Durante la Seconda Guerra Mondiale, numerose nazioni partecipanti al
conflitto si accorsero che i modelli di carabina in dotazione ai loro
soldati, come ad esempio il Mosin Nagant di produzione Russa, non erano
più adatti alle necessità delle guerre moderne dove i conflitti a fuoco
si svolgevano spesso a breve o media distanza. Il vecchio Mosin,
adottato dall’esercito Russo nel 1891, era oramai obsoleto. Con oltre
120 centimetri di lunghezza e i suoi 4.3 chili di peso era tutt’altro
che maneggevole e il calibro che utilizzava come il 7.62x54 della
variante russa era efficace ideale per la lunga distanza. Inoltre i
russi si accorsero troppo tardi - e a loro spese - dei problemi di
funzionamento dell’arma che esposta a temperature estremamente rigide si
inceppava spesso.
In questo scenario entra in gioco una nuova arma, l’SKS o SKS-45 (il 45 indica l’anno della sua creazione) abbreviazione di Samozaryadny Karabin sistemy Simonova,
in italiano carabina semiautomatica sistema Simonov, progettata dal
progettista di armi Sergei Gavrilovich Simonov basandosi sul design di
un fucile precendente l’AVS-36 ideato da egli stesso tra il 1930 e il
1934.
Simonov fu un ingegnere Russo che lavorò sin da giovanissimo a vari progetti tra i quali il fucile automatico Federov. Dal 1924 cominciò a lavorare per la Tula, la più grande fabbrica di armi in Russia.
La sua invenzione più popolare fu comunque l’SKS, una carabina
formata da un calcio da fucile e corpo in legno, fornita quasi sempre di
baionetta ripiegabile e, in alcune varianti jugoslave, di
lanciagranate, il caricatore è fisso e viene ricaricato grazie ad una
stripper-clip o ad inserimento manuale.
L’SKS presenta notevoli differenze rispetto ai suoi predecessori tra
cui un calibro diverso (7.62x39) un caricatore in dotazione da dieci
colpi (rispetto ai 5 del Mosin). Inoltre fu rimossa la possibilità di
scegliere la modalità di fuoco automatico, presente nel precedente
modello AVS-36, il cui rinculo era quasi impossibile da controllare.
L’SKS aveva inoltre dimensioni e peso ridotti (3.8 kg per 1 metro di
lunghezza) rispetto ai precedenti modelli di carabina, il che lo rendeva
più maneggevole e di più facile utilizzo.
Nel 1949 la fabbrica di armi russa Tula cominciò la produzione dei
modelli di carabina SKS che continuarono ad essere prodotti fino al
1955.
Tuttavia, pur essendo un’arma superiore sotto ogni punto di vista
rispetto ai modelli precedenti, il design dell’SKS venne considerato
obsoleto sin dopo un anno dall’inizio della sua produzione, soppiantato
quasi esclusivamente da un'altra arma che divenne presto molto popolare e
che avrebbe cambiato le sorti di numerosi conflitti in tutto il mondo,
stiamo parlando dell’AK-47 (v.articolo)
L’AK era più leggero, versatile, montava caricatori da trenta colpi e
aveva due modalità di fuoco, automatico e semi-automatico, oltre a
possedere un design più semplice e di facile produzione a costi ridotti.
Ma allora perché parlare dell’SKS se si tratta di una arma
dimenticata così in fretta dall’esercito russo e relegata all’uso nelle
seconde linee o per fare scena nelle parate militari?
La motivazione va ricercata nel fatto che l’SKS fu apprezzato fuori
dalla nazione in cui nacque. Utilizzato ampiamente dall’Esercito
Popolare di Liberazione (l’esercito cinese) dal 1956 per oltre 30 anni
che preferiva tattiche di guerriglia che prevedevano scontri a fuoco a
medio raggio e l’uso di fucili e carabine con fuoco di precisione
rispetto all’uso di fucili a ripetizione. Solo con il conflitto
sino-vietnamita del 1979 l’Esercito cinese cominciò a preferire
l’utilizzo delle varianti di AK, in quanto la canna lunga rendeva l’SKS
poco adatto ad una guerriglia combattuta nelle giungle e sulle montagne
del Sud-Est Asiatico.
Carabine SKS sono state utilizzate anche da nazioni quali la Bosnia,
Somalia e varie nazioni Asiatiche e Africane che hanno portato alla
creazione di varianti dell’arma per ogni necessità, a seconda del
conflitto in questione e l’SKS ha avuto la sua parte in oltre 70 di
questi, dal 1945 fino ad oggi.
(foto apertura: 1970 - Australian War Memorial, soldati australiani
prendono un SKS di produzione cinese dal corpo di un soldato Vietnamita)
Francesco RUGOLO