Annio
 da Viterbo, nato come Giovanni Nanni, visse e operò a Viterbo a cavallo
 tra il 1400 e il 1500. Morì a Roma nel 1502. E' accusato di essere un 
falsificatore della Storia antica per aver scritto un'opera dal titolo 
Antiquitatum Variarum.
Ad
 oggi non ho ancora avuto modo di leggere la sua opera, cosa che spero 
di poter fare presto. Perché mai, direte, visto che Annio da Viterbo è 
considerato un falsario?
Tanto
 per cominciare, per curiosità! Sono sempre stato curioso e non vedo per
 quale motivo non dovrei esserlo ora. Poi perché sono malfidato. Annio 
da Viterbo è stato accusato di essere un falsario dopo la sua morte. Non
 ha avuto dunque modo di difendersi dalle accuse. Siamo poi certi che le
 accuse siano esatte?
Dobbiamo credere ciecamente a Scaligero e a chi lo accuso?
No, mi spiace, io non credo in niente solo perché me lo dice qualcuno.
Infine
 perché Annio parlò di tempi fantastici e di cui in pochi parlarono. 
Oggi non abbiamo molte testimonianze di quei tempi remoti e magari, 
anche solo per sbaglio, qualcosa potrebbe essere buona. Non è detto che 
un falsario falsifichi tutto, anzi, probabilmente per fare un buon 
lavoro deve usare materiale buono come base.
Ecco, mi sembra che le motivazioni siano più che buone per proseguire nella mia ricerca.
Ora,
 questa mattina ho proseguito nella lettura del Masdeu sulla storia 
della Spagna e mi sono imbattuto in un sunto della cronologia della 
Spagna di Annio da Viterbo, alla quale il Masdeu, seppur non presta 
fede, fa riferimento. Mi è sembrato utile condividerla con tutti voi che
 leggete per eventuali considerazioni, così cercherò di riportarla come 
il Masdeu ce la ha tramandata.
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| Marmo Osiriano: falso attribuito ad Annio da Viterbo | 
"Le
 origini spagniuole non solamente sono state oscurate, e corrotte dagli 
antichi Millantatori della Grecia, d'e quali finora si è parlato, ma da 
varj moderni ancora d'ogni nazione dietro la scorta del Viterbese Giovan
 Nanni, detto volgarmente Annio. Egli pubblico l'anno mille quattrocento
 novantotto alcune opere fin'allora non conosciute di vari antichi 
scrittori, e nominatamente le Storie del celebre Beroso di Caldea, sulle
 quali fondò il libro latino Degli antichi tempi e de' primi 24 re della
 Spagna, libro dedicato da lui, per renderlo più autorevole a' Cattolici
 re di Spagna Ferdinando e Isabella.
Questo
 rinomato religiosi di Viterbo distese con tal puntualità ed esattezza 
cronologica l'antica storia de Monarchi Spagnuoli che se vissuto egli 
fosse a quei tempi non l'avrebbe più esattamente descritta.
Egli comincia il suo catalogo da Tubal
 primo sovrano, e Legislatore, che ebbe la sua corte pastorale in 
Tarragona dall'anno 143, dopo il Diluvio, e lo continua senza nessun 
interrompimento per dieci secoli, fino ad Abide nipote di Gargori il Mellicola,
 sotto cui gli Spagnuoli cominciarono a contar felicemente il secondo 
millennio. Di questi mille anni regnarono successivamente ventiquattro 
monarchi, di tutti i quali egli dice appuntino il primo, ed ultimo anno 
del loro regno. Eccone in compendio un piccolo Indice."
Dunque,
 come ho già accennato, il Masdeu non sembra avere una grande opinione 
di Annio viterbese, eppure ne parla, ne cita l'opera (presunta falsa) e 
fa addirittura un indice dei re che a parere di Annio regnarono. Ci 
sarebbe da chiedersi il perchè. Cosa ha spinto un autore rispettato a 
parlare di Annio? SOlo il fatto di voler mettere tutti sull'avviso dalle
 falsità da lui raccontate? O forse perchè di quei tempi, altro non 
esisteva? O forse ancora, che qualcosa di vero potrebbe comunque 
essserci e dunque meritare di essere citata?
Quale
 che sia il motivo, forse non lo scopriremo mai, sta di fatto che per 
fortuna la lista dei nomi dei re esiste nel libro di Masteu e io ho 
l'opportunità di riportarla.
"Tubal fondator di Tarragona in Catalogna, dov'ebbe la sua corte.
Ibero che diede il nome al fiume Ebro, agli Iberi e all'Iberia.
Iubalda da cui viene (certo con qualche piccola variazione) il nome di Gibraltar o Gibilterra.
Brigo,
 Padre e istitutore non solo delle molte città Spagnuole, che han nome 
terminante in Briga, ma della Frigia ancora nell'Asia, e di Bracciano in
 Italia.
Tago, da cui il fiume Tago di Spagna non poteva meno di non prendere il nome, come il prese l'Ebro dal signor Ibero.
Beto, che per necessità dovea anch'egli comunicar i lsuo nome al fiume Betis, e a tutta la Betica, oggi chiamata Andaluzzia.
Gerione l'Affricano, che sul finire del quarto secolo fu il primo tiranno della nazione Spagnuola.
Gerione il Trigemino ucciso dal valorosissimo Ercole Libio figlio di Osiride.
Ispalo, che fece grazia del suo nome alla città di Siviglia chiamata anticamente Hispalis.
Ispano del cui nome la Spagna e gli Spagnuoli furono generosamente onorati.
Ercole il Libio, seppellito con pompa straordinaria nel famoso tempio di Cadice.
Espero, venuto al mondo a bella posta per dare alla Spagna il novello nome di Hesperia.
Atlante, che dispensò indubitabilmente il suo nome all'Oceano Atlantico.
Sicoro, onde ebbe origine il nome del fiume Sicori o Segre, in Catalogna.
Sicano, che venne in Italia a esser padre dei Sicani.
Siceleo, da cui ognun vede chiaramente che discendano per linea dritta i Siciliani.
Luso, non il Greco, ma lo Spagnuolo, Monarca fatto a proposito per ornar del suo nome la Lusitania, oggi Portogallo.
Siculo, secondo dominatore, se non terzo, dei signori Siciliani.
Testa, padre legittimo dei Contestani, popoli de' Regni di Valenza e di Murzia.
Romo, fondatore della città di Roma, in Ispagna, detta dai latini Valenza.
Palatuo, padre della città di Palenza e de' Palatui, popoli Valenzani.
Caco il Celtibero, il cui nome si conserva ad eterna memoria sul monte chiamato Moncajo dov'egli si fece forta contra Palatuo.
Palatuo per la seconda volta, il quale obbligò Caco a fuggir in Italia.
Eritro che si prese l'incomodi di venir fin dal mar Eritreo per regnare in Cadice.
Gargori detto il Mellicola,
 quel dolcissimo Re, che insegnò agli Spagnuoli a raccogliere il mele, e
 ch'ebbe per successore quell'Abide suo nipote di cui parla Giustino."
Il
 Masdeu continua la storia dopo aver analizzato quanti si sono espressi 
contro Annio di Viterbo e le sue opere, e furono in tanti.
Per parte mia, non prendo posizione per ora ma mi riprometto di approfondire.
Buona giornata a tutti.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO 
 
 
