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sabato 7 novembre 2015

La Città del sole, di Tommaso Campanella

Luglio 2012, Legnano. Una bancarella di libri in piazza, mi fermo...
La città del sole, di Tommaso Campanella.
La città del soleQualche anno prima ho letto Utopia di Tommaso Moro e ricordo un qualche riferimento alla Città del sole, forse nell'introduzione. 
"Quanto costa?", chiedo al venditore.
"2 euro" mi risponde lui. "Però se prende anche qualche altro libro poi ci mettiamo d'accordo."
Così passo una mezz'ora a frugare tra i libri. 
Alla fine me ne vado con cinque libri per 6 euro, Tra questi Ockham e Campanella.
Non starò a parlarvi del libro, credo sia abbastanza famoso, voglio solo indicare alcune curiosità che, credo, meritino attenzione.
Dirò solo che il libro racconta, attraverso un dialogo tra un genovese viaggiatore, nocchiero di Colombo, e un Ospitalario (Cavaliere dell'Ordine degli Ospitalieri) il suo viaggio presso un popolo che abitava nella Città del Sole, presso l'isola di Taprobana (Sumatra).
Ad un certo punto il genovese racconta che gli abitanti della città del sole pensano che vi fu un tempo in cui ci sia stato "gran scompiglio nelle cose umane, e stavano per dire con Platone, che li cieli prima giravano dall'occaso, dove mo è il levante, e poi variaro [..] Più pazzia è dire che prima resse Saturno bene, e poi Giove, e poi gli altri pianeti; ma confessano che l'età del mondo succedono secondo l'ordine dei pianeti, e credono che la mutanza degli assidi ogni mille anni o mille seicento variano il mondo. E questa nostra età par sia di Mercurio, si bene le congiunzioni magne l'intravariano, e l'anomalie han gran forza fatale."

Sarà pure una città ideale, cosa che io non credo (sono più propenso a pensare ad un viaggio reale!) ma una cosa è certa, come le antiche civiltà europee pensavano che il mondo è soggetto a sconvolgimenti più o meno direttamente legati al tempo e, forse, alla posizione dei pianeti.

La seconda curiosità è un'altra frase buttata là così: "questo sappi,c'han trovato l'arte del volare, che sola manca al mondo, ed aspettano un occhiale di veder le stelle occulte ed un oricchiale d'udir l'armonia delli moti dei pianeti."

Dal che si deduce che il popolo della città del sole aveva scoperto il volo, conosceva il telescopio e un qualche altro strumento di cui non mi è chiaro l'uso ma che doveva aver a che fare con l'astronomia.

Chissà cosa c'è di vero in tutto ciò, in ogni caso la cosa è curiosa e per questo la cito.

Dimenticavo, Campanella visse a cavallo tra il 1500 e il 1600...

Buona lettura a chi di Campanella ha sentito solo il nome, io intanto cerco gli altri suoi libri, e sono tanti, per leggerli nella speranza di trovare qualche altra curiosità.

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo