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giovedì 10 giugno 2010

Ruggero Bacone e l'antichità delle scienze...

Solo poche righe, per ricordare ciò che un tempo si sapeva ed ora si é dimenticato...

"Noi sappiam bene che, se avessimo voluto agire con minor buona fede non ci sarebbe stato difficile riferire ciò che proponiamo ai secoli antichi, precedenti ai tempi dei greci (quando le scienze della natura fiorivano forse di più, ma in maggior silenzio, senza ancora arrivare alle trombe e alle zampogne dei greci), o anche (almeno in parte) a qualcuno degli stessi greci, per chiederne conferma e stima alla maniera delle famiglie più recenti, che, con l'appoggio di genealogie, si inventano e si attribuiscono una nobiltà fondata su qualche stirpe antica. Noi, invece, confidiamo nell'evidenza delle cose, respingiamo ogni forma di inganno e di impostura; ne pensiamo che, per ciò di cui si sta trattando, interessi sapere se ciò che viene ora scoperto fosse un tempo già noto agli antichi e sia poi scomparso e ricomparso di nuovo attraverso le vicissitudini delle cose lungo i secoli, più di quanto debba interessare agli uomini sapere se il Nuovo Mondo sia quell'isola di Atlantide conosciuta anche al mondo antico, oppure se sia stato scoperto ora per la prima volta. (Roger Bacon, Nuovo Organon, 1,122)"

Al di là dell'interesse di Bacone verso il passato, é interessante leggere e capire queste parole...
Cosa ci trovo di interessante vi potrete chiedere...

Ciò che ci trovo di interessante é il fatto che io la penso più o meno allo stesso modo... "il passato precedente ai greci nasconde dei misteri non ancora risolti, solo scalfiti fino ad ora, misteri e ombre di scienza e tecnologia... ma fino a dove? A che livello di conoscenza arrivarono i nostri avi?
E quando parlo di "nostri" mi riferisco agli italiani del passato, sia chiaro!

Domande al momento senza risposta... ma io insisto nella ricerca.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

1 commento:

  1. Basta pensare alle opere architettoniche geniali che erano riusciti a erigere gli antichi Romani ,privi della tecnologia e dei mezzi moderni:Acquedotti che percorrevano i dislivelli senza che il flusso dell'acqua si arrestasse,anfiteatri che entusiasmano alla vista ancora oggi e un sistema termale rimasto immutato per millenni.Come ci stupiamo per il progresso scientifico degli antichi Greci:Giunti nel II secolo a.C ,grazie ai calcoli di Eratostene,a comprendere che la Terra fosse una sfera e non piatta come un disco.Non sto ad elencare altri esempi, dato che diventerebbe qualcosa di ampolloso e mi divagherei narcisticamente.Quindi arrivo subito a ciò che voglio fare presente:Come mai si chiederà, l'uomo moderno ,gli antichi erano giunti a una conoscenza scientifica così radicata e nei secoli tale sapere si è perso o vanificato in parte?
    La risposta è strettamente legata alla natura sociale degli uomini che si evolve nel corso dei secoli,in breve la storia.
    Difatti molto del sapere degli antichi è scomparso ,perché è stato bollato come pericoloso e eretico per la società da coloro ne reggevano le redini.Tanto è vero che spesso gli invasori hanno demolito la cultura e di conseguenza gran parte del sapere dei popoli a loro assoggetati,soppiantondola con la propria .In tal modo molte nozioni sullo studio della conoscenza dei fenomeni naturali dei nostri progenitori è andato perduto.Oppure la classe dirigente della società o perlomeno la fazione che aveva una pregnante influenza su di essa (es banale:I religiosi)ha accettato alcune dottrine e conoscenze ,mentre ne ha abolite altre.Anche in questo caso quindi lo sviluppo dell'umanità è stato gravemente amputato o cancellato.

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