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mercoledì 1 novembre 2017

Non esistono scorciatoie nel mondo della Cybersecurity!

Nel mio ultimo articolo: Intelligenza Artificiale: opportunità o rischio?, ho
cercato di evidenziare alcuni aspetti di ciò che sta accadendo nel campo della Intelligenza Artificiale nel mondo questo perchè, come tutte le novità, presenta degli aspetti positivi ma anche degli aspetti potenzialmente pericolosi E QUINDI DA CONOSCERE E TENERE A MENTE PER IL FUTURO!
Ora, per lo stesso motivo intervengo in una discussione portata avanti principalmente dai produttori di software legati alla Intelligenza Artificiale e utilizzati soprattutto per agevolarne la diffusione: l'impiego dell'Intelligenza Artificiale per la Sicurezza Informatica o meglio Cybersecurity.
Ho letto questa mattina sul sito Tom's Hardware Italia un articolo dal titolo accattivante "Cybersecurity: pochi talenti, meglio ricorrere alla IA" in cui si sostiene la tesi secondo cui l'Intelligenza Artificiale sarà una scelta "quasi obbligata" per il mondo della Cybersecurity a causa del fatto che gli esperti del settore cybersecurity sono troppo pochi e non sono in grado di coprire le richieste provenienti dalle società.
La scelta di soluzioni basate sulla intelligenza artificiale è presentata come una soluzione a basso costo al problema.
NIENTE DI PIU' SBAGLIATO a mio parere!
Ora, è sicuramente vero che gli esperti di Cybersecurity in Italia sono pochi, è altrettanto vero che la richiesta di esperti è superiore all'offerta (almeno così si dice... ma sarei curioso di vedere gli stipendi/compensi dei cosiddetti "esperti" per verificare la verità di questa affermazione!), però ci sono alcune cose che non vengono dette ed è su queste che vorrei attirare l'attenzione.
Chi ha una minima idea di come funzioni l'Intelligenza Artificiale (non parlo di chi si è fatto una idea leggendo romanzi o guardando i film di fantascienza!) sa bene che un qualunque robot necessita di essere istruito, anche quelli che sono in grado di imparare dai propri errori!) e per essere istruito occorre un esperto di Intelligenza Artificiale. Per istruire un robot nel campo della Cybersecurity, cosa ci occorre?
Primo punto: non troviamo esperti di Cyber e dunque cerchiamo un esperto di Intelligenza Artificiale su cui spostare il problema?
Secondo punto: gli esperti di Intelligenza Artificiale sono ancor meno (molti meno, oserei dire, soprattutto in Italia!) degli esperti di Cyber!
Risultato?
Se oggi abbiamo una richiesta di esperti di Cyber molto alta e una offerta bassa, sposando la tesi di Tom's Hardware Italia, in un prossimo futuro avremo una elevata richiesta di esperti di Cybersecurity e di Intelligenza Artificiale, esperti che, essendo ancor meno numerosi costeranno molto di più e, badate bene, non ne potremo fare a meno.
Ricordiamoci che non si crea un esperto di Intelligenza Artificiale in cinque minuti, ne tanto meno ci si improvvisa tale.
Leggendo queste mie parole qualcuno potrebbe essere tentato di chiedersi: e dunque? Cosa proponi?
In questo caso propongo di aprire gli occhi e le orecchie!
Tom's Hardware è una catena di giornali on line che si occupa di tecnologia, è una catena statunitense e, come sappiamo, gli Stati Uniti sono all'avanguardia nello sviluppo della Intelligenza Artificiale e delle tecnologie di sicurezza quindi è logico che si cerchi di creare nel mondo quella sensazione di non poter fare a meno di una nuova tecnologia.
Ed effettivamente non se ne può fare a meno a meno di (perdonate il gioco di parole) staccarsi dal mondo reale.
Ciò che intendo dire è che occorre fare attenzione e non pensare che esistano scorciatoie dove non esistono: se occorrono esperti di Cybersecurity occorre fare in modo che la scuola e le Università preparino (seriamente) i giovani alle nuove esigenze della società.
L'Intelligenza Artificiale è un nuovo mondo in cui occorre entrare con la consapevolezza dei rischi che corriamo e le Università italiane dovranno prendere atto (credo che lo stiano facendo!) delle nuove necessità preoccupandosi che vi sia un maggior numero di esperti di Intelligenza Artificiale e tra questi un certo numero di esperti di Cybersecurity perchè questo è l'unico modo serio di procedere, a meno di avere una montagna di soldi e rivolgersi alle grandi società ed affidarsi completamente ad esse!

Alessandro Rugolo

Per approfondire:
-https://www.tomshw.it/cybersecurity-pochi-talenti-meglio-ricorrere-ia-89355#disqus_thread;
-https://www.technologyreview.com/the-download/609275/a-lack-of-cybersecurity-talent-is-driving-companies-to-use-ai-against-online/

domenica 22 ottobre 2017

Intelligenza Artificiale: opportunità o rischio?


Immagine tratta da: www.thesun.co.uk
In Italia è passato praticamente inosservato, forse per paura di derisione, un fatto accaduto qualche mese fa e che invece ha destato se non scalpore almeno inquietudine nel resto del mondo: lo “spegnimento” di due “robot” che improvvisamente hanno cominciato a parlare tra loro in una lingua da loro stessi inventata.
C’è chi ha considerato l’avvenimento come “eccitante” da punto di vista scientifico, chi invece, come il Professore di robotica Kevin Warwick, ha immediatamente messo in risalto i pericoli che da ciò possono derivare, in particolare se i robot dovessero avere una qualche capacità militare…

Ma cosa è successo realmente?
Si è trattato di un esperimento eseguito da Facebook. Sono stati installati due chatbot (vedi articolo), chiamati Alice e Bob, che dovevano migliorare le proprie capacità di negoziazione. Avrebbero dovuto utilizzare la lingua inglese tra loro e poi, in un secondo tempo, con i possibili utenti ma, ad un certo punto, senza alcun preavviso, hanno cominciato ad usare un loro linguaggio incomprensibile ad altri.
Gli esperti di Facebook hanno quindi preferito spegnere le due macchine perché non è stato raggiunto il risultato atteso.
Dopo questo allarme si è scoperto che fatti simili sembrano essere già accaduti almeno presso Google.

Dunque, cosa sta accadendo?
L’Intelligenza Artificiale può rappresentare un rischio? E, se la risposta è si, allora occorre chiedersi: AI può rappresentare un rischio per la civiltà umana?
La risposta non è semplice. Forse la risposta non c’è.
Chiunque, come me, sia stato da ragazzo un appassionato lettore di fantascienza non può non aver letto Asimov. Ma per parlare dei più giovani, negli ultimi anni i film che parlano di forme di Intelligenza Artificiale che interferiscono con il naturale sviluppo della civiltà umana sono innumerevoli. Come possiamo essere certi che un programma, magari sviluppato da un gruppo di attivisti ecologisti per salvaguardare la natura non possa un giorno prendere il controllo del mondo e decidere che la razza umana è il vero pericolo per la natura e dunque decida di “fare piazza pulita”?

E, fate attenzione, chiunque pensasse che si tratta solo di fantascienza, al punto in cui siamo, non avrebbe capito niente. Sembra infatti che ultimamente la realtà superi la fantasia!

Se si considera che fermare l'evoluzione in questo campo è praticamente impossibile, la cosa peggiore è non parlarne per paura di essere derisi. Ciò che occorre è controllo accurato su ciò che accade e sulla ricerca per poter prevenire possibili problemi che potrebbero nascere da un campo, l'Intelligenza Artificiale, assolutamente nuovo. 
In questo senso è solo da elogiare la discossione iniziata in seno al Parlamento Europeo relativamente alla necessità di regolamentazione dei Robot.

Alessandro RUGOLO


Per approfondire:
- http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/08/01/intelligenza-artificiale-due-robot-facebook-hanno-dialogato-in-una-lingua-sconosciuta/3769549/;
- http://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/economy/20170109STO57505/i-robot-sono-sempre-piu-utilizzati-urge-una-legislazione-europea;