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sabato 13 settembre 2008

Organizziamo un viaggio...

(Ovvero... come si organizza un viaggio?)

Cari amici, una delle cose spesso trascurate è l'organizzazione... e quando si parte in viaggio, questa mancanza può costar cara!
Non parlo di soldi ma di tutt'altro... parlo di ricordi e di conoscenza.
Un viaggio è, nel suo piccolo, un'esperienza spesso unica e come tale merita di essere ricordata. E allora ecco alcuni semplici suggerimenti che a chi è già esperto faranno sorridere, ma ai meno abituati potrebbero tornar comodo!
In primo luogo ogni viaggio merita di essere documentato. C'è il viaggiatore appassionato di fotografia oppure il patito della telecamera o ancora quello che si ferma in un angolo e butta giù lo schizzo a matita di uno scorcio interessante... tutto va bene, anche la descrizione semplice, senza immagini... dipende dai gusti! Certo è però che se è vostra intenzione, al rientro, mostrare qualcosa agli amici, allora le immagini servono!
Prima di partire un po tutti si ricordano di controllare la mappa o la carta stradale... e questo è giusto... sono molti meno i viaggiatori che si informano sulla storia del luogo da visitare, sulle usanze, sui monumenti... e ciò è un peccato.
Partire preparati è un presupposto per la buona riuscita del viaggio, anche perché ci consente di capire la cultura del luogo. E allora ricordiamoci sempre di raccogliere un po di informazioni storiche o di acquistare una guida del luogo da visitare e di leggerla prima di partire... durante il viaggio ci sarà più semplice orientarci.
Una delle cose che spesso si trascura è riordinare il materiale raccolto alla fine del viaggio... come se la nostra memoria fosse infallibile...
Purtroppo non è così... è necessario riordinare le foto, catalogarle, scrivere in bella gli appunti presi velocemente... scrivere le ricette etniche e le curiosità viste... fare questo, tra l'altro ci aiuterà a ricordare meglio, ma soprattutto ci permetterà di rivivere il viaggio ogni volta che lo vorremo!
La cosa migliore, a mio avviso, è mantenere un diario di viaggio da compilare giorno per giorno e da completare poi con le fotografie... e se qualcuno ha la passione del computer può sempre aprire un blog e la sera aggiornare i suoi amici sull'andamento del viaggio... inserendo le foto e le curiosità...
E così, se tutto è andato bene, ci si comincia a preparare per il prossimo viaggio...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Dubbio amletico...

Siamo quelli che creano il big bang
nell'accelleratore sotto una montagna svizzera
(o almeno ci provano)
oppure quelli che restano ancora una volta
attoniti a guardare questo incredibile temporale
che batte sui muri e sui vetri
e trasforma la città d'estate di un attimo prima
in questa grigia ombra che sembra notte ?

Giuseppe MARCHI

venerdì 12 settembre 2008

Tucidide e la effeminatezza degli Ateniesi

Si pensa sempre che il passare del tempo porti progressi e i progressi portino alla mollezza dei costumi... ebbene, a voler dar retta a Tucidide non è sempre stato così... o meglio, si può passare da mollezza di costumi a semplicità e viceversa.
Ma vediamo cosa ci dice Tucidide sugli usi degli antichi ateniesi, antichi per lui, s'intende!
Tucidide visse intorno al V sec. a.C. e descrive i tempi antichi, tempi in cui in tutta l'Ellade si girava armati per paura dei briganti, tempi in cui i pirati infestavano i mari, poi, dice...

[Tucidide: la guerra del Peloponneso, I, 6]
"... le abitazioni non erano difese, né le comunicazioni erano sicure; sicché divenne consuetudine vivere con le armi addosso, come i barbari."

Divenne consuetudine... dunque prima non era così... mmh!?!

"... Primi fra tutti furono gli Ateniesi a smettere di portare le armi sulla persona; e, quando il tenore di vita si scostò dal rigore antico, passarono a più morbide delicatezze. Per questa effeminatezza, solo da poco in Atene gli anziani della classe ricca hanno smesso di portare tuniche di lino, e di legarsi il ciuffo dei capelli inserendovi cicale d'oro. Sicché anche presso gli Ioni più anziani, data la parentela con gli Ateniesi, per molto tempo rimase questa moda."

Dunque, gli ateniesi adottarono costumi "effeminati", come dice Tucidide, seguiti dagli Ioni... ma poi abbandonarono questo costume, per adottare nuovamente costumi più sobri!?! Perché?!?

"... Invece furono i Lacedemoni ad adottare per primi la semplicità nel vestire, secondo l'uso attuale; e, qui, i ricchi si misero anche sotto gli altri riguardi allo stesso livello di vita della moltitudine."

Dunque gli antichi Spartani, i Lacedemoni, furono i primi a vestirsi in maniera semplice, secondo l'uso attuale... di allora! Ma ciò fa supporre che anche essi prima avessero costumi differenti... simili agli antichi Ateniesi... ma di che periodo si sta parlando? Che strana sequenza di eventi e di usi e costumi... Cosa accadde per far cambiare usi e costumi?
Credo di poter azzardare qualche ipotesi...
I Lacedemoni o antichi Spartani, poi cacciati o conquistati dai Dori, dovevano essere di costumi abbastanza effeminati... i Dori ne presero il posto e probabilmente erano più rudi e guerrieri e avevano costumi differenti... ma tutto ciò, sia chiaro, non sono che supposizioni! Ma perché gli Ateniesi avrebbero dovuto cambiare i loro costumi? Forse perché in pericolo o perché spinti da altre necessità. E' lo stesso Tucidide che ci dice che durante il periodo della guerra del Peloponneso si verificarono diversi fenomeni straordinari...

[Tucidide: la guerra del Peloponneso, I, 23]
"... fenomeni che prima si riferivano per sentito dire, ma che di rado rispondevano ai fatti, divennero non dubbia realtà; ciò vale anche per quando riguarda i terremoti che interessarono zone assai estese e furono di intensità maggiore del solito, per le eclissi di sole che si verificarono con maggior frequenza che non nel tempo precedente, e per certe grandi siccità e conseguenti carestie, e per l'epidemia di peste che fu di gran danno, con ampia messe di vittime: tutte sventure contemporanee alla guerra."

Ecco dunque che si inizia a capire che non solo di guerra si trattò...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

mercoledì 10 settembre 2008

Tucidide e l'origine del nome Ellade

Tucidide
Come al solito, mentre leggo l'ultimo libro acquistato, la guerra del Peloponneso di Tucidide nella traduzione di Piero Sgroj per la serie GTE Newton, prendo appunti sulle curiosità incontrate, da raccontare poi in poche righe a chi non ha il libro, non ha voglia di leggere tutto il testo o, più semplicemente, non ha tempo...
Dopo appena poche righe mi imbatto in una di quelle frasi che mi portano indietro di secoli rispetto alla data in cui l'autore ha scritto il testo.
Tucidide, infatti, nell'introduzione, dopo aver discorso sull'importanza della guerra del Peloponnesso che si accingeva a raccontare, nel secondo paragrafo ci parla dell'Ellade antica, e ci informa del fatto che in passato questa terra non doveva essere abitata stabilmente a causa delle cattive condizioni di sicurezza e delle spinte continue da parte di successive ondate migratorie...

[La guerra del Peloponneso, I, 2]
"Non esisteva il commercio. Mancava, sia per terra che per mare, la sicurezza delle relazioni reciproche. Ognuno coltivava il proprio campo quanto bastava per viverci; sfornito di capitali, e senza far piantagione nel dubbio che da un momento all'altro sopravvenisse chi ne strappasse loro il frutto."

Indice di debolezza politica... come ci dice saggiamente lo stesso Tucidide...
Secondo lui l'Ellade, prima della guerra contro Troia non esisteva come unità politica non avendo mai compiuto alcuna impresa in comune. Sempre Tucidide ci dice che probabilmente l'Ellade, in passato, non aveva neanche questo nome, sembra infatti che...

[La guerra del Peloponneso, I, 3]
"... prima di Elleno figlio di Deucalione, questa denominazione di Ellade neppure esistesse; e che fossero le singole genti, tra le altre per lo più i Pelasgi, a darle il proprio nome. Quando poi Elleno e i suoi figli costruirono una loro potenza nella Ftiotide, e furono chiamati in aiuto nelle altre città, fu allora che - secondo me - essendosi ormai stabiliti questi rapporti, si diffuse maggiormente nelle singole regioni il nome di Elleni..."

Ecco dunque che, come per altre popolazioni, anche gli Elleni devono il nome al loro Re, Elleno. Tucidide porta a testimonianza della sua ipotesi il fatto che lo stesso Omero non parli mai di Elleni ma delle singole popolazioni... sempre per Tucidide, ai tempi di Omero forse non esisteva neanche il termine "barbaro", in uso invece nel suo periodo, per indicare le popolazioni diverse dagli Elleni.

Informazioni interessantissime e che spingono ad investigare meglio la storia antica della Grecia e dei suoi popoli...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 7 settembre 2008

Navi e tariffe speciali per residenti in Sardegna

Questa estate mi sono "divertito" a viaggiare su e giù tra Porto Torres e Genova in nave e così sono diventato esperto delle tariffe e dei biglietti fatti su internet... e qualche sorpresa, come potete immaginare, la si trova sempre... e di solito non è a favore del Sardo, residente o nativo che sia!
Parliamo della compagnia di navigazione Tirrenia, tratta Porto Torres - Genova.
Tutti i Sardi sanno che vi sono delle tariffe speciali per i sardi e per i residenti, ma forse non tutti sanno che "tariffa speciale" non sempre significa "tariffa più bassa"...
Non ci credete?
Provate pure voi... basta andare sul sito e seguire la procedura per acquistare il biglietto on line... passaggio ponte, un passeggero adulto, partenza l'otto settembre ore 20.30... poi, da buon Sardo informato seleziono la tariffa "passeggero residente" e vado avanti, prezzo del biglietto, comprensivo di passaggio ponte, prevendita e diritti portuali 37,03 Euro... non è tanto penso e sono quasi tentato di acquistare il biglietto poi... ma si, proviamo a vedere quanto ho risparmiato per il fatto di essere sardo... e così ricomincio la procedura e questa volta non seleziono "tariffa residenti" ma vado avanti come un comune turista... vediamo quanto avrei pagato... penso... ci sarà un 30% almeno di risparmio...
Sorpresa! Il turista avrebbe speso... 34,12 Euro... quindi... 34,12 Euro?!?
E' uno scherzo?!?
Riprovo... 34,12 Euro... non è un errore!
Dunque il turista risparmia ben 3 Euro!
Bene, e il Sardo paga anche per lui! Complimenti Tirrenia...

Mah, chissà... forse è stato solo un caso, vediamo cosa accade un altro giorno e magari con un'altra combinazione...

Allora, una poltrona di 1^, auto Alfa Romeo 145, residente... totale: 128,28 Euro.
Ora vediamo un turista quanto spende... 149,32! Bene... allora c'è un po di convenienza... ma vediamo dove stà la differenza... nell'Auto! Il turista paga di più per l'auto... ho capito, forse è l'auto che deve avere la residenza per avere lo sconto!


Verifichiamo l'ipotesi... cambio ancora, due adulti più due ragazzi, una famigliola di residenti/nativi... in cabina quadrupla di 1^ e senza auto al seguito... prezzo 174,68 Euro...

E i turisti? 475,88 Euro... Caspita!
Allora un po di risparmio c'è, eccome, ad essere Sardo... ma non per il singolo che viaggia in passaggio ponte... il risparmio c'è per chi può permettersi la cabina di prima... meglio che niente!

E allora mi raccomando signori e amici sardi, quando fate il biglietto verificate sempre che la tariffa residenti sia effettivamente più conveniente e se non lo fosse... beh, fate i "turisti"!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Un nuovo Tuttologo: Gavino Usai


Cari amici, cari lettori,
oggi ho il piacere di presentarvi un nuovo tuttologo, Gavino.
Gavino, come ama dire lui é "nato a Sorso ma romano di adozione". Nonostante tutto, dice, "non ho mai dimenticato la natia Sorso che ogni giorno, specie al tramonto, mi compare nella mente come un film. L'incomparabile panorama incorniciato dal golfo dell'Asinara, le sue pinete, vigne, oliveti, gli orti e quanto ancora la natura offre... mi spiace non trovare le parole adatte per descrivere tutto... i colori del mare, le dorate spiagge... tutto è meraviglioso, ed è il motivo per cui vi trascorro alcuni mesi all'anno".
E come dargli torto?
Il panorama è stupendo... e allora, benvenuto Gavino, sono sicuro che ci potrai insegnare tante cose sulla tua amata Sorso e, perchè no, sulla tua città di adozione, Roma!


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Leggi la presentazione completa di Gavino...

venerdì 29 agosto 2008

Pausania il periegeta (110-180 d.C.)e la storia della Sardegna

La lettura del libro di Ettore PAIS, "Storia della Sardegna e della Corsica" e di "Le colonne d'Ercole un'inchiesta" di Sergio FRAU, mi hanno spinto alla ricerca del testo di Pausania "Periegesi della Grecia"...
Pausania (Παυσανίας / Pausanías)) fu uno scrittore e geografo greco del II secolo dopo Cristo, nato probabilmente a Magnesia di Sipile nella Lidia, detto il periegeta in quanto si occupava, diremo noi, di scrivere "guide turistiche".
La sua opera più importante è, per l'appunto, "Periegesi della Grecia", da lui visitata in lungo e in largo e descritta con dovizia di particolari anche storici. L'opera è articolata in dieci libri. L'Attica (libro I), Corinto (Libro II),Laconia, (Libro III), Messenia (Libro IV), Elide (Libri V e VI), Acaia (Libro VII), Arcadia (Libro VIII), Beozia (Libro IX) e la Focide (Libro X). Perché questo interesse? Direte voi...
Perché è un testo antico, in primis, e dunque mi interessa... perché il libro X parla della Sardegna antica (perché poi ne parla se il titolo è Periegesi della Grecia?) e dunque ancor più interessante! Tanto interessante che mi reco in alcune librerie a Roma, e non le più piccole per vedere cosa riesco a trovare... cerco tra i libri ed ecco che salta fuori Pausania, quasi subito... Certo che potrebbero fare anche una edizione completa, invece che costringere il lettore a comprarsi tutti i singoli volumi... io sono interessato al volume decimo, vediamo se c'è...
Niente da fare... i volumi arrivano fino all'VIII! Gli ultimi due non ci sono! Stessa storia poco lontano, in un'altra grossa libreria di Roma... ed è uguale anche nella terza! Mi arrendo. Torno a casa e cerco su internet,Wikipedia di solito non mi delude... ed è così infatti! Basta un po di pazienza e la conoscenza di alcune lingue oltre l'italiano e di solito si trova tutto!
Seguo il link per una edizione completa in doppia lingua, francese e greco, e riesco così a leggere il X libro... L'indice mi indica che la Sardegna è trattata alcap. XVII e così... inizio la lettura... perdonate la traduzione "barbara" ma il mio francese è abbastanza maccheronico...

[1] "I Barbari che abitano la Sardegna, isola situata ad ovest, hanno inviato a Delfi la statua in bronzo di colui dal quale hanno presso il nome..."

Dunque i Sardi della Sardegna si chiamano cosi dal nome del loro fondatore... o Re, presumibilmente si doveva chiamare "Sardo"... ma andiamo avanti...

"La Sardegna, per la sua estensione e la sua fertilità, può essere comparata alle isole più rigogliose... "

ci dice Pausania... e ciò mi fa piacere, non come ne parlava Cicerone...

"Io non so quale fosse l'antico nome con cui la Sardegna è chiamata dai suoi abitanti, ma i Greci che vi navigavano per il commercio, la chiamavano Ichnusa perché essa ha assolutamente la forma del piede d'un uomo; essa è lunga 1120 stadi e 470 stadi di larghezza."

[2] Si dice che i Libici furono i primi che vi arrivarono con i propri vascelli: il loro capo si chiamava "Sardus"...

Ecco, lo sapevo...

"... figlio di Maceris, chiamato Ercole dagli Egiziani e dai Libici"

Ercole... ecco che si comincia a parlare di Ercole... un nome ed un mito, anzi, un nome e tanti miti...

"il viaggio più celebre che ha compiuto questo Maceris è stato quello di Delfi. Sardus aveva il comando dei Libici che si erano stabiliti a Ichnusa, così l'Isola cambiò nome e prese da lui quello di Sardegna."

Libici e isolani vissero assieme dividendosi l'Isola... poi arrivarono i Greci:

[3] "Diversi anni dopo, Aristeo e i Greci che erano con lui, approdarono nell'Isola. Aristeo, a quel che si dice, era figlio di Apollo e di Cirene..."

Aristeo decise di stabilirsi in Sardegna...

"e c'è chi dice che Dedalo in quello stesso periodo si trovasse obbligato a lasciare "Camicus" a causa della spedizione dei Cretesi e così si sia associato ad Aristeo per questa colonia.

[4] Ma non è per niente probabile che Dedalo, per la colonia o per altri fatti, avesse potuto associarsi ad Aristeo sposo di Autonoe figlia di Cadmo; Dedalo in realtà visse all'epoca del regno di Edipo a Tebe. Del resto, coloro che arrivarono con Aristeo non fondarono alcuna città, non essendo, per quel che io credo, ne forti ne numerosi per poterlo fare.

[5] Dopo Aristeo, gli Iberici passarono in Sardegna guidati da Norax (
Νώρακι), ed essi fondarono la città di Nora (Νώρα), che fu, a quel che si dice, la prima città dell'Isola. Norax era, si dice, figlio di Mercurio e di Eritia, figlia di Gerione.
La quarta spedizione, composta da Tespiesi e Ateniesi, arrivò in Sardegna agli ordini di Iolao (
Ἰόλαος)..."

Lo Iolao da cui ebbe origine il popolo degli Iolei o Ilienses di cui parla il Pais, sicuramente.

"e fondarono la città di Olbia (
Ὀλβίαν)."

Pare che tra gli Ateniesi ci fosse un tale "Grillus" dal quale deriverebbe una località chiamata "Ogryllé"... ma non sono sicuro di aver capito bene...

"Si possono trovare ancora in Sardegna, dei luoghi chiamati Iolai, e gli abitanti di quest'Isola rendono gli onori a Iolao..."


[6] Quando Troia fu conquistata molti Troiani fuggirono ed alcuni di questi , scappati assieme ad Enea, furono scaraventati in Sardegna dai venti, e qui si mescolarono con i Greci che vi si erano stabiliti in precedenza; i Barbari non fecero mai la guerra contro i Greci e i Troiani siaperché le forze militari erano pressoché le stesse sui due fronti, sia perché nessuno osava attraversare il fiume Thorsus ( Θόρσος) che separava i loro territori.

[7] Molti anni dopo, i Libici passarono nuovamente nell'Isola con forze considerevoli e cominciarono a fare la guerra contro i Greci che morirono pressoché tutti in questo periodo o comunque ne sopravvissero ben pochi. I Troiani si rifugiarono sulle alture dell'Isola, nelle montagne inaccessibili a causa delle pareti di roccia e dei precipizi e portano ancora oggi il nome diIliensi, nonostante assomiglino in tutto ai Libici dei quali hanno adottato le armi ed il genere di vita..."

Ecco tutta la spiegazione secondo Pausania... e perché mai non dargli retta? Sono forse meglio le Carte di Arborea (che non conosco... ancora) o il "nulla" che si dice contraddistingua la storia dei Sardi?

[8] "Di seguito alla Sardegna c'é un'Isola, chiamata Cyrnos (
Κύρνος) dai Greci e Corsica (Κορσική) dai Libici che vi abitano. Una grossa parte della popolazione a causa di disordini civili passò in Sardegna e si impadronì della parte di montagne in cui si stabilì. I Sardi chiamarono questi abitanti Corsi (Κορσοί) dal nome della loro patria."

[9] "I Cartaginesi (
Καρχηδόνιοι), nel periodo della loro massima potenza sul mare, soggiogarono i popoli della Sardegna, ad eccezione degli Iliensi e dei Corsi, che ritiratisi nelle loro montagne, fuggirono dalla schiavitù. I Cartaginesi fondarono anche essi nell'Isola due città, Caralis (Κάραλίν) e Sulcis (Σύλκους). Alcuni alleati dei Cartaginesi, Libici o Iberici, entrarono in discussione per la spartizione del bottino, li abbandonarono in un momento di collera e si spostarono a vivere nella parte più elevata dell'Isola equi presero il nome di Balari che, nella lingua dei Cyrniensi (Corsi) significa "fuggitivi"."

Caspita! Così i Balari, secondo Pausania, erano un popolo che arrivò da fuori assieme ai Cartaginesi... Peccato che Pausania ci abbia riferito il significato di Balari ma non faccia cenno del significato di Caralis e Sulcis, chissà...

[10] "Queste sono le razze che abitano la Sardegna ed è così che vi si stabilirono.
Sul lato Nord e dalla parte del continente dell'Italia quest'Isola è bordata di montagne inaccessibili... Seguendo la costa troverete dei porti per ivascelli, ma dei venti irregolari e molto violenti soffiano perennemente dall'alto delle montagne verso il mare."

[11] Nel centro dell'Isola si trovano delle altre montagne meno alte; l'aria, in questi luoghi è per la maggior parte del tempo carica di vapori e malsana, a causa di concrezioni saline e di un vento del sud, sporco e violento. che vi domina: le montagne sul lato dell'Italia impediscono ai venti del Nord di penetrarvi e di rinfrescare l'aria... Altri pensano che l'Isola diCyrnos (sempre la Corsica!) che è separata dalla Sardegna per mezzo di un tratto di mare di circa otto stadi e che è montagnosa e molto elevata per tutta la sua estensione, impedisca ai venti del nord ed allo Zefiro di farsi sentire

[12] I serpenti di quest'Isola non sono pericolosi per l'uomo in quanto non sono velenosi, non si vedono lupi. Gli arieti selvatici non sono più grandi che altrove ma hanno la stessa forma degli arieti che si possono trovare nelle opere di fabbricazione Egineta. Essi hanno il tronco più villoso e le corna si ricurvano di colpo verso le orecchie, essi sorpassano in velocità tutti gli animali selvatici."

[13] "In tutta l'Isola non c'è che una sola specie di pianta il cui veleno è mortale. Assomiglia al sedano e chi ne mangia muore, a quanto si dice, ridendo: è perciò che Omero e quanti l'hanno seguito, hanno chiamato "riso sardonico" quello causato da qualcosa di sgradevole... "

Ed ecco il significato di "riso sardonico"...

"Questa pianta cresce particolarmente attorno alle fontane senza per questo comunicare all'acqua qualità velenifere."

E così Pausania ci lascia, dopo queste righe di storia della Sardegna, spiegandoci i motivi che l'hanno spinto a scrivere sulla Sardegna... "principalmente perché quest'Isola è molto conosciuta dai Greci..."

Quanto mi avrebbe fatto piacere sentire questa storia quando, ragazzino, frequentavo la scuola in un piccolo paese della Sardegna...

Meglio tardi che mai!


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO