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giovedì 19 aprile 2012

La funzione della fantasia nello sviluppo di una società

Queste mie considerazioni partono, come è mio costume, dalla lettura dei classici antichi e del loro pensiero.
L'autore cui mi riferisco è Clemente Alessandrino, filosofo greco (e cristiano) che visse ed operò a cavallo tra il primo e il secondo secolo d.C. Nello Stromata, una sua opera che ci è giunta incompleta, riporta una affermazione riferita ad Eraclito (filosofo greco presocratico che visse tra il 500 e il 400 a.C.) sulla quale si è posata la mia attenzione e che mi farebbe piacere condividere con voi tutti.

"Chi non spera l'insperabile non lo scoprirà, poiché è chiuso alla ricerca, e a esso non porta nessuna strada"

Mentre leggevo mi chiedevo insistentemente cosa avesse voluto dire l'autore... ed è proprio ciò che voglio approfondire.
La parola "ricerca" in particolare, mi ha fatto pensare che la frase dovesse avere una qualche attinenza col mondo scientifico anche se non è possibile escludere quello religioso.

Se la consideriamo riferita al mondo scientifico possiamo provare a riscrivere la frase in modo più semplice e attuale:

"chi non usa la fantasia nella ricerca non scoprirà niente di veramente nuovo, poiché non ha bisogno di ricercare e nessuna strada palese porta alle grandi scoperte" 

Ecco, se mi date per buona questa interpretazione, posso procedere nella direzione tracciata: sull'importanza della fantasia per lo sviluppo della civiltà umana.

Chiunque abbia letto un romanzo fantasy, una storia di magia o di fantascienza si sarà potuto rendere conto della potenza della fantasia. Se si torna indietro nel tempo attraverso i racconti di una ben fornita biblioteca e si paragonano le "fantasie" di allora con la "realtà" odierna, ci si rende conto immediatamente come tali fantasie si siano realizzate e siano oggigiorno realtà affermate e consolidate.

Vediamone alcune assieme:

  • la possibilità di spostarsi velocemente: era una delle prerogative di Dei ed Eroi; oggi è possibile a tutti;
  • la possibilità di spostarsi in volo: era un tempo prerogativa di maghi, Dei ed Eroi; oggi è sufficiente prendere un aereo;
  • la possibilità di visitare le profondità marine: prerogativa di alcuni personaggi mitici e di alcuni Dei; oggi è possibile con i sommergibili;
  • il viaggio sulla Luna: prerogativa un tempo di pazzi e Dei: oggi è possibile;
  • il viaggio spaziale e la colonizzazione di altri mondi: fantasie di tanti romanzi di fantascienza; oggi è in preparazione, direzione Marte? Vedremo...
  • la creazione di automi umanoidi: leggete Asimov, oggi è normale;
  • intelligenza artificiale: ci siamo sempre più vicini;
  • la creazione della vita: gli esperimenti di manipolazione genetica hanno fatto passi da gigante; però se consideriamo la capacità di creare la vita da cellule di un essere ormai morto, vedremo cosa ci aspetta il futuro;
  • il viaggio all'interno del corpo umano: le sonde miniaturizzate consentono cose un tempo incredibili, per la miniaturizzazione di esseri viventi invece siamo ancora a livello "fantasia";
  • restituire la vita ad un essere morto: ancora non ci siamo, alcora una volta siamo nel mondo della "fantasia";
  • i mondi virtuali: ne siamo circondati da un pezzo. Le reti di computer sono la norma e i mondi virtuali sono i "Social Network";
  • il viaggio nel tempo: è uno degli argomenti più stimolanti dei mondi fantasy: esistono diverse teorie ma ancora, che io sappia, siamo ben lontani da qualunque applicazione;
  • il teletrasporto: caratteristica di maghi e filosofi orientali, ci si stà studiando sopra;
  • la vita eterna: sempre presente nelle leggende e nei testi religiosi di tutto il mondo, caratteristica di Dei e Demoni; gli scienziati sono all'opera;
  • la magia: cosa significa realmente questo termine? Essere in grado di compiere opere inspiegabili? Se è così allora, forse, la realizziamo da sempre, un po alla volta!  
Cosa accadrebbe se prendessimo un uomo del passato, un uomo di scienza, e lo portassimo qui, oggi?
Potrebbe pensare di essere finito in un mondo magico... e poi, forse si renderebbe conto che la realtà è uno specchio della fantasia...

Se è così, e credo sia così, dovremmo forse cominciare a riflettere seriamente su "cosa sia la fantasia", su cosa sia una società in cui la fantasia è viva e, al contrario, cosa possa accadere ad una società che ha messo al bando la fantasia.

Per farla breve, credo che una società senza fantasia sia una società morente, che non è in grado di andare avanti...

Grazie, Clemente, grazie Eraclito... speriamo siate serviti a far riflettere...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 14 marzo 2008

Quale futuro?

Questa mattina, chiacchierando del più e del meno con alcuni amici sulla situazione dell’Italia, mi è stato detto: “bisogna essere ottimisti…”. Forse io sono troppo critico, rasento il pessimismo talvolta, ma di fronte al “bisogna essere ottimisti” ho risposto: “Fatemi un esempio, guardando al futuro, per cui dovrei essere ottimista…”
Ebbene, non ho avuto risposta… e probabilmente una risposta non c’è!
Ma, se non c’è la possibilità di essere ottimisti per il futuro, che futuro può esserci?
Allora, cerchiamo assieme di capire quali sono gli esempi che la società odierna trasmette ai giovani relativamente ai modelli di comportamento considerati vincenti, dunque meritevoli di essere presi ad esempio, e che quindi rappresentano il futuro…
Se mi guardo attorno vedo delle generazioni allevate nella bambagia e che si illudono che il mondo sia come la televisione. Quella fatta da una parte di attricette e personaggi ambigui che non fanno altro che litigare per innalzare l’audience, dall’altra, dalla corruzione, dalla violenza e dalla insicurezza dilagante… Unica costante: i soldi!
Ma, quali sono i messaggi che vengono recepiti?
In breve, possiamo dire che i furbi hanno sempre ragione e passano impuniti qualunque cosa facciano.
Bene, questo è un errore di una gravità assoluta e socialmente imperdonabile!
La civiltà umana non può basarsi su questi modelli comportamentali pena il collasso morale e, di conseguenza, quello economico. In una società basata su questi modelli le persone sono portate a non lavorare, “tanto non lavora nessuno!”, a non studiare, “tanto non lo fa nessuno!”, a non essere seri, “tanto non lo è nessuno…”.
A mio parere, e spero di sbagliarmi, una società siffatta è destinata al collasso!
Ma allora, che fare?
Poche regole semplici, se messe in atto, possono nel giro di qualche generazione cambiare le cose. In primo luogo è necessario ristabilire regole, principi e valori morali premianti e far si che il messaggio arrivi ai giovani. Per far ciò devono essere impiegati i mezzi e gli strumenti dei giovani, la TV, internet, la radio…
Come? Beh, questo è difficile da dire ma proviamo ancora a ragionare assieme. Prendiamo in considerazione la TV italiana, mezzo di diffusione di massa per eccellenza, e vediamo quale ruolo gioca nel campo educativo. Le reti principali sono sei, tre pubbliche e tre private. Che le reti private facciano ciò che è più conveniente è tutto sommato comprensibile; non altrettanto si può dire per le reti pubbliche. Queste ultime sono infatti finanziate dallo Stato (cioè da noi!) e non solo dalla pubblicità e alimentano un micro mondo (che tanto micro non è!) assolutamente improduttivo e dal punto di vista etico, sociale e morale, addirittura dannoso!
Tutti i giorni è possibile vedere programmi assolutamente stupidi e spesso volgari, cui prendono parte migliaia di giovani “cittadini italiani” che sperano di riuscire a ritagliarsi un poco di spazio che gli dia la possibilità di sbarcare il lunario senza fare assolutamente niente!
Ripeto, anche se non condivido tali modelli, tutto ciò è comprensibile per le reti private che devono sottostare ad una logica di mercato; molto meno condivisibile per le reti pubbliche che dovrebbero essere chiamate a rispondere a logiche differenti, dovrebbero rendere dei servizi al cittadino o, più in generale, alla società! Se cercate qualche trasmissione educativa, beh, cercatela a notte fonda, quando tutti dormono (con le dovute eccezioni che confermano la regola)! Durante il giorno, invece, si viene bombardati da immagini e modelli comportamentali antisociali!
E dunque, per chiudere, la domanda che mi pongo e vi pongo è quella posta in apertura: “Perché dovrei essere ottimista per il futuro? Cosa mi dovrebbe spingere ad essere ottimista per il futuro?
Mi spiace, sarò ancora una vota tacciato di essere troppo critico, ma il futuro che ci stiamo costruendo, e tutti ne siamo corresponsabili, non è, a mio parere, per niente roseo…

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO