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domenica 2 marzo 2014

Il manoscritto di Brodie, di Jorge Luis Borges

Di Borges ho già letto Finzioni, e in quell'occasione avevo annunciato la necessità di approfondire la conoscenza per poter azzardare un giudizio difficile. 
Vi dico subito che il giudizio ancora non c'è, nonostante la lettura di questa collezione di racconti brevi.
Il manoscritto di Brodie presenta undici racconti brevi, parte ambientati nella Buenos Aires di inizio novecento, parte invece derivanti dalle innumerevoli conoscenze letterarie di Borges.
Ricordo che  Jorges Luis Borges (1899-1986), argentino di nascita, fu scrittore, poeta, saggista, traduttore, docente universitario e direttore della Biblioteca Nazionale di Buenos Aires.
Tra i racconti posso dire che il primo, l'intrusa e l'ultimo, il manoscritto di Brodie, sono i più interessanti anche se completamente differenti come genere. Il manoscritto di Brodie in particolare sembra rifarsi a tradizioni antiche di cui possono ritrovarsi tracce nel saggio di Frazer, il ramo d'oro.
Eppure anche gli altri meritano di essere letti con attenzione sia per la costruzione, sia per le idde di fondo, non comuni tra gli autori di racconti.
Ancora non esprimo un giudizio, come ho già detto o forse il giudizio già è stato emesso dato che ho intenzione di leggere ancora qualcosa di questo autore.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

lunedì 9 dicembre 2013

Jorge Luis Borges: Finzioni

Talvolta si inizia per caso la lettura di un libro, talaltra lo si fa guidati da un motivo, più o meno valido.
Così, questa settimana ho affrontato un autore di cui non avevo mai letto niente: Jorges Luis Borges (1899-1986).
Argentino di nascita, fu scrittore, poeta, saggista, traduttore, docente universitario e direttore della Biblioteca Nazionale di Buenos Aires.
Lo spunto per la lettura mi è arrivato da un fumetto, un numero di Martin Mystere in cui la storia era incentrata proprio sul nostro Borges.
Così dopo una breve ricerca nella biblioteca ho iniziato la lettura di Finzioni (La biblioteca di babele) nella edizione Einaudi del 1978.
Ma prima di andare avanti voglio riportare uno stralcio della quarta di copertina, da cui si può capire a cosa andavo incontro, avrei dovuto leggerla prima del libro!
             "Nel presentarli al pubblico italiano (i racconti) Pietro Citati scriveva: <<Devoto alla logica e alla simmetria, elegante geometra dell'intelligenza, le epoche che egli predilige sono tuttavia quelle più profondamente sofistiche, insieme razionalissime e bizzarre, matematiche e magiche, nelle quali la ragione distrugge se stessa nel momento che trionfa..."
Non che l'aver letto la quarta di copertina mi avrebbe impedito di leggere il libro, ma mi avrebbe messo sull'avviso!
Detto questo, vi chiederete cosa penso del libro.
Vi rispondo che non lo so!
Diciamo meglio, ancora non lo so!
E' la prima volta che mi imbatto in storie simili, e dire che di libri ne ho letti tanti, e di tutti i generi!
Eppure, in questi racconti c'è qualcosa di strano.
Il tempo, lo spazio, gli intrecci delle storie, sono particolari, difficili da seguire. Ogni racconto sembra scritto tenendo a riferimento l'idea del labirinto, della stanza degli specchi, del tempo avvolto su se stesso. Il risultato è che i racconti in alcuni tratti non sembrano dei racconti, in altri tratti appaiono invece essere troppo fantasiosi.
Vi chiederete se mi sia piaciuto, anche in questo caso la risposta è: non lo so!
Devo pensarci su e, forse, rileggerlo più avanti, come ho fatto con altri libri quando mi rendevo conto di non essere in grado di capirne il significato.
Ecco, probabilmente dovrò aspettare... anche se leggere "Pierre Menard, autore del Chisciotte", mi ha fatto sorridere!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO