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sabato 1 aprile 2017

La Bibbia non parla di Dio, di Mauro Biglino (Intervista - recensione)

Signore, Dio, Yahweh, questi sono solo alcuni dei nomi utilizzati nella Bibbia per rappresentare l'Entità suprema di alcune delle religioni monoteistiche più conosciute.
Ma siamo sicuri che la Bibbia parli veramente di Dio?
Secondo Mauro Biglino, l'autore del libro che ho appena terminato di leggere, non è così!
Ma, chi è Mauro Biglino?
E' stato per anni traduttore dall'Ebraico antico per conto delle edizioni San Paolo, da lui sono stati tradotti 17 libri dell'Antico Testamento. Studioso di storia delle religioni, ha iniziato a scrivere ciò che in anni di traduzioni ha portato alla luce ed ora è impegnato nel diffondere la sua teoria.
Il libro che ho appena terminato di leggere, “La Bibbia non parla di Dio”, non è il primo della serie e di tanto in tanto fa riferimento ai lavori precedenti ma è comunque autoconsistente e può essere letto senza particolari problemi da chi è di mente sufficientemente aperta.
Biglino parte da un'ipotesi, che diventa una metodologia di ricerca: fare finta che...
Dottor Biglino, può spiegarci in cosa consiste il “Fare finta che?”
M.B.:
Significa partire da una serie di dati di fatto incontrovertibili: della Bibbia, o saprebbe meglio dire delle Bibbie, non sappiamo nulla.
Non sappiamo chi le ha scritte, quando le ha scritte (non abbiamo certezze neppure su una sola riga), come siano state scritte in origine, come fossero lette (visto che le vocali non esistono)… Sappiamo solo che quelle che leggiamo noi oggi sono certamente diverse da quelle scritte nei secoli visto che le cambiavano continuamente. Data questa premessa il metodo da me formalmente dichiarato dal 2010 è quello di “fare finta” che le cose che leggiamo siano quelle che hanno (non sappiamo chi) scritte in origine e che quando scrivevano una cosa volessero dire quella, perché se, nella totale ignoranza in cui vaghiamo, affermiamo pure di “sapere” che quando scrivevano una cosa ne volevano dire un’altra, non facciamo altro che aggiungere incertezza ad incertezza, il che non sarebbe un problema se da quelle incertezze non si pretendesse di ricavare verità assolute e indiscutibili.
“Fare finta”, a mio avviso, è quindi l’unico atteggiamento intellettualmente onesto che si può tenere con quell’insieme di scritti.
Io dunque “faccio finta” e vedo che cosa ne scaturisce, senza alcuna pretesa di verità.
A.R.: Fare finta che... la Bibbia e anche altri testi antichi siano stati scritti sotto forma di cronaca, per cui ciò che vi è scritto va compreso lasciando da parte le interpretazioni religiose posteriori. 
In questo modo la Bibbia diventa fonte di informazioni preziose e particolarmente sconvolgenti.
Naturalmente la Bibbia è solo uno dei testi utilizzati dall'autore. Gli scritti omerici e diversi studi di genetica completano l'opera.
Ma perchè la Bibbia non parla di Dio? Che cosa significa questo titolo? 
M.B.: Il titolo deriva dal fatto che nell’ebraico biblico non esiste neppure un termine che abbia senso e significato di Dio così come inteso nella religione occidentale che è stata costruita mutuando quel concetto dalla filosofia greca, neoplatonica in particolare.
Il termine non esiste perché nell’antico pensiero israelitico non esisteva neppure il concetto e tutto il contenuto biblico documenta come quei testi parlino di un gruppo di individui (elohim) tra i quali Yahweh non era che uno dei tanti: quello cui era stata affidata dal comandante (Elyon) la famiglia di Giacobbe e non l’intero popolo ebraico, come erroneamente si ritiene.
A.R.: E poi, di quale Bibbia stiamo parlando?
Iniziamo a chiarire che non esiste una Bibbia, ma innumerevoli.
Le diverse religioni che la utilizzano come testo sacro (cattolica, copta, ebraica...) hanno elaborato ognuna diverse Bibbie. In alcune sono riconosciuti come autentici alcuni libri, in altre no:
M.B.: le varianti sono notevoli, dal canone ebraico a quello cattolico, da quello protestante a quello ortodosso fino a quello copto o samaritano. I libri da ritenere veri e ai quali credere dipendono in sostanza dal luogo geografico in cui nasciamo.
A.R.: Bisogna considerare che la Bibbia, anzi, le Bibbie, sono dei testi tradotti e ritradotti, modificati nel tempo per far fronte a nuove esigenze o perchè alcuni concetti non erano più adatti alla società del tempo.
Inoltre, la Bibbia sembra essere stata elaborata sulla base di testi più antichi Sumero-Accadici e Fenici.
Tempo addietro mi sono imbattuto in uno di questi libri non presente nella Bibbia cattolica e ne ho scritto: il libro di Enoch. Uno dei testi più strani che abbia mai letto, dopo l'Apocalisse!
L'autore, ci riporta indietro al tempo dei più antichi testi e ci racconta, traducendo da questi, ciò che negli anni ha letto.
E così scopriamo che quando nella Bibbia dei giorni nostri leggiamo Dio, Signore o Yahweh, non stiamo leggendo ciò che era scritto in origine ma ciò che nel tempo, le varie Religioni, hanno voluto che noi leggessimo.
La prima considerazione riguardo i nomi di Dio è sulla pluralità, nella Bibbia i nomi che sono stati tradotti con il termine Dio sono: Elyon, Elohim, El, Eloah, Yahweh. 
Il primo termine, Elyon, è normalmente tradotto con "l'Altissimo".
Sulla base delle conoscenze del Ebraico antico e dell'uso che si è fatto del termine, l'autore ne contesta la traduzione e afferma che con Elyon si deve fare riferimento ad un superiore gerarchico e non ad un "Altissimo" in senso religioso!
Elyon sarebbe dunque un Capo, il capo degli Elohim, tra i quali aveva diviso i territori sotto la sua influenza, assegnando un territorio e una famiglia da controllare ad ognuno dei suoi più fidati Elohim. Tra gli Elohim ve n'era uno di nome Yahweh!
Yahweh, come pure altri suoi colleghi Elohim, era un capo militare, un Comandante che guidava una famiglia di esseri umani, Giacobbe e i suoi discendenti, per compiere i suoi voleri che, quasi sempre consistevano nel fare la guerra ai vicini e nello sterminarli!
Dottor Biglino, lei afferma dunque che Elyon e similmente gli Elohim, erano dei Capi Militari. Potremmo definirli dei conquistatori? E se è così, da dove provenivano?
M.B.: Erano e si sono comportati a tutti gli effetti come dei normalissimi conquistatori/colonizzatori: si sono spartiti i territori e poi hanno pure combattuto tra di loro per incrementare potere e ricchezza. La Bibbia ci parla in particolare, quasi in via eslcusiva, di uno di loro e dei suoi diretti rivali che nomina anche espressamente: contro Yahweh combattevano ad esempio i suoi colleghi antagonisti Kamosh, Milkom… che governavano su famiglie strettissimamente imparentate con quella di Israele: ne erano i cugini primi.
Come detto sopra, spesso l’ordine dato da Yahweh era per altro quello di sterminare quei “parenti” (Madianiti, Amalekiti…) per prendere i loro beni e le loro terre.
L’Antico Testamento è un vero e proprio libro di guerra e, a ben vedere, uno dei libri più immorali mai scritti nella storia dell’umanità: stermini, genocidi, furti, assassini, femminicidi, infanticidi selettivi… rappresentano la normalità del comportamento di quel presunto dio che per fortuna dio non è.
Non so dire da dove provenissero, i testi Biblici giunti fino a noi non ce lo dicono anche se, nel salmo 24, si fa riferimento a due tipi di porte, la seconda delle quali, stando al significato letterale dei termini, si apre su un luogo “non conosciuto” ed era utilizzata da Yahweh con il suo kavod (termine cui ho dedicato amplissimo spazio nei miei libri).
A.R.: In effetti chiunque abbia letto la Bibbia non può non essere stato colpito dalla crudeltà di Dio e del suo popolo. Io stesso ricordo che da piccolo non riuscivo a capire come si potesse predicare la pace universale sulla base di ciò che leggevo nella Bibbia. Non capivo allora e non lo capisco ora, nonostante tutto!
Al pari di Yahweh, vi erano altri Elohim posti dall'Altissimo, Elyon, a capo di altre famiglie. Gli Elhoim erano degli esseri particolari, che vivevano molto a lungo, da cui deriva la traduzione di "Eterno", riferita Dio. Eppure nella Bibbia, gli Elohim muoiono!
M.B.: La Bibbia è chiara pure in questo: gli elohim vivevano molto a lungo ma morivano come tutti gli uomini (salmo 82) e questa affermazione costituisce un problema per gli esegeti monoteisti che , per tentare di ovviare a questa palese e inaccettabile incongruenza, in quel passo danno al termine elohim il significato di “giudici” mentre per il resto sostengono che significhi Dio, anche se è plurale.
A.R.: Dottor Biglino, leggere il suo libro è stata un’esperienza interessante. Non è la prima volta che mi imbatto in strani parallelismi tra le conoscenze di due millenni fa e quelle attuali. Queste conoscenze sono riportate non solo nella Bibbia ma anche in altri testi, come i testi omerici o anche Questioni Naturali di Seneca. Una delle cose che mi colpì tanti anni fa, leggendo Questioni Naturali fu questo pezzo [libro III-29,3]:
"Come nel seme è compreso il principio informativo di tutto l'uomo futuro e il bambino non ancora nato racchiude in se il codice che presiede allo sviluppo della barba e dei capelli bianchi (vi sono infatti miniaturizzate e nascoste le linee fondamentali del corpo nel suo insieme e di ogni successivo sviluppo)...”
Non le chiedo cosa ne pensa perché Lei nel suo libro afferma che l’Uomo è stato “costruito” a tavolino, attraverso modifiche al DNA. Le chiedo invece, per quale motivo queste conoscenze sono state ignorate fino ad oggi? Può essere spiegato tutto con le esigenze della Chiesa o c’è qualcos’altro?
M.B.: La citazione che lei riporta è molto interessante e significativa circa le conoscenze di cui si disponeva. Per gli ebrei è normale affermare che la Bibbia parli di ingegneria genetica, clonazione…, me lo dicono anche di persona, ma so bene che sono temi di cui non si deve assolutamente parlare in ambito cristiano ed è per questo che il mio lavoro suscita, non a caso, tante reazioni, spesso anche pesanti e verbalmente molto violente. Di queste conoscenze e della tecnologia che ne derivava ho detto ampiamente nel secondo libro pubblicato con Mondadori, “Il falso testamento” (2016).
D’altra parte devo dire che il primo strumento per governare è garantirsi la gestione della conoscenza e quindi mantenere i sottomessi nell’ignoranza, elaborando per loro contenuti e informazioni che hanno il solo scopo di giustificare il controllo esercitato.
Se i fedeli prendessero conoscenza del vero contenuto della Bibbia, cadrebbe immediatamente la costruzione artificiosa che su di essa è stata edificata, ma questo non è sufficiente, bisognerebbe infatti chiedersi se la Chiesa o, per meglio dire, le Chiese governano solo per se stesse oppure sono le rappresentanti di poteri ben più alti e lontani.
A.R.: Potrei andare avanti così raccontandovi tutto il libro e quanto, a parer dell'autore, è scritto realmente nella Bibbia, ma ritengo sia più opportuno invitare tutti coloro che ritengono di essere capaci di ampie vedute di affrontare la lettura di un libro che sotto certi aspetti è sconvolgente e, per quanto mi riguarda, non fa altro che confermare tante delle cose che ho sempre pensato: che l'Uomo è una creatura diversa dagli altri esseri animali, in quanto prodotta da esseri di natura extraterrestre. Naturalmente ora non vedo l’ora di leggere gli altri libri dell’autore.
Dottore, immagino che i suoi studi proseguano. Può dare ai lettori di “Difesaonline” un’anteprima del suo prossimo lavoro?
M.B.: Coerente con il metodo dichiarato sto lavorando con appartenenti a vari ambiti della scienza e il volume in uscita per il salone del libro di Torino (maggio 2017), scritto con il giornalista Dr. Enrico Baccarini che si è occupato dell’oriente, vede l’apporto di otto ingegneri (sei italiani e due induisti), un neurochirurgo, uno storico e un laureato in scienze filosofiche.
In questo nuovo lavoro molto corposo (“La caduta degli dèi”, Unoeditori) vengono esaminati i testi sacri dell’occidente e dell’oriente (dalla Bibbia ai Veda) alla luce delle acquisizioni scientifiche che rendono comprensibili quei contenuti che la tradizione tende a relegare nelle categorie interpretative della allegoria e della metafora per nasconderne il vero significato che è devastante per le dottrine tradizionali ma affascinante per le menti aperte.
La concretezza di quei testi antichi va recuperata nel nome di quella necessità di conoscenza che può rendere liberi da secoli di condizionamenti.

A.R. :
Che dire di più?
Grazie a Lei, Dottor Biglino, e a tutti noi... Buona lettura!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO