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sabato 10 novembre 2007

Costantino e la religione...

Leggendo un trattato sul calendario (The Calendar di David Ewing DUNCAN) mi sono imbattuto su una curiosità storica sul Concilio di Nicea... che mi piace condividere con voi...

Costantino indice un concilio al quale sono invitati tutti i Vescovi della chiesa Cristiana, li nutre e li intrattiene fino al suo arrivo...

"Constantine arrived at Nicaea on about 19 June 325, and was immediately handed a thick packet of papers detailing controversies large and small among the attendees. He carried the packet with him into the audience hall of his palace, where officially opened the council wearing a robe of gold and draped with jewels like a Persian King. Sitting on a golden throne in front of the prelates..."

Nonostante il mio scadente inglese, mi sembra di capire che al suo arrivo gli fù consegnato un voluminoso pacco di documenti, nei quali sono riportate le principali problematiche discusse dai religiosi e padri della chiesa...

"Ordering the bishops to set aside their arguments, he took the packet and dropped it into the flames of a brazier. As it burned he told his audience that they must use this council to establish a uniform doctrine they all would follow - an imperative that became the guiding force behind the Catholic churc for centuries to come and would profoundly affect all aspects of life, including attitudes toward measuring time"

Questi signori non avevano ben capito che il concilio non era un semplice momento di discussione ma una opportunità che gli venne offerta... e che, visto i risultati, seppero acchiappare al volo!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 9 novembre 2007

Erodoto di Turi e la fonte della lunga vita

Erodoto ci racconta come Cambise riuscì nella conquista dell'Egitto, quindi come esso, dopo tante inutili crudeltà, provò a conquistare il regno degli Etiopi... e, manda un gruppo di esploratori provenienti da Elefantina, chiamati Ittiofagi, a parlare con il re degli Etiopi e ad osservare... e così si intrattengono nello scambio dei doni e nel discutere. Il re degli etiopi...

(Libro III, 22)
Quando però si venne al vino e fu informato sul modo di produrlo, rimase incantato per questa bevanda: chiese allora di cosa si cibasse il re e quale fosse, per un persiano, la durata più lunga della vita. Gli Ittiofagi dissero che il re si nutriva di pane, spiegandogli come nascesse il grano e che, per un uomo, il termine massimo della vita era ottanta anni. Al che l'Etiope osservò che non c'era nulla da meravigliarsi se essi, nutrendosi di letame, vivevano pochi anni, anzi neppure quei pochi sarebbero in grado di viverli, se non avessero il ristoro d'una tale bevanda, intendendo il vino, in questo, senza dubbio, gli etiopi erano separati dai persiani.

(Libro III, 23)
Alle domande, poi, che a loro volta gli Ittiofagi gli rivolsero intorno alla durata della vita e al sistema alimentare degli etiopi, il re disse che la maggior parte di loro giungeva fino a centoventi anni, anzi alcuni li superavano. Il loro nutrimento era costituito da carni cotte e la bevanda era il latte. E siccome gli osservatori si meravigliavano per il gran numero di anni, li avrebbero condotti a una fonte, nella quale si bagnavano e ne uscivano più lucidi, come se fosse d'olio: emanava, poi, da essa un profumo come di viole. L'acqua di questa fonte era così leggera. Dicevano sempre gli osservatori, che nessuna cosa vi poteva sopra galleggiare, né schegge di legno, né quanto è più leggero del legno; tutto ciò colava a fondo. Se veramente essi possiedono quest'acqua, tale quale si dice, è per questo, forse, che, facendone uso costante, sono cosi longevi.
Che dire... poco credibile la storia della fonte...
chissà se é mai esistita una tal fonte miracolosa...
Ma cosa pensare della dieta e di quanto sostenuto dal re degli etiopi?
Carne cotta e latte...
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

ACCADE (1995)

Accade di remare il vento
Come se fastidiosi punti di luce ovattassero
Quello che resta della città
Il centro della notte scorre via
Appagato di leggera brezza della vita.

Accade di calpestare le orme
del deja come librato volo
di noi sopra le cose tangibili
quello che resta della memoria.

Rigurgitato fuori dal buio prepotenza
Dei ricordi e dei sogni sul presente
L’invisibile ricerca in fondo alle mani
Quel che resta dell’impossibile amore

Giuseppe MARCHI
“già pubblicata su Raccolta Ansol 2000- Milano”

giovedì 8 novembre 2007

Erodoto e l'Egitto

Erodoto, nel libro secondo ci parla, tra l'altro degli Egizi. Ci informa che le sue descrizioni sono raccolte spesso di persona intervistando i sacerdoti dei tempi di Menfi, di Tebe, di Sais e altri...

[Libro II, Euterpe, 2]
Gli egiziani prima che Psammetico salisse al potere, erano convinti di essere essi i primi uomini comparsi sulla Terra; ma da quando Psammetico, divenuto re, volle indagare chi fossero davvero i primi uomini, da allora riconoscono che prima di loro vennero al mondo i Frigi; poi comparvero essi prima di tutti gli altri.

Ma il modo in cui fu stabilito che i Frigi vennero prima non credo possa essere ritenuto scientifico...Gli egizi riferiscono ad Erodoto che...

[Libro II, Euterpe, 4]
...primi fra tutti gli uomini, furono gli egiziani a scoprire l'anno, avendo diviso il ciclo delle stagioni in dodici parti, e l'avevano scoperto, a quel che dicevano, osservando gli astri.
E' interessante la descrizione e il calcolo degli anni e delle generazioni...

[Libro II, Euterpe, 5]
Mi dissero pure che il primo re d'Egitto, che fosse uomo, era stato Mina, e che ai suoi tempi tutto l'Egitto, eccetto la regione di Tebe, era una palude e nulla emergeva da quei territori che ora sono a valle del lago Meri, al quale si giunge dal mare, risalendo la corrente del fiume, con sette giorni di navigazione.
Il primo re d'Egitto è stato Mina, altre volte chiamato Mene, probabilmente Erodoto si riferisce a Menes...

[Libro II, Euterpe, 99]
Dunque, mi raccontavano i sacerdoti che Mene, primo re d'Egitto, difese con degli argini il territorio di Menfi: il fiume, scorreva in tutta la sua larghezza lungo la catena sabbiosa dalla parte della Libia; Mene, a monte, a circa cento stadi da Menfi, verso sud, avendo costretto il fiume con degli sbarramenti a formare un'ansa mise a secco l'antico alveo, e incanalò il fiume in modo che scorresse in mezzo alle due catene montuose.

Grandi opere... per i tempi a cui ci si riferisce... deviare il corso del fiume... del Nilo...

[Libro II, Euterpe, 100]
Dopo Mene i sacerdoti, consultando un loro libro, elencavano i nomi di altri 330 re; e in tante generazioni umane c'erano stati 18 etiopi, e una donna indigena: tutti gli altri erano uomini ed egiziani.

[Libro II, Euterpe, 141]
Dopo il cieco, salì al trono dicevano, il sacerdote di Efesto che si chiamava Setone.

Questo Setone visse al tempo in cui re degli Arabi e degli Assiri era Sennacherib...
Potrebbe trattarsi di Sethi?

[Libro II, Euterpe, 142]
... dal primo re fino a questo sacerdote di Efesto [..] si contano 341 generazioni [..] 11340 anni...
Così, essi dicevano, in 11340 anni, nessun Dio era stato tra loro in forma umana. Nemmeno prima del resto, come neppure dopo, tra gli altri re che regnarono in Egitto, s'era verificato, a sentir loro, alcunché di simile.
In questo periodo di tempo, raccontavano, il sole si sviò quattro volte dall'usato suo corso: due volte sarebbe spuntato di là dove ora tramonta; e dove ora sorge, ivi due volte sarebbe tramontato: nulla in Egitto, per tutto questo tempo, ebbe a subire mutamenti: né i prodotti della terra, ne quanto veniva dato dal fiume, ne il decorso delle malattie o le cause di morte.

11.340 anni... certo che se fosse vero...
Ma cosa significa che "il Sole si sviò quattro volte dall'usato suo corso"?
Non so... non capisco... o forse...

Credo che sia il caso che chi conosce il greco mi dia una mano... è corretta la traduzione sulla quale sto lavorando?

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

martedì 6 novembre 2007

SRIMAD BHAGAVATAM - Uttara e la freccia di ferro infuocata

Ho già accennato alle armi per così dire, non convenzionali per i tempi, presenti nello SRIMAD BHAGAVATAM, ed ecco ancora una stranezza...
(Canto 1, Cap. 8, verso 9)
Uttara disse:O Signore dei signori, maestro dell'universo! Tu che sei il più grande degli yogi, proteggimi, Ti prego, perchè nessun altro può salvarmi dalla morte in questo mondo di dualità.
(Canto 1, Cap. 8, verso 10)
O Signore onnipotente, una freccia di ferro infuocata si sta dirigendo verso di me a grande velocità. Che io sia pure ridotta in cenere, se questo è il Tuo desiderio, ma Ti prego, non lasciare che uccida il figlio che porto in me. O mio Signore, Ti supplico, concedimi questa grazia.
Come possiamo vedere, Uttara è preoccupata perché "una freccia di ferro infuocata" la sta per raggiungere "a gran velocità"... Di che si tratta? Il versetto successivo ci spiega che é Asvatthama che, non ancora contento, lancia un altro brahmastra contro l'ultimo discendente dei Pandava. Alla vista del radiante brahmastra i cinque Pandava afferrano le loro armi. Il loro Signore, allora...
(Canto 1, Cap. 8, verso 13)
Vedendo in pericolo i Suoi puri devoti, anime completamente sottomesse a Lui, il Signore onnipotente, Sri Krsna, afferra subito il Suo disco Sudarsana per proteggerli.Dunque, contro un'arma terribile occorre un rimedio potente, come dire, contro un missile occorre un sistema antimissile... e così il brahmastra, seppure era un'arma implacabile viene neutralizzata!
Solo ora il Signore può partire...
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 4 novembre 2007

Erodoto, Glauco di Chio e le saldature, i giganti

Erodoto, di Jean-Guillaume Moitte - Louvre
Storie, di Erodoto, è uno dei testi più interessanti che abbia mai letto...anche perchè sconvolge le mie conoscenze...
Per esempio:

(Libro I, 25)
Aliatte di Lidia, quello che aveva portato alla fine la guerra contro i Milesi, venne in seguito a morire, dopo aver regnato 57 anni.
Egli fu il secondo di questa famiglia, che guarito da una malattia, dedicò in Delfi un grande cratere d'argento, col suo basamento in ferro le cui parti erano saldate, offerta degna di essere vista più di tutte quelle che sono in Delfi;
opera di Glauco di Chio, l'unico uomo al mondo che abbia trovato il modo di saldare il ferro.
Dunque, almeno 500 anni prima di Cristo si era in grado di saldare il ferro! Ma questa tecnologia, da dove arriva? Oppure si tratta di un caso unico?

(Libro I, 68)
Certo, io penso o straniero, che molto saresti meravigliato, se avessi visto quello che ho visto io [..] nel lavoro di scavo mi imbattei in una bara lunga sette cubiti (cioè circa 3,15 metri!) e, siccome non volevo credere che fossero mai esistiti degli uomini più grandi di quelli che ci sono ora, la scoperchiai e vidi un cadavere delle stesse dimensioni della bara..
Così parla un fabbro a Lica, spartano, che era alla ricerca della tomba di Oreste...
Non so se ciò che aveva trovato fosse la tomba di Oreste o meno... certo che se fossero però corrette le dimensioni... doveva trattarsi di un vero e proprio gigante!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Balai, 1° novembre 2007

E' arrivato l'autunno...
Con il suo tempo, il freddo, il vento,
si è portato via i resti di quella splendida estate...
che è stata!





Dove c'era la spiaggia e i bagnanti ora c'è solo acqua...
spumeggiante della sua forza.
E sopra, un cielo terso dallo sferzar dei venti,
ha sostituito la tepida calura di settembre!
Anche le rocce scricchiolano,
sotto i colpi possenti...
e si spaccano
e si sciolgono in sabbia.


E dove c'erano rocce nasce la spiaggia,
per i nuovi bagnanti... di un mondo nuovo!

E poi un'onda più forte delle altre spazza via tutto!
foto di Paola e Gavino FADDA
testi di Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO