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domenica 11 settembre 2016

Il vecchio e il mare, di Ernest Hemingway

Vi sono libri che sono stati scritti per essere letti una volta e poi dimenticati sul ripiano di una libreria, altri sono stati scritti per essere usati, di tanto in tanto, per reperire informazioni utili. Infine, una piccola parte, sono stati scritti per essere immortali, per essere letti ogni estate e posati nuovamente sullo scaffale già sapendo che un anno passa presto. Non c'è bisogno di dire che, per quanto mi riguarda, "Il vecchio e il mare" appartiene a quest'ultima categoria!
Non ricordo quando lo lessi per la prima volta, forse una decina d'anni fa, in ogni caso da allora l'ho riletto ogni volta che mi è passato per le mani.
Ieri sera, frugando tra i miei libri alla ricerca di qualcosa da leggere, ho ritrovato "il vecchio e il mare" e non c'è stato bisogno di andare oltre.
Un vecchio pescatore, un ragazzo che se ne prende cura come può, il mare e la lotta per la vita tra l'uomo e la natura, questi gli ingredienti di uno dei più bei romanzi mai scritti.
Hemingway è riuscito, con il suo racconto, a far vivere i suoi personaggi. L'enorme marlin, i pescecani, il tuna, la stessa lenza da pesca, ci parlano attraverso le parole e i pensieri del vecchio Santiago.
Ottantacinque giorni di sfortuna e poi, finalmente, l'avventura della vita, la lotta tra un vecchio pescatore e la sua preda, un marlin di cinque metri e mezzo di lunghezza. Lotta che si consuma nel Golfo, nell'Oceano Atlantico, al largo de L'Avana, tra le profondità immense del mare.
Il vecchio non ha paura del mare, è il suo elemento e lo rispetta, come rispetta tutte le creature, anche e soprattutto quelle che è costretto ad uccidere per vivere (e talvolta per sopravvivere!).
Forse non apprezza troppo i pescecani, che dopo la lotta gli portano via la sua preda.
Il vecchio pescatore ha vinto la sua battaglia, forse l'ultima. Tornato al porto riacquista però il rispetto di tutti i giovani pescatori che osservando ciò che resta del grande pesce possono solo immaginare la lotta che si è svolta in mare.
Il giovane Manolin ritorna ad assistere il vecchio, consapevole che ha ancora tanto da imparare...
Un libro stupendo cui le mie poche righe non rendono certo il giusto merito.
Hemingway col suo "Il vecchio e il mare" ci ha lasciato un ricordo indelebile di se. Nel leggerti, un pensiero va anche a te, reso immortale dal tuo vecchio e dalla sua preda, il marlin.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

mercoledì 7 maggio 2014

Per chi suona la campana, di Ernest Hemingway

Hemingway, uno dei più grandi scrittori americani del '900, conosciuto anche per i film tratti dai suoi libri, tra questi l'indimenticabile il vecchio e il mare, che ho letto tanti anni fa.
Nasce nel 1899 nei pressi di Chicago. Nel 1918 si arruola volontario nei servizi di autoambulanze e parte per il fronte italiano dove sarà ferito. Cronista e inviato di guerra per vari giornali americani, sarà influenzano tantissimo dalle vicende delle guerre cui assisterà.
Per chi suona la campana è ambientato in Spagna durante la guerra franchista che vede la Spagna impegnata in una lotta fratricida cui accorreranno da ogni parte del mondo sostenitori dell'una e dell'altra parte politica.
Scritto dall'autore dopo l'esperienza di corrispondente tra le fila degli antifascisti nel 1937, ci presenta una guerra silenziosa e di retrovia.
I suoi personaggi sono descritti magistralmente nella vita di tutti i giorni come nella violenza di quei giorni.
Robert Jordan è un professore americano arruolatosi in Spagna tra le fila degli antifascisti. Riceve il compito di far saltare un ponte e per far ciò si infiltra in territorio fascista dove lo aiuteranno un gruppo di antifascisti spagnoli guidati da Pablo e dalla sua donna, Pilar.
Nei pochi giorni in cui si svolge l'azione Robert troverà il tempo per riflettere sulla sua vita, sul suo passato e sul suo futuro visto che troverà anche il tempo di innamorarsi di Maria, una ragazza spagnola che ha subito violenza dai fascisti.
Pilar, la donna di Pablo,  dimostrerà tutta la sua forza aiutando Robert a portare a termine l'impresa.
 
La crudeltà della guerra, la morte e la sofferrenza accompagnano il lettore attraverso i racconti dei personaggi. Fascisti e antifascisti, comunisti e repubblicani sono uguali nella brutalità della guerra.
Le lotte ideologiche di quegli anni, il comunismo, l'ideale spagnolo del torero, la magia degli zingari fungono da contorno ad un grande libro, un libro da leggere e su cui riflettere, sempre.
 
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO