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domenica 5 luglio 2015

Ancora sul Codice perduto di Archimede

Dopo la breve recensione pubblicata ieri mi è sembrato d'obbligo aggiungere qualche notizia interessante per chi avesse voglia e tempo per approfondire. Il libro è infatti particolarmente interessante sia per un appassionato di storia antica sia per un appassionato di matematica.
Cominciamo dall'inizio: Niceta Coniate descrive il saccheggio di Costantinopoli e le devastazioni compiute nel 1204 dai crociati diretti a Gerusalemme. Nel corso del saccheggio moltissimi testi antichi andarono distrutti. Niceta racconta che i crociati non ebbero rispetto neppure per la chiesa di Santa Sofia.
I testi più famosi di Archimede sono:
- Metodo;
- Stomachion;
- Sui corpi galleggianti.
Si dice (A.N. Whitehead) che "la caratteristica generale più certa della tradizione filosofica europea è che essa consiste in una serie di postille a Platone", allo stesso modo si può dire della tradizione scientifica europea e di Archimede. Penso che gli autori (Netz e Noel) abbiano tutto sommato ragione. Occorre però non sottovalutare il fatto che le nostre conoscenze di quei tempi sono veramente molto scarse e che più si va indietro nel tempo e maggiori sono le difficoltà nel reperire testimonianze e testi scritti. Io penso che Archimede, come Platone, abbia portato la matematica del III secolo a..C. ad un livello altissimo, ma non sono convinto del fatto che prima di lui la cosa non sia già accaduta ma a noi non è giunta notizia. Penso insomma che scienza, matematica e conoscenza in genere siano molto più antiche di quanto si possa immaginare.
Ma andiamo avanti, giungiamo fino al XII secolo d.C. Un autore del tempo, Tzetzes, racconta una storia romanzata in cui è presente anche Archimede anziano. Afferma tra l'altro che Archimede morì all'età di 75 anni. Questo testo è conosciuto come il "libro di storie" o "Chiliades" e racconta tra l'altro la vicenda degli specchi ustori inventati da Archimede per distruggere le navi nemiche da lontano.
Questo è un libro che devo assolutamente leggere.

Ora vi lascio, buone riflessioni e buona lettura.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO