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giovedì 11 settembre 2014

La zattera di Medusa, di Théodore Géricault

Un quadro, di per se, può essere bello se soddisfa il nostro gusto, può d'altra parte, essere interessante per la sua storia.
La zattera di Medusa ricade tra la categoria dei quadri belli e interessanti.
Durante la recente visita al Louvre mia moglie ha attirato la mia attenzione su una splendida tela di un autore a me assolutamente sconosciuto: Géricault.
La tela ricopriva una parete intera al centro di una delle enormi sale del museo, nella sezione dei pittori francesi. Il nome dell'opera, zattera di Medusa, mi colpì e immediatamente mi buttai alla ricerca della immagine della Medusa, che tante volte appare nelle opere d'arte, senza però alcun risultato. La testa di Medusa non c'era!
A questo punto chiesi spiegazioni a mia moglie che mi spiega la storia del quadro.
Medusa era il nome di una nave militare francese con a bordo militari e civili, naufragata intorno al 1816. Il quadro rappresenta i naufraghi che stipati su una zattera inizialmente trainata da una scialuppa, vanno ora alla deriva. Morte e disperazione sono ben rappresentate.
Al rientro a casa, incuriosito, ho cercato ulteriori informazioni.
La nave Medusa, nave ammiraglia, comandata dal Capitano di Fregata Hugues Duroy de Chaumareys, salpò con la flotta nel 1816 diretta nella riconquistata colonia francese del Senegal. Nella flotta si trovavano militari e coloni civili, tra questi anche il futuro governatore del Senegal con la famiglia.
Il Comandante della flotta non era un grande esperto navigatore e non diede retta al suo staff andando a finire su un bassofondo al largo delle coste africane.
La nave si arenò e nonostante i tentativi fatti per disincagliarla, anche a causa di una tempesta, sembrò essere sul punto di affondare per cui venne deciso di abbandonarla.
Le altre navi della flotta erano lontano in quanto la nave ammiraglia era più veloce e il Comandante non aveva viaggiato in formazione.
Nobili e ricchi vennero imbarcati sulle scialuppe, il resto del personale su una zattera costruita inizialmente per alleggerire la nave nel tentativo di disincagliarla.
La zattera, con a bordo 152 tra marinai, soldati e civili, venne fissata ad una delle scialuppe ma ben presto, non si sa bene perché, finisce alla deriva. Sulla zattera non vi sono viveri sufficienti per tutti e la convivenza non è delle migliori. Liti e ammutinamenti si susseguono mentre si cerca di raggiungere senza successo la costa. Diversi uomini vengono buttati in mare e si verificano omicidi e episodi di cannibalismo. 
Tredici giorni dopo, la nave Argus inviata dal Comandante sul luogo del naufragio a recuperare oro e argento, trova i resti della zattera con a bordo quindici sopravvissuti, di questi cinque moriranno prima di attraccare al porto di Saint-Louis, in Senegal.
Questa brutta pagina di storia marinara francese viene rappresentata con grande realismo dall'autore Théodore Géricault, decretandone la fortuna.
 
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO