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sabato 13 marzo 2010

Il pastrocchio della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma

Il libro kircandesossardos – sardegna, ricerca dell’origine, fu pubblicato nel mese di Giugno del 2008. Credendo che l’invio della copia per il “deposito legale” alle Biblioteche nazionali di Roma e Firenze, fosse ancora compito del tipografo, non mi occupai di tale incombenza.

Nel mese di ottobre dello stesso anno, scoperto non esservi traccia del libro nel catalogo della Nazionale di Roma, mi recai negli uffici della stessa ove mi fu detto che il tempo della messa in catalogo del titolo, nella norma, sarebbe potuto anche essere più lungo. A Febbraio dell’anno successivo, essendo la situazione rimasta invariata ed essendo di nuovo salito agli uffici della Biblioteca, decidemmo, con una responsabile dell’idoneo settore, che avrei donato una copia del libro. La stessa copia avrebbe seguito un “giro rapido” al di fuori degli obblighi del percorso informatico, che avrebbe portato il libro, nel giro di pochi giorni, ad essere disponibile per i fruitori della Biblioteca. Consegnai la copia il 7 Febbraio.

A Marzo del 2009, mi fu chiaro che la incombenza di spedire copia dell’opera per il cosiddetto “deposito legale” spettava in realtà all’editore cioè a me stesso, per cui provvidi alla bisogna il 25 dello stesso mese, avendone poi riscontro il 5 Maggio, con protocollo n° 0002305/ da parte della Nazionale di Roma.

Constatai nello stesso mese che, pur essendo trascorsi ben tre mesi (quindi qualcosina in più dei pochi giorni preventivati) e nonostante le assicurazioni circa il “giro rapido” (programmato dalle responsabili), il mio libro non era ancora disponibile alla lettura. La stessa situazione la si ebbe a Giugno, a fine del quale mese mi recai di bel nuovo presso gli uffici della Biblioteca, ove mi fu detto che dell’impedimento era causa un problema tecnico avuto dalla sezione informatica: non solo il mio libro, ma tutte le pubblicazioni erano bloccate, perché il sistema informatico era soggetto ad ammodernamento e nessuno poteva sapere quando il blocco sarebbe venuto a cessare. Pur comprendendo, a livello di elementare logica e per i trascorsi tecnici, essere ciò semplicemente assurdo, mi resi tuttavia conto, essendo il cosiddetto “giro rapido”, volutamente per sua natura, totalmente indipendente da qualsiasi legame con il sistema informatico, d’essere totalmente impotente a fronte di quello che si manifestava ormai aver preso la forma del più classico ed impenetrabile “muro di gomma”.

Ma a Novembre o Dicembre, mi accorsi che erano già disponibili alla lettura e quindi presenti nel catalogo, dei testi pubblicati un anno dopo quello mio, cioè nel 2009. Decisi di parlare col direttore della Biblioteca Nazionale. Naturalmente, non mi fu possibile, ma dopo qualche insistenza riuscii ad incontrare la responsabile della segreteria dello stesso direttore. Ad essa esposi il caso, lei fece qualche verifica dal suo pc e rimase molto meravigliata della situazione che definì incredibile. Ella rimase talmente incredula e al tempo costernata che, da grande decisionista quale doveva certamente essere, mi diede appuntamento dopo una settimana, con la promessa che avrebbe risolto ogni problema; vista la sua onesta disponibilità, mi azzardai a dirle che sarei stato disposto a portare una terza copia e a tale offerta la responsabile della segreteria mi disse che se ciò fosse stato necessario avevo, già da subito, la sua solenne promessa che tutto l’iter per la messa in catalogo, ricorrendo al metodo manuale, si sarebbe svolto in una sola giornata. Molto felice d’aver trovato finalmente la soluzione del mio problema, mi accomiatai dalla molto disponibile signora.

Una settimana trascorse senza alcuna telefonata da parte della gentile signora.

Dopo due settimane mi presentai presso il suo ufficio e dopo una certa attesa ella mi ricevette. La frase, preconfezionata, che mi elargì di prim’acchito, ancor prima del buongiorno, fu all’incirca la seguente:

ma lei non mi aveva detto che le era stata data già una risposta!


Il resto del colloquio non è importante, perché in quel momento compresi che il mio libro era bloccato per ordini superiori. A riprova di ciò, constatai come la disponibilità ed il decisionismo della signora fossero come svaniti nel nulla! Non avevo più di fronte il funzionario statale preparato e solerte di due settimane addietro: avevo davanti un impiegato molto seccato, non perché costretto a dirmi qualcosa che essa stessa sapeva essere non vera, ma perché al di là delle parole meccanicamente interscambiate, sentiva, palpabile, la altissima disistima nei suoi confronti, che ella stava facendo montare nel suo maltrattato interlocutore.

Ma, cosa ne sarebbe stato della procedura manuale (pur promessami in modo solenne) da portare a termine in un giorno? Neanche a parlarne! Compresi, appunto, che mi era stata già fornita, e da tempo, una risposta. Essa era stata registrata e tale sarebbe rimasta in eterno, perché così era stato deciso e non importava affatto che pubblicazioni successive di un anno, fossero già disponibili nella stessa Biblioteca!

Ora, si deve considerare (e quelle due o tre persone che mi conoscono perfettamente sanno) come io sia un emerito sconosciuto in qualsivoglia ambito culturale, non abbia nessuna preparazione umanistica, non sia al traino di nessuna corrente di pensiero, se non quella mia, quindi ciò che vado ad esprimere a titolo personale, vale nella misura in cui viene percepita come apprezzabile, da una parte, dei pochi che mi leggono.

Ed allora, come è possibile che il mio primo libro, che nulla dice se non riscrivere la preistoria della Sardegna e del Mediterraneo, possa destare una così accanita avversione da costringere una Istituzione così prestigiosa come la Biblioteca Nazionale di Roma, nella persona del suo direttore, perché egli ne è certo il primo ed unico responsabile di fronte al Ministro, ma anche verso la comunità intiera, a nascondere e sottrarre, vilmente, un testo alla lettura del folto pubblico di studiosi, ricercatori, studenti, semplici cittadini, che frequenta la biblioteca, in cui identifica il sacro tempio atto alla sempiterna diffusione della umana cultura?


mikkelj tzoroddu – autore ed editore

sabato 6 marzo 2010

Insalata Milano... alla mia maniera!

In cucina ciò che occorre é una buona dose di fantasia... con la fantasia si può trasformare "quasi" qualunque cosa in un ottimo piatto!
Oggi mi sono cimentato nel trasformare un cespo di insalata Milano, tendenzialmente insapore, in un ottimo contorno da servire con la carne.
Affettate l'insalata e buttate in padella, aggiungete un po di radicchio rosso sempre tagliato fine, un pomodoro secco, un bel po di cipolla, olio quanto basta, e mettete il tutto sul fuoco a cuocere per cinque minuti.
Occhio a non dimenticare il coperchio, altrimenti si brucia...
Quindi aggiungete mezzo bicchiere di vino bianco, meglio se un buon vermentino di Sardegna, lasciare cuocere ancora per pochi minuti quindi spolverate con pepe nero e il gioco é fatto.
Servite l'insalata Milano alla mia maniera nello stesso piatto della carne e... buon appetito!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Occorre avere fiducia...

Ogni volta che mi guardo attorno, vedo la società coperta da un alone scuro,
come di cenere...
Ricopre tutto, uomini, donne, bambini, alberi e fiori...
la stessa aria che respiriamo é grigia e sporca!

Polvere contaminata dall'Umanità?!?

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

giovedì 18 febbraio 2010

America - Cina... qual'é la relazione economica tra le due Super Potenze?

Cari amici,
talvolta capita di discutere con i miei amici sulle relazioni esistenti tra i Paesi del mondo, le popolazioni, la crescita demografica, l'economia, il lavoro... una delle nostre discussioni si basa sulle relazioni esistenti tra l'economia americana e quella cinese.... é sufficiente leggere The Economist per rendersene conto. Più difficile da capire se si leggono i nostri giornali, sempre troppo impegnati a discutere di affari di "politica interna".
Perdonate il sarcasmo, non lo farò più...

In definitiva, io penso che gli Stati Uniti si trovino attualmente in brutte acque ma... voi cosa ne pensate?

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 7 febbraio 2010

La guerra... qual é la sua reale funzione per l'umanità?

La storia insegna...
occorre solo avere l'intelligenza di imparare!

La storia dell'umanità é raccontata in migliaia di libri, autori di tutto il mondo, di tutti i tempi e di tutte le culture si sono preoccupati di tramandarci i fatti accaduti e ciò che era dietro i fatti, i motivi profondi dei cambiamenti e delle guerre.
Tutti noi, chi più chi meno, ha avuto tra le mani un libro oppure ha assistito ad una lezione di storia... ha sentito parlare di guerre, conquiste, crociate, invasioni... di tutti i tipi.
La televisione ci bombarda di notizie provenienti dall'Iran, Iraq, Afghanistan, Libano, Yemen, Somalia... per parlare solo delle più note!
Guerre giuste, guerre sante, guerre di conquista o di liberazione, guerre simmetriche e asimmetriche... guerre di rivoluzione.
Nonostante la Storia la guerra continua...
Sembra proprio che la costante dell'umanità sia la guerra!
Ma allora, se così é, si può dire che la guerra svolge una sua importante funzione evolutiva?
Qual'é la funzione della guerra?
Voi che ne pensate?

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 31 gennaio 2010

Due errori di politica sociale che hanno contribuito alla crescita del fenomeno dei "Bamboccioni"

I bamboccioni...
quegli strani esseri di cui non si fa altro che parlare ultimamente...
Uomini (e donne, per par conditio) che vivono alle spalle dei genitori... fanno finta di studiare all'Università e si fanno invece mantenere!
Ma questo fenomeno sociale dei nostri giorni da dove viene?
A mio parere due sono stati gli errori di politica sociale compiuti nel nostro paese nell'ultimo decennio...
1. l'abolizione del servizio di leva obbligatorio;
2. l'innalzamento dell'età di istruzione obbligatoria.
Mi spiego meglio: per farla breve il servizio di leva era obbligatorio per tutti i ragazzi che, in buona salute, raggiungevano la maggiore età (e non si trovavano in determinate situazioni scolastiche che gli consentivano di rimandare il servizio di leva al termine degli studi!).
Nonostante saranno in tanti a ricordare il periodo di leva come tempo speso inutilmente, bisogna però riconoscere che svolgeva una funzione sociale molto importante ora scomparsa: quella di allontanare i ragazzi da casa e permettergli di capire cosa realmente significhi vivere fuori casa, lontano dai genitori, premessa essenziale per creare degli uomini.
In questo senso l'abolizione del servizio di leva ha contribuito indubbiamente alla creazione dei bamboccioni.
L'altro errore di politica sociale, sempre a mio parere, é stato l'innalzamento dell'età della scuola dell'obbligo. Ritengo infatti assolutamente inutile tenere a scaldare i banchi di scuola studenti che non hanno alcuna intenzione di studiare! Che dire poi del fenomeno inflazionistico dei titoli di studio?
Un tempo chi non aveva voglia di studiare si doveva trovare un lavoro se voleva vivere, anche perché nessun giudice si sarebbe mai sognato di dar ragione ad un figlio che senza contribuire alla vita economica di famiglia, pretendeva di essere mantenuto dai genitori.

Tutto ciò influisce in maniera pesante su una società, quella italiana, già appesantita da altri problemi...

Ma ora, dicono, i tempi sono cambiati!
Io mi chiedo... in meglio o in peggio?

Voi che ne pensate?

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 29 gennaio 2010

Arrivano gli incentivi... e anche quest'anno aiutiamo la FIAT!

In Italia siamo in crisi... ma la crisi non é per tutti!
Se infatti si ha un certo numero di dipendenti, come la FIAT, é facile essere aiutati dallo Stato!
Basta esercitare bene l'arma del "ricatto"!
Come?
Qualcuno minaccia la chiusura degli stabilimenti e...
Come ogni anno gli aiuti dello Stato diretti a evitare il licenziamento, il blocco della produzione... saltano fuori come per miracolo!

Ma é poi vero? Gli aiuti di Stato servono a qualcosa?

Purtroppo é esattamente il contrario, come al solito gli aiuti sono solo una copertura per consentire alla FIAT di farsi i fatti propri!

E' bastato minacciare di chiudere a Termini Imerese per provocare un crollo in borsa e subito dopo ecco le rassicurazioni dello Stato... anche quest'anno lo Stato paga per non chiudere!

Così pian piano la FIAT sta spostando i suoi investimenti e stabilimenti all'estero, e il tutto a spese dello Stato italiano... cioè di chi paga le tasse.

Ma quando finirà questo ladrocinio?

Non c'é proprio limite alla indecenza...

Piuttosto... qualcuno diceva che non c'era crisi... mi sbaglio io o ci hanno semplicemente preso per i fondelli?

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO