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sabato 1 dicembre 2007

STORIE DI AIUTANTI …

Siamo ad Ardauli, piccolo paese della provincia di Oristano, tra queste case nel 1954 nacque un bimbo nella famiglia Deidda, lo chiamarono Damiano.
Oggi, qui a Sarajevo, é Aiutante e si ricorda i tempi di quando era bambino. In questi momenti é facile entrare in confidenza e ci si ritrova a parlare della propria infanzia " …avevo solo cinque anni quando mi mandavano a portare il latte in paese …".
Parole strane e che per i giovani hanno poco senso, spesso abituati a farsi dare i soldi dai genitori per andare al bar, per comprarsi le sigarette e per andare in discoteca il sabato sera …
"All'età di tredici anni mio padre mi fece provare a mungere, io ero piccolino e non riuscivo a cavalcare la pecora, così imparai a mungere di fianco, mio padre mi disse che ero bravo e così da quel giorno mandò me a mungere".
Le parole scorrono lentamente dalle sue labbra ma senza interruzioni, i ricordi sono sempre chiari, é difficile dimenticarsi la gioventù passata quando si sono fatte tante cose, quando si é faticato … "Cominciavo ad avere qualche capo di bestiame di mia proprietà che pascolavo con il resto del gregge, la notte facevo il pastore e il giorno andavo a spaccare pietre …"
Lavoro sempre lavoro, a quei tempi difficilmente si aveva tempo per giocare o per uscire con la ragazza "… tornavo dalla campagna a cavallo per vedere la mia ragazza, quella che adesso é mia moglie, non riuscivamo a stare insieme per più di un'ora al giorno, un giorno per la fretta, per poco non ammazzavo il cavallo …"
Altri tempi, tempi in cui il fine settimana con cento lire si andava al cinema, ci compravi le noccioline e ne avanzava per il resto della settimana …
"Poi, un giorno mi convinsero a fare il concorso per sottufficiale ed ora eccomi qui, a raccontare la mia storia, chi l'avrebbe mai pensato …"
Ora l'Aiutante lavora in ufficio, al caldo perché l'età fa sentire i primi acciacchi, i capelli sono quasi spariti e il pizzetto ingrigisce ma lo spirito é del giovane che correva a cavallo per andare a trovare la futura moglie, uno spirito libero, indipendente, da vero sardo!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
(già pubblicato su Dalla Sardegna alla Bosnia-1999 )
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P.S. A te e alla tua famiglia, un saluto affettuoso...

venerdì 30 novembre 2007

In catene... libero

Di parole privato,
incatenato al mondo...
prigioniero!

Di guerra vittima,
incatenato al muro...
prigioniero!

Da forze soverchianti schiacciato,
incatenato alla Terra...
Essere Umano!

Libero,
come il vuoto circonda la Terra,
come la Morte nella Guerra,
come l'eco di parole ricco...
come me... di pensiero!

Libero...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
(Aprilia, 30 novembre 2007)

UOMINI (1994)

Ho perduto un piede
Ed una mano cadendo
Dalle rovine dell’incertezza
Adesso così storpio valico
La linea d’ombra
Nasco di nuovo, o Padre
Partorito dal tuo dolore
Oltre il confine
Che ci fa uomini

Giuseppe MARCHI

domenica 18 novembre 2007

Il conflitto USA-IRAQ e la posizione dei paesi islamici.

La posizione dei paesi islamici, come nel caso dei paesi europei, non può essere ben definita, in quanto non esiste un’unica voce ma ogni Stato ha la sua posizione ufficiale che dipende essenzialmente dalla situazione interna e dal contesto internazionale in cui è inserito.
La posizione dei paesi islamici, spesso dipende dalla situazione religiosa interna, appare difficile per i governi giustificare di fronte al popolo in gran parte musulmano, la presa di posizione in favore dei paesi occidentali, per motivi differenti, spesso economici. Gli stessi governi non possono o non vogliono schierarsi apertamente contro gli Stati Uniti in quanto talvolta sono stati proprio gli Stati Uniti ad aver appoggiato l’ascesa al potere di dinastie considerate affidabili.
La situazione politica dell’area medio-orientale è instabile da sempre e sia gli Stati Uniti che il Regno Unito, come pure altre nazioni occidentali, hanno da sempre i loro interessi nella zona. Paesi quali la Giordania, l’Arabia Saudita, la Siria, il Libano e lo stesso Israele, a seguito dell’intervento contro l’Iraq, si troveranno di fronte ad un sostanziale cambiamento della situazione strategico-politica della zona. La sbandierata democrazia occidentale, che la guerra all’Iraq porterà nella regione, se agli stati occidentali può apparire un sottoprodotto positivo del conflitto, ai governi della regione suona come un pericolo in quanto quasi sempre è una piccola minoranza della popolazione a detenere il potere e governare con pugno di ferro (1). Anche per questo motivo non è possibile stabilire quali siano le reali intenzioni dei paesi arabi, al di là delle dichiarazioni ufficiali dei governi in carica.
Durante l’incontro del 9 febbraio 2003 tra il presidente egiziano Hosni Moubarak, il siriano Bachar Al-Assad e il Capo del governo libico Mouammar Kadhafi, il presidente Moubarak sostiene la necessità di dare più tempo agli ispettori dell’ONU per lo svolgimento del loro lavoro ma afferma che comunque gli arabi non possono far niente per prevenire la guerra (2).
Il ministro degli esteri dello Yemen, Abou Bakr Abdallah Al-Kourbi, sostiene che la posizione corretta è quella tenuta dalla Francia in quanto fondata sul rispetto della Carta delle Nazioni Unite e sul diritto internazionale.
Secondo l’Indonesia, il più grande paese musulmano al mondo, la guerra all’Iraq dichiarata dagli Stati Uniti e dal Regno Unito sarà considerata illegale in quanto non rispetta le regole del diritto internazionale.
In Pakistan, i movimenti islamici, hanno chiesto alla comunità internazionale di resistere alle pressioni americane e hanno accusato Bush di essere un guerrafondaio.
La Malaysia ha condannato come un atto d’aggressione illegale, la guerra contro l’Iraq.
Nonostante le dichiarazioni di condanna per la guerra contro l’Iraq, nessun paese ha preso alcuna iniziativa schierandosi apertamente a favore del governo di Saddam Hussein.
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1 Alessandro Politi, “Iraq. Quale pace?”, in Rivista Aeronautica n.2/2003, pag. 19 e seguenti.
2 Tale affermazione ci dà l’idea dei problemi interni sia ai paesi arabi, sia all’interno delle organizzazioni arabe.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 16 novembre 2007

A mio Padre...

Ti dico Grazie,
con tanti anni di ritardo, Grazie!

Ti voglio Bene,
l'ho capito tardi forse, ma ti voglio Bene!

C'é voluto un figlio... per Capire,
ma ho Capito!

Grazie... Pà,
per tutto, Grazie ancora!

Tuo figlio...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

giovedì 15 novembre 2007

A SIENA 1995

Or voglio, ma l’anima ne freme dolcemente
Rammentarci di un pomeriggio presto
Prima ancora che l’estate sia il sole del Palio
Che salimmo in cima alla città e di quel giorno
Noi due ne siamo segreti testimoni.

Il Duomo, i tetti rossi e il Mangia
Oscillavano al vento insieme ai tuoi capelli
E lo sguardo non si stancava di viaggiare.

C’era il silenzio immaginario delle case
Viste di lontano e potei ascoltare almeno allora
Le parole non dette dalle tue labbra.
Or voglio ricordarmi, amica mia,
con l’anima rapita da un oceano chiuso
sporti da quell’angusto merlo di tre metri
in cima a Siena e in mezzo al cielo intero
ci siam sentiti liberi davvero.

Giuseppe MARCHI
“già pubblicata su Raccolta Ansol 2000- Milano”

Sa domu 'e su para - La casa del frate

Percorrendo la nuova strada Gesico-Villamar, a circa cinque chilometri da Gesico, ma in territorio di Guamaggiore, nascosta nella valle del Rio Salliu, “s’Arriu Sabiu” (fiume salato), si trova una vecchia costruzione ormai diroccata e che va via via scomparendo sepolta da pietre e terra. Per chi conosce la zona non é difficile arrivarci, infatti sulla sinistra, all’altezza de “is contrasa de Leunessi” (contrada di Leunessi), si trova una strada campestre che fiancheggia s’Arriu Sabiu e che dopo circa un chilometro permette di raggiungere “sa domu ‘e su Para”.
Alcuni anziani ricordano ancora quella piccola costruzione che di tanto in tanto veniva utilizzata come riparo, ma ora non restano che poche rovine a testimoniare la sua esistenza. Lungo la strada il paesaggio desolato ci porta a pensare a chi, cinquanta e più anni fa, pernottava presso “is domus de Peppi Pai” (le case di Peppi Pai), anche di queste non restano che vecchi ruderi visibili alla nostra sinistra. In quei tempi i bambini di cinque o sei anni venivano portati in campagna e lasciati a custodire il gregge. Questi piccoli uomini avevano paura, specialmente la notte, ma allora così era la vita. Per raggiungere le rovine bisogna camminare lungo il sentiero per circa venti minuti, tra cespugli di “tramatzu” e di “moddizzi”, ammirando splendidi pennacchi di “cruccuri” per giungere “assa domu ‘e su Para”. Alla sinistra, poco sotto Bruncu Murcioni, possiamo vedere Nuraxi ‘e Accasa”, ma noi ci fermiamo prima, quando vediamo le prime tracce di pietra lavorata.
Di fronte a noi si apre un foro circolare di circa tre metri di diametro e profondo circa un metro e cinquanta. Si tratta dei resti di una costruzione in pietra lavorata, di forma circolare, che presenta un ingresso sul lato Ovest. Il pavimento é stato rimosso e si può notare che la costruzione é poggiata su una fila di pietre non lavorate. Su di queste si trovano tre file di pietre lavorate. Le mura sono spesse circa ottanta centimetri e, ad un esame sommario, sembra che siano costituite da due file di pietre lavorate a T, la fila esterna presenta la faccia convessa lavorata mentre la fila interna presenta la faccia concava. Tra le due file si trovano delle pietre di dimensione ridotta legate con fango e terra. Per poter essere certi del metodo costruttivo e quindi risalire allo stile architettonico e cercare di datare la costruzione bisognerebbe intraprendere degli scavi in tutta la zona. Pietre lavorate si possono notare un po’ ovunque, dentro e fuori la costruzione. A circa dieci metri di distanza si trovano i resti di una seconda costruzione di diversa fattura. Le mura sono costituite da pietre di dimensioni inferiori, rispetto alla prima, e non lavorate, legate tra loro con terra. Di questa seconda costruzione resta solo una parte a forma di cupola. Dalla forma si potrebbe pensare si trattasse di un forno o di una cisterna, ma , come già detto, solo degli scavi accurati potrebbero portare alla luce elementi determinanti e chiarificatori. La leggenda popolare racconta che queste costruzioni erano abitate da un frate che viveva nella zona ma non si conoscono altri particolari. Al di là delle rovine de “sa domu ‘e su Para”, che già di per se possono offrire una valida motivazione ad affrontare il viaggio per Gesico e le sue campagne, la zona presenta delle sue caratteristiche peculiari per le quali vale la pena dedicarvi una giornata. Si può raggiungere a piedi o a cavallo, facendo bene attenzione a non recar fastidio alle greggi e chiedendo l’autorizzazione ad attraversare i terreni ai legittimi proprietari al fine di evitare danneggiamenti. Nel periodo piovoso si può assaggiare l’acqua salata de “s’arriu Sabiu”, negli altri periodi dell’anno il ruscello é asciutto. Questo ruscello dall’acqua salata, in passato , si credeva fosse ciò che restava di un antico mare e qualcuno racconta di aver visto degli anelli in ferro infissi nella roccia che dovevano essere utilizzati come attracchi per le imbarcazioni. Nessuno mi ha saputo indicare l’ubicazione di questi anelli, probabilmente perché non sono mai esistiti. Sembra improbabile credere alla storia del mare come a quella degli anelli di ferro,é più facile ipotizzare un deposito di sale a monte della sorgente. Tutta la zona é ricoperta di cespugli di moddizzi, (Lentisco) di questi in passato venivano raccolte le bacche utilizzate per la produzione de “s’ollu e stinci”, usato al posto dell’olio d’oliva; si trova anche qualche cespuglio di tramatzu (Tamerice) i cui rami venivano tenuti nei pollai per allontanare le pulci delle galline. Rientrando possiamo immaginare la vita di quel piccolo pastorello che cinquanta e più anni fa si aggirava intimorito per queste campagne, possiamo quasi vederlo mentre raccoglie le bacche da un cespuglio di “arruabi” per placare la fame e la sete. Potete farlo anche voi se volete, i cespugli di “arruabi” ci sono ancora ed in settembre le bacche sono mature e saporite.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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Da quando ho visitato il posto l'ultima volta sono passati diversi anni... chissà se il tempo (e i vandali) ha modificato le cose...