Come annunciato i
primi di settembre, il meeting internazionale sul futuro della Siria
si è tenuto ad Istambul il 27 ottobre: Russia, Turchia, Francia e Germania seduti
intorno al tavolo delle decisioni.
Il primo obiettivo è
quello di garantire il mantenimento del fragile cessate il fuoco e
favorire la creazione della buffer zone intorno a Idlib, ma
gli interessi in gioco sono ben altri.
Il meeting segue di
solo qualche mese un altro meeting, dove i protagonisti erano solo in
parte differenti: Russia, Turchia e Iran.
Gli interessi in
gioco sono enormi. Influenza, armi, petrolio, gas, porti sul
Mediterraneo, stabilità della zona e lotte intestine...
Da parte della
Russia è importante la possibilità di accrescere la propria
influenza sul Mediterraneo orientale attraverso l’acquisizione di
uno sbocco sul mare in territorio Siriano ma anche gli interessi
economici legati alla promessa di costruire la prima centrale
nucleare in Turchia ed estendere così il mercato della tecnologia
nucleare ad un paese di 80 milioni di abitanti.
Da parte della
Turchia, la necessità di stabilizzare la zona di confine ma anche la
consapevolezza di avere un ruolo di rilievo in quanto ponte tra
Russia e potenze occidentali, non dimentichiamo che la Turchia,
nonostante le polemiche, fa sempre parte della NATO. Sullo sfondo
anche le acquisizioni di armamenti hanno la loro importanza, la
Turchia è in attesa di ricevere il sistema antimissile S400, proprio
dalla Russia, sistema che dovrebbe essere consegnato a metà 2019 con
grande disappunto degli USA.
Ma cosa dire su
Francia e Germania?
La presenza dei due
paesi è sicuramente più difficile da spiegare.
Certo, l’interesse
per la stabilizzazione della regione è forte per entrambi, sia dal
punto di vista economico che militare, in particolare per l’accesso
alle risorse petrolifere e di gas presenti nella zona e che hanno già
spinto in precedenza ad azioni avventate che hanno destabilizzato la
Libia e che continuano a tenere nel caos tutto l’Oriente. La
Germania ha i suoi interessi nell’appoggiare la Russia, come la
Francia ha i suoi interessi nell’appoggiare gli USA, interessi
economici e di scelte di campo, tutto comprensibile... ma che dire
della Grande Assente, l’Europa?
Probabilmente è
proprio nella Grande Assente che occorre ricercare le motivazioni
nascoste della presenza di Francia e Germania, considerate non tanto
singolarmente, ma come motore dell’Europa. Quale che sia il motivo,
l’Europa fa una ben magra figura di fronte ai grandi del mondo,
ancora una volta assente.
Dove sono finite le
aspirazioni a diventare qualcosa di più di un semplice organismo
regolatore, visto da tanti paesi principalmente come freno allo
sviluppo ed esclusivamente come organo produttore di normative più o
meno inutili ma assolutamente inadeguato quando si tratta di prendere
decisioni importanti?
Fino a quando
l’Europa sarà assente dai tavoli che contano?
Quando si capirà
che l’Unione Europea non è una istituzione che vive di vita
propria ma che deve essere di qualche utilità ai paesi membri, se si
vogliono evitare le Brexit, Franxit, Italexit e così via?
E poi, la mancanza
di una Europa forte significa la presenza, talvolta ingombrante,
degli amici Occidentali ma anche Orientali…
Restiamo in attesa e
per ora accontentiamoci di vedere due rappresentanti al tavolo delle
decisioni...
Alessandro RUGOLO
Foto: Reuters/Murad
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