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lunedì 15 agosto 2011

Crisi mondiale, ma l'Italia non cambia!

Il mio parere?
Forse non interessa a nessuno ma io vi dico ugualmente ciò che penso.

Sulla scia del crollo delle borse mondiali i nostri politici hanno in fretta e furia preparato l'ennesima manovra che dovrebbe servire a "salvare l'Italia".
Giornale alla mano diamo uno sguardo alle novità e cerchiamo di capire se e come potranno agire sull'enorme debito pubblico, ritenuto responsabile della nostra situazione ballerina.

Iniziamo col dire che questa manovra prevede tagli per i prossimi tre anni, almeno su alcuni aspetti, tra questi il contributo di solidarietà dei ricchi. Ma chi sono i ricchi? E' qui ci sarà il primo problema, individuare i ricchi. Come al solito sarà facile effettuare il prelievo su coloro che, in quanto dipendenti statali, dichiarano tutto. Molto più difficile sarà individuare tutti gli altri... Ma poco importa, infatti il contributo di solidarietà non è e non potrà mai essere considerato come un intervento strutturale, in pratica serve solo a raschiare dal fondo delle tasche degli italiani un'altra manciata di soldi, ma non cambierà niente.

Però il Governo ha sbandierato i tagli alle province e ai comuni come la soluzione strutturale capace di risolvere tutti i problemi. Sono d'accordo sui tagli e sugli accorpamenti, ma qualcuno di voi lettori ha visto un progetto? Stiamo parlando, in teoria, di un cambio epocale, che dovrebbe essere attuato secondo una pianificazione precisa e puntuale e dovrebbe prevedere tempi certi e chiarezza d'intenti. L'unica cosa che sono riuscito a capire è che i comuni piccoli verranno accorpati ad altri più grandi... ma ciò, di per se, non diminuisce le spese. Infatti i nuovi comuni ingranditi avranno da sostenere spese maggiori. Inoltre le spese per il personale saranno le stesse, non potendosi licenziare da un giorno all'altro tutti coloro che lavorano per i comuni piccoli. Cosa cambia allora? Ciò che cambia è che avremo un certo numero di Sindaci, assessori e consiglieri comunali in meno. Anche in questo caso, a mio parere, si tratta di risparmi irrilevanti, a fronte di spese e rischi non facilmente individuabili e quantificabili. 
Però in compenso il Governo ha pensato bene di aumentare il numero dei giochi a premio in quanto fonte di gettito continuo... ma ci rendiamo conto che incitare la gente a giocare è il contrario di ciò che occorrerebbe in tempi di crisi? Occorre incentivare la gente a lavorare e a far figli, non a giocare! 
E poi le pensioni, tutti devono lavorare di più! Così è stato deciso... soprattutto perché lo Stato non potrebbe altrimenti garantire le pensioni e la buonuscita (e infatti anche questa è in ballo!). Allora tutti al lavoro fino ai 65 anni (e magari l'anno prossimo con una nuova manovra solleveranno il tetto a 70 anni!). Ma ci si rende conto che agire così è sbagliato? In primo luogo perché se si bloccano i pensionamenti i giovani disoccupati aumentano... e ciò ha conseguenze sociali inimmaginabili. I giovani sono coloro che se lasciati senza lavoro possono causare grossi problemi e non è il caso di andar oltre, credo sia abbastanza facile guardarsi intorno e capire cosa può accadere...
Ma pensiamo alle famiglie dei giovani di oggi, lavori part time e comunque insufficienti a garantire l'accesso ai mutui, significa in definitiva impossibilità a crearsi una famiglia e dipendenza dai genitori o dalle strutture sociali che pian piano vengono meno... fino a quando questa situazione potrà essere sopportata?

Basta così, credo sia chiaro che questa manovra non trova il mio consenso... per me è poco seria, come tante cose che sono state fatte in questi anni. Ma non vi preoccupate, sicuramente mi sbaglio, come mi sbagliavo quando dicevo che c'era la crisi mentre i nostri politici insistevano a dire che la crisi non c'era!

Alessandro Giovanni paolo Rugolo     

3 commenti:

  1. E proprio perchè i giovani rappresentano una minoranza, la politica non se ne occupa, invece allungano l'età pensionabile perchè gli "anziani" sono la maggioranza....

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  2. Non credo sia corretto dire che i giovani rappresentano una minoranza.
    I giovani sono semplicemente i più "deboli" politicamente, e ci si può rendere conto di questo guardando l'età media dei nostri politici.
    Purtroppo la cecità dei nostri politici è veramente assurda!
    I giovani dovrebbero essere alla base di qualunque politica lungimirante, sono i giovani che possono e devono investire nel futuro. Sono i giovani che devono dire la loro sull'organizzazione della società in cui devono vivere.
    Purtroppo non è così e spesso si diventa vecchi senza avere l'opportunità di dire la propria opinione.

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  3. Ma, se non vi spiace, vorrei riprendere un attimo il discorso relativo alla mia impressione: l'Italia che non cambia.
    In questi ultimi giorni, dopo la sbandierata super manovra, avrete notato che tutti i politici, di qualunque parte siano, si sono affrettati a condannare la manovra, a dire che non va bene per questo o quel motivo... si sono precipitati a difendere gli interessi di questa o quella classe sociale o gruppo di potere.
    Niente di nuovo! Come avevo detto "l'Italia non cambia" perchè non è una unica Nazione purtroppo ma un assortimento non certo ben riuscito di tante teste e tanti interessi troppo diversi. La sbandierata autonomia e il federalismo non hanno fatto altro che accentuare le diversità creando tanti settori ognuno dei quali in concorrenza con gli altri ma soprattutto in concorrenza con lo Stato, visto come un ente a parte, visto spesso come la causa dei problemi.
    Ma quando gli italiani riusciranno a capire che per vincere, in ogni settore, occorre essere uniti?
    Spero ciò accada non troppo tardi perché la situazione internazionale non è certo rosea.
    Purtroppo devo fare l'uccello del malaugurio...
    o ci diamo una mossa e lavoriamo tutti assieme o presto sarà il caos!
    Come ho sempre detto, mi auguro di sbagliare e di essere smentito dal tempo!

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