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domenica 4 gennaio 2009

Visitando Lugano...

Lugano, Svizzera, pochi chilometri oltre il confine...


una città splendida incastonata tra le alpi e il Lago di Lugano...

una passeggiata lungo il lago, nonostante il freddo...

in compagnia di "veri" amanti della natura...
Si fa sera e il freddo ci riporta alla realtà...

Ci resta solo la tristezza di dover andar via...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 3 gennaio 2009

La decadenza ai giorni nostri...

Nessuno ignora che l'eloquenza e tutte le altre manifestazioni dell'ingegno, hanno perso il loro antico fulgore, non per mancanza di personalità all'altezza, ma perché i giovani sono pigri e i genitori li trascurano, perché i maestri sono ignoranti e vengono dimenticati i costumi del passato. Sono sciagure nate a qui, a Roma, poi si sono sparpagliate per l'Italia e adesso si stanno ramificando anche nelle province.

Grazie Tacito, una lezione magistrale...
Chissà che non possa esserci utile!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Preghiera (2002)

Cenere e pioggia hanno fatto brulla

La strada e il muro che corre cadente

Ferito e piegato è rimasto trafitto

Dall’eco del boato lontano

Tutta la notte a cercare

Tra le macerie inutile sfida

Alla morte certa sorella matrigna

Terra e fuoco in un solo ardere

Le tende e i letti in fila

Un’altra notte senza nome

Un numero nella lista degli sfollati

E fiori deposti in silenzio

Gli occhi vuoti di lacrime

Madri e padri senza figli

Una preghiere lascio scivolare

Per quei piccoli angeli

Giuseppe MARCHI

venerdì 2 gennaio 2009

Lungo il lago Maggiore

Due gennaio 2009... tempo freddo, nebbia in val padana...Ma poco più su, ecco Arona, splendida cittadina sul lago...


Ed ecco una delle isole Borromeo, sul lago... chissà come si vive!E poi si arriva a Stresa... con le sue fantastiche ville e gli hotel da urlo!

E poi, finalmente in Svizzera, a Locarno!

Un posto speciale...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

giovedì 1 gennaio 2009

Il simbolo del "pesce" e la religione cristiana...

Voglio iniziare questo nuovo anno con un breve articolo sul pesce.
Non parlo di cenone di natale, né di acquariofilia o di pesca, voglio parlare del simbolo del pesce che nei primi secoli della storia del cristianesimo era associato a Gesù Cristo!
Quale era il significato?
Leggendo il libro di Ernesto Renan su "Marco Aurelio e la fine del mondo antico" sto scoprendo tante informazioni, alcune notizie già sentite di passaggio, altre totalmente nuove... il libro é interessantissimo, sullo sfondo o meglio con la scusa di parlarci della vita di Marco Aurelio infatti, l'eminente storico delle religioni, ci parla degli accadimenti religiosi nel mondo dei tempi del grande imperatore...
Tra gnosticismo, sette eretiche, grandi martiri e testi antichi, l'autore ci fa rivivere lo sviluppo del cristianesimo.
Veniamo alle notizie che più mi interessano, in alcuni punti si parla dei libri sibillini, o meglio, degli oracoli...
"Un marmo del III secolo, trovato ad Autun, ci ha conservato un componimento poetico che presenta, come l'ottavo libro degli oracoli sibillini, l'acrostico ιχθυς"...
Dunque, prima di andare avanti ho la necessità di chiarirmi alcuni concetti. Cosa significa "acrostico"?
Un acrostico è un componimento poetico in cui le lettere o le sillabe o le parole iniziali di ciascun verso formano un nome o una frase chiamato acronimo.
Cosa significa ιχθυς ce lo dice l'autore: "Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore che in greco suona così: Ἰησοὺς Χριστὸς Θεοῦ Υἱὸς Σωτήρ, più o meno "Iesous Cristos Teos Iios Soter".
Ma in greco, per chi non conosceva il significato nascosto dell'acrostico, si aveva semplicemente ιχθυς cioè pesce! Il pesce inizialmente fu il simbolo di Gesù Cristo.
Già tutto ciò é di per se interessantissimo, almeno per me, ma proviamo ora ad andare avanti!
Sul marmo era riportato:
"O razza divina dell'ιχθυς celeste, ricevi con cuore traboccante di rispetto la vita immortale tra i mortali; ringiovanisci la tua anima, o mio carissimo, nelle acque divine, tra le onde eterne della Sofia che dà i tesori. Ricevi il cibo dolce come il miele del Salvatore dei santi; mangia fin che hai fame e bevi fin che hai sete; tieni l'ιχθυς tra le palme delle mani".
Ancora più interessante...
ma la cosa più interessante per me non é tanto l'acrostico in se quanto ciò che Renan ci aveva detto poco prima: "Un marmo del III secolo, trovato ad Autun, ci ha conservato un componimento poetico che presenta, come l'ottavo libro degli oracoli sibillini, l'acrostico ιχθυς".
Renan dice che l'acrostico ιχθυς era presente "come nell'ottavo libro degli oracoli sibillini".
Ora, se questo libro di cui si parla é uno dei libri sibillini dei quali ho parlato in un altro mio articolo bisogna ricordare che questi risalivano almeno al tempo di Tarquinio il Superbo - ultimo Re di Roma, tra il 534 e il 510 a.C.!
Se, e ribadisco il se, si tratta degli stessi libri, l'acrostico "ιχθυς" prima di essere attribuito a Gesù Cristo era stato attribuito a qualcun altro!
O, forse, la figura di "Ἰησοὺς Χριστὸς Θεοῦ Υἱὸς Σωτήρ" è molto più antica di quello che dice la religione cristiana...
Interessante credo... non pensate?

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

martedì 30 dicembre 2008

Tacito e gli Egizi... in Germania!

Ancora Tacito...

[La Germania, 9]
"Più che ogni altra divinità adorano Mercurio al quale considerano lecito, in determinati giorni, sacrificare anche le vittime umane. Sono soliti placare Ercole e Marte con animali concessi. Alcuni, tra gli Svevi, fanno sacrifici anche a Iside; da dove tragga motivo e origine questo culto straniero, non sono venuto a sapere: comunque il simbolo stesso, tratteggiato a foggia di nave liburnica, prova che esso é venuto dal mare..."

A conferma di quanto dice Diodoro Siculo sulla visita degli Egizi in Europa, ci parla di Iside...

Ma quando gli Egizi, guidati dal Dio Osiride o dal suo Generale Eracle arrivarono in Europa?
E poi, si fermarono o proseguirono esplorando il mare?

Fantasie di vecchi storici?
O realtà confuse ormai forse irrimediabilmente nelle nebbie del passato?

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 28 dicembre 2008

De origine e situ Germanorum di Tacito

Tacito scrisse la sua opera sulla Germania nel 98 d.C. e in essa ci avvicina ad un popolo, o meglio, ai popoli chiamati germani e situati tra due grandi fiumi, il Reno ad ovest ed il Danubio ad est.
Erano popoli barbari, parlavano lingue strane e adoravano Dei diversi da quelli dei romani...
[La Germania, 2]
"Queste genti tramandano le loro memorie e la loro storia unicamente attraverso antichi cantari: in esso si celebra il dio Tuistone, nato dalla Terra. Suo figlio Manno, é il progenitore e il fondatore della loro stirpe: a lui vengono attribuiti tre figli, dal nome dei quali derivano la propria denominazione gli Ingevoni, gli Ermitoni e gli Istevoni. Alcuni, autorizzati dall'antichità dei tempi, dicono che Manno ha avuto anche altri figli e quindi sono più numerose anche le denominazioni dei popoli: si tratta dei Marsi, dei Gambrivii, degli Svevi, dei Vandali. Questi sarebbero anzi i veri nomi antichi."
Ecco dunque le popolazioni e gli dei principali, ma che dire del nome Germania? Da cosa deriva?
Tucidide ci soddisfa subito dopo...
[La Germania, 2]
"Quanto al termine Germania, esso é di recente importazione: i primi che, passato il Reno, cacciarono dalle loro sedi i Galli, furono allora chiamati Germani.Sono gli stessi che ora si chiamano Tungri; con l'andar del tempo il nome di una singola tribù prevalse su quello dell'intera stirpe.
Sempre parlando delle origini dei popoli Germanici, Tacito ci riferisce quanto da lui udito sulla visita di Ercole in Germania. Dopo Ercole, anche Ulisse pare che visitò la Germania, secondo le fonti egli "avrebbe anche fondato una città che si trova sulla riva del Reno e ancor oggi é abitata, dandole il nome di Asciburgio. Anzi in quel luogo sarebbe stata ritrovata un'ara consacrata ad Ulisse con aggiunto il nome del padre Laerte. Al confine tra la Germania e la Rezia vi sarebbero ancora dei monumenti e delle tombe recanti iscrizioni con caratteri greci."
Ercole ed Ulisse sarebbero stati in Germania...
Chissà, alcuni autori ultimamente hanno ipotizzato che una parte del viaggio descritto nella Odissea sia avvenuto proprio in quelle gelide acque...
Crederci o meno? Lo stesso Tacito lascia al lettore la scelta, posso io fare diversamente?

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO