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venerdì 18 dicembre 2015

Li tassinari de Roma

Li tassinari de Roma
so' de 'na razza strana,
quanno so' soli
corono come pazzi,
sfrecciano tra la gente
come se nun c'avessero paura de gnente.

Poi, de colpo,
come caricano 'n criente,
da pirati de la strada
se trasformano immediatamente,
diventando come conigli,
e co' li crienti loro
fanno come fossero figli.

Piano piano, con prudenza,
se movono ner traffico romano
Tomm Tomm funzionante
e cartina alla mano,
nun se sa come
ma nun conoscono mai la strada
se perdono, se sbajano
nun parono manco de Roma
ma sembrano de Praga!

Te chiedono a te
se sai dove devi annà
co' stà faccia d'agnoletto
che a guardalli è un diletto,
ma solo pe' tirà a fregà.

E se per caso all'aeroporto devi annà
fa bene attenzione, nun farte raggirà
che na corsa in tassì
più de 'n viaggio pe' Parì
te la fanno pagà.

Però na' cosa è certa,
a li tassinari de Roma
nun je manca mai la parola,
durante tutto er viaggio
nun t'annoi de sicuro
che la lingua lunga e tajente
nun assomiglia a gnente
e se je fai simpatia
er viaggio se trasforma
e la tariffa pure
rientra nella norma.

Ma fa attenzione a quello che dici,
nun te schierà mai pe' primo
se sei daa Lazio o daa Roma,
lascelo dire a loro
e se proprio voi parlà male
de quarcuno
parla male de li politici
che nun te poi sbajare
opure de le tasse che c'hai da pagare
che questi so dolori che accomunano.

E quanno alla fine
arivi a destinazzione
saluta l'amico tuo tassinaro
dopo che paghi la corsa,
e me raccomanno,
nun chiede mai la ricevuta
che sta cosa nun se fa,
pecchè è na cosa brutta!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 12 dicembre 2015

Er traffico de Roma

Nun ce se pò crede
finchè nun ce state 'n mezzo,
a bordo de n'autovettura
tra du file stretto
de macchine rombanti e strombazzanti
pe' via Cristoforo Colombo
o Corso Trieste
Acilia, Aurelio, Bufalotta
Eur, Appia Nuova e Tor Pagnotta,
nun ce sta nessuna differenza
andà pe' strada è na penitenza!

Roma è la città più bella
ma er traffico pe strada
è na maledizione
che nun se ne pò parlà
senza tremà pe l'emozione.

Pe' non parlare poi de li marciapiedi
che de solito nun esistono pe' gnente,
e quanno ce stanno
nun ce po' passà la gente,
pecchè so occupati
da le macchine de prima,
quelle che stavano pe strada,
poco prima.

Peccato,
povera Roma mia
che l'amministratori tui ancora
nun l'abbino capito
che'r traffico è la rovina tua
come la moje pel marito.


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 6 dicembre 2015

La filastrocca dello spazzino

Ieri sera, per diletto,
con mia moglie sotto braccio
per le strade di Roma
sono stato a passeggio
tra ponti e palazzi,
musei e antichità,
lungo il Tevere la folla
a passeggio se ne va!

Tra bar, pasticcerie e ristoranti,
e tutte queste delizie
per ogni dove, ahimè,
cassonetti pieni, sacchetti e cartoni,
cartacce e immondizie.

L'acqua del Tevere
sotto il cielo azzurro
scorre felice
intorno però sporcizia ed erbacce
e in terra le solite brutte cartacce.

Il trenino della Metro
ci porta al centro
"Termini, uscita lato destro", torniamo all'aperto
Piazza dei Cinquecento senza vespasiani,
che olezzo, che sconcerto!

Eppure non capisco,
tante sedi dell'AMA abbiamo visto
lungo la strada colpiscono i cartelli
"Rispettiamo la nostra città"
tutti pasticciati coi pennarelli.

Per una città pulita
non servono i cartelli
non bastano i cassonetti
o la macchina spazzatrice.
non basta neanche la buona educazione
occorre lo spazzino,
razza in estinzione
con tanto di ramazza
che tutto via spazza.

La passeggiata è terminata
abbiamo visto tanta gente
che passeggia tra sporcizia e cartacce
ma niente spazzini e niente ramazze!

Poi sul tardi, all'imbrunire,
eccone uno,
lo vediamo, poggiato al muro con la sua ramazza
lo fermiamo e domandiamo
"Signor spazzino, perché non lavora?"
c'è così tanto da fare
strade da spazzare, marciapiedi da pulire
cartacce da raccogliere
cestini da vuotare.

Ci guarda e con la faccia triste dice
"Avete ragione,
ma cosa volete che faccia io da solo?
Sono l'ultimo di una razza
ormai scomparsa
ed anche la mia ramazza
è finta, non vedete che non spazza?

Ma non preoccupatevi,
al posto mio all'AMA
hanno assunto un altro dirigente,
così, tra qualche giorno
anche io mi leverò di torno,
e vedrete che strade pulite!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 26 aprile 2014

Roma: Palazzo Massimo

Il Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo, oltre ad ospitare mostre itineranti (attualmente la mostra sui mostri della mitologia) contiente delle opere d'arte di elevatissimo livello e una bellissima collezione di monete di tutti i tempi attraverso cui è possibile ripercorrere la storia del nostro paese.


Il pugile


Le statue, di periodo classico, sono delle vere e proprie opere d'arte.  Bronzo, marmo o pietra fa poca differenza per chi osserva, si tratta in ogni caso di opere di altissimo valore artistico.





Spostandosi da una sala all'altra è possibile osservare lungo i corridoi i busti e le teste di personaggi famosi del periodo imperiale e repubblicano, interessantisssimi i particolari delle acconciature.

 







L'ermafrodito



Il discobolo




 
Il sarcofago di portonaccio
 

Ecco solo alcune foto delle opere che mi sono piaciute maggiormente.
Il palazzo si trova subito fuori dalla stazione Termini e vale proprio la pena visitarlo.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

martedì 22 aprile 2014

Pasquetta a Roma: i Mostri

Mostri, creature fantastiche della paura e del mito, questo il titolo della mostra di Palazzo Massimo, nei pressi della stazione Termini.

E' con il Minotauro che inizia il percorso fantastico. Il mitico mostro mezzo uomo e mezzo toro, ucciso da Teseo.

Lo seguono le arpie e le sirene, donne uccello, tremende e cattive. Omero le descrisse tentatrici, altri le dissero sanguinarie.







Eppure in certi casi vengono rappresentate come oggi noi conosciamo gli angeli.



Poi è il momento della sfinge, il mitico custode, ce ne parlano gli antichi come un mostro che poneva indovinelli mortali. Una sfinge egizia, bellissima, fa pensare alle loro capacità di lavorare la roccia.





Maschere mostruose, zampe pelose, zoccoli e corna, introducono i sileni e i satiri.

 

La testa di Medusa, simbolo di potenza, spesso riprodotta sugli scudi e sulle corazze dei guerrieri. Mitica regina dell'estremo ovest, uccisa da Perseo.
 




I serpenti cedono il passo alla bellezza di Bellerofonte e del suo cavallo alato, Pegaso e al mostro da loro ucciso, la Chimera.

 


 



Così si chiude la mostra e si apre un altro mondo, quello di palazzo Massimo, ricco di tesori...
 
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 13 ottobre 2013

Roma: musei Capitolini


Dobbiamo ringraziare Papa Sisto IV se possiamo ammirare le opere d'arte oggi conservate ai musei Capitolini. Fu lui infatti che nel 1471 diede inizio alla collezione.
Con il passare deglia anni furono in tanti a collaborare ad arricchire il museo che oggi possiede opere stupende che coprono diversi millenni di storia.
Ogni angolo del museo è una sorpresa...
 







Distribuito su due palazzi, Palazzo dei Conservatori e Palazzo Clementino-Caffarelli, si affaccia sulla splendida piazza del Campidoglio con al centro la statua equestre dell'Imperatore Marco Aurelio (in copia, l'originale è all'interno del museo).
Dal Tabularium è possibile ammirare i resti dei Fori Imperiali.
 







La testa di Medusa, opera di Gian Lorenzo Bernini, affascina ancora oggi, come un tempo doveva fare la regina delle Gorgoni con chi la guardava! Non è difficile restare pietrificati di fronte alla maestria del suo creatore...


La Lupa, simbolo di Roma... e inizio della sua storia!

 



 
L'Imperatore Commodo, che nella sua crudeltà, riuscì a farsi maledire dal popolo romano, vestito da Ercole...
 



Marco Aurelio, l'originale...





E poi la pinacoteca...








Dalla terrazza panoramica Roma da sfoggio di sè...


 

 
 
... in tutto il suo splendore!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO