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sabato 29 luglio 2017

S'Ardia: la fede e l'ardimento in Sardegna

Andare a cavallo per qualcuno è poco più che uno sport, ma vi sono alcuni luoghi in cui la storia si è fermata e la corsa a cavallo significa molto altro.

Un piccolo paese della sardegna, Sedilo, in provincia di Oristano, ogni anno si risveglia immerso nel passato. 
Il rito, perchè di questo si tratta, consiste nel rivivere gli avvenimenti storici della battaglia di Massenzio, svolta il 28 ottobre del 312 d.C a Roma.
In quell'anno Costantino combattè contro Massenzio sconfiggendo le truppe in più riprese, prima a Torino, poi a Verona e infine a Roma presso Ponte Milvio. 
Qui Massenzio venne sconfitto e muore affogato nel Tevere.
Secondo la leggenda Costantino il giorno prima della battaglia di Torino ebbe una visione. Nel cielo apparve un segno, simile ad una croce, ed una scritta che diceva "in hoc signo vinces" ovvero "con questo segno vincerai". 
Ciò fu di augurio a Costantino, fiducioso del fatto che il Dio dei cristiani l'avrebbe aiutato.
Comunque siano andate le cose, s'Ardia è la commemorazione di questa battaglia che decretò il passaggio del potere nelle mani di Costantino. Ardia, secondo alcuni studiosi significa "guardia", posto di guardia. Sarebbe dunque il posto di guardia del santo Costantino.
Chiesa di Santu Antine - Sedilo

S'Ardia si svolge tutti gli anni il 6 e 7 luglio... la cerimonia religiosa e la cavalcata è la fase finale di un processo che dura anni. Il parroco raccoglie le candidature di coloro che si propongono per ricoprire i diversi ruoli. Il più importante di questi è la prima "Pandela", ovvero il portatore dello stendardo benedetto, che rappresenta l'Imperatore Costantino e la cristianità più in generale. A lui si affiancano la seconda e la terza pandela. Un altro gruppo di cavalieri gli fa da scorta, impedendo a tutti gli altri di superarli. 
Se qualcuno tenta di superarli viene attaccato dalla scorta per impedirglielo.


Tutta la corsa, preceduta dall'arrivo a cavallo del parroco, del sindaco e del maresciallo dei carabinieri, dura una mezz'ora ed è accompagnata da un folto gruppo di uomini che hanno il compito di annunciare l'arrivo dell'Imperatore Costantino sparando in aria a salve. Anche grazie a loro, quando i cavalli si gettano nella corsa a capofitto, l'atmosfera è già carica di tensione. Gli spettatori ammutoliscono di fronte al passaggio furioso dei cavalieri...


Poi la prima Pandela rallenta e effettua alcuni giri attorno alla chiesa
per poi gettarsi di nuovo a capofitto verso "sa muredda", attorno alla quale farà ancora alcuni giri di passo per fermarsi ogni volta di fronte alla croce. 
La prima pandela, quando vuole, si lancia nuovamente verso la chiesa e così termina la corsa.
S'Ardia rappresenta un po' lo sprezzo del pericolo dei sardi, ottimi cavalieri da sempre, e la loro fede per la cristianità e partecipare, anche da semplice spettatore allo spettacolo risveglia lo spirito guerresco delle popolazioni antiche.
I giovani dei paesi della zona, vestiti con pantaloni scuri di fustagno e camicia immacolata, vorrebbero essere tra coloro che corrono, glielo si legge in volto... e un giorno probabilmente si iscriveranno alla corsa e diverranno protagonisti!

Corsa intorno a sa muredda

Lo spirito ospitale del popolo sardo, si risveglia maggiormente in queste occasioni, così se avete amici del luogo non è raro trovarsi invitati alla tavola imbandita per l'occasione e magari assaggiare qualche piatto sconosciuto alle guide e ai ristoratori.
Noi abbiamo avuto questa fortuna e ringraziamo per ciò Gianna, sua cugina Lina e suo marito Nino per averci ospitato e fatto conoscere il pane di Zichi cucinato con il sugo, il cinghiale al latte e l'ottima acquavite, specialità di Bonorva che non posso che definire paradisiache...

E così, s'Ardia, ha conquistato due nuovi estimatori.

Arrivederci all'anno prossimo a Sedilo!

Alessandro Rugolo e Giusy Schirru