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venerdì 19 maggio 2017

UN ALTRO, SCONOSCIUTO, PRIMATO DEL SUD: RAGGI X IN GUERRA!


L'Ospedale Militare della Trinità a Napoli nel 1896
Come purtroppo sappiamo bene, non sempre il nostro Paese, soprattutto dopo l'annessione del Regno delle Due Sicilie, ha brillato per intraprendenza e prestigio. La “Italietta”, sorta con l'Unità nel 1870, ebbe non poche difficoltà, oggettive e soggettive, nell'affrontare il suo nuovo ruolo nella compagine delle altre Nazioni, soprattutto europee, di più antica e solida fondazione. Però non furono pochi, nonostante tutto, i primati che il giovane Stato riuscì a conseguire! Uno di questi è generalmente sconosciuto ai più e noto forse solo agli otto cultori di storia o ai quattro di storia della Medicina o ai due di storia della Medicina militare. Si tratta del primato mondiale dell'impiego dei Raggi X in ambito chirurgico per esigenze belliche.

L’8 novembre del 1895 il fisico tedesco Wilhelm Röntgen scoprì quasi per caso l’esistenza di raggi che, non conoscendone la natura, denominò, “provvisoriamente” Raggi-X, cioè sconosciuti. 
Nel 1901 vinse, per questo, il Nobel. Non brevettò mai la sua scoperta e, anche per questo, morì povero e vittima dei “suoi” raggi che, con ogni probabilità, gli produssero un cancro che lo uccise nel 1923. 
Nel giro di pochi mesi l'impiego diagnostico dei raggi rivoluzionò la Medicina. La storia riferisce che già l’anno successivo nel Regno Unito era in funzione un servizio di radiologia all’interno di un Ospedale. Ma, come già accennato, è noto solo a pochi cultori della Materia il primato, ancora una volta italiano, dell'uso della metodica in ambito sanitario militare.

Non sappiamo come, in realtà, la scoperta venne realizzata perché Röntgen nel suo testamento espresse il desiderio che tutta la sua corrispondenza scientifica venisse bruciata. Mentre conduceva ricerche sulla fisica delle scariche elettriche, utilizzando un cosiddetto tubo a gas residuo di Crookes (una capsula di vetro sottovuoto attraverso cui veniva fatta passare una corrente elettrica), vide scintille che generavano fluorescenza e un foglio di carta, sul quale era stata casualmente spalmata una soluzione al platinocianuro di bario, brillare di flebile luce. Quando mise oggetti di diversa densità tra tubo e foglio, per intercettare il “quid” che era evidentemente proiettato dal tubo sul foglio, si rese conto che su quest'ultimo venivano evidenziate solo le immagini, le ombre, degli oggetti più densi interposti mentre quelli meno densi venivano attraversati senza lasciare traccia sul foglio. Si rese conto che solo il piombo riusciva a bloccare qualunque tipo di proiezione. Continuò gli esperimenti per mesi sostituendo il foglio di carta con una lastra fotografica. Quando chiese a sua moglie, che lo aiutava nelle ricerche, di mettere la sua mano tra tubo e lastra... eseguì la prima radiografia sperimentale della storia (il 22 dicembre 1895): quella delle ossa della mano (compreso l'anello matrimoniale) della signora Röntgen! 
Il 1° gennaio 1896 notificò la scoperta ad un centinaio di colleghi, in Germania e all’estero, Italia compresa. 
Quell’alba di un nuovo anno divenne, per la scienza e la società, l’alba di una nuova epoca. La notizia della scoperta venne resa pubblica in Italia attraverso i fogli del Corriere della Sera nella edizione del 12-13 gennaio 1896.
Lo stesso Corriere, in quel suo primo annuncio, intravedeva già “… la pratica applicazione come grande aiuto nella chirurgia”. E spiegava perché: “Con simile processo, sarà agevole riconoscere la natura, l’importanza delle fratture, le ferite delle armi, specie di quelle da fuoco. Nella estrazione delle palle soprattutto, il nuovo metodo di investigazione risparmierà al ferito il metodo attuale, così tormentoso, del sondaggio, operato spesso a caso”.
Quello che Röntgen aveva scoperto, ma che non aveva ancora del tutto chiaro cosa fosse, era che in certe condizioni gli elettroni che vengono normalmente emessi dai tubi con cui stava facendo esperimenti si trasformano in una radiazione elettromagnetica con la capacità di penetrare quasi qualsiasi materiale. Si scoprì, poi, che essa poteva causare gravi patologie e danni genetici che si possono evidenziare nelle successive generazioni e, in effetti, diversi utilizzatori dei raggi svilupparono patologie ad essi correlate. Attualmente tutti gli usi dei raggi-X sono attentamente e severamente normati proprio per evitare danni da sovraesposizione.

L’interesse per i raggi X e per le loro pratiche applicazioni fu subito molto vivo in Italia, dove alcuni scienziati erano stati destinatari dell’estratto inviato da Röntgen il giorno di Capodanno.

Il direttore dell’Istituto di Fisica di Pisa, Angelo Battelli, volle verificare la possibilità di ripetere il fenomeno. Insieme ad Angelo Garbasso, docente di Fisica matematica, riuscì a ottenere diverse immagini con i raggi X, e a darne comunicazione il 25 gennaio in una pubblica conferenza. Il 26 gennaio Giuseppe Vicentini, direttore dell’Istituto di Fisica dell’Università di Padova relaziona il Reale Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti e allega la prima radiografia diagnostica (mano di donna con anchilosi) eseguita il 18 gennaio. A
Perugia, il 5 febbraio, il milanese Enrico Salvioni era già in grado di presentare un nuovo apparecchio radiografico.
Proprio durante un lungo soggiorno di Röntgen nel nostro Paese, in Italia, allora in guerra con l'Impero d'Etiopia, ci fu la prima importante applicazione in chirurgia della sua scoperta.

Il fatto avvenne a Napoli, nell’Ospedale Militare della Trinità. Furono trasportati qui, con il piroscafo Sumatra, i primi feriti della Guerra di Abissinia, combattuta dalla “civile Italia contro la barbarie africana”, come dettava la propaganda del tempo. Il 23 marzo del 1896 sbarcarono, tra gli altri, i soldati Musiani Alfredo (del 2° Battaglione bersaglieri) e Sinigaglia Leopoldo (della 5° Batteria da montagna), che avevano riportato ferite d’arma da fuoco e che erano stati dichiarati trasportabili in Patria per le necessarie cure. Il primo era reduce dal combattimento di Mai Maret, del 25 febbraio, dove le nostre truppe avevano fatto registrare una vittoria quanto mai effimera. Il secondo aveva preso parte, il 1° marzo, alla sventurata battaglia di Adua, circa la cui errata conduzione sarebbe troppo lungo disquisire, ma che costò, oltre alla perdita di credibilità internazionale del nostro Paese ed alla caduta del Governo Crispi, anche 5000 – 7000 morti (Denis Mack Smith nota, nella sua Storia d'Italia dal 1861 al 1997, che ci furono più morti nella battaglia di Adua, che in tutte le precedenti guerre del Risorgimento italiano messe insieme),
1500 feriti, 3000 prigionieri, tutta l'artiglieria e 11000 fucili... La sconfitta fu anche uno schiaffo morale: dimostrava infatti che gli eserciti europei in Africa non erano invincibili e divenne un simbolo della lotta al colonialismo.
Per tornare alla storia dei Raggi X e del primato nel loro impiego clinico, il Tenente Colonnello medico Giuseppe Alvaro, che era in relazione con gli altri Professionisti interessati alla nuova metodica diagnostica, decise autonomamente di utilizzarla mediante un apparecchio che mostrava solo lievi modifiche rispetto a quello usato dal Röntgen stesso. Localizzò con esso, e poi estrasse chirurgicamente, i proietti che avevano ferito due soldati. 
Avendone lui stesso data comunicazione con una conferenza, poi pubblicata sul Giornale Medico del Regio Esercito, il fatto era destinato a lasciare una chiara traccia di sé e a legittimare la priorità, ma solo nel Regno di Utopia, evidentemente, non in quello d'Italia!


Luisa CARINI, Federico BIZZARRI, Enzo CANTARANO.



Bibliografia

Cantarano E, Carini L. Storia della Medicina e dell'Assistenza per le Professioni Sanitarie, UniversItalia, Roma, 2013, pag 156

Hailemelekot A, The Victory of Adwa - The first Victory of Africa over Colonialists
, CPE 2007
Marcus H G, A History of Ethiopia
, University of California Press, 2002, p. 99
Mack Smith D, Modern Italy: A Political History
, University of Michigan Press, 1997
Quirico D, Adua - la battaglia che cambiò la storia d'Italia
, Milano, A. Mondadori Ed, 2004.