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sabato 15 maggio 2010
Un messaggio di speranza...
che tanti ancora vivano
in questa quotidianità,
fatta di lavoro e poco più,
ogni giorno uguale al precedente...
Passato e Presente... sempre uguali?
Ecco perché!
E allora voltati,
di nuovo al tuo futuro,
dimentica le differenze, esalta le uguaglianze,
e vivi
e ama
e costruisci...
una nuova Casa per i tuoi Figli...
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
giovedì 13 maggio 2010
Agorà...
...ma è sempre vero che dal confronto nascono circostanze migliori?!
...ricordo che un tempo si diceva che la propria libertà finisce dove incomincia quella altrui
... siamo ancora disposti ad accettarlo?
...credere in un' Entità superiore o no?
...e fino a che punto?
...ed infine cosa dovrebbe guidarci nella vita: il cuore, contenitore sacro di fremiti e passioni, o la mente, luce discriminante e faro nelle tenebre dell'ignoranza???
...buona visione...
domenica 9 maggio 2010
Eleonora d'Arborea... l'ultima giudichessa
Grazie per il piacere che mi ha fatto provare leggendo il suo libro: Vita di Eleonora d'Arborea!
Come tutti i Sardi anche io sono sempre alla ricerca di notizie storiche sulla mia amata terra... alcune informazioni sulla Sardegna le ho trovate nei libri che ho letto finora e sono diventate parte del mio bagaglio personale. Altre le ho viste e toccate, sotto forma di dura roccia nuragica o di eleganti bronzetti, altre mi mancano ma spero un giorno di riuscire ad aggiungerle alle mie conoscenze.
Eleonora d'Arborea mi mancava... avevo si letto qualcosa, qualche artico di tanto in tanto, ma non avevo veramente idea dell'importanza di questa Nobile Signora del quattordicesimo secolo per la nostra isola.
Figlia di Mariano IV De Serra, visconte di Bas e dell'Aragonese Timbors, Eleonora é ancora oggi riconosciuta come una grande legislatrice per aver migliorato e promulgato la cosiddetta "Carta de Logu" cioè la costituzione, il codice delle leggi del Regno d'Arborea.
Ma chi era Eleonora?
Nasce probabilmente intorno alla metà del 1300, in un periodo pericoloso per l'Europa, la Peste Nera infatti, più che i Re, guida l'alternarsi di periodi di sviluppo e di recessione.
Eleonora ha un fratello, Ughetto, conosciuto come giudice col nome di Ugone III, del quale prenderà il posto alla sua morte, una morte crudele come crudele era stato lui da giudice.
La Sardegna di questo periodo era divisa in giudicati, quasi dei regni indipendenti, anche se ufficialmente Papa Bonifacio VIII cedette l'Isola al Re di Spagna, in cambio di denaro e servizi militari. Ma la realtà era che i giudici d'Arborea la governavano da quasi cinque secoli forti anche dell'infeudazione di un altro Papa, Gregorio IX.
Il giudicato più ampio e florido doveva essere quello di Arborea, ma vi erano anche i giudicati di Cagliari, della Gallura e di Torres. Genovesi e Pisani avevano piccoli possedimenti. Tra le famiglie stanziatesi in Sardegna vi erano i Doria di Genova. Brancaleone Doria sarà il futuro sposo di Eleonora e, forse, il responsabile della fine di un sogno... la fine della "Nazione Sarda".
Notizie storiche e narrazione si susseguono spingendo il lettore ad andare avanti, per poi tornare indietro a rileggere qualche notizia interessante e collocarla al meglio nella memoria...
Nel 1354 il Re d'Aragona, En Pere, conquista Alghero, città costruita dai Doria, caccia i precedenti governatori e la ripopola di Catalani, cambiandone anche il nome in Barcelloneta.
Aragonesi e Sardi d'Arborea ora sono veramente vicini... la guerra ha inizio. Negli anni successivi, Mariano gira la Sardegna combattendo gli Spagnoli. Nel 1370 quasi tutta la Sardegna gli appartiene... quasi tutta! Cagliari ancora resiste, anche se sempre assediata, così pure alcune altre cittadine della costa nord e orientale.
Ma la Peste Nera, come ho già detto, é la vera regina e nel 1376 si porta via Mariano. Il figlio Ugone III ne prenderà il posto per qualche anno, ma farà una brutta fine a causa forse del suo carattere. Venne ritrovato in fondo ad un pozzo, assieme alla figlioletta, con la lingua mozzata e un sasso in bocca. Eleonora deve tornare in Sardegna, abbandonare la tranquillità della città del marito, Brancaleone Doria e correre a reclamare l'eredità per il figlio, Federico, ancora minorenne. Intanto Brancaleone è fatto prigioniero, con l'inganno, dal re di Spagna. Resterà prigioniero per sette anni, tra la Spagna e la Sardegna, fino al 1390, anno della sua liberazione. La guerra interrotta da una pace effimera ricomincia, Brancaleone é ora il comandante militare, Eleonora si occupa della miglioria delle leggi emanate dal padre Mariano e della stesura definitiva di quella che sarà chiamata "Carta de Logu".
La guerra procede bene e le terre dell'Arborea sono governate grazie alle giuste leggi di Eleonora. Il codice é diviso in dieci sezioni (o Ordinamentos) che regolano la vita agro pastorale sotto tutti gli aspetti, dalla pena di morte per lesa maestà della prima sezione ai furti, adulteri, stupri, commercio del cuoio e delle pelli, chiusura delle terre, procedure giudiziarie e servitù... tutto é regolato secondo giustizia. Ricchi e poveri sono uguali, almeno nel caso dell'omicidio... "pro dinai niunu non campit" é la regola.
Ma ancora una volta é Lei, la Morte Nera, a decidere le sorti della splendida e sfortunata nostra Terra... Eleonora muore infatti nel 1403, lasciando il suo secondo figlio, Mariano V (o forse era lo stesso Federico di qualche anno prima che aveva cambiato nome?), e suo marito Brancaleone Doria, a lottare.
I Sardi sono una razza dura, testarda... difficili da governare anche per un Sardo. Così qualche anno dopo quando Mariano V muore in circostanze misteriose, Brancaleone non riesce a prenderne il posto... un lontano erede della famiglia dei De Serra Bas torna dalla Francia, dove viveva, per cercare di raccogliere l'eredità, ma poco dopo fuggirà di fronte agli Spagnoli che tentano di conquistare l'Isola una volta per tutte. Il suo vicario, Leonardo Cubello , firmerà la resa. Il giudicato non esiste più, e con esso la speranza di un Regno di Sardegna... di una Nazione Sarda, sparisce per sempre...
venerdì 7 maggio 2010
Avatar... una storia d'amore di un popolo e la sua terra!
Qualche mese fa, quando é uscito al cinema ,abbiamo tentato diverse volte di vederlo ma sempre senza successo!
Troppa fila...
Così questa sera abbiamo deciso di prendere il film in affitto e armati di pop corn, patatine e coca cola ci siamo seduti comodamente di fronte alla televisione...
Che dire?
Chi l'ha visto sa cosa provo...
Avatar non é bello per gli effetti speciali (che la nostra tv non ci ha permesso di apprezzare), non é bello per la storia di fantascienza (così magistralmente raccontata), non é bello per la storia d'amore tra un uomo (un marines paralitico che riacquista la voglia di vivere grazie ad un Avatar) ed una bellissima Na'vi (abitante del mondo chiamato Pandora)...
Ma allora, direte, perché ti é piaciuto?
Mi é piaciuto per tutto ciò che ho detto finora e per qualcosa di più profondo... qualcosa che dal film si irradia verso il mondo esterno... geloso dell'amore tra la razza dei Na'vi e il suo mondo, Pandora!
Ecco cosa mi ha colpito!
Un mondo immacolato, vivente, dove tutto e tutti é connesso con tutto e tutti!
Dove il mondo é allo stesso tempo la vita e la morte.
Dove il mondo decide di agire e difendere il suo popolo e se stesso contro gli inumani invasori, l'Uomo!
E così l'Uomo esce sconfitto dal mondo di Pandora... ma allo stesso tempo Pandora deve ringraziare per ciò quel piccolo uomo, ombra di un marines della Terra, il pianeta azzurro ormai distrutto!
E allora che dire di più?
Grazie, Avatar... e speriamo che l'Uomo capisca che la Terra, il nostro pianeta, potrebbe un giorno decidere di combatterci, se non la rispettiamo...
o forse lo sta già facendo?
mercoledì 5 maggio 2010
Tonara - Caminos De Montes
come orami consueto il prossimo 23 Maggio, Domenica, a Tonara si svolge la quarta edizione di CAMINOS DE MONTE, la tradizionale camminata non competitiva della Montagna.
Viste e panorami stupendi, aria pulita, cibo buono sono di contorno alle passeggiate nelle vallate di Tonara e della Barbagia Mandrolisai.
L'iscrizione alla passeggiata costa 15 euro e comprende un pasto completo con pietanze tonaresi in un’area di ristoro pic-nic.
A tutti i partecipanti al momento dell'iscrizione sarà consegnata una brochure con informazioni scientifiche, tecniche e storiche dei sentieri percorsi.
Si consiglia di prenotare anticipatamente a questo indirizzo di posta elettronica prolocotonara@tiscali.it per consentire le opportune sistemazioni logistiche.
Sperando di essere stato utile ringrazio la proloco di Tonara per la segnalazione e auguro a tutti buon divertimento.
lunedì 3 maggio 2010
Gli squali...
Scure figure di squali lo avvolgono, non conosco l'origine di questi strani disegni ma ogni mattina che ci passo, la mia attenzione ne resta magneticamente attratta.
Sarà il particolare momento di crisi economica mondiale; sarà la strana luce delle 8 mattutine di Lisbona ma spesso faccio un salto di dieci - o forse quindici - anni nel passato ed immagino i lavoratori del deposito che con cartelli protestano contro la prospettata chiusura.
Vedo i titoli di allora della stampa locale che enfatizzano la vicenda; immagino zelanti sindacalisti che disperatamente cercano di salvare i posti di lavoro di decine di persone. È esattamente in questo contesto che vedo nascere questi squali. Come immortalati nella loro macabra danza, sono stati addossati alle pareti, intorno alle porte ed alle finestre, che minacciosamente si apprestano ad entrare per finire la sanguinolenta preda.
Di colpo la testa mi si affolla di strani pensieri ed i pescecani predono le sembianze di banche, politici e speculatori senza scrupoli in grado di trasformare i gloriosi decenni di una parte di Storia della città, in un decadente angolo di strada – la Rua de Amorim.
Anche se so che probabilmente le figure non hanno niente a che vedere con la mia storia mi piace attribuirgli tale significato con la nostalgia di chi ancora si ostina a riempire di contenuto il concetto di quote azionarie di un'azienda quali frazioni dei suoi edifici, delle sue botti, dei suoi macchinari del lavoro dei suoi operai e impiegati; in questo momento storico invece la mente non può che saltare ai vari Murdoff che, ahimè, ci hanno insegnato che il valore di un'azienda deve essere attribuito sulla base delle “aspettative” che i mercati ripongono sulla stessa.
E ... aspetta aspetta, guardandoci intorno, oggi non possiamo che prendere atto che le uniche aspettative onorate sono state proprio quelle degli squali ... ma quanti squali oggi tappezzano i muri delle nostre città?
Claudio PETROZZIELLO
sabato 1 maggio 2010
Schliemann... sulle tracce di Omero.
Quante cose sono accadute nel mondo in questi 68 anni... ma di tutto ciò che é accaduto ci interessa solo una piccola ma importantissima parte, quella relativa alla vita e alle scoperte di Enrico Schliemann, il mercante, l'avventuriero, il cercatore d'oro, l'uomo che parlava 18 lingue, imparate con il suo metodo da autodidatta.
Il Meclemburgo del 1800 ha dato i natali a quest'uomo straordinario. Le leggende del villaggio di Ankershagen stimolarono la sua fantasia e la voglia di ricerca. I libri antichi, soprattutto Omero, e la capacità di imparare le lingue, lo portarono a scoprire cose inimmaginabili per gli scienziati di quei tempi...
Il suo metodo era basato sulla lettura a voce alta, sull'esercitarsi nelle traduzioni, scrivere pensieri su cose di interesse e prendere una lezione al giorno. La sera studiava a memoria la lezione per il giorno dopo. In questo modo imparò l'Olandese, l'inglese, spagnolo, italiano, portoghese... e col tempo molte altre!
Schliemann si imbarcò, divenne commerciante e con il traffico dell'indaco divenne ricco. Ma la fama é legata alle sue scoperte.
Girò tutto il mondo, dall'Europa all'America all'Asia, per poi tornare e stabilirsi in quella che riteneva essere la sua terra, la Grecia . Abbandonò il commercio ormai ricco e si dedicò allo studio dei classici greci, Omero, Platone... e così come l'intuito l'aveva arricchito velocemente, l'intuito lo portò sulle orme di Omero. Schliemann usò i testi di Omero come quelli di Strabone e Pausania come fossero le sue guide attraverso lo sconosciuto mondo del passato e per caso o per bravura scoprì tanto oro quanto non ne aveva accumulato con il commercio.
Il suo primo vero tesoro fu conosciuto come il tesoro di Priamo, trovato ai piedi di un muro durante gli scavi di Troia. Il tesoro era costituito da due diademi d'oro, 90 catenelle, 12271 anelli, 4066 lamelle a forma di cuore e 16 idoli e altri innumerevoli oggetti calici e coppe d'oro, ambra e argento!
Ma si trattava solo del primo...
Mentre continuava a scavare Schliemann scriveva, studiava, viveva, manteneva corrispondenza con tantissime persone e litigava con i professori. Lui, un appassionato archeologo aveva infatti scoperto cose che gli altri non riuscivano neanche a immaginare., nonostante lui fosse un semplice dilettante. E per dirla con Ludwig, "egli si elevò e rimase ancora, nonostante tutti i cavilli di queste controversie, ad un livello assai più alto dei professori titolati, suoi avversari, dinanzi al tribunale della storia".
Il secondo tesoro trovato fu quello di Micene, seguendo le indicazioni di Pausania cinque tombe regali furono portate alla luce e con esse i sontuosi ori che Schliemann attribuì ad Agamennone. Tra i tesori ritrovati una maschera in oro, che oggi é conosciuta come la maschera di Agamennone.
Schliemann ebbe il tempo anche di farsi una famiglia, anzi due. Si sposò due volte ed ebbe figli da entrambi i matrimoni. Un giorno una delle sue figlie, Andromaca, gli chiese cosa fosse l'eternità. Lui rispose: " Immagina, Andromaca, un blocco di marmo, lungo da qui al Pireo, sul quale ogni mille anni, venga fatto scorrere per tutta la sua lunghezza un pezzo di seta. L'eternità é il tempo necessario a consumare così quell'immenso blocco di marmo."
Schliemann aveva forse ancora tante cose da scoprire e stava pensando ad un viaggio in Messico, alla ricerca di Atlantide... forse abbiamo perso una occasione, purtroppo la morte per una infezione ad un orecchio lo portò via prima! Il 26 dicembre 1890 mentre passeggiava per Napoli ancora convalescente dopo una operazione all'orecchio Schliemann cadde a terra, "così morì Enrico Schliemann : in terra straniera, colto dal male sulla strada di una città sconosciuta, a metà del viaggio tra la sua prima (Germania) e la sua seconda patria (Grecia), viaggiante ignoto, vestito miseramente, con una borsa d'oro sul cuore".
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