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sabato 30 gennaio 2021

CyberChallenge.it, ai blocchi di partenza l'edizione 2021

CyberChallenge.it costituisce una delle tante risposte che l’Italia sta dando (assieme a nuovi corsi di laurea, programmi di formazione professionali, e alta formazione nei dottorati di ricerca) per l’individuazione di nuovi, giovani talenti da educare nel campo della sicurezza informatica. Il programma, al quale nel 2020 hanno partecipato 27 università italiane (assieme al Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell'Esercito di Torino), è costituito da un corso della durata di tre mesi destinato ai 20 migliori ragazzi, provenienti da scuole superiori ed università, che hanno ottenuto i punteggi migliori al termine di un test di ammissione di logica e programmazione. Il corso fornisce ai ragazzi gli elementi essenziali per l’apprendimento della crittografia, della sicurezza web e delle applicazioni, della sicurezza hardware e delle reti. La peculiarità del corso è che gli argomenti insegnati preparano i ragazzi allo svolgimento di competizioni Capture The Flag (CTF), il cui obiettivo è risolvere un determinato problema di sicurezza (ad esempio, sfruttare la vulnerabilità di un sito web) per trovare un “segreto”, detto flag. Il corso si conclude con una competizione locale (jeopardy) fra i partecipanti al corso e nazionale (attacco e difesa). 

L’iniziativa si è svolta con grande successo anche all’Università di Cagliari, che partecipa dal 2019, che ha visto oltre un centinaio di iscritti provenienti da scuole ed università nel 2020, e per l’edizione 2021 sta avendo il record di iscritti con oltre 150 studenti. 

Rispetto allo scorso anno il corso è ulteriormente migliorato, con nuovi argomenti e con la partecipazione dei partecipanti degli anni precedenti come tutor. Inoltre, da un anno, alcuni fra i partecipanti di CyberChallenge UniCA hanno formato una squadra, Srdnlen, che partecipa a competizioni internazionali con eccellenti risultati (quarti nel ranking italiano e top 100 ranking mondiale). 

 Purtroppo, la pandemia ha costretto tutti ad un’attività interamente online, ma questo non ha impedito la notevole partecipazione e coinvolgimento dei ragazzi (anche dal punto di vista sociale).

Prima di lasciare spazio ai ragazzi, inizierei da una domanda ai colleghi Giorgio Giacinto (Dip. Ingegneria Elettrica ed Elettronica) e Massimo Bartoletti (Dip. di Matematica ed Informatica) che assieme a me hanno coordinato l’edizione 2020. Chiederei al Prof. Giacinto di raccontare come è nato il progetto CyberChallenge e al prof. Bartoletti di dire qualcosa sulla qualità dei partecipanti alla scorsa edizione.

Giorgio Giacinto. Il progetto nacque nel 2018 all’interno del neonato Laboratorio Nazionale di Cybersecurity del CINI. La carenza di esperti in cybersecurity rispetto alle richieste del mondo del lavoro e la previsione di una loro crescita, ha spinto il laboratorio a far nascere la curiosità per questo settore nei più giovani attraverso il gioco. Infatti è una disciplina che a prima vista può spaventare per la quantità di conoscenze e competenze necessarie. La metafora del gioco consente di superare lo scoglio iniziale e di scoprire un settore affascinante e nello stesso tempo vitale per la sicurezza di ciascuna nazione. La prima edizione è nata presso l’Università di Roma La Sapienza per poi estendersi negli anni successivi a tutto il territorio nazionale. Questo modello sta diventando un esempio per altre nazioni Europee.

Massimo Bartoletti. Gli studenti che hanno partecipato all’edizione 2020 del CyberChallenge meritano un encomio speciale: nonostante tutte le limitazioni imposte a seguito dell’emergenza COVID, hanno partecipato con entusiasmo alle lezioni e alle esercitazioni, sacrificando il proprio tempo libero per risolvere le challenge assegnate - e incastrando tutto questo con le lezioni scolastiche e universitarie. Lo spirito ludico di queste challenge - nelle quali i ragazzi impersonano hackers che tentano di attaccare un sistema informatico - è molto d’aiuto per stimolare la loro intelligenza e il loro spirito collaborativo. Trovo che le qualità principali sviluppate dal CyberChallenge siano la perseveranza, che è indispensabile quando si deve attaccare un sistema apparentemente impenetrabile, e la paranoia, che in genere ha una connotazione negativa, ma per un informatico è una virtù, perché consente di non dare mai per scontata la sicurezza di un sistema software.


Ora tocca ai ragazzi: vi chiederei di presentarvi :

Roberto: Sono Roberto, ho 21 anni, sono nato a Cagliari e studio informatica qui, all'Università di Cagliari.

Daniele: Sono Daniele, ho 18 anni, provengo da Fordongianus, un paese nella provincia di Oristano e frequento il quinto anno nell’istituto tecnico industriale statale OTHOCA ad Oristano.

Silvia: Sono Silvia, ho 23 anni, sono di Sassari e da 5 anni studio all’Università di Cagliari Ingegneria Informatica, attualmente mi sto specializzando in Computer Engineering, Cybersecurity e Artificial Intelligence.

Ragazzi, come siete venuti a conoscenza di CyberChallenge? Cosa ha stimolato la vostra curiosità verso questo percorso?

Roberto: Verso la metà del mio primo semestre (2018-2019) un professore ci ha parlato un po' del progetto CyberChallenge, consigliando di iscriverci e parlandoci un po' di cosa si sarebbe fatto. Purtroppo quell'anno non ho potuto partecipare, ma sono riuscito a iscrivermi e passare il test l'anno successivo, nel 2020. Mi sono iscritto perché credo che il campo della sicurezza sia qualcosa che tutti debbano trattare, almeno per avere un'idea su cosa è o non è sicuro fare, oltre ad essere da molto tempo incuriosito da argomenti come reverse engineering.

Daniele: Ho conosciuto il progetto CyberChallenge grazie ad un professore che lo ha proposto in classe. Ho trovato in CyberChallenge l’occasione per poter approfondire e conoscere nuove cose nel campo della sicurezza informatica, ed anche la possibilità di relazionarmi con altri ragazzi che condividono le mie stesse passioni.

Silvia: Ho conosciuto il percorso di CyberChallenge nel 2019, primo anno di partecipazione per l’Università di Cagliari, quando durante alcune lezioni i professori ci avevano parlato del programma CyberChallenge. Come ho saputo che successivamente alle selezioni si sarebbe svolto un corso sulla sicurezza informatica, ho deciso che nel 2019 avrei partecipato alla selezione per poter avere più conoscenze sulla sicurezza informatica durante il percorso della magistrale.

Quali sono le competenze su cui avete potuto lavorare grazie a CyberChallenge? In cosa vi sentite di essere migliorati?

Roberto: Durante il corso abbiamo approfondito tematiche come web security, system security, e crittografia. È abbastanza facile riuscire a seguire tutti gli argomenti, e imparare molto di ogni categoria, anche se poi, ovviamente, se uno dovesse voler continuare, è importante specializzarsi.

Daniele: Le competenze su cui abbiamo lavorato durante il progetto riguardano il mondo della cybersecurity in generale. Durante il progetto CyberChallenge sento di essere migliorato tantissimo in tutte le tematiche trattate, anche se leggermente di più in system security. Sono migliorato anche su tematiche distaccate dalla cybersecurity come il team-working e l’abilità nella programmazione in generale.

Silvia: Grazie alla preparazione per i test di CyberChallenge sono migliorata tantissimo nella programmazione, mentre durante il corso ho affrontato specifiche tematiche sulla sicurezza informatica e soprattutto andando a testare direttamente certe vulnerabilità che seppur simulate sono molto vicine a uno scenario reale.

A causa dell’emergenza COVID-19, il percorso è stato svolto interamente online, incluse le fasi finali. Come giudicate questa modalità?

Roberto: Per certi versi sono sicuro che l'esperienza sia migliore dal vivo, soprattutto per la parte sociale. Allo stesso tempo però credo che poter fare le lezioni online ci abbia permesso di trattare una più vasta gamma di argomenti, essendo comunque molto più flessibile come modalità. L'unica perdita è stata non poter partecipare alle finali dal vivo. Tutto sommato quindi credo che lati positivi e negativi si bilancino bene, e non sono dispiaciuto di aver partecipato durante quest'anno un po' sfortunato.

Daniele: Anche se il percorso è stato svolto interamente online abbiamo avuto la possibilità di poter interagire con i nostri compagni di squadra come se fossimo stati fisicamente presenti, siamo riusciti a creare un rapporto che spero possa essere incentivato quando l’epidemia finirà. Le lezioni sono state organizzate usando degli orari flessibili che permettevano a tutti di poterle seguire. Anche le sessioni di pratica sono state svolte con puntualità e grande organizzazione, erano presenti, oltre ai professori, anche i ragazzi che avevano frequentato il corso lo scorso anno che ci aiutavano come dei tutor.

Silvia: Nonostante la modalità online non mi abbia permesso di poter conoscere di persona i miei compagni di squadra, ho potuto interagire comunque approfonditamente con molti di loro, aiutandoci durante il percorso nella risoluzione di certe challenge. Siamo riusciti comunque a creare squadra e non ho trovato molte difficoltà nel seguire le lezioni, chiedere aiuto ai tutor e comunque anche divertirci. Alla fine è stato anche bello conoscere le nostre voci, diventare un gruppo ma scoprire i volti solo quando l’emergenza COVID-19 si è un po’ attenuata.

Al termine del corso di formazione, un importante passo è rappresentato dalle finale locali e nazionali. Roberto, da vincitore dell’edizione 2020 per UniCA, ci racconti qualcosa su come si sono svolte le prove e su come è stata la tua esperienza complessiva?

Roberto: Le finali locali e nazionali si sono svolte interamente da casa. Da un lato è una cosa negativa, visto che tutti noi finalisti ci siamo persi, diciamo, l'esperienza del viaggio in gruppo. Dall'altro, credo che possa essere molto utile per chi, come me, soffre di ansia, dato che stare in un ambiente familiare come la casa, e potersi comunque organizzare a piacimento, di sicuro aiuta a rimanere più tranquilli e performare meglio. Sono molto soddisfatto del mio percorso, e sento di essere cresciuto molto nel campo della sicurezza, pur avendo ancora molto da imparare. Non è infatti raro che durante lo sviluppo di un programma ora noti qualche difetto, anche molto pericoloso, che prima non avrei mai notato.

Facciamo un passo indietro ora e parliamo del test di ammissione. Daniele, hai svolto un percorso ed un test di ammissione brillante, nonostante provenissi da una scuola secondaria superiore, dimostrando che l’età non è necessariamente una discriminante del merito. Cosa ti senti di consigliare a coloro che parteciperanno alle selezioni? Che consigli ti senti di dare per prepararsi alla prova?

Daniele: Consiglio a tutti di guardare il materiale presente nel sito di cyberchallenge che è ricco di esercizi da poter svolgere per potersi esercitare in vista delle selezioni, inoltre invito a tutti di prendere le selezioni con calma senza farsi prendere dall’ansia visto che le selezioni non sono nulla di impossibile, quindi consiglio a tutti di provarci, anche se avete paura di non riuscire a passarle. In entrambi i casi avrete guadagnato qualcosa.

Un importante problema nel campo della cybersecurity è, purtroppo, la bassa partecipazione delle ragazze rispetto ai ragazzi. Quest’anno, le sedi partecipanti al progetto (oltre che al CINI stesso) stanno avviando diverse iniziative per incentivare la presenza femminile a CyberChallenge. Durante la scorsa edizione di CyberChallenge, UniCA è risultata fra le sedi con più ragazze partecipanti al corso (4 su 20). Silvia, da partecipante alla scorsa edizione di CyberChallenge, che consigli ti senti di dare alle ragazze che intendono affrontare le selezioni?

Silvia: Purtroppo esiste ancora spesso lo stereotipo che certe professioni siano da maschi e altre da femmine e questo delle volte può bloccare potenziali ottimi professionisti del settore. E’ il caso dell’informatica, un lavoro visto da “uomo” e della sicurezza con la classica immagine dell’hacker maschio. Vista la mia esperienza sia in una facoltà considerata maschile e nel programma CyberChallenge, consiglio a tutte le ragazze appassionate di cybersecurity di lasciare le voci e gli stereotipi da una parte e mettercela tutta per svolgere un percorso che di per sé non implica avere qualità che solo gli uomini hanno ma si basa su competenze logiche acquisibili da tutti.

Da circa un anno, coloro che partecipano a CyberChallenge.it qui a UniCA hanno la possibilità di unirsi ad un team di Capture the Flag locale, srdnen, che svolge diverse competizioni a livello internazionale. Potreste raccontare la vostra esperienza all’interno del team?

Roberto: Entrare nel team è un'occasione per continuare il percorso svolto a CyberChallenge, e continuare quindi a imparare e migliorarsi nel campo della sicurezza. Oltre ad essere un'occasione per imparare, è anche un'occasione per divertirsi: ogni mese facciamo almeno una gara, dove ognuno di noi collabora per risolvere delle challenge, occasione in cui si parla tra compagni di squadra, sia delle challenge, che di qualsiasi altro argomento. Attualmente faccio parte del team di Crypto.

Daniele: Essere entrato nel team srdnlen mi ha permesso di tenermi sempre allenato e continuare a migliorarmi, visto che ogni settimana abbiamo degli allenamenti ed ogni mese facciamo svariate CTF. All’interno della squadra sono stato accolto benissimo da tutti i membri, inoltre ci scambiamo continuamente delle informazioni, ci aiutiamo a vicenda e tutto questo permette di migliorare le nostre capacità. Attualmente faccio parte del team dei reverser e pwners.

Silvia: Far parte del team di srdnlen è un’occasione per continuare a migliorare sulla sicurezza informatica. Ogni settimana abbiamo degli allenamenti per poter affrontare al meglio le CTF a cui partecipiamo. Anche questi sono online per l’emergenza COVID-19 ma stiamo riuscendo comunque a creare un bel gruppo e ottenere discreti risultati durante le competizioni. All’interno del team, insieme ad altri ragazzi e ragazze, io mi occupo delle categorie “Forensics, Misc e Web Exploitation”.

Come ultima domanda, cosa vi sentite di consigliare alle nuove leve? Questo percorso può davvero aiutare i ragazzi a sviluppare competenze nel campo della cybersecurity e, perché no, anche a trovare lavoro?

Roberto: Credo che molta più gente dovrebbe provare a iscriversi al corso. Un consiglio che mi sento di dare è di provare il test di ammissione, anche se chiunque, vedendo solo 20 posti disponibili, potrebbe pensare di non riuscire a entrare. Credo che quasi tutti i partecipanti abbiano avuto questa paura, pur essendo alla fine entrati, e magari anche arrivati in finale.

Spessissimo si vedono notizie di attacchi a infrastrutture molto importanti, che probabilmente si sarebbero potuti evitare dando più importanza nell'insegnamento al fattore sicurezza. Penso che questo percorso sia un'ottima occasione per tappare questi buchi, e magari scoprire di voler continuare nel settore, grande opportunità lavorativa essendoci molto bisogno di esperti.

Daniele: Consiglio a chiunque sia interessato di provare a partecipare al programma, perché vedo in CyberChallenge una grandissima opportunità per noi giovani. Si, questo percorso aiuta i ragazzi a sviluppare competenze sulla cybersecurity che un domani potrebbero servire anche in un ambito lavorativo. Il progetto CyberChallenge è inoltre finanziato da grandi aziende che sono interessate nell’investire sui giovani. Inoltre aver frequentato il progetto mi ha permesso di poter partecipare al BlackHat Europe 2020.

Silvia: Consiglio a chiunque sia interessato di partecipare al programma, allenarsi molto con i vecchi test presenti nel sito e mettercela tutta per entrare tra i 20 perché è un’esperienza fortissima sotto tanti punti di vista. Soprattutto consiglio di affrontare il test con tranquillità lasciando l’ansia fuori dalla porta. Sì, CyberChallenge ti aiuta a sviluppare e migliorare le competenze nella sicurezza informatica e fortunatamente anche trovare un lavoro. Qualche mese fa sono stata contattata da un’azienda e una delle prime cose emerse durante il colloquio è stato l’apprezzamento per aver partecipato al programma di CyberChallenge. Non solo, a fine percorso si ha l’occasione di conoscere tutte le aziende sponsor del programma e quindi riuscire a trovare anche un’ambizione lavorativa nei diversi settori della cybersecurity.

Grazie ragazzi, e in bocca al lupo ai partecipanti a CyberChallenge 2021!


Davide Maiorca, Ph.D.
Assistant Professor
Pattern Recognition and Applications Lab
Department of Electrical and Electronic Engineering
University of Cagliari

Per approfondire: CyberChallenge.IT

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