Dal giorno del
funerale erano passate tre settimane ormai. Mentre reggeva la lettera
aveva ripensato a quell’omino unto e fastidioso.
Come aveva detto di chiamarsi? Stralin, forse… Sterling, commissario Sterling!
Da quel giorno non si era fatto più sentire.
Quando era stato? Il giorno dopo il funerale del padre. Si era presentato a casa del padre, aveva suonato due volte, a lungo, e aveva aspettato che lei le aprisse.
Non aveva mai capito perché era andato a trovarla proprio a casa del padre. Aveva pensato, solo per un attimo, che lui l’avesse seguita. Forse era andata proprio così ma lei non aveva motivo di pensarlo… così la prese per una coincidenza e dimenticò.
Quel giorno era stato discreto, più discreto del giorno prima, al cimitero.
Aveva chiesto se stava bene, se aveva bisogno di qualcosa, poi, aveva raccontato dei sospetti. Disse che suo padre aveva sporto denuncia, alcune settimane prima della sua morte. Sembra che qualcuno lo avesse seguito. Forse era solo un balordo, una sera un ubriaco gli si era avvicinato di soppiatto e lui si era spaventato. Forse non era niente ma in ogni caso, vista la sua sparizione, era meglio non sottovalutare niente e esplorare tutte le strade.
Lei ricordava che il giorno non si era sentita troppo bene, forse a causa delle rivelazioni del commissario Sterling, era andata a letto presto, senza uscire di casa. Poi il commissario dopo averle lasciato un bigliettino da visita era scomparso.
Ora era lei che l’avrebbe cercato. Certo, la cosa non le piaceva molto, ma forse lui avrebbe potuto aiutarla a capire.
Cercò nella borsa il suo biglietto da visita…
Sicuramente era ancora li, lei non era mai stata troppo ordinata e di solito le cose restavano mesi dove le appoggiava la prima volta.
Trovò il biglietto da visita tra i suoi documenti.
- Benjamin K. Sterling… seguito da un numero di telefono e dalla sua email.
Lo chiamò subito, impaziente.
- Si?
- Commissario Sterling?
- Si, sono io, chi mi cerca?
- Sono Maria, Maria Odges…
- Finalmente, pensavo che non avrebbe chiamato più! Dove si trova adesso? Le devo parlare…
- Ma… sono a casa mia…
- Stia li, sto arrivando! La voce era decisa, il tono preoccupato.
Il commissario Sterling interruppe la chiamata senza attendere oltre. Uscì dal commissariato quasi di corsa (per i suoi standard!). Prese la macchina di servizio, senza attendere l’autista. Mezz’ora dopo suonava il campanello del portone in legno della casa di Maria.
- Si accomodi, commissario
Maria, per la prima volta da quando lo conosceva, lo guardò sotto una luce differente. Aveva sempre pensato che fosse una persona senza spina dorsale.
Un commissario di provincia che per qualche inspiegabile motivo era finito a Londra, non certo per merito. Aveva sempre pensato ai suoi capelli unti e al suo chiacchiericcio insulso come… non sapeva neanche come definirlo… ribrezzo? Forse…
Eppure ora era la persona più vicina ed affidabile che avesse, l’unico con cui potersi confidare, l’unico cui avrebbe dovuto far leggere la lettera di suo padre, dato che erano stati colleghi… tanti anni prima, quando servivano entrambi sotto l’MI5!
Suo padre… un agente segreto, chi l’avrebbe mai detto!
Come aveva detto di chiamarsi? Stralin, forse… Sterling, commissario Sterling!
Da quel giorno non si era fatto più sentire.
Quando era stato? Il giorno dopo il funerale del padre. Si era presentato a casa del padre, aveva suonato due volte, a lungo, e aveva aspettato che lei le aprisse.
Non aveva mai capito perché era andato a trovarla proprio a casa del padre. Aveva pensato, solo per un attimo, che lui l’avesse seguita. Forse era andata proprio così ma lei non aveva motivo di pensarlo… così la prese per una coincidenza e dimenticò.
Quel giorno era stato discreto, più discreto del giorno prima, al cimitero.
Aveva chiesto se stava bene, se aveva bisogno di qualcosa, poi, aveva raccontato dei sospetti. Disse che suo padre aveva sporto denuncia, alcune settimane prima della sua morte. Sembra che qualcuno lo avesse seguito. Forse era solo un balordo, una sera un ubriaco gli si era avvicinato di soppiatto e lui si era spaventato. Forse non era niente ma in ogni caso, vista la sua sparizione, era meglio non sottovalutare niente e esplorare tutte le strade.
Lei ricordava che il giorno non si era sentita troppo bene, forse a causa delle rivelazioni del commissario Sterling, era andata a letto presto, senza uscire di casa. Poi il commissario dopo averle lasciato un bigliettino da visita era scomparso.
Ora era lei che l’avrebbe cercato. Certo, la cosa non le piaceva molto, ma forse lui avrebbe potuto aiutarla a capire.
Cercò nella borsa il suo biglietto da visita…
Sicuramente era ancora li, lei non era mai stata troppo ordinata e di solito le cose restavano mesi dove le appoggiava la prima volta.
Trovò il biglietto da visita tra i suoi documenti.
- Benjamin K. Sterling… seguito da un numero di telefono e dalla sua email.
Lo chiamò subito, impaziente.
- Si?
- Commissario Sterling?
- Si, sono io, chi mi cerca?
- Sono Maria, Maria Odges…
- Finalmente, pensavo che non avrebbe chiamato più! Dove si trova adesso? Le devo parlare…
- Ma… sono a casa mia…
- Stia li, sto arrivando! La voce era decisa, il tono preoccupato.
Il commissario Sterling interruppe la chiamata senza attendere oltre. Uscì dal commissariato quasi di corsa (per i suoi standard!). Prese la macchina di servizio, senza attendere l’autista. Mezz’ora dopo suonava il campanello del portone in legno della casa di Maria.
- Si accomodi, commissario
Maria, per la prima volta da quando lo conosceva, lo guardò sotto una luce differente. Aveva sempre pensato che fosse una persona senza spina dorsale.
Un commissario di provincia che per qualche inspiegabile motivo era finito a Londra, non certo per merito. Aveva sempre pensato ai suoi capelli unti e al suo chiacchiericcio insulso come… non sapeva neanche come definirlo… ribrezzo? Forse…
Eppure ora era la persona più vicina ed affidabile che avesse, l’unico con cui potersi confidare, l’unico cui avrebbe dovuto far leggere la lettera di suo padre, dato che erano stati colleghi… tanti anni prima, quando servivano entrambi sotto l’MI5!
Suo padre… un agente segreto, chi l’avrebbe mai detto!
(Continua ->>)
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