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sabato 4 gennaio 2014

Sulle biblioteche di Alessandria d'Egitto e di Menfi, dalla Bibliografia di Michele Denis

Precedenti:
 
 
Vediamo ancora qualche informazione sulle biblioteche più antiche. Questa volta le notizie sono tratte dal testo: "Bibliografia, di Michele Denis", pubblicato a Milano nel 1846.
Nel libro si parla della storia della scrittura, a partire dal mitico Adamo. A me interessa raccogliere qualche informazione sulle più antiche biblioteche e anche in questo caso ho trovato qualcosa di interessante sia sulla biblioteca di Alessandria che su quella più antica di Menfi, ma giudicate da voi:
 
          "La teologia o teurgia, l'astrologia e la fisica erano i principali argomenti dei più antichi lavori scientifici dell'Oriente. Senza dubbio si cominciò per tempo a raccoglierli, come Eusebio attesta specialmente in quanto ai Fenicj. In Diodoro trovasi come primo raccoglitore di essi Osimandua re d'Egitto, che molto acconciamente pose in fronte alla sua biblioteca l'epigrafe: Medicina dell'anima. Che poi da principio i libri si custodissero per lo più ne' tempj sotto l'ispezione de' sacerdoti, risulta anche dall'accusa fatta da Naucrate ad Omero d'aver involato l'Iliade e l'Odissea dal tempio Vulcano in Menfi, dove l'autrice loro, certa Fantasia, avevale deposte."
 
Che dire, ecco saltar fuori ancora una volta la biblioteca di Menfi e addirittura una accusa di furto o plagio dell'Iliade e dell'Odissea!
Quanto la cosa possa essere credibile non so, anche in considerazione del nome dell'autrice, Fantasia, ma la storia è sicuramente interessante.
Subito dopo l'autore comincia a parlare della biblioteca d'Alessandria, della sua nascita sotto Tolomeo Filadelfo e sulla ricchezza delle opere custodite, anche in questo caso trovo delle informazioni interessanti:
 
          "A meglio arricchirla poi venne intrapresa la traduzione della Bibbia in lingua greca per opera di 72 interpreti colà inviati dal sommo sacerdote Eleazaro dietro consiglio di Demetrio Falereo, allora esule da Atene, e bibliotecario di Tolomeo."
 
Secondo l'autore dunque, fin dalla nascita della biblioteca di Alessandria, vi sarebbe stata custodita anche la traduzione della Bibbia in lingua greca.
Secondo questo testo, il primo bibliotecario è proprio Demetrio Falereo, il consigliere del re Tolomeo, poi gli succedettero Zenodo da Efeso, Eratostene da Cirene, Apollonio d'Alessandria, ed Aristosseno: uomini meno celebri..."
La biblioteca doveva essere enorme, per contenere tante opere:
 
          "Cedreno dice che le sole traduzioni dal caldaico, dall'egiziano e dal latino ammontavano in essa a 100.000 volumi; Seneca fa ascendere il numero dei codici a 400.000; e A. Gellio a quasi 700.000: ma tutto andò in cenere quando Cesare entrò vittorioso in Alessandria; benché egli stesso e Irzio osservino su ciò il più perfetto silenzio."
 
Le altre notizie, tra cui anche le notizie sulle successive donazioni e distruzioni e concorrenza della biblioteca di Pergamo sono le stesse che ho già riportato nei precedenti articoli.
L'autore però nomina altre famose biblioteche, quella della città di Susa in Persia, quella di Cartagine.
 
Per tutti coloro che come me amano i libri, le biblioteche antiche sono un argomento affascinante...
credo proprio che l'argomento meriti di essere approfondito!
 
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 15 dicembre 2013

Sulla Biblioteca di Alessandria, dal Poliorama pittoresco anno quarto - semestre primo (1839-1840)

Proseguendo la ricerca sulla biblioteca di Alessandria mi sono imbattuto in alcune ulteriori informazioni, cercherò di essere sintetico e non ripetitivo, spero di riuscirci.
Come già detto nel precedente articolo: notizie varie sulla Biblioteca di Alessandria d'Egitto, la biblioteca nasce dall'idea di Demetrio Falereo, egli consigliò al re Tolomeo I di:
"comporre una biblioteca di autori di politica, e di cercar tutti gli autori che trattassero di materie di stato, ne' quali troverebbe de' consigli che nessuno de' suoi amici oserebbe dargli. Piaciuto a Tolomeo questo avviso, Demetrio per lui raccolse de' libri politici, nè di ciò pago,persuase al re di fare ad imitazion di Pisistrato e di Aristotile, una collezione di tutt'i libri poetici filosofici e storici di ogni nazione, perchè i dotti potessero studiare e paragonare le conoscenze diverse e perfezionar le scienze."
Secondo Eusebio, alla morte del re la biblioteca conteneva 100.000 volumi.
Con il suo successore, la biblioteca crebbe e molti studiosi furono invogliati dall'attitudine del nuovo re di proteggere gli studi:
"Un gran numero d'ingengi distinti vissero alla sua corte ed arricchiron la sempre crescente libreria, delle lor opere. Il poeta Callimaco pubblicò degl'Inni; il sacerdote Manetone dettò una storia d'Egitto, di cui avanzano de' preziosi frammenti."
Ma chi guidò la Biblioteca?
Ufficialmente il primo bibliotecario fu Zenodoto di Efeso (330-260 a.C.),
"che aveva studiato la poesia con lui (il re Tolomeo Filadelfo) e la grammatica con un Fileta. Ei comprò dagli ateniesi le ricche biblioteche di Aristotile e di Teofrasto."
ma, se volessimo essere corretti il primo fu il fondatore, Demetrio Falereo.
Poi fu la volta di Eratostene (275 - 195 a.C.) nominato da Tolomeo Evergete (284 - 222 a.C., terzo della dinastia), anche se pare che vi siano stati altri bibliotecari nel mezzo.
"Questi era celebre soprattutto come geografo e come storico."
Il terzo bibliotecario sarebbe stato Apollonio, autore di un poema sugli Argonauti, dunque immagino si sia trattato di Apollonio Rodio (295 - 215 a.C.). Alcuni invertono l'ordine dei bibliotecari, Apollonio prima di Eratostene, chissà come è andata veramente.
Il testo prosegue indicando il bibliotecario che custodì i libri sotto il nuovo re Tolomeo Epifane (210 - 180 a.C.) lasciando un buco relativo a Tolomeo IV Filopatore (244 - 205 a.C.).
"Sotto Tolomeo Epifane il conservator de' libri fu il poeta Aristonimo. A que' tempi, Eumene I, re di Pergamo, stabilì nella capitale del suo regno una biblioteca che poi divenne rivale di quella di Alessandria. Aristonimo disegnò di recarsi appresso Eumene; ma Tolomeo Epifane per tema che Aristonimo accrescesse la biblioteca del suo nemico il fe' chiuder per qualche tempo in prigione: proibì pure l'esportazion del papiro. Allora inventossi a Pergamo quella carta che dal luogo fu detta pergamena."
Se devo dire la verità di questo Aristonimo non ho trovato traccia da altre parti, ma ciò non significa niente, magari troverò qualcosa più avanti.
Interessante questa guerra per la conoscenza, evidentemente i sovrani di quel periodo si rendevano ben conto dell'importanza della conoscenza e del vantaggio che questa dava nel mondo reale. Sapere è potere!
Interessante anche la storia della nascita della pergamena.
Il testo prosegue la storia della Biblioteca passando al re Tolomeo Fiscone (detto il Ventruto) ovvero Tolomeo VIII Evergete II (182 - 116 a.C.), l'ottavo re della dinastia.
"Sotto il regno di Tolomeo Fiscone (il Ventruto) fu creata un'altra biblioteca, quella del Serapione cosiddetta dal dio Serapide nel cui tempio allogossi. Fiscone esigeva da tutti quelli che approdasser ad Alessandria, che gli portasser de' libri per farli copiare; ma egli ritenevasi gli originali e rendeva in loro vece copie. Chiese agli Ateniesi le opere di Eschilo, di Sofocle e di Euripide, promettendo loro di render gli originali, e diè quindici talenti in guarentigia della promessa; ma ottenuti què preziosi manoscritti, non liberò la sua parola, lasciando senza rammarico il dato pegno. Con modi si poco onesti il Ventruto fè una numerosa collezione."
Certo che questo re era un fior d'imbroglione, anche se per il bene della sua biblioteca. Sotto di lui fu bibliotecario un certo Aristofane, non quello delle "Nuvole".
La storia della distruzione della biblioteca sotto Cleopatra a causa dell'incendio che Cesare fece appiccare e il fatto che poi Antonio ricostituì la collezione è più o meno simile, anche se si dice che Antonio per la sua donazione fece ricorso ai 200.000 volumi della biblioteca di Pergamo, evidentemente passati di mano!
Nella biblioteca vennero custodite le opere storiche delle antichità etrusche e cartaginesi, di cui ora non ci resta purtroppo praticamente niente.
In questo testo si introduce però una ulteriore distruzione, non presente nel precedente, si dice infatti:
"Nel 390 i dotti del paganesimo coltivavan pacificamente le lettere nel Serapione allorché Teofilo, patriarca d'Alessandria, risolvette distrugger la idolatria nella sua diocesi. Egli ottenne un editto di Teodosio il Grande, che gli permettea di distrugger tutt'i tempi de' falsi dei. Mentre intendeva metterlo in esecuzione, i pagani indignati ritiraronsi nel Serapione e coraggiosamente vi si difesero. Sostenuto dalle truppe imperiali, Teofilo forzò i filosofi e i grammatici nel loro asilo: essi furono obbligati a salvarsi con la fuga; il Serapione fu saccheggiato e distrutto; ed Orosio che visitò Alessandria nel 410 non trovò più biblioteca ne ivi ne altrove."
Ecco dunque che ancora una volta, questa volta a causa dell'intolleranza religiosa cristiana, il compimento di un crimine contro l'Umanità, la distruzione della conoscenza.
Nello stesso testo si dice che la presunta distruzione della biblioteca ad opera degli invasori mussulmani del 640 sia un falso. Questo perché gli autori del periodo successivo non ne parlano. Si dice infatti:
"Gli autori greci che han raccontata la espugnazione di Alessandria, e'l patriarca Eutichio, non dicono una parola di questa pretesa distruzione."
Si dice inoltre che la legge islamica proibisce di dare alle fiamme i libri cristiani e giudei acquisiti in guerra.
Allora, forse, la distruzione avvenne 390 e non nel 640 d.C.!
Chissà qual è la realtà, ormai nascosta dalle nebbie dei tempi?
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 14 dicembre 2013

Notizie varie sulla Biblioteca di Alessandria d'Egitto

I libri, a mio parere, sono una delle massime opere dell'ingegno dell'uomo e gli spazi che li custodiscono sono il loro equivalente per quanto riguarda i luoghi.
Io adoro le biblioteche, luoghi in cui sono capace di perdermi per ore ed ore, dimenticando tutto!
Una delle biblioteche più famose è la biblioteca di Alessandria d'Egitto, secondo alcuni vi erano custoditi centinaia di migliaia di testi di ogni genere.
Purtroppo la sua storia è legata a diversi incendi che di volta in volta ne hanno distrutto il contenuto.
Questa fantastica biblioteca però, come la Fenice, ogni volta rinacque!
 
Vediamo cosa ci dice il Nobile Don Luigi dei Conti Odescalchi nella sua opera sull'Egitto: "L'antica Memfi, ossia, Scorsa in Alessandria d'Egitto al Nilo, al Cairo, Eliopoli ed all'antica Memfi", pubblicata a Pisa nel 1840. Parlando del porto nuovo di Alessandria, dice che
 
           "Il fortino che ver ponente forma la sua punta passava sotto il nome di piccolo faro e sarebbe quì poco distante che Norden e Denon situano quella famosa Biblioteca riunita da Tolomeo Filadelfo per opera di Demetrio Falereo riguardata come la bellissima del mondo."
 
Tolomeo Filadelfo (308-246 a.C.) fu il secondo re della dinastia dei Tolomei d'Egitto, sotto cui sembra sia stata fondata la Biblioteca. Demetrio Falereo invece fu un politico e filosofo greco, secondo Strabone fu lui, durante il suo periodo di esilio ad Alessandria, già dal periodo del primo dei Tolomei, ad avere l'idea della biblioteca. Ma andiamo avanti con il testo:
 
          "La sua costruzione debbesi a Tolomeo Lago il primo di questa dinastia, che la divise in due fabbricati, uno detto Biblioteca madre, conteneva trecentomila volumi; e l'altro col nome di Biblioteca figlia ne raccoglieva ancora duecentomila."
 
Tolomeo Lago, ovvero Tolomeo I Sotere (367-283 a.C.) fu il primo re della dinastia dei Tolomei d'Egitto, morì nel 283 a.C.. Demetri Falereo fu suo consigliere.
La Biblioteca, dunque, organizzata in due differenti edifici, sembra contenesse cinquecento mila volumi, un numero immenso visto il periodo. Immaginate quali tesori doveva contenere...
 
          "Bruciò questa in gran parte pel fuoco comunicatole dalla flotta egizia, allorchè Giulio Cesare venuto a giornata con Achilla generale di Tolomeo, nel proprio porto l'incendiò."
 
La distruzione della Biblioteca avvenne nel 48 a.C., più per errore che per volontà. Purtroppo in quell'incendio furono distrutti libri di cui noi non avremo mai alcuna notizia!
 
          "Venne in seguito riedificata da Cleopatra, che Antonio presentò di altri duecento mila volumi, de' quali in uno co' stati suoi Attalo re di Pergamo elesse in erede il popolo Romano 146 anni A.C.
 
Sembra che l'Attalo di cui si parla sia Attalo III, re di Pergamo (in Turchia), non aveva alcun interesse a regnare e lasciò il regno alla repubblica Romana. Esistono varie ipotesi che contestano la distruzione della Biblioteca. Sembra infatti che solo una parte sia stata distrutta.
 
          "Ma il califfo Omar di quanto era in Egitto facendovi ruina, ordinò si consegnasse alle fiamme dicendo: Se tale Biblioteca rinchiude ciò che trovasi nel Corano, ella è cosa inutile; e se tutt'altro capisce io la stimo pregiudiziale."

Tale distruzione sembra sia avvenuta nel 642 d.C.. Vi sono però alcuni sostenitori di altre distruzioni.
Il Califfo Omar (581-644 d.C.) fu califfo dopo Abu Bakr.

Ma la Biblioteca di Alessandria non fu la prima ne la più antica, nello stesso libro si parla infatti di una Biblioteca a Memfi, chiamata biblioteca di Vulcano.

          "La biblioteca di Vulcano in Memfi venne consultata dai primi savj dell'Universo, tra i quali da Ometo e da Pittagora. Si desidererebbe conoscere in quale idioma e su qual materia erano vergati i libri di tal biblioteca, massime i 38.000 volumi scritti da Ermete 2226 anni circa A.C.. e consultati dal saccente Manetone intessendo la sua istoria d'Egitto."

E con queste notizie mi fermo, ma non finisce qui!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO