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martedì 30 marzo 2010

L’essenza del nostro non essere

Venuto a conoscenza (certo con colpevole ritardo, causa la mia eccessiva concentrazione sui fatti che attengono specificamente alle mie ricerche) di una iniziativa paradossale denominata la rotta dei Fenici, ebbi a manifestare il mio attonito disappunto verso il ministro Biondi, in data 7 Dicembre 2009, nel seguente modo:

«Molto Illustre Signor Ministro,

sono venuto a conoscenza del fatto che Ella, pochi giorni addietro, ha dato una sorta di imprimatur ad una iniziativa commerciale (che coinvolge anche altre nazioni) denominata “La rotta dei Fenici”.

Essendo, il sottoscritto, un ricercatore indipendente di preistoria e storia antica della Sardegna, mi sono naturalmente imbattuto (da lustri ormai) nella tematica, gli esiti della cui approfondita essenza etimologica, pur nella loro devastante evidenza, non sono ancora riusciti a condurre su ragionevoli percorsi, quella parte degli studiosi non adusi ad un elevato incedere.

Ebbene, sono in procinto di pubblicare un lavoro che ha il seguente titolo:

I Fenici non sono mai esistiti

Mi preme darLe questo supporto, onde fornirLe una visione più universale di quell’ambito storico cui si vuol far risalire la suddetta iniziativa.

Ove ritenga utile entrare nel merito, La prego di contattarmi.»

Di nessun cenno di risposta fu però giudicata esser degna la mia missiva.


Il 24 Marzo 2010, sono venuto a sapere che da parte dei Beni culturali viene dato parere favorevole alla messa a punto di alcune biasimevoli iniziative. Esse culminano nella sostituzione della denominazione geografica del Golfo di Oristano con quella paradossale, insulsa e negatrice della storia autentica della Sardegna, che risulta architettata con un disarmonico insieme di suoni, così graficamente rappresentati:

golfo dei fenici


Ora, pur avendo sperimentato come il Ministro, qual novello Ulisse, tenda il suo udire verso sirene che, in quanto tali, il vero non possono raccontare, ho ugualmente deciso di inviargli una seconda siffatta comunicazione epistolare:

«Signor Ministro,

Lei nulla sa di Sardi e Sardegna, Lei nulla sa di Fenici. L’essersi prestata a questa insensata operazione che ha definito il golfo di Oristano (che fonda le sue basi su qualcosa di storicamente reale) come il “Golfo dei Fenici”, non rende giustizia alla storia della Sardegna ed ancor meno alla sua intelligenza politica, che si è fatta sottomettere da sinistrorse fossili determinazioni.

Avevo cercato, nel recente passato (senza successo mi avvedo), di metterLa in guardia contro operazioni che proprio nulla hanno da spartire con la CULTURA, della quale Ella dovrebbe essere l’ultimo difensore, come la semanticamente vuota “rotta dei Fenici”.

Pubblicherò a giorni il mio secondo libro dal titolo emblematico:

I Fenici non sono mai esistiti

Ove Ella trovasse il tempo e l’attenzione per leggerlo, si avvedrà quanto insulsa sia stata l’operazione di ribattezzare il Golfo di Oristano e quanto danno, la Sua azione di Ministro mal consigliato, abbia recato alla Sardegna, al Suo dicastero ed a sé stesso.

Distinti saluti.»

Bene, questo è quanto lo sfogo, di chi da lustri si occupa dell’argomento, ha partorito nelle due occasioni.

Ho anche avuto sentore come, a seguito di questa seconda disgrazia che dall’alto ci cala, si stiano progettando azioni di protesta, assemblee, comitati, movimenti, ecc., ecc.

Ora, una persona comune, che viaggia su un veicolo alimentato con un poco di logica, si chiede: ma come! Anche sas predas sapevano che quella parte della fessa (nell’accezione di vuota) cultura sarda, stava facendo carte false per addivenire alla creazione di quella amenità che si cela dietro il parco dei fenici! E tutti sanno come amenità del genere portino seco un’infinità di interessi non certo culturali! Ebbene, tutte quelle persone dabbene che ora si svegliano e decidono di fare la guerra pur essendo il trattato di già firmato, non si rendono conto di quanto velleitaria appaia tale tardiva presa di coscienza di un pericolo che pur è stato pendente sulle loro teste per oltre diciotto mesi? Non sarebbe stato più proficuo attivarsi, non solo con la fessa (ancora nel senso di vuota) raccolta di firme, fine a sé stessa (come si è visto), proprio nel momento in cui furono dichiarate le ostilità ed addivenire con la forte comune volontà, alla stroncatura della azione di coloro, soprattutto docenti universitari, che immersi nella loro circoscritta tessera fenicia (facente parte di un mosaico il cui insieme non riescono neppure ad immaginare) appaiono totalmente ignoranti (perché appunto non conoscono) circa la vera, sublime storia della Sardegna?

Mi chiedo però:

- La Regione, nella persona del suo esimio presidente, chiamato a rappresentare gli interessi dei Sardi e della sardità,

- Il consiglio regionale, nella persona del suo presidente, che dovrebbe esprimere il suo compito di controllo,

- L’assessorato regionale alla cultura che, nella persona del suo assessore, dovrebbe avere a cuore e proteggere l’antico retroscena culturale di tutte le aree della Sardegna, comprendendovi anche la regione di Oristano, da invasioni commerciali,

cosa essi intendano fare!


Ma, tutte queste entità, nell’insieme dei loro singoli appartenenti, e proprio le tre menzionate figure istituzionali poste a salvaguardia del bene comune, con i direttori generali delle varie regionali istituzioni che non permettono si muova foglia se alcuno di essi non voglia, sappiano essersi piazzati nel mirino del nostro feroce, critico arco, ben pronto a scoccare i più avvelenati strali verso il loro imbelle proteggerci, se non riusciranno a cassare ogni stupidità tendente ad inserire nella carta geografica, la abominevole suddetta nuova denominazione che reputiamo perfino offensivo della Sardità, ripetere ancora.

Mikkelj Tzoroddu

Magellano...

E' il 1400, il secolo di preparazione alla grande impresa, il secolo di Enrico il Navigatore, di Cristoforo Colombo, di Fernão de Magalhães nato portoghese, diventato spagnolo col nome di Fernando de Magallanes, passato alla storia semplicemente come Magellano.

Di lui, e del suo viaggio alle Indie passando da Ovest, sappiamo grazie ad un vicentino, Antonio Pigafetta, cavaliere di Rodi, che accompagnò il grande navigatore nel suo viaggio intorno alla Terra. Pigafetta scrisse un diario, consegnato al re di Spagna, Carlo V, diario andato perduto; poi, spinto dalla volontà di giustizia per il suo compagno di sofferenze, riscrisse un rapporto abbreviato dal titolo: "Primo viaggio intorno al globo terracqueo" grazie al quale la Storia conosce la verità!

Erano tempi lontani, tempi in cui ancora non si era certi di niente... non si era neppure sicuri se fosse possibile circumnavigare l'Africa. In quegli anni un piccolo Paese, il Portogallo, é autore di tante scoperte... E' un fiorentino, Poliziano, che ce lo ricorda: "Non solo ha lasciato dietro di sé le Colonne d'Ercole e domato un Oceano infuriato, ma ha riconosciuto l'unità fino a oggi interrotta del mondo abitabile. Quali nuove possibilità e quali vantaggi economici possiamo ancora aspettarci, quale elevazione del sapere, quali conferme della scienza antica finora ripudiate come incredibili! Nuove terre, nuovi mari, nuovi mondi sono sorti dalle tenebre secolari. Il Portogallo è oggi il custode di un altro mondo".
Sono solo pochi versi che fanno capire quanto sarà il mondo differente dal passato... anche se per certi versi simile al passato remoto!
Eppure è proprio il Portogallo (nella persona del suo re, Manuel) che non capisce o non vuole dar credito alla proposta di colui che un giorno sarà riconosciuto come il primo a credere nella possibilità di circumnavigare il mondo e a rendere l'impresa possibile. Sarà invece il re Carlo V di Spagna ad offrire un'opportunità al nostro navigatore. Cinque navi, un equipaggio di poco più di 250 uomini, quasi tutti destinati alla morte... quasi tutti, e lo stesso Magellano tra questi!
Magellano, pochi anni dopo Colombo e diversi secoli dopo i vichinghi, si accinge a presentare al mondo la grandezza di un'idea.
Ma una grande impresa ha bisogno di grandi idee, di grandi esperti, di grandi sacrifici. Magellano mette l'idea e l'esperienza, Ruy Faleiro mette la sua scienza, l'equipaggio al completo (e il suo Ammiraglio in primis) mette i sacrifici e il sangue!

"Esiste un passaggio dall'Oceano Atlantico al Pacifico. Io lo so, io conosco il luogo e il punto. Datemi una flotta e io mostrerò il passaggio e compirò il giro di tutta la terra da oriente a occidente"... questo afferma con sicurezza Magellano di fronte al re. Come lo sapeva? E quanto la notizia era certa? Parte delle informazioni venivano dagli archivi segreti del re di Portogallo, giuste o sbagliate che fossero, Magellano si fa guidare da queste informazioni.
Il 22 marzo 1518 il re Carlo V sottoscrive il contratto con Magellano e con il professore Ruy Faleiro. E' l'inizio di un'avventura...

Mi sarebbe facile continuare a raccontare, prendendo spunto dalla biografia di Magellano opera dello scrittore Stefan Zweig, di uomini, esplorazioni, di giganti della Patagonia e della Terra del Fuoco, di selvaggi delle isole dei Ladroni, di "dei immortali" e colpi di cannone, della morte più stupida e della vita non meritata... ma così facendo, probabilmente, non potrei stimolare ulteriormente la curiosità di chi é arrivato fino a questo punto!

E allora vi lascio con un invito, leggete anche voi la biografia di Magellano, di Stefan Zweig, percorrete col pensiero il suo viaggio, vivete con i suoi uomini le loro pene... e respirate la grandezza della loro immortale impresa!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

giovedì 25 marzo 2010

Sulla pace... di Erasmo da Rotterdam

Erasmo da Rotterdam ovvero Geert Geertsz (1466-1536),
secondo Stefan Zweig (scrittore Austriaco, autore di tante biografie di grandi uomini) fu "la gloria più alta e luminosa del suo Secolo" purtroppo diventato, sembra, niente più che un nome...
Sarà vero?
Forse si... ma cosa può fare un lettore come me di fronte ad una tastiera e con un libro appena finito di leggere se non rinverdire il ricordo di un così grande pensatore?
Ed eccomi dunque alle prese col non facile compito di riportare in poche righe il pensiero di un grande uomo, senza purtroppo conoscerlo a fondo!
Certo, ci vuol poco a scoprire dove é nato, dove visse e quando morì... volendo si trovano altrettanto facilmente i dati essenziali della sua biografia ma a me non interessa niente di tutto ciò... ciò che mi interessa é leggere i suoi testi per cercare di capirne il pensiero e così comincio da uno di quelli forse non troppo conosciuti: "Sulla pace".

La pace in questo suo breve saggio diventa la "Pace", personificazione reietta, derelitta, maltrattata e allontanata dal mondo e da tutti... anche e soprattutto dai cristiani!
E lo si può capire subito dal titolo originale "Il lamento della Pace respinta e annientata da ogni nazione composto da Desiderio Erasmo da Rotterdam"... che dire di più?

La Pace, alla ricerca di tranquillità, si sposta tra i principi, tra i saggi, tra i religiosi, in mezzo al popolo... ma ovunque é respinta e non trova altro che dissidi e guerra, d'armi, di penna o di parole!

Ma perché la Pace é così in odio al genere umano? E perché lo é tra i cristiani?

"Due Sciiti sono a tal punto legati tra di loro bevendo una goccia di sangue da un calice, che senza alcuna esitazione sono pronti ad affrontare addirittura la morte per l'amico. E ancora, tra i pagani é una cosa sacra l'amicizia che è stata stretta e resa inviolabile da una comune mensa. Se così stanno le cose, tanto il pane disceso dal cielo quanto il calice mistico non sono in grado di rendere inscindibile l'amicizia tra i cristiani, che Cristo, in persona, ha reso santa e che i cristiani, ogni giorno, rinnovano nel sacramento dell'eucarestia?"

Questa é la domanda fondamentale... ma non voglio proseguire, a voi e alla vostra curiosità il piacere di andare oltre!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 20 marzo 2010

Un poco di filosofia...

Il grande Shakespeare nel suo "Il mercante di Venezia" ci avvicina alla filosofia facendo dire ai suoi personaggi cose vere ma spesso, se non sempre, ignorate.
Io dico sempre, e ci credo profondamente, di agire come dico e di dire ciò che penso... devo aggiungere, ad onor del vero... con una certa moderazione!
Ma quanto é difficile seguire questa regola? (e quanto realmente io la seguo?)

Uno dei personaggi del dramma, Porzia, la bella e ricca ereditiera dice in proposito:

"Se il fare fosse facile come il sapere quel che é bene fare, le cappelle sarebbero chiuse e le casupole dei poveri sarebbero palazzi di principi.
E' un buon sacerdote colui che esegue i suoi stessi precetti.
Mi é più facile insegnare a venti persone quel che é bene fare, che non essere una di quelle venti e attuare il mio proprio insegnamento.
Il cervello ha un bell'ideare leggi per il dominio della passione; un temperamento ardente balza oltre a ogni freddo comando..."

Cosa c'é di più vero?

Grazie Porzia, per le tue sagge parole e per avermi dato modo di riflettere...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Ancora due gocce...

Verso le ultime gocce di buona volontà in questo mare di indifferenza...
sperando ancora una volta che siano sufficienti.

Magari poche gocce ancora, mi dico,
faranno ciò che non è stato fatto da mari infiniti...
ma mentre lo faccio non ci credo!

Ultime gocce di buona volontà... addio!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

mercoledì 17 marzo 2010

Un poco di matematica divertente...

Cari amici,

come forse già sapete, uno dei miei interessi preferiti é la matematica.

Già in passato ho cercato di stimolare la discussione... anche se purtroppo con scarsi risultati!

Ma io non desisto... e così ecco a voi le ultime novità del gruppo di ricerca del politecnico di Torino... Polymath!

Il 15 marzo é stato il giorno della Matematica, chiamato anche Pi day... l'incontro può essere visto su: http://www.celm.polito.it/polistream.
Sono in rete anche le registrazioni degli appuntamenti più recenti di Polymath, ICT e SOCIETA’ e Matematica e... Clima. A proposito di Matematica e... Clima, pubblicheremo sulle pagine di Polymath le tesine della maturità, segnalate dagli insegnanti.
DigitalArt 2010 è il nuovo concorso, riservato agli studenti delle superiori, lanciato dalla Facoltà d’Ingegneria dell’Informazione del Politecnico di Torino e da Polymath.

Questo mese segnaliamo:
I Giochi del Pi Day,
labirinti, dissezioni e puzzle per la domenica 14 marzo. In primo piano un nuovo intervento di Gabriele Lolli sulla Logica per gli insegnanti. E’ la sua relazione al Convegno che abbiamo organizzato a Roma il 30 ottobre scorso. Le recensioni del nuovo libro di Ennio Peres, Un mondo di coincidenze, e un nuovo gioco nella sua rubrica di MatheMagica, come diventano magia tre semplici divisioni. Nel Sito del mese i siti free on line suggeriti da Andrea Bottino, Politecnico di Torino, per la realizzazione delle opere in DigitalArt. E nelle rubriche, gli originali Numeri a rovescio di Camillo Grandi, Alessandro Bergonzoni che gioca e provoca con i numeri in VideoMath. La nuova puntata della rubrica The Lobster Quadrille di Maria Rosa Menzio, Più e Per. I nuovi Problemi di Federico Peiretti.

E dunque ancora una volta grazie al
Gruppo di Ricerca Progetto Polymath...


... e a presto!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 13 marzo 2010

Il pastrocchio della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma

Il libro kircandesossardos – sardegna, ricerca dell’origine, fu pubblicato nel mese di Giugno del 2008. Credendo che l’invio della copia per il “deposito legale” alle Biblioteche nazionali di Roma e Firenze, fosse ancora compito del tipografo, non mi occupai di tale incombenza.

Nel mese di ottobre dello stesso anno, scoperto non esservi traccia del libro nel catalogo della Nazionale di Roma, mi recai negli uffici della stessa ove mi fu detto che il tempo della messa in catalogo del titolo, nella norma, sarebbe potuto anche essere più lungo. A Febbraio dell’anno successivo, essendo la situazione rimasta invariata ed essendo di nuovo salito agli uffici della Biblioteca, decidemmo, con una responsabile dell’idoneo settore, che avrei donato una copia del libro. La stessa copia avrebbe seguito un “giro rapido” al di fuori degli obblighi del percorso informatico, che avrebbe portato il libro, nel giro di pochi giorni, ad essere disponibile per i fruitori della Biblioteca. Consegnai la copia il 7 Febbraio.

A Marzo del 2009, mi fu chiaro che la incombenza di spedire copia dell’opera per il cosiddetto “deposito legale” spettava in realtà all’editore cioè a me stesso, per cui provvidi alla bisogna il 25 dello stesso mese, avendone poi riscontro il 5 Maggio, con protocollo n° 0002305/ da parte della Nazionale di Roma.

Constatai nello stesso mese che, pur essendo trascorsi ben tre mesi (quindi qualcosina in più dei pochi giorni preventivati) e nonostante le assicurazioni circa il “giro rapido” (programmato dalle responsabili), il mio libro non era ancora disponibile alla lettura. La stessa situazione la si ebbe a Giugno, a fine del quale mese mi recai di bel nuovo presso gli uffici della Biblioteca, ove mi fu detto che dell’impedimento era causa un problema tecnico avuto dalla sezione informatica: non solo il mio libro, ma tutte le pubblicazioni erano bloccate, perché il sistema informatico era soggetto ad ammodernamento e nessuno poteva sapere quando il blocco sarebbe venuto a cessare. Pur comprendendo, a livello di elementare logica e per i trascorsi tecnici, essere ciò semplicemente assurdo, mi resi tuttavia conto, essendo il cosiddetto “giro rapido”, volutamente per sua natura, totalmente indipendente da qualsiasi legame con il sistema informatico, d’essere totalmente impotente a fronte di quello che si manifestava ormai aver preso la forma del più classico ed impenetrabile “muro di gomma”.

Ma a Novembre o Dicembre, mi accorsi che erano già disponibili alla lettura e quindi presenti nel catalogo, dei testi pubblicati un anno dopo quello mio, cioè nel 2009. Decisi di parlare col direttore della Biblioteca Nazionale. Naturalmente, non mi fu possibile, ma dopo qualche insistenza riuscii ad incontrare la responsabile della segreteria dello stesso direttore. Ad essa esposi il caso, lei fece qualche verifica dal suo pc e rimase molto meravigliata della situazione che definì incredibile. Ella rimase talmente incredula e al tempo costernata che, da grande decisionista quale doveva certamente essere, mi diede appuntamento dopo una settimana, con la promessa che avrebbe risolto ogni problema; vista la sua onesta disponibilità, mi azzardai a dirle che sarei stato disposto a portare una terza copia e a tale offerta la responsabile della segreteria mi disse che se ciò fosse stato necessario avevo, già da subito, la sua solenne promessa che tutto l’iter per la messa in catalogo, ricorrendo al metodo manuale, si sarebbe svolto in una sola giornata. Molto felice d’aver trovato finalmente la soluzione del mio problema, mi accomiatai dalla molto disponibile signora.

Una settimana trascorse senza alcuna telefonata da parte della gentile signora.

Dopo due settimane mi presentai presso il suo ufficio e dopo una certa attesa ella mi ricevette. La frase, preconfezionata, che mi elargì di prim’acchito, ancor prima del buongiorno, fu all’incirca la seguente:

ma lei non mi aveva detto che le era stata data già una risposta!


Il resto del colloquio non è importante, perché in quel momento compresi che il mio libro era bloccato per ordini superiori. A riprova di ciò, constatai come la disponibilità ed il decisionismo della signora fossero come svaniti nel nulla! Non avevo più di fronte il funzionario statale preparato e solerte di due settimane addietro: avevo davanti un impiegato molto seccato, non perché costretto a dirmi qualcosa che essa stessa sapeva essere non vera, ma perché al di là delle parole meccanicamente interscambiate, sentiva, palpabile, la altissima disistima nei suoi confronti, che ella stava facendo montare nel suo maltrattato interlocutore.

Ma, cosa ne sarebbe stato della procedura manuale (pur promessami in modo solenne) da portare a termine in un giorno? Neanche a parlarne! Compresi, appunto, che mi era stata già fornita, e da tempo, una risposta. Essa era stata registrata e tale sarebbe rimasta in eterno, perché così era stato deciso e non importava affatto che pubblicazioni successive di un anno, fossero già disponibili nella stessa Biblioteca!

Ora, si deve considerare (e quelle due o tre persone che mi conoscono perfettamente sanno) come io sia un emerito sconosciuto in qualsivoglia ambito culturale, non abbia nessuna preparazione umanistica, non sia al traino di nessuna corrente di pensiero, se non quella mia, quindi ciò che vado ad esprimere a titolo personale, vale nella misura in cui viene percepita come apprezzabile, da una parte, dei pochi che mi leggono.

Ed allora, come è possibile che il mio primo libro, che nulla dice se non riscrivere la preistoria della Sardegna e del Mediterraneo, possa destare una così accanita avversione da costringere una Istituzione così prestigiosa come la Biblioteca Nazionale di Roma, nella persona del suo direttore, perché egli ne è certo il primo ed unico responsabile di fronte al Ministro, ma anche verso la comunità intiera, a nascondere e sottrarre, vilmente, un testo alla lettura del folto pubblico di studiosi, ricercatori, studenti, semplici cittadini, che frequenta la biblioteca, in cui identifica il sacro tempio atto alla sempiterna diffusione della umana cultura?


mikkelj tzoroddu – autore ed editore

sabato 6 marzo 2010

Insalata Milano... alla mia maniera!

In cucina ciò che occorre é una buona dose di fantasia... con la fantasia si può trasformare "quasi" qualunque cosa in un ottimo piatto!
Oggi mi sono cimentato nel trasformare un cespo di insalata Milano, tendenzialmente insapore, in un ottimo contorno da servire con la carne.
Affettate l'insalata e buttate in padella, aggiungete un po di radicchio rosso sempre tagliato fine, un pomodoro secco, un bel po di cipolla, olio quanto basta, e mettete il tutto sul fuoco a cuocere per cinque minuti.
Occhio a non dimenticare il coperchio, altrimenti si brucia...
Quindi aggiungete mezzo bicchiere di vino bianco, meglio se un buon vermentino di Sardegna, lasciare cuocere ancora per pochi minuti quindi spolverate con pepe nero e il gioco é fatto.
Servite l'insalata Milano alla mia maniera nello stesso piatto della carne e... buon appetito!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Occorre avere fiducia...

Ogni volta che mi guardo attorno, vedo la società coperta da un alone scuro,
come di cenere...
Ricopre tutto, uomini, donne, bambini, alberi e fiori...
la stessa aria che respiriamo é grigia e sporca!

Polvere contaminata dall'Umanità?!?

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO