Traduttore automatico - Read this site in another language

domenica 6 novembre 2016

Visita alla Galleria Nazionale d'arte moderna di Roma.

La domenica è fatta anche per l'arte.
Decidiamo di visitare la Galleria d'Arte Moderna, nei pressi di Villa Borghese.
Certo, per me non tutto è arte, io sono all'antica, per me l'arte deve essere bella.
Comunque sia, seppure un po' titubante iniziamo la visita.


Per lo meno iniziamo bene, la scritta dice "Eulalia Cristiana" ed è una bellissima opera.
Poco distante un'opera che non capisco e che per me ha veramente poco di artistico. Sembra una gabbia per casette... alcune delle quali sono scappate!

Questo invece mi piace...
Come pure mi piace tantissimo la statua di Cleopatra di Alfonso Balzico, artista nato a Cava de' Tirreni nel 1825 e morto a Roma nel 1901.
La sua Cleopatra è stata realizzata nel 1874 ed è veramente fantastica.




Ecco poi un nudo di donna, di Modigliani ed un ritratto di donna. A me, sinceramente, non piacciono!

Come non mi piace De Chirico, ma mi dicono che è una questione di gusti...


Per me vale lo stesso giudizio per Sironi.

Diverso è per Giovanni Segantini, nato ad Arco nel 1858. Quest'opera è veramente bella.
 Anche questo nudo di donna esercita un certo fascino, ma non ricordo l'autore. Assomiglia un po' alle opere di Klimt.
Ma ecco il gruppo scultoreo che mi è piaciuto di più: Ercole e Lica di Antonio Canova. Realizzato in marmo, la statua è alta 3 metri e 35 centimetri ed è maestosa. Credo che sia una delle opere più belle che io abbia mai visto. Canova era veramente un grande scultore.
Sullo sfondo, un quadro gigantesco, fatto con spine di acacia...
Le opere di Lucio Fontana, argentino di nascita ma da genitori italiani... pare che i suoi "tagli" siano considerati tra i più famosi. Certo, forse per tanti anche questa è arte, per me no! Sicuramente per colpa mia...

E che dire di queste?
Forse è meglio il silenzio, aspettiamo che il tempo cancelli certe "opere"...



Ecco invece finalmente un bel quadro... però non ricordo l'autore! Peccato.


E qui due particolari del quadro "Gli emigranti", di Angelo Tommasi, un quadro veramente bello e che rende bene l'idea degli emigranti italiani in partenza per l'America.
 altre "cose" che io non so definire...


Io e la statua, osserviamo attoniti... e passiamo oltre.

Io per lo meno posso farlo, non vorrei essere nei panni della statua...


La piccola bellissima Psiche svenuta... forse per le cose che ha dovuto vedere! La statua è di Pietro Tenerani, bella quasi quanto quella del Canova.

Altro quadro famoso... l'autore è Jackson Pollock
anch'esso tra le cose che non capisco!
 Assieme a Mirò

e di quest'opera di Andy Warhol.
Diverso è per questo specchio, di Michelangelo Pistoletto, strana opera, si, ma non brutta!
Ecco un'altro pittore famoso, Vasilij Vasil'evič Kandinskij. Non certo il mio preferito.
 Come pure non capisco l'arte di Henry Moore...
Bello invece il particolare del trittico di Giuseppe de Nittis, autore italiano di Barletta.
 Ecco due quadri di Van Gogh, non i miei preferiti a dire la verità
 Ecco un nudo di donna di Degas...
 
 Ecco un altro bel particolare di un'opera di cui non ricordo l'autore
e poi, un bel quadro, il ritratto di Mademoiselle Lanthèlme, realizzato da Giovanni Boldini nel 1907.
 Ecco ancora alcune bellissime statue, di cui purtroppo non ricordo l'autore

Un grande artista veneziano, Francesco Hayez, autore dei più famosi "baci" del mondo pittorico. 

 Un'altra splendida statua...

 Ed ecco un altro quadro famoso, le tre età della donna, di Gustav Klimt,un quadro particolare...


Un'opera "brutta", dal titolo "antigrazioso", di Boccioni

 ecco un ultimo bellissimo quadro
 e per finire, un gruppo scultoreo veramente stupendo
 a concludere la visita.

Alla fine, anche considerate le "cose strane" che ho visto, la visita è stata piacevole e le opere, quelle vere, sicuramente all'altezza, anzi di più!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 5 novembre 2016

Il crepuscolo degli Dei (parte terza)

La casa

Era da anni che non metteva più piede in quella casa.
Forse dieci, no, dodici anni. Dalla morte della madre.

Era una piccola casa singola in mattoni rossi, in via Charlotte. Sul retro si trovava la cappella del cimitero di West Thuttock. Dalla finestra si intravvedeva il mostruoso complesso dell'Ikea.
Certo che il panorama era cambiato da quando, bambina, scorrazzava tra le tombe del vecchio cimitero.
Allora era proprio un maschiaccio e con i suoi compagni di giochi (tutti maschi) ne aveva combinato di tutti i colori.
La sua era stata una gioventù felice e spensierata.
Lei, sua madre Giulia e John, suo padre.
Quello di un tempo però, prima che cominciasse a bere...
Poi la maledizione del mondo moderno colpì anche la sua famiglia.
Il padre lavorava come contabile presso una piccola fabbrica di abiti da uomo che a causa della crisi economica fu costretta a licenziare quasi la metà dei dipendenti, lui fu tra questi.
A casa la situazione peggiorò velocemente e John cominciò a bere.
Una sera uscì di casa per andare al bar. Si ubriacò e non fece ritorno per la notte.
Giulia e Maria uscirono a cercarlo per strada, sotto la pioggia.
Una macchina sopraggiunse a tutta velocità.
Giulia fece appena in tempo a spingere la piccola Maria di lato.
Lei venne travolta dall'auto e trascinata per strada per un centinaio di metri prima che il conducente, ubriaco fradicio, si fermasse.
Quando John, il mattino dopo, tornò a casa trovò la polizia ad attenderlo.
La bambina era ricoverata all'ospedale ma non aveva niente di grave, solo qualche contusione. Giulia invece era morta qualche ora prima, senza riprendere conoscenza.
Maria aveva dieci anni e da allora aveva sempre dato al padre la colpa di ciò che era accaduto... se lui non avesse iniziato a bere forse la madre sarebbe ancora viva.
Quelli successivi erano stati mesi di dolore e pianto. Maria non voleva parlare con nessuno, non usciva più, stava rinchiusa nella soffitta, accovacciata su una vecchia coperta proprio sotto il lucernario. Alcuni piccioni le tenevano compagnia.
John, quando capì cosa era accaduto, buttò tutte le bottiglie di alcolici nel gabinetto e da allora non aveva più bevuto. Poi cominciò a scrivere, per raccontare ciò che aveva vissuto e pian piano si fece un nome come scrittore.
Maria col tempo aveva ripreso a parlare e riprese ad andare a scuola. Il perdono arrivò lentamente.

Quella casa però gli ricordava troppo la madre e appena trovò un lavoro andò via per trasferirsi dall'altra parte di Londra.
Il padre andava a trovarla una volta al mese. passavano il tempo a parlare e camminare. 

Lei non era più entrata in quella casa da allora, dodici anni prima!

Si guardò attorno, non provava più il dolore di quando era andata via e, anzi, sentiva il desiderio di ritrovare le sue vecchie cose... e quelle della madre.
John aveva conservato tutto come in un museo.
Le foto sulla credenza all'ingresso, nelle (orrende) cornici di radica, i quadri alle pareti dello stretto corridoio dell'ingresso, anche il suo vecchio orsetto di peluche, appoggiato alla parete a destra della porta della cucina. Tutto era identico ad allora, come se il tempo non fosse mai passato!
Quando era piccola scendeva di corsa le scale che portavano alle camere da letto e afferrava al volo il suo orsetto mentre girava, sempre correndo, intorno al grande vaso con la yucca che stava all'ingresso della cucina.
Di solito la corsa finiva sulla poltrona affianco alla televisione, alcune volte però, terminava rovinosamente sulla pianta che spesso finiva a terra.

La cucina era scura, le pareti erano di un verde opaco e la finestra, troppo piccola per illuminare l'ambiente, aveva ancora le tende a fiori che piacevano alla madre.

L'unica cosa che era cambiata, si rendeva conto solo ora, era il frigorifero.
Il vecchio frigo era di quelli smaltati di bianco, con gli angoli arrotondati e una maniglia verticale in alluminio. Il nuovo frigorifero era di un modello recente, molto più grande (cosa poi se ne facesse di un frigo così grande era un mistero!), grigio acciaio. Era un modello moderno, con un display al centro.
Maria non credeva ai suoi occhi. Il padre non aveva mai comprato uno smart phone perché non sapeva come si usasse e aveva in cucina un frigorifero da mille sterline che probabilmente utilizzava solo per tenere in fresco l'acqua e il poco cibo che acquistava.

Salì al piano di sopra, dove si trovavano le tre camere da letto e il bagno. Proseguì senza rendersene conto, per fermarsi di fronte al lucernario dove aveva passato tante ore nei mesi successivi alla morte della madre. Anche il soffitto era sempre uguale.
Si sedette sulla vecchia coperta. Non puzzava di muffa. Non vi era polvere. Sembrava che tutta la casa fosse stata mantenuta così perché lei ci andasse ad abitare. La sua casa...

In cuor suo qualcosa le diceva di scappare, di correre via, lontano, e non tornare più.
Eppure una voce lontana le diceva che era inutile continuare a scappare dai ricordi. Forse era tempo di affrontarli. Forse era tempo di tornare...
Si, forse doveva tornare li, in quella casa, dove aveva vissuto i migliori e i peggiori anni della sua vita...


Il campanello dell'ingresso suonò due volte. Squillante, come era sempre stato.
Si girò e corse giù per le scale come aveva fatto tante volte, quando era bambina...
Chi poteva essere? Nessuno sapeva che lei era tornata.
Aprì la porta...

(Continua... ->>)

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Puntate precedenti:

Parte prima ->>

Parte seconda _>>

 

martedì 1 novembre 2016

Il crepuscolo degli Dei (Parte seconda)

Funerale

- E' vero che non hanno trovato il corpo? Povera ragazza...

- Così sembra. Il giornale di oggi dice che probabilmente la corrente del fiume l'ha trascinato in mare. Secondo me è finito nella pancia di un coccodrillo.

- Coccodrillo? Nel Tamigi? Ma non ci sono i coccodrilli...


- Questo lo dici tu! Ho visto un filmato su YouTube...

La cerimonia era stata breve. Molta gente non invitata, diversi giornalisti e tanti curiosi. Tra i non invitati si potevano individuare a colpo d'occhio alcuni poliziotti in borghese, giacca e cravatta, impermeabile lungo e occhiali da sole... sotto la pioggia. Se non fosse che si svolgeva un funerale ci sarebbe stato da ridere.
Una figura snella e giovanile invece stava in disparte. Al termine della cerimonia, prima che Maria salisse sull'auto, le si avvicinò discretamente.

- Le mie più sentire condoglianze signorina... conoscevo suo padre, era un brav'uomo e un grande scrittore.

- La ringrazio signor... ?

Non aveva terminato la frase che il giovane si era già voltato per allontanarsi. Aveva fatto in tempo a vedere appena il suo abbigliamento, elegante, ricercato. Per un attimo lo sguardo sinceramente dispiaciuto del giovane aveva incrociato i suoi occhi. Aveva gli occhi chiari e una leggera barba curata ricopriva il viso. Chi era? Non lo sapeva e forse non l'avrebbe mai saputo...

- Signorina Maria, signorina Maria. Aspetti un attimo!

La voce era quella del commissario Sterling. Ormai la conosceva bene. Nell'ultima settimana era diventato il suo principale interlocutore. Se lo ritrovava ovunque. Era un incubo.

- Come posso aiutarla, oggi, commissario?

La parola "oggi" era stata appositamente evidenziata dal tono di voce, come a significare che "almeno oggi avrebbe potuto lasciarla in pace".
Il commissario Sterling era un tipo strano, appiccicoso come la carta moschicida, poco curato nel vestire, per non dire trasandato. I suoi capelli neri sembravano unti, forse perché aveva sempre in mano  qualcosa da mangiare e si allisciava continuamente il ciuffo, forse per un tic...

- Mi scusi, forse sono inopportuno? Se vuole ripasso domani... Aggiunse il commissario, inaspettatamente.

- Ecco, magari...
 
- Ma no, ormai l'ho disturbata. Si tratta solo di un attimo.
Aggiunse, con la sua voce stridula (o forse lei la sentiva tale perché gli era antipatico?).
- Solo una domanda. Mi sa dire se suo padre ha mai tenuto un diario? Potrebbe servirci per le indagini...

- Indagini? Ma non si è trattato di un incidente? Mio padre è finito nel fiume e...
Le ultime parole le uscirono di bocca singhiozzando...

- Su signorina, adesso non è il momento di parlarne. Vedo che è ancora troppo scossa.
Vada, vada... passerò a trovarla nei prossimi giorni. Non si preoccupi. Sembra che ci siano delle novità. Vi sono, diciamo, dei sospetti, degli indizi, che ci fanno pensare che non si tratti di un incidente.
Mi sa dire se suo padre ha litigato con qualcuno ultimamente?
Ha, mi scusi! Abbiamo detto che ne parliamo domani.

Senza lasciarle il tempo di replicare l'ispettore Sterling si voltò e si allontanò velocemente lasciando la ragazza allibita, in piedi affianco alla macchina con la portiera aperta.
Un omicidio... perché? E chi mai avrebbe potuto... voluto... uccidere una persona tranquilla come John Odges?
No, non poteva crederci... non aveva alcun senso. L'ispettore sicuramente si sbagliava.

- Signorina, possiamo andare?
La voce del conducente la riportò alla realtà.
- Qui continua a piovere e io devo tornare in sede per le 10. Siamo già in ritardo. La porto a casa sua?

- Aveva risposto con un cenno del capo.
La macchina scivolò sull'erba bagnata e si allontanò sotto la pioggia battente...

(Continua... forse, prossimamente)


Puntata precedente --->>


Alessandro Giovanni Paolo Rugolo