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domenica 4 febbraio 2018

Cina: Strategia Nazionale per la sicurezza del Cyberspace

Nel mese di dicembre del 2016 la Cina ha reso pubblica la strategia nazionale
del settore cyber attraverso la pubblicazione di un documento di alto livello chiamato per l'appunto "Strategia Nazionale per la sicurezza del Cyberspace". 
Sul sito della USITO (United States Information Technology Office) è possibile trovare qualche riferimento. Partendo da li diamo dunque uno sguardo veloce al documento pubblicato integralmente sul sito del "Cyberspace Administration of China", l'organismo governativo che sovrintende il settore.
Il documento, dopo le dichiarazioni di principio sullo sviluppo della società cinese in relazione al nuovo dominio del cyberspace, inizia analizzando le opportunità offerte dal cyberspace, in particolare il cyberspace è visto come un nuovo dominio attraverso il quale è possibile:
- la diffusione di informazioni;
- sviluppare idee, produrre e vivere;
- favorire lo sviluppo economico;
- favorire lo sviluppo culturale;
- partecipare alla vita sociale e alla governance del Paese;
- favorire la cooperazione globale.
Tra le opportunità è stato inserito anche un punto che più che altro è una affermazione, si parla infatti del nuovo dominio e della sovranità nazionale su di esso. E' detto infatti che il cyberspace è una area di interesse di importanza pari ai domini classici (terra, mare, cielo e spazio). Viene affermato che la sovranità dello Stato si estende anche sul cyberspazio.
Alle opportunità segue l'elencazione delle sfide legate al nuovo dominio e i pericoli intrinseci a:
- sicurezza politica;
- sicurezza economica;
- sicurezza culturale;
- nuove forme di terrorismo e criminalità;
- competizione internazionale sul controllo delle risorse cyber;
Nel testo, tra le sfide, si può trovare un interessante riferimento alla funzione della Cina e all'uso del cyberspace per la salvaguardia della pace mondiale.
Il documento afferma che l'obiettivo della Cina è quello di promuovere il cyberspace in modo pacifico, sicuro, aperto, cooperativo e ordinato, salvaguardando la sovranità nazionale, la sicurezza e gli interessi di sviluppo nazionale.
Il principio alla base della strategia nazionale per la sicurezza del Cyberspace consiste nel garantire che il nuovo "dominio" sia sicuro, stabile  e prospero e in tal senso la Cina dichiara di essere disponibile a collaborare con tutti gli altri paesi del mondo per intensificare la comunicazione, ampliare il consenso, approfondire la cooperazione e promuovere attivamente la riforma del sistema globale di governance di Internet in modo da salvaguardare congiuntamente la pace e la sicurezza. Questo, anche perché la Cina è il paese più popoloso nel mondo e con il maggior numero di persone e aziende collegate alla rete Internet.
Ora, qui mi fermo. Non perché il documento sia terminato ma perché vorrei mettere in evidenza una enorme discrepanza tra ciò che afferma il documento di policy cinese (peraltro praticamente sconosciuto nel mondo occidentale) e quanto invece si sente dire ogni giorno dalla propaganda ovvero che Cina e Russia sono i maggiori pericoli del Cyberspace.
Dove sta la verità?
Forse, come al solito, nel mezzo.
In ogni caso mi piace pensare che anche un piccolo articolo come questo possa in qualche modo aumentare la consapevolezza e la conoscenza del cyberspace.
 
Alessandro RUGOLO

Per approfondire:
- http://www.usito.org/news/china-publishes-first-national-cybersecurity-strategy;
- http://www.cac.gov.cn/2016-12/27/c_1120195926.htm

domenica 22 dicembre 2013

Matteo Ricci, di Michela Fontana

Sottotitolo: un gesuita alla corte dei Ming...
 
Ho appena terminato la lettura di uno splendido saggio, la biografia del gesuita Matteo Ricci (1552 - 1610), edito da Mondadori, magistralmente scritto dalla giornalista scientifica Michela Fontana cui vanno da subito i miei complimenti.
 
Il libro racconta la storia di un uomo che grazie alle sue doti riuscì nell'impresa di raggiungere il cuore del regno della Cina e dei saggi cinesi.
Matteo Ricci entrò nella Compagnia di Gesù, dove si dedicò agli studi previsti, retorica, filosofia e teologia presso il collegio Romano.
Tra le discipline introdotte nei collegi dei gesuiti vi era anche la matematica, grazie all'opera di un grande matematico che vi insegnava: Christoph Klau (Clavius). Il sapere era per i gesuiti come un'arma a difesa della chiesa. 
L'autrice dice: "Se la matematica era il fondamento della scienza, l'astronomia ne era la regina", grande verità sia allora che oggi.
Ricci studiò dunque matematica e astronomia, anche se quest'ultima si basava sulle conoscenze dell'Almagesto di Tolomeo, la teoria eliocentrica infatti non era ancora abbastanza diffusa e avrebbe avuto i suoi problemi prima di poter diventare fondamentale.
La vita di Ricci è intrecciata con quella della Compagnia e con gli sviluppi scientifici del periodo, che divennero oggetto di insegnamento da parte del missionario verso i suoi amici e discepoli cinesi.
La cultura cinese, di cui Confucio era stato il massimo rappresentante, fu la leva usata da Ricci per aprire le porte dell'Impero.
La conoscenza della lingua era fondamentale e fu solo dopo che il nostro gesuita se ne impadronì che iniziò ad arrivare il successo. Le tradizioni, il culto per gli antichi, l'attaccamento al cerimoniale, il rispetto per lo studio e la saggezza fecero si che Matteo Ricci divenisse ben accetto e rispettato come uomo saggio conosciuto col nome di Li Madou, il saggio dell'Occidente.
 
Ricci fu un esempio di temperanza, apertura mentale, saggezza, costanza.
Grande studioso e allo stesso tempo dotato di una grande manualità, tradusse opere dal latino al mandarino (tra queste gli Elementi di Euclide) e viceversa, creò mappe del mondo intero, e strumenti di misura a quel tempo sconosciuti in Cina.
Fu lui che dopo secoli si rese conto della corrispondenza del Catai di Marco Polo con la Cina.
 
Alla sua morte i gesuiti erano arrivati al centro di potere dell'Impero, Pechino...
 
Ma ora basta, il libro merita di essere letto, per cui ora sta a voi proseguire.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO