Ecco alcune frasi che mi hanno colpito, tratte dal suo "Libro della Fortuna di Alessandro"... libro che vale la pena di leggere per intero!
Sul valore del Saggio e della virtù.
"...il giorno che Alessandro s'assise sul trono dall'alto di quel suo nobile scranno fu così proclamato: Solo il saggio ha valore presso di noi. Nessuno deve cercare di prevalere sul prossimo, se non sulla via dell'incoraggiamento alla virtù. Per quanto elevato sia il rango di chicchessia, quello del virtuoso sempre lo supera..."
Maria la Copta e la Pietra Filosofale.
"Quando il saggio visir comprese che senza denari non si diventa principi, a quel suo amatissimo gioiello concesse un dorato elisir, grazie a cui la rese una perfetta alchimista, e fu in virtù di quella pietra che Maria poté tornare sovrana e guadagnarsi il titolo di alchimista..."
Sulla superiorità di Platone verso Aristotele.
Aristotele riusciva a svettare su tutti... diceva di essere il sostegno dei sapienti in quanto non aveva bisogno della scienza altrui. "Io ho messo in circolazione la moneta della sapienza, nella quale su tutti vanto il primato. La tal scienza di sicuro l'ho inventata io, quel tale usa l'argomento che ha sentito da me! E non dico menzogne in questa disputa, ché a ragione io possa vantare il mio prestigio!". Platone se la ebbe a male ma non lo diede a vedere... si ritirò a studiare il cielo alla ricerca delle tracce "della sublime armonia delle sette cupole dell'universo. Colui che sa udire l'armonia di quelle alte sfere che ammaliano il cuore, ha la voce raddolcita - per una segreta risonanza - da quella di ciascuna celeste cupola..." Fatto sta che Platone "avendo preso posto nella botte celeste per seguire il moto della Ruota e degli Astri, riportò quaggiù un esemplare delle sublimi armonie che aveva colà udito..."
Aristotele, saputo cosa Platone aveva fatto, preso da invidia si ritirò a sua volta a meditare e quando pensò di aver raggiunto gli stessi risultati mostrò a tutti ciò che aveva ottenuto... ma si accorse di non riuscire a raggiungere Platone e "Infine sfibrato dalla mancata riuscita, comprese che non avrebbe dovuto allontanarsi dal suo vecchio maestro Platone".
Platone spiegò lui tutti i suoi segreti e "rinnovò la fedeltà al magistero del maestro e per lui mostrò considerazione oltre ogni limite."
Sulle miserie della ricchezza!
"O tu, sappi che con l'accumulazione di beni su beni la testa accumula soltanto capogiri, perciò se hai bisogno di usar la testa, gira al largo da simili miserie!"
Sulla superiorità di Socrate verso Alessandro Magno.
Socrate spiegò di avere un servo, chiamato "Passione" che riceveva ordini dal suo cuore. "Tu invece [Alessandro] sei colui che a codesto servo é servo, tu sei ubbidiente a colui che mi ubbidisce!"
Questi e altri argomenti furono trattati da Nezami... e meritano ancora oggi di essere letti, studiati e capiti!
A voi ripercorrerne la strada, e magari saremo compagni di viaggio!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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