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domenica 6 marzo 2016

Il cimitero di Praga, di Umberto Eco

Nel terzo ripiano dal basso della mia libreria (una delle tante), si trovano i libri di Umberto Eco, tra questi, due giorni fa, ho trovato "Il cimitero di Praga", non ancora letto da me!
Si tratta di un bel volume rilegato, con la copertina rigida, e la sovraccoperta lucida con una scalinata in primo piano e al di sopra, l'immagine scura di un uomo contro luce avvolto in un mantello e con in testa una cappello a cilindro.
Prendo il libro tra le mani e lo osservo da vicino cercando di capire se val la pena cercare di leggerlo nei restanti due giorni di ferie. 
Mi torna alla mente la mia ultima lettura di Eco, "Il pendolo di Foucault", iniziato tre volte e finito una sola, dopo dieci anni almeno dal primo tentativo di lettura, certo, da allora sono passati altri dieci anni e centinaia di libri letti... ma con Eco il rischio di imbattersi in qualcosa di non semplice comprensione c'è sempre, ed è molto elevato!
Accetto il rischio, con piacere direi, mi piacciono le sfide.
Inizio a leggere... mi imbatto subito nel protagonista, il capitano Simonini. Un personaggio strano che aiuta l'autore a ripercorrere parte della storia dell'Italia, Francia e Europa... o forse del mondo intero. Le vicende raccontate, tutte realmente accadute (o quasi!) si sviluppano nell'arco temporale della seconda metà dell'800, e gettano le basi dell'odio verso gli ebrei cavalcato con tanto successo dagli stati europei.
Realtà o finzione, direte?
Realtà... ma anche finzione, storia ma anche romanzo. Personaggi reali e inventati si alternano al centro della scena conducendo il lettore per mano attraverso le vicende dell'unità d'Italia ad opera di Garibaldi, la morte (accidentale?) di Ippolito Nievo, gli scandali della chiesa, l'affare Dreyfus... ma anche la buona cucina, dalla Sicilia a Parigi.
Un grande Umberto Eco, storico prima di tutto ma sublime romanziere, mi ha accompagnato negli ultimi due giorni di ferie, fino a qualche minuto fa, con il suo cimitero di Praga, che dopo essere stato letto per diletto ora deve essere letto diversamente, come oggetto di studio, come un libro di storia, per capire dove termina il romanzo e comincia la Storia...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

martedì 1 settembre 2009

Il pendolo di Foucault... di Umberto Eco

Tempo addietro, saranno almeno quindici anni, lessi per la prima volta "Il nome della rosa" e ne rimasi affascinato al punto che negli anni successivi rilessi il libro ancora una volta!
Tempo dopo girando per le librerie, cosa che faccio ogni volta che posso, trovai un altro libro di Eco, "Il pendolo di Foucault" e memore della avvincente storia dell'altra sua opera, lo acquistai.
Se ben ricordo iniziai la lettura la sera stessa... ma invano!
Leggevo ma non riuscivo a capire, erano più le cose che ignoravo che quelle che mi aprivano uno dei famosi cassettini della memoria di Jerry Scotti così, seppur a malincuore, dopo poche pagine abbandonai l'impresa in attesa di tempi migliori!
In questi anni ripresi il libro in mano a riprese, in tempi diversi almeno altre due volte, sempre in estate ma il risultato non fu diverso... é vero che l'ultima volta (cinque anni addietro?) lessi una trentina di pagine ma senza evidenti miglioramenti di comprensione... abbandonai ancora, fino a questa estate!
La settimana scorsa, terminato di leggere il primo volume delle "Storie" di Polibio in edizione GTE che comprende i primi tre libri, mi buttai sui fumetti di Topolino, sempre bellissimi anche dopo tanti anni, ma poi cominciai a frugare nella libreria, alla ricerca di qualche volume dimenticato o semplicemente abbandonato in attesa del momento giusto... trovai un portolano della Sardegna, regalo di un parente, che però mi era sfuggito, una storia delle religioni di Donini e un vecchio volume sulla storia dei Rosa - Croce, letto tempo fa... ma sempre interessante; é anni che non leggo un romanzo, pensai...
Poi, in un angolo in seconda fila, nascosto alla vista come spesso si nascondono le cose brutte o i fallimenti, ecco emergere il dorso bianco con una linea rossa della serie Best Sellers della Bompiani... "Il pendolo di Foucault" mi sfidava... ed io accettai la sfida,quasi a malincuore, convinto com'ero che sarebbe stato l'ennesimo fallimento!
Keter...
Come inizio non c'é male, prima parola... prima parola sconosciuta... ma vado avanti lo stesso... ho imparato che non bisogna pretendere di capire tutto dall'inizio, a volte le cose si capiscono durante... altre volte solo alla fine... e talvolta non si capiscono e basta!
Ora so qualcosa in più...
New Atlantis di Francis Bacon, ecco un altro riferimento che un tempo mi avrebbe fermato... come andare avanti nella lettura sapendo che difficilmente potrò controllare la veridicità di alcune affermazioni? Ora la mia conoscenza dell'inglese scritto mi permette almeno di provare... così mi scarico dal Progetto Gutemberg il testo inglese che ora attende il suo momento sul desktop del mio computer...
Vado avanti nella lettura e mi fermo quando mia moglie mi chiama per la cena... sono a pagina 45... forse questa é la volta buona, penso!
Dopo cena faccio un breve riassunto di ciò che ho letto a mia moglie... strano, ricordo addirittura i nomi dei personaggi, Belbo, Casaubon, Diotallevi... eppure...
La mattina dopo mi alzo alle sette, mi lavo la faccia velocemente e poi mi accomodo sulla sedia a dondolo, comodo rifugio per la lettura.
Lo scricchiolio ritmato del legno sul pavimento mi concilia la lettura... alle otto e trenta si sveglia mia moglie e prendiamo il caffè... andiamo al mare oggi?
Si, andiamo all'Argentiera... e speriamo ci sia poca gente così posso leggere...
HOKMAH...
BINAH...
... i Templari... lessi qualcosa tempo addietro, la storia del loro ordine cavalleresco e la loro fine. Ma il libro non é più nella libreria... non so che fine ha fatto! Ma non é importante perché Eco ne fa un bel riassunto per il tramite di uno dei suoi personaggi.
Pagina dopo pagina il romanzo scorre, le parole si affollano nella mia mente, appunti veloci prendono corpo lungo i bordi delle pagine e sull'agenda che mi ha regalato un amico, grazie...
Le grandi cattedrali e i loro misteri... se di misteri si può parlare. Mi tornano in mente, non so perché, i nuraghe della civiltà cosiddetta del Bronzo, Sardegna... terra antica e sconosciuta, ma questo non c'entra niente con Eco.
Tritemio... ecco un altro personaggio che ho già incontrato nelle mie letture, vissuto a cavallo tra il 1400 e il 1500, autore di un testo di steganografia conosciuto come testo esoterico, fa parte degli autori che si trovano nella mia lista delle cose da approfondire unitamente al suo testo "De origine gentis Francorum compendium" che purtroppo non sono ancora riuscito a trovare...
Piramidi, Graal, Cagliostro, Conte di San Germano, John Dee e le vite dei tre personaggi principali si alternano senza lasciare spazi e ti trascinano come per magia attraverso il tempo e i misteri veri o supposti che forse solo Eco é capace di raccontare in questo modo...
Ripenso a tutte le volte che avevo preso il libro tra le mani e poi avevo rimesso al suo posto sconsolato... ora evidentemente é il momento giusto! Certo, ho tanto ancora da imparare ma mi sembra di essere in grado di capire... se c'é qualcosa da capire! Illusione?
Il vuoto non esiste... o almeno così si dice vi fosse scritto nella cripta dei Rosa Croce, anzi del loro supposto fondatore, il Padre Rosencreutz, che istituì anche la Regola...
Iniziazione e misticismo... differenti ma simili... a livelli diversi: "l'iniziato controlla le forze che il mistico patisce [..] l'iniziazione é frutto di lunga ascesi della mente e del cuore..." ci dice Eco.
E così passano le pagine, una dopo l'altra, lasciando in me una sorta di memoria sbiadita che va ad aggiungersi a ciò che conosco e a ciò che apparentemente ho dimenticato, strato su strato a formare la conoscenza... e contemporaneamente crescono anche i mie i appunti di curiosità da verificare o da approfondire... fino a MALKUT!

Buona lettura...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO