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venerdì 14 marzo 2008

Quale futuro?

Questa mattina, chiacchierando del più e del meno con alcuni amici sulla situazione dell’Italia, mi è stato detto: “bisogna essere ottimisti…”. Forse io sono troppo critico, rasento il pessimismo talvolta, ma di fronte al “bisogna essere ottimisti” ho risposto: “Fatemi un esempio, guardando al futuro, per cui dovrei essere ottimista…”
Ebbene, non ho avuto risposta… e probabilmente una risposta non c’è!
Ma, se non c’è la possibilità di essere ottimisti per il futuro, che futuro può esserci?
Allora, cerchiamo assieme di capire quali sono gli esempi che la società odierna trasmette ai giovani relativamente ai modelli di comportamento considerati vincenti, dunque meritevoli di essere presi ad esempio, e che quindi rappresentano il futuro…
Se mi guardo attorno vedo delle generazioni allevate nella bambagia e che si illudono che il mondo sia come la televisione. Quella fatta da una parte di attricette e personaggi ambigui che non fanno altro che litigare per innalzare l’audience, dall’altra, dalla corruzione, dalla violenza e dalla insicurezza dilagante… Unica costante: i soldi!
Ma, quali sono i messaggi che vengono recepiti?
In breve, possiamo dire che i furbi hanno sempre ragione e passano impuniti qualunque cosa facciano.
Bene, questo è un errore di una gravità assoluta e socialmente imperdonabile!
La civiltà umana non può basarsi su questi modelli comportamentali pena il collasso morale e, di conseguenza, quello economico. In una società basata su questi modelli le persone sono portate a non lavorare, “tanto non lavora nessuno!”, a non studiare, “tanto non lo fa nessuno!”, a non essere seri, “tanto non lo è nessuno…”.
A mio parere, e spero di sbagliarmi, una società siffatta è destinata al collasso!
Ma allora, che fare?
Poche regole semplici, se messe in atto, possono nel giro di qualche generazione cambiare le cose. In primo luogo è necessario ristabilire regole, principi e valori morali premianti e far si che il messaggio arrivi ai giovani. Per far ciò devono essere impiegati i mezzi e gli strumenti dei giovani, la TV, internet, la radio…
Come? Beh, questo è difficile da dire ma proviamo ancora a ragionare assieme. Prendiamo in considerazione la TV italiana, mezzo di diffusione di massa per eccellenza, e vediamo quale ruolo gioca nel campo educativo. Le reti principali sono sei, tre pubbliche e tre private. Che le reti private facciano ciò che è più conveniente è tutto sommato comprensibile; non altrettanto si può dire per le reti pubbliche. Queste ultime sono infatti finanziate dallo Stato (cioè da noi!) e non solo dalla pubblicità e alimentano un micro mondo (che tanto micro non è!) assolutamente improduttivo e dal punto di vista etico, sociale e morale, addirittura dannoso!
Tutti i giorni è possibile vedere programmi assolutamente stupidi e spesso volgari, cui prendono parte migliaia di giovani “cittadini italiani” che sperano di riuscire a ritagliarsi un poco di spazio che gli dia la possibilità di sbarcare il lunario senza fare assolutamente niente!
Ripeto, anche se non condivido tali modelli, tutto ciò è comprensibile per le reti private che devono sottostare ad una logica di mercato; molto meno condivisibile per le reti pubbliche che dovrebbero essere chiamate a rispondere a logiche differenti, dovrebbero rendere dei servizi al cittadino o, più in generale, alla società! Se cercate qualche trasmissione educativa, beh, cercatela a notte fonda, quando tutti dormono (con le dovute eccezioni che confermano la regola)! Durante il giorno, invece, si viene bombardati da immagini e modelli comportamentali antisociali!
E dunque, per chiudere, la domanda che mi pongo e vi pongo è quella posta in apertura: “Perché dovrei essere ottimista per il futuro? Cosa mi dovrebbe spingere ad essere ottimista per il futuro?
Mi spiace, sarò ancora una vota tacciato di essere troppo critico, ma il futuro che ci stiamo costruendo, e tutti ne siamo corresponsabili, non è, a mio parere, per niente roseo…

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO