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sabato 2 maggio 2015

Il genio della bottiglia, di Joe Schwarcz

Se avessi dato retta al mio istinto non avrei comprato il libro! Solitamente il primo approccio ad un libro è guidato dalla lettura del titolo, sarà sbagliato, ma se non mi piace difficilmente vado oltre.
Per fortuna ero con mia moglie in libreria. Il libro l'ha comprato lei ed è stata lei, dopo averlo letto, ad incuriosirmi, leggendo a voce alta qualche passo interessante.
Così anche io l'ho letto e devo dire che è stata una piacevole scoperta.
L'autore, Joe Schwarcz, è professore di chimica alla McGill University di Montreal, in Canada.
Di cosa parla, vi chiederete.

Non è il classico libro di chimica, difficile e talvolta noioso da seguire, ma un interessante percorso attraverso la chimica che ci circonda nella nostra vita di tutti i giorni. La chimica e la sua storia si intrecciano amabilmente, portando il lettore a scoprire assieme la chimica e gli uomini, protagonisti delle scoperte.

Spesso le scoperte, soprattutto nel campo farmaceutico, sono successe per caso, come pure per caso si sono scoperti gli effetti secondari, a volte benevoli, a volte cattivi, dei principi attivi e delle loro interazioni con altre sostanze naturali o meno.
Quando leggiamo il bugiardino di un farmaco difficilmente troviamo indicazioni del tipo, "attenzione, non assumere con succo di pompelmo", eppure il succo di pompelmo possiede delle sostanze in grado di accrescere l'efficacia di alcuni farmaci utilizzati per curare l'ipertensione. Naturalmente la cosa potrebbe anche essere pericolosa se non si fa attenzione. Ogni sostanza infatti, se presa nella giusta dose può far bene, ma se le dosi sono sbagliate...
 Poco tempo fa ho avuto un infarto e da allora sono sotto cura. Una delle mie medicine quotidiane è l'aspirina. Mai avrei pensato che l'uso dell'aspirina per la fluidificazione del sangue fu scoperta per caso da un medico di famiglia californiano, il dottor Lawrence Craven, che notò che i suoi pazienti che prendevano dei chewin-gum all'aspirina per alleviare i dolori della tonsillectomia, soffrivano spesso di emorragia. Fu lui che pensò di usare l'aspirina per evitare la formazione di coaguli di sangue nei pazienti che avevano sofferto di attacchi di cuore.
Tra i miei interessi vi è anche la storia. Quando studiai la dichiarazione di Balfour del 1917 (con la quale il governo inglese si disse disponibile all'insediamento degli ebrei in Palestina) non avrei mai pensato che tale dichiarazione fosse stata fatta per gratitudine verso un ebreo (il chimico Chaim Weizmann) che mentre cercava un metodo per produrre l'isoprene scoprì come produrre acetone dal frutto dell'ippocastano, acetone che servì alle fabbriche inglesi per produrre la cordite necessaria per la guerra.
Queste curiosità e tante altre, raccontate con dovizia di particolari, sono parte integrante del libro che vi consiglio di leggere.
Sono indeciso, se seguire il mio istinto riguardo ai titoli, e non acquistare gli altri libri dell'autore oppure fare un'eccezione e comprare "Come si sbriciola un biscotto?"...
Ancora non ho deciso, per ora buona lettura a tutti.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

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