La fisica è sempre stata la mia passione, anche se non l'unica.
Qualche mese fa presi un appunto: "Approfondire progetto Manhattan, leggere biografia di Fermi". Non ricordo perchè presi l'appunto ma in ogni caso ho ordinato una biografia di Fermi e appena arrivata ho messo da parte i libri che stavo leggendo per tuffarmi nella lettura appassionante di uno degli uomini più geniali e produttivi della storia della fisica italiana e mondiale.
L'autore del libro è Emilio Segrè, anch'egli fisico, amico e allievo di Fermi.
Enrico Fermi (1901-1954) sin da ragazzo mostrò la sua ferma volontà di studiare fisica. Aveva preso l'abitudine di andare a prendere il padre la sera all'uscita dal lavoro e con lui ed un amico ingegnere (Adolfo Amidei).
L'ingegnere ricorderà qualche anno dopo che la prima domanda che il giovane Fermi, allora tredicenne gli fece fu: E' vero che esiste un ramo della geometria in cui senza ricorrere alla nozione di misura si trovano importanti proprietà geometriche?"
L'ingegnere il giorno successivo prestò un libro al suo giovane amico, La geometria di posizione, di Teodoro Reye. Fermi restituì il libro dopo due mesi e interrogato dimostrò di averne assimilato il contenuto e di essere in grado di utilizzare le nozioni contenute. Fermi aveva una memoria di ferro che lo aiutò negli studi ed una grande capacità di risolvere i problemi più difficili con calma e con semplici strumenti allora disponibili ma era soprattutto in grado di spiegare in modo semplice e lineare le teorie più complesse e di infondere fiducia nei suoi studenti.
Fermi dimostrò in ogni occasione le sue straordinarie capacità, riuscendo a diventare professore universitario a Roma all'età di appena 26 anni.
Nel 1938 gli fu assegnato il premio Nobel per la Fisica. Dalle parole di chiusura del professor Pleijel dell'Accademia Svedese si capisce la motivazione: "per la scoperta di nuove sostanze radioattive appartenenti all'intero campo degli elementi e per la scoperta da Voi fatta, nel corso di tali studi, del potere selettivo dei neutroni lenti. Vi presentiamo le nostre congratulazioni e Vi esprimiamo la più viva ammirazione per le Vostre geniali ricerche, che gettano nuova luce sulla costituzione dei nuclei atomici e aprono nuovi orizzonti all'ulteriore sviluppo dalle indagini atomiche".
Nel 1938 gli fu assegnato il premio Nobel per la Fisica. Dalle parole di chiusura del professor Pleijel dell'Accademia Svedese si capisce la motivazione: "per la scoperta di nuove sostanze radioattive appartenenti all'intero campo degli elementi e per la scoperta da Voi fatta, nel corso di tali studi, del potere selettivo dei neutroni lenti. Vi presentiamo le nostre congratulazioni e Vi esprimiamo la più viva ammirazione per le Vostre geniali ricerche, che gettano nuova luce sulla costituzione dei nuclei atomici e aprono nuovi orizzonti all'ulteriore sviluppo dalle indagini atomiche".
Durante la sua carriera si occupò di tutti i rami della fisica, dello studio delle particelle atomiche e subatomiche ma anche di problemi di astrofisica ma la sua importanza è da ricollegarsi principalmente alla seconda guerra mondiale e al progetto Manhattan che lo ha visto protagonista nella realizzazione della bomba che consentì agli Stati Uniti d'America di sconfiggere con immediatezza il Giappone. La lettura delle pagine del libro dedicate a questa impressa sono veramente interessanti e la discussione pubblica che seguì all'uso della bomba contro Hiroshima e Nagasaki, cui anche Fermi prese parte, consentono di capire la profondità di pensiero del Fermi Uomo e non solo fisico.
Un libro veramente interessante e che ha apportato nuove note nella mia agenda e nuovi spunti di riflessione.
Buona lettura.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO