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domenica 12 luglio 2015

Descrizione della Sardegna secondo Franciscus Berlingerius (Geogr. Lib. III. Cap. 115)


Nel 1725 viene pubblicato un testo che riassumeva la storia della Sicilia, della Sardegna, della Corsica e delle altre principali isole loro limitrofe. Questo testo, scritto in lingua latina, di tanto in tanto riporta testi di altri autori, tra questi ve n'è uno molto particolare, in italiano antico, che qui sotto riproduco integralmente, sperando di non fare errori di trascrizione. Parla della Sardegna e vale la pensa leggerlo e perderci un po di tempo per capirlo. Più avanti ne farò anche una rilettura in italiano moderno.


"Mira Sardigna, e dal figliuol d'Alcide
Sardo fu detta, e prima era detta Hico
Poi Sandaliothe, e il che si vide.
Questo fu il nome suo al tempo antico,
Che dall'Orientale, e'l mar Tirreno,
Da Noto hà l'Africano o uvoi Libico.
Sardòo, e dell'Occaso, e dipoi il seno
Tra Cirno, e questa, e così si prescrive,
Vedi ora il lato Occidentale ameno.
Corditan cavò in prima, il qual quì vive
Detto Falone, e poi Tilio Cittade
Detta hora Argente in quelle amate rive.
Porto Nimpheo, poi di Conte il nomate,
Poi Large, poi il pormontorio Ecco Hermeo,
Marasso detto dalla nuova etade.
Temo poi fiume, e forse, e Pisaneo
Appresso à Bossa, e Caracode porto:
Tarre Città dipoi Ptolomeo.
In Arbor Provincia hor Thirso intorto
Fiume poi segue, e poi la Città Vesta,
Colonia Usele, e Città poi dicorto.
Fiume Sacro, indi Osca Città cotesta,
Sardopatoro, Tempio, quel fu detto
Neapoli hor si monstra, e manifesta.
Pachia estrema, e nel nostro conspetto;
Vedi hora il lato volto a mezzo giorno
Città Pupulo hà nome quel ricetto.
Poi Città Solci, e Solci porto interno
Detto Melfita, e Chersoneso pende
Boeja porto, su Cagliari formo.
Hercole Porto, questo litto prende, Nora Cittade, Cittade onde una Casa Spera
Poter molto à Firenze, ove hoggi splende.
Cuniocario cavo, e la riviera,
E litto Preche, e lato orientale,
Caralli estrema, e Città magna intera.
Questa fu posta d'Aristeo, il quale
Figliuol d'Apollo fù, il suo fin hebbe,
Sol da Tiberio Gracco esitiale.
Caralitano sen veder si debbe,
E Susalea Villa, e Sepro fiume
Sipicio Porto, questo mai sarebbe.
Agulliastro forse si presume,
E quello, e Cedro rivo, e Pheronìa
Città nota secondo il mio volume.
Philolao, Terranova, detta Olbia,
Fece il Porto Olbiano, e'l promontoro
Colimbario, et il cavo Artico poi sia.
Ellato Boreale, e dopò loro.
Dove Erebantio Acrone in pria si face
Poi Città Plubio, et intorno il territore.
Fuliola Città in su'l salo edace,
Tibula hà qui le pulitiche mura,
Torre Città di Bissone ivi giace.
Trà longo Sardo, e Sassari indi cura
Gli habitatori, e ciascuna sua gente
Degna, che sia più verso Cinosura.
E Tibulatii, e Corsii parimente
Sotto à lor Coracensii, et Cuncitani,
E poi Carensii successivamente.
Cunusitani, e sotto Sulcitani
Luquidonesii, e poi Esaronensii,
Cornesi sotto lor meridiani.
Detti Achilensii, e dopò son Rucensii
Sotto lor, Celsitani, et il terreno hanno
Gli altri son nominati Corpicensii.
Poi Scapitani e Siculesii stanno
Neapolite sotto à questi harai,
Et Valentini, e più verso Austro vanno.
E Solcitani, e Noritani homai
Mira, e da Philolao, e nominati,
Ch'è nopoti d'Alcide Philolai.
Perche habitanti quivi eron mandati
D'Alcide co' figlioli, et co'nipoti
Di Thespio, ne mai furon soggiogati.
Non da Romani, non da Libonoti
Cartaginesi, hora à tutti comanda
Casa Aragona, alla qual son devoti.
Hora infra terra ogni sua Città spanda
Degna di fama Sardo Isola molta
Ericino quell'altra si domanda.
Hereo, e l'altra, e poi Guruli ascolta
Guruli vecchia, e Macopsisa, e Bosa
In Turritana regione accolta.
Di sotto Menomeno monte posa
Saralapi in quel sito, e non inane
Guruli nuova ancor non ti sia ascosa.
Corno, e cotesto, e l'acque Lesitane,
E Lisa, e l'acque Hisitane hora mira,
E quelle altre acque Neapolitane.
Valeria, e Latta quale ò se ci tira,
E quell'altra, e Gisarde, et Ottavena,
E questa, e Fusta, che più alto aspira.
Gallatellina, e Civita, e Casirena.
Arborena, e Tirena, e Plonacensa,
Suella, e Solcitana, e Doliena.
All'Isole più degne intorno pensa
Linagra à Diebata, ad Asinara,
E questa è detta d'Ercole onde immensa.
Ninfea, e l'altra in mezzo all'onda amara
Ilua, questa è Fintonte, detta quella;
Quell'altra è Figo, e quell'altra Tolara.
Figo dalla età priscaHermea s'appella
Vedi Ficaria quella detta, e forse
Serpentaria hoggi dall'età novella.
Ma perchè troppo in Austro transcorse
Non ardisco affermare à lei appresso
Coltellazzo ove Sardo il monte torse.
E Molibode, qual è detta adesso
Palma di Sole, e l'Isola San Piero
Hieraco detta, hor vedere, e concesso.
E Vacca, e Toro, Scagli, che nel vero
Con altri molti, a cui parlarne lice
Si perde il tempo rapido, e leggiero."

A presto, per la traduzione, di cui in alcuni tratti si sente la necessità e sulla quale sto lavorando...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO


mercoledì 3 settembre 2014

Anteprima: Storia della Sardegna antica, la preistoria che vediamo tutti i giorni

La mia terra è una terra misteriosa e senza storia o, per meglio dire, tutta preistoria.

E' sufficiente percorrere la Strada Statale 131 Cagliari-Porto Torres per rendersi conto di cosa intendo dire.

Di tanto in tanto tra i cespugli verdi e odorosi di macchia mediterranea è possibile scorgere la sagoma di un nuraghe, le antiche torri in pietra che ricoprono il territorio. Si dice ve ne siano settemila sull'Isola, ma forse nessuno li ha mai contati!

Più piccole e spesso nascoste, ma non meno interessanti le "domus de janas" che tradotto letteralmente significa “case delle streghe”. Si tratta di piccole abitazioni con funzione forse funeraria scavate nella roccia. Le tombe dei giganti, i dolmen, i mehnir e i pozzi sacri completano la serie di costruzioni megalitiche! Storia a parte andrebbe raccontata per il Sardus Pater e i giganti di Mont'e Prama, splendide statue litiche raffiguranti diversi personaggi dell'antichità, guerrieri e forse antichi dei, ritrovate nei pressi di Oristano e ancora oggetto di studio.

Una preistoria esagerata, che fa risalire la civiltà nuragica al 2000 a.C. circa, ma forse a periodi ancora precedenti.

Alcune scritte su pietra, solitamente attribuite a popolazioni estranee all'isola, sono state ritrovate negli anni. La più importante e anche la più dibattuta è conosciuta col nome di "stele di Nora" dal luogo di ritrovamento, Nora per l'appunto, città marittima a sud dell'isola. Mi chiedo per quale motivo un ritrovamento effettuato in Sardegna debba essere attribuito ad un popolo straniero, ma così è sempre stato. Come se la Sardegna non possa essere luogo di produzione di cultura. In ogni caso è chiaro che anche tutti coloro che si sono cimentati nel tentativo della traduzione devono avere le idee confuse dato che non riescono a mettersi d'accordo sul significato della scritta. Al momento esistono solo tante differenti versioni, talmente diverse l'una dall'altra che ci si potrebbe chiedere se gli esperti si siano cimentati nella traduzione sulla base di conoscenze scientifiche o sul gioco del "tiriamo ad indovinare"!

Io propendo per la seconda. La stele si può ammirare al Museo nazionale di Cagliari e chi vuole può provare a dare la sua interpretazione.

E che dire dei bronzetti? Antiche testimonianze di tempi passati, opere da ammirare per la splendida fattura.

Si tratta di oggetti in bronzo rinvenuti generalmente all'interno dei nuraghe. Vi sono statue di guerrieri, di sacerdoti, ma anche modelli di navi, nuraghi e animali oltre, naturalmente, ad armi di vario genere.

Forse più antiche le statuette della Gran Madre, la dea della fertilità per eccellenza, trovate tanto in Sardegna come nel resto del mediterraneo e considerata dea dell'Asia Minore.

Strabone ci racconta che Cybele, uno dei nomi della Gran Madre, era la dea dei Frigi e dei Troiani... e questo è un particolare da tenere a mente! Chissà qual'è la relazione tra le due dee?

Certo che se si pensa che la dea dell'Asia Minore era considerata la prima a dotare di torri le città come ci ricorda Ovidio nei Fasti quando si domanda: "Ma perché la sua testa è gravata da una corona di torri? Forse fu lei a dare le torri alle prime città?"

Torri o nuraghi?

Dea frigia, troiana e sarda allo stesso tempo?

Forse non si saprà mai, resta il fatto che le statuette della dea trovate in Sardegna sono una realtà!


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO