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domenica 7 dicembre 2008

La conquista del Messico: la profezia

Montezuma
Probabilmente tutti abbiamo sentito parlare dei Fernando Cortez. C'é chi ne parla come di un conquistatore fortunato, chi dice che fu crudele, altri invece ritengono che fosse molto furbo.
Certo è che la conquista dell'immenso territorio degli Aztechi, allora governato dal Re Montezuma, fu agevolata dalla convinzione dei Messicani (o Aztechi!) che un giorno sarebbero arrivati dall'est degli uomini o dei che li avrebbero governati.
Ma andiamo per ordine.
In primo luogo queste notizie sono tratte dal libro di Bernal Diaz del Castillo dal titolo "La conquista del Messico". Il nostro autore era un militare spagnolo che entrò in Messico con Cortez nel 1519 e lo seguì durante le sue battaglie combattendo e prendendo appunti che poi raccolse in un testo con lo scopo di raccontare ciò che realmente era accaduto e permettere ai posteri di conoscere una storia da tanti raccontata facendo uso più della fantasia che della realtà.
Messico è il termine usato per riferirsi alla Città del Re Montezuma e per estensione al suo regno. Messicani erano chiamati gli abitanti di Messico, mentre gli altri popoli erano chiamati genericamente "indios". La città di Messico era costruita sul lago Tenochtitlan e dalle descrizioni che ne fanno i conquistatori doveva essere un gioiello, parte delle case erano sulle rive del lago, parte stavano sul lago. Alcuni chiamano la città anche con altri nomi, ma in generale si ritiene che il nome Messico derivi da Mexitl, un termine azteco che significa forse "luna", o forse era il nome di uno dei loro innumerevoli dei, Huitzilopochtli.
Ma torniamo alla profezia che aiutò i conquistatori...
Il primo incontro tra la civiltà Messicana (o Azteca) e i conquistadores di Cortez avvenne il giovedì santo del 1519 presso il luogo chiamato "San Juan de Ulùa". Cortez aveva con sé già donna Marina, figlia di uno dei capi del paese chiamato Paynala e che gli fu donata dai cacicchi di Tabasco in segno di rispetto e di sottomissione.
E come ci dice l'autore, "Donna Marina sapeva la lingua di Guazaqualco, che é quella propria di Messico; e sapeva quella di Tabasco [..] donna Marina fu un gran principio per la nostra conquista...", ed in effetti lei fece da interprete a Cortez in tutte le occasioni.
Dicevamo che arrivarono i primi Aztechi, a bordo di due piroghe, si avviarono verso la nave di Cortez e gli diedero il benvenuto nella terra di Montezuma. Nei giorni che seguirono le visite si intensificarono e il giorno di Pasqua arrivò in visita al campo di Cortez, assieme ad altri indios messicani, uno dei governatori di quelle terre che si chiamava Tendile.
Cortez mostrò loro quello che sapevano fare a cavallo e con le loro armi e:
"Pare anche che un soldato avesse un elmo di similoro tutto rugginoso; e vedendolo Tendile [..] disse che era simile a quelli dei loro antenati, e che il signor Montezuma sarebbe stato contento di vederlo." Cortez glielo diede...
"Si seppe poi che Montezuma restò molto meravigliato nel vedere le pitture, e in quanto all'elmo disse che noi dovevamo appartenere a quella razza destinata, secondo la profezia dei suoi antenati a dominare la loro terra."
Questa profezia era nota a tutti e quando essi videro uomini che arrivavano dall'est, armati di armi da fuoco, protetti da corazze, praticamente invincibili e sprezzanti del pericolo, li credettero dei (teules, così li chiamavano) e fu questo che aiutò gli spagnoli nella loro conquista!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO