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mercoledì 22 ottobre 2008

La fine dell'economia liberale

Egregi amici tuttologi, le turbolenze estreme alle quali i mercati finanziari sono stati sottoposti negli ultimi periodi, hanno probabilmente segnato l'inizio di un nuovo capitolo della nostra storia più recente, dal titolo "la fine dell'economia liberale".
Gli Stati Uniti e determinati stati europei hanno iniziato ad immettere nel sistema finanziario cifre iperboliche. Si pensi che il primo pacchetto promesso dall'amministrazione americana é pari a circa il doppio della spesa militare USA (la più elevata al mondo) e che l'Unione Europea prevede, nella peggiore delle ipotesi, di stanziare una somma pari al 15% del PIL di tutti gli stati membri. Importi da capogiro.
Ma quali le conseguenze per l'economia reale e per noi consumatori ?
Forse un tracollo totale del sistema verrà evitato, ma gli stati imporranno determinate regole, come un tetto massimo agli stipendi manageriali, il pagamento di interessi, uomini di collegamento all'interno dei consigli di amministrazione, la riduzione dei bonus e nuove norme che avranno lo scopo di regolare e controllare il sistema finanziario nazionale. Gli stati dovranno ora ridurre altre uscite, forse aumentare le proprie entrate, far fronte ad un periodo di inevitabile recessione, ridurre il costo del danaro e chi più ne ha più ne metta.
In poche parole "la mano invisibile del mercato" ha fallito, così come fallimentare é stata la politica della "deregulation" e di tutti coloro che volevano meno Stato nell'economia. Ma i primi a fallire sono stati i "manager" pagati e strapagati e ora salvati da danaro pubblico.
Ci aspettano periodi duri. E allora rimbocchiamoci le maniche!
Un caro saluto a voi tutti.

Galimberti Patrick

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