finale-digital-transformation-cloud.aspx

sabato 4 maggio 2019

Artificial Intelligence, una opportunità per la gestione delle crisi cyber della Unione Europea

"Artificial Intelligence, an opportunity for the EU cyber-crisis management", è il tema della prossima conferenza europea sull'impiego della Intelligenza Artificiale sul mondo cyber.
Conferenza organizzata dall'ENISA, che si terrà nel mese di giugno (3 e 4) ad Atene, in Grecia.

L'impiego delle tecnologie basate su Intelligenza Artificiale e Machine Learning è sempre in crescita in ogni campo, in particolare dove si fa uso di grandi quantità di dati (Big Data), praticamente impossibili da analizzare senza un aiuto efficiente ed efficace. Nel mondo cyber l'impiego della AI promette enormi cambiamenti ma anche preoccupazioni dal punto di vista della sicurezza e dell'etica.
Allora ecco che anche l'Unione Europea, attraverso l'ENISA (European Union Agency for Network and Information Security), prova a dire la sua cercando di mettere attorno ad un unico tavolo tutte le figure interessate nella gestione di una crisi europea assieme agli esperti di Intelligenza Artificiale e di cyber.
Gli argomenti principali che saranno trattati nel corso dell'evento sono molteplici:
- il ruolo della AI in supporto ad eventi di cyber security (a livello politico e strategico);
- possibile impiego della AI nella lotta alla disinformazione e alle Fake News per la salvaguardia della libertà di parola;
- ruolo della AI nel supporto ai decisori;
- il ruolo della AI nel processo di fusione delle informazioni;
- l'impiego della AI nelle risposte cyber autonome;
- Open Cyber Situation Awareness Machine (OpenCSAM) e sviluppi futuri.

Il meeting di giugno si avvicina e gli argomenti sembrano adatti ad attirare un buon numero di esperti.

Alessandro RUGOLO

https://www.enisa.europa.eu/events/artificial-intelligence-an-opportunity-for-the-eu-cyber-crisis-management/event

Europol chiude "Silkkitie" e "Wall street market", due tra i più grandi mercati illegali del Dark Web

Non sempre le notizie sulla cyber sono negative.
Uno dei problemi legati all'ambiente cyber è rappresentato dalla disponibilità sui mercati del dark web, di informazioni o tools impiegabili per effettuare cyber attack, 
Naturalmente questi mercati non si occupano solo di vendita di tools cyber ma estendono il loro campo d'azione a tutti i tipi di traffici illegali, dalle droghe alle armi, usufruendo della presunta anonimità garantita dal dark web.
Ma si sa, il web non privilegia buoni o cattivi per cui i problemi che colpiscono i "buoni" qualche volta colpiscono anche reti e sistemi dei "cattivi".
Così questa volta Europol è riuscita a smantellare la rete di hacker che gestiva i siti "Silkkitie"  e "Wall street market" grazie ad un qualche malfunzionamento di una connessione VPN. 
In particolare sembra che il sito "Wall street market" avesse circa 1,5 milioni di utenti registrati e più di 5000 venditori.
Nell'ambito delle operazioni tre cittadini tedeschi sono stati arrestati mentre altri due fermi sono avvenuti a Los Angeles.
L'operazione è partita da una precedente operazione condotta dalle autorità finlandesi e francesi ed è stata realizzata grazie alla collaborazione internazionale delle istituzioni tedesche, Olandesi, Europol, Eurojust e Stati Uniti. 

Alessandro Rugolo

Per approfondire:

https://www.europol.europa.eu/newsroom/news/double-blow-to-dark-web-marketplaces
https://www.theregister.co.uk/2019/05/03/europol_takes_down_two_big_dark_net_marketplaces/
https://www.topcybernews.com/massive-dark-web-wall-street-market-shuttered/

mercoledì 1 maggio 2019

IBM, Intelligenza Artificiale e memoria analogica

Lo sviluppo di una civiltà spesso avviene per cicli. Chiuso uno se ne apre un altro che talvolta era stato chiuso in precedenza.
Cosa voglio dire?

Tutti sappiamo che da anni ormai la nostra civiltà si basa sugli sviluppi del digitale. La corsa al digitale ha portato ad abbandonare tecnologie che sembravano senza futuro ma che, almeno cosi sembra, potrebbero a breve tornare in auge.
Secondo un recente studio di IBM (pubblicato su Nature nel 2018) l'impiego di "memorie analogiche" potrebbe essere una soluzione alle necessità di efficienza delle reti neurali impiegate per l'Intelligenza Artificiale.
I ricercatori dell'IBM Research AI team sono riusciti a dimostrare che è possibile impiegare periferiche dotate di memoria analogica (che impiegano segnali elettrici continui invece che i più noti segnali binari composti da 0 e 1) per il deep Learning raggiungendo la stessa accuratezza che si raggiunge utilizzando processori grafici digitali.  
Ci si potrebbe chiedere, dato che l'accuratezza raggiunta è la stessa, in che cosa consiste la novità, per quale motivo si dovrebbe privilegiare la memoria analogica.
La risposta va ricercata nelle modalità di funzionamento dei processori digitali, nella loro architettura e nella necessità di muovere grandi quantità di ddati per effettuare il necessario addestramento delle reti neurali, tutti questi fattori devono essere presi in considerazione. 
Lo sviluppo della Intelligenza Artificiale infatti si basa sulla enorme e sempre crescente mole di dati che devono essere raccolti, analizzati ed elaborati. 
Per far ciò, in particolare durante il processo di deep Learning, i dati vengono spostati tra memorie e processori e ciò significa impiego di tempo ed energia.
Lo studio di nuove architetture (spesso prendendo a riferimento elementi naturali, come il cervello umano) ha consentito di migliorare il processo di deep Learning, "avvicinando" alcune parti della memoria ai dati, semplificando e velocizzando le operazioni di trasferimento dei dati. 
Ora, secondo i ricercatori di IBM è possibile usare delle memorie analogiche che consentono dei risparmi in termini di energia dissipata.
Uno dei problemi che aveva spinto i ricercatori all'impiego di memorie digitali consisteva nella mancanza di accuratezza dei sistemi analogici, cosa che però sembra essere almeno in parte superata.
Secondo gli studi più recenti, nei prossimi dieci anni l'impiego di tecnologie analogiche nell'ambito della AI consentirà di raggiungere una efficienza mille volte superiore a quella attuale.

Come si sa da tempo, il cervello umano è una macchina pressoché perfetta, anche dal punto di vista di consumo energetico e di dissipazione del calore.
Se si guarda al modo di funzionamento del cervello umano e si provasse a dire se si tratta di un "processore" analogico o digitale, si scoprirebbe che non è l'uno ne l'altro ma che utilizza dei processi simili all'uno o all'altro a seconda della convenienza e della funzione.
Ecco dunque che anche ancora una volta vediamo come lo studio del cervello ci aiuta a capire come migliorare i processori.

Alessandro Rugolo

Per approfondire:

- https://www.ibm.com/blogs/research/2019/02/ai-hardware-center/
- https://www.ibm.com/blogs/research/2018/06/future-ai-better-compute/
- https://www.nature.com/articles/s41586-018-0180-5
- https://www.ibm.com/blogs/research/2018/06/approximate-computing-ai-acceleration/
- https://www.quora.com/Is-the-human-brain-analog-or-digital

domenica 28 aprile 2019

IBM Study: More Than Half of Organizations with Cybersecurity Incident Response Plans Fail to Test Them

Press release

Yet Use of Automation Improved Detection and Containment of Cyberattacks by nearly 25%

CAMBRIDGE, Mass., April 11, 2019 /PRNewswire/ -- IBM (NYSE: IBM) Security today announced the results of a global study exploring organizations' preparedness when it comes to withstanding and recovering from a cyberattack. The study, conducted by the Ponemon Institute on behalf of IBM, found that a vast majority of organizations surveyed are still unprepared to properly respond to cybersecurity incidents, with 77% of respondents indicating they do not have a cybersecurity incident response plan applied consistently across the enterprise.

While studies show that companies who can respond quickly and efficiently to contain a cyberattack within 30 days save over $1 million on the total cost of a data breach on average,1 shortfalls in proper cybersecurity incident response planning have remained consistent over the past four years of the study. Of the organizations surveyed that do have a plan in place, more than half (54%) do not test their plans regularly, which can leave them less prepared to effectively manage the complex processes and coordination that must take place in the wake of an attack.
The difficulty cybersecurity teams are facing in implementing a cyber security incident response plan has also impacted businesses' compliance with the General Data Protection Regulation (GDPR). Nearly half of respondents (46%) say their organization has yet to realize full compliance with GDPR, even as the one-year anniversary of the legislation quickly approaches.   
"Failing to plan is a plan to fail when it comes to responding to a cybersecurity incident. These plans need to be stress tested regularly and need full support from the board to invest in the necessary people, processes and technologies to sustain such a program," said Ted Julian, Vice President of Product Management and Co-Founder, IBM Resilient. "When proper planning is paired with investments in automation, we see companies able to save millions of dollars during a breach."
Other takeaways from the study include:
  • Automation in Response Still Emerging – less than one-quarter of the respondents said their organization significantly uses automation technologies, such as identity management and authentication, incident response platforms and security information and event management (SIEM) tools, in their response process.
  • Skills Still not Paying the Bills – only 30% of respondents reported that staffing for cybersecurity is sufficient to achieve a high level of cyber resilience.
  • Privacy and Cybersecurity Tied at Hip – 62% of respondents indicated that aligning privacy and cybersecurity roles is essential or very important to achieving cyber resilience within their organizations.
Automation Still Emerging For the first time, this year's study measured the impact of automation on cyber resilience. In the context of this research, automation refers to enabling security technologies that augment or replace human intervention in the identification and containment of cyber exploits or breaches. These technologies depend upon artificial intelligence, machine learning, analytics and orchestration.
When asked if their organization leveraged automation, only 23% of respondents said they were significant users, whereas 77% reported their organizations only use automation moderately, insignificantly or not at all. Organizations with the extensive use of automation rate their ability to prevent (69% vs. 53%), detect (76% vs. 53%), respond (68% vs. 53%) and contain (74% vs. 49%) a cyberattack as higher than the overall sample of respondents.
According to the 2018 Cost of a Data Breach Study, the use of automation is a missed opportunity to strengthen cyber resilience, as organizations that fully deployed security automation saved $1.5 million on the total cost of a data breach, contrasted with organizations that did not leverage automation and realized a much higher total cost of a data breach.
Skills Gap Still Impacting Cyber ResilienceThe cybersecurity skills gap appears to be further undermining cyber resilience, as organizations reported that a lack of staffing hindered their ability to properly manage resources and needs. Survey participants stated they lack the headcount to properly maintain and test their incident response plans and are facing 10-20 open seats on cybersecurity teams. In fact, only 30% of respondents reported that staffing for cybersecurity is sufficient to achieve a high level of cyber resilience. Furthermore, 75% of respondents rate their difficulty in hiring and retaining skilled cybersecurity personnel as moderately high to high.
Adding to the skills challenge, nearly half of respondents (48%) said their organization deploys too many separate security tools, ultimately increasing operational complexity and reducing visibility into overall security posture.
Privacy Growing as a PriorityOrganizations are finally acknowledging that collaboration between privacy and cybersecurity teams can improve cyber resilience, with 62% indicating that aligning these teams is essential to achieving resilience. Most respondents believe the privacy role is becoming increasingly important, especially with the emergence of new regulations like GDPR and the California Consumer Privacy Act, and are prioritizing data protection when making IT buying decisions.
When asked what the top factor was in justifying cybersecurity spend, 56% of respondents said information loss or theft. This rings especially true as consumers are demanding businesses do more to actively protect their data. According to a recent survey by IBM, 78% of respondents say a company's ability to keep their data private is extremely important, and only 20% completely trust organizations they interact with to maintain the privacy of their data.
In addition, most respondents also reported having a privacy leader employed, with 73% stating they have a Chief Privacy Officer, further proving that data privacy has become a top priority in organizations.
About the Study Conducted by the Ponemon Institute and sponsored by IBM Resilient, "The 2019 Cyber Resilient Organization" is the fourth annual benchmark study on Cyber Resilience – an organization's ability to maintain its core purpose and integrity in the face of cyberattacks. The global survey features insight from more than 3,600 security and IT professionals from around the world, including the United States, Canada, United Kingdom, France, Germany, Brazil, Australia, Middle East and Asia Pacific.
To learn more about the full results of the study, download "The 2019 Study on the Cyber Resilient Organization."
Sign up for our upcoming webinar: "Leaders & Laggards: The latest findings from the Ponemon Institute's study on the Cyber Resilient Organization" which will be held April 30 from 12:00-1:00pm EST.
About IBM SecurityIBM Security offers one of the most advanced and integrated portfolios of enterprise security products and services. The portfolio, supported by world-renowned IBM X-Force® research, enables organizations to effectively manage risk and defend against emerging threats. IBM operates one of the world's broadest security research, development and delivery organizations, monitors 70 billion security events per day in more than 130 countries, and has been granted more than 10,000 security patents worldwide. For more information, please check www.ibm.com/security, follow @IBMSecurity on Twitter or visit the IBM Security Intelligence blog



https://newsroom.ibm.com/2019-04-11-IBM-Study-More-Than-Half-of-Organizations-with-Cybersecurity-Incident-Response-Plans-Fail-to-Test-Them

Deutsche Cyber-Sicherheitsorganisation

Il mondo cyber è visto come un rischio ma per molte società è anche un'opportunità.
E' il caso di quattro grandi società tedesche che nel novembre 2015 hanno deciso di allearsi per difendersi e offrire i loro servizi, si tratta di Allianz SE, BASF SE, Bayer AG e Volkswagen AG, riunite sotto il nome di "Deutsche Cyber-Sicherheitsorganisation" (German Cybersecurity Organisation) o, in breve, DCSO.
La necessità di affrontare le nuove sfide sempre più complesse e la velocità di cambiamento del settore tecnologico spinge alla aggregazione e così è nata la DCSO.
Tra le principali attività della DCSO vi sono:
- technology scouting, ovvero l'individuazione di tecnologie emergenti, la raccolta di informazioni su queste ultime e la canalizzazione delle informazioni all'interno delle organizzazioni che possono usufruirne nonché il supporto nella loro acquisizione;
- threat detection, ovvero l'individuazione delle minacce, in particolare di quelle riferibili ad APT;
- next generation solutions, per la ricerca di soluzioni di sicurezza cyber di nuova generazione;
- auditing;
- incident response;
- consulenza.
Alcune brevi considerazioni.
Le quattro Big tedesche non sono società che rientrano tra quelle che normalmente vengono considerate del settore, eppure ognuna di esse ha i suoi buoni motivi.
La prima, Allianz SE, è una società di servizi finanziari conosciuta al pubblico per i servizi assicurativi. In questo caso sia la necessità di conoscere meglio il nascente mercato delle assicurazioni cyber, sia la necessità di protezione delle sue reti e dei dati gestiti, può aver spinto il colosso europeo (130 miliardi di euro di fatturato nel 2018, 140.000 dipendenti, un utile netto di circa 7 miliardi di euro) ad occuparsi del settore.
Non poteva mancare la Volkswagen AG, sia perché da più di sessanta anni esistono collaborazioni con la Allianz SE, sia per migliorare la conoscenza del settore, sia in vista delle nuove tecnologie applicate al settore automobilistico.
La BASF SE, una delle più grandi industrie chimiche al mondo (62 miliardi di fatturato 2018, circa 130.000 dipendenti, 4.7 miliardi di euro di utile netto), ha scelto di partecipare all'alleanza, probabilmente anch'essa spinta dalla necessità di proteggere le proprie reti aziendali dalla crescente minaccia internazionale. La crescita degli attacchi verso le grandi società allo scopo di furto di segreti industriali è infatti in crescita, come tutto il settore. 
Infine la Bayer AG, una delle principali società farmaceutiche (circa 40 miliardi di euro di fatturato 2018, 111.000 dipendenti, circa due miliardi di utile), spinta, immagino, dalle stesse considerazioni della BASF. 
Naturalmente l'alleanza risulta importante anche per il governo tedesco che usufruisce così della capacità attrattiva delle società e della loro esperienza nei diversi settori produttivi, spingendo così allo sviluppo del settore cyber nazionale. Anche se si tratta di una società ancora giovane  i presupposti per una veloce crescita nel mondo cyber ci sono tutti.

Alessandro Rugolo


Per approfondire:

- https://dcso.de/de/about-us/;
- https://www.politico.eu/article/germanys-cyber-security-chief-on-hacking-russia-and-problems-to-hire-experts/;
- https://www.basf.com/global/de/media/news-releases/2015/09/p-15-342.html;