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domenica 19 maggio 2019

New McAfee Research Reveals 61 Percent of I.T. Professionals Have Experienced a Serious Data Breach

Press release

Integration of Security Solutions and Employee Training Recognized as Top Steps to Reduce Growing Severity of Breaches


Key Findings
- Top three vectors used to exfiltrate data are database leaks, cloud applications and removable USB drives.
- Nearly three-quarters of all breaches require public disclosure, putting brand reputation at risk.  
- Eighty-one percent of IT professionals report separate policies or management consoles for cloud access security broker (CASB) and data loss prevention (DLP). 
- Intellectual property (IP) surpasses payment card data to tie personally identifiable information (PII) as top target for thieves. 

SANTA CLARA, Calif., April 29, 2019 - SANTA CLARA, Calif.--(BUSINESS WIRE)--McAfee, the device-to-cloud cybersecurity company, today released Grand Theft Data II – The Drivers and Shifting State of Data Breaches , which revealed that despite improvements in combating cybercrime and threats, IT security professionals are still struggling to fully secure their organization and protect against breaches with 61 percent claiming to have experienced a data breach at their current employer. Adding to this challenge, data breaches are becoming more serious as cybercriminals continue to target intellectual property putting the reputation of the company brand at risk and increasing financial liability.

McAfee’s study demonstrates the need for a cybersecurity strategy that includes implementing integrated security solutions combined with employee training and an overall culture of security throughout the organization to reduce future breaches.

“Threats have evolved and will continue to become even more sophisticated,” said Candace Worley, vice president and chief technical strategist at McAfee. “Organizations need to augment security measures by implementing a culture of security and emphasizing that all employees are part of an organization’s security posture, not just the IT team. To stay ahead of threats, it is critical companies provide a holistic approach to improving security process by not only utilizing an integrated security solution but also practicing good security hygiene.”

The McAfee report highlights the following:
Savvier thieves: Data is now being stolen by a wide range of methods, with no single technique dominating the industry. The top vectors used to exfiltrate data are database leaks, cloud applications and removable USB drives.
IP tied for 1 st : Personally identifiable information (PII) and intellectual property (IP) are now tied as the data categories with the highest potential impact to 43% of respondents. Notably, PII is of greater concern in Europe (49%), most likely due to the recent enforcement date of the General Data Protection Regulation (GDPR). In Asia-Pacific countries, intellectual property theft is of greater concern (51%) than PII.
Blame game: IT is looked at as the culprit with 52 percent of respondents claiming IT is at fault for creating the most data leakage events. Business operations (29 percent) follows as the next most likely to be involved. Highly regulated internal groups including finance (12 percent) and legal (6 percent) were the most secure.
The great divide: Security technology continues to operate in isolation, with 81 percent reporting separate policies or management consoles for cloud access security broker (CASB) and data loss prevention (DLP), resulting in delayed detection and remediation actions.
Taking responsibility: There is a rift in regard to accountability – 55 percent of IT professionals believe that c-level executives should lose their job if a breach is serious enough, yet 61 percent also state that the c-level executives they work with expect more lenient security policies for themselves. Future proofing: IT professionals are taking action, with almost two-thirds stating they have purchased additional DLP, CASB and endpoint detection solutions over the last 12 months.

Respondents believe that between 65 and 80 percent of breaches experienced would have likely been prevented if one or more of these systems had been installed.

The stakes are higher as multiple attack methods are now used in a breach as cybercriminals continue to target personal data and intellectual property. Furthermore, IT security teams are increasingly concerned about external threat actors compromising their network, which has forced more organizations to publicly disclose when breaches occur. The severity of publicly disclosing breaches results not only in financial repercussions but damage to brand and reputation as well.

https://www.mcafee.com/enterprise/en-us/about/newsroom/press-releases/press-release.html

McAfee

La McAfee LLC è un a società che si occupa di sicurezza informatica, fondata nel 1987 con il nome di McAfee Associates da John McAfee che la diresse fino al 1994, quando decise di lasciare la compagnia.
Nel 1992 la compagnia fu incorporata nello stato del Delaware. 
Dopo la fusione con Network General cambiò nome per poi tornare ad essere McAfee nel 2004.
La società come la vediamo oggi è il risultato di numerose acquisizioni avvenute nel corso di circa vent’anni. In tempi recenti l’azienda è stata acquistata dalla Intel e nel 2014 cambiò nome per poi tornare ad essere indipendente nel 2017.
L’antivirus creato da McAfee è uno dei primissimi antivirus entrati nel mercato, tuttavia la compagnia non è solo produttrice dell’omonimo antivirus ma anche di una vasta gamma di prodotti legati alla sicurezza informatica e consultazione per aziende.
Al giorno d’oggi la compagna con base in California a Santa Clara, è guidata da Chris Young, ex di Cisco, RSA e AOL.
McAfee è tutt'oggi una delle più grandi al mondo nel suo campo, con quasi 8000 dipendenti e un ricavo di $2.4 miliardi annui, sotto la guida di Young la compagnia negli ultimi 5 anni è cresciuta notevolmente, non solo nel business legato al campo degli antivirus ma anche nel campo dei servizi cloud, deep learning e analytics.
La società, pur non essendo più correlata in alcun modo al suo fondatore, ne conserva il nome, suo malgrado. Dopo aver cambiato nome, nel 2014, John McAfee di disse felice del fatto, in quanto il suo nome non era più collegato in alcun modo al “peggior software del mondo” a detta sua. Tuttavia la società riprese il nome McAfee qualche tempo dopo.
John McAfee, 73 anni, nato in Inghilterra da padre Americano e madre Inglese e cresciuto a Salem in Virginia. A 15 anni di età, il padre, alcolista, si suicidò. John conseguì la sua laurea in matematica nel 1967.

Prima di fondare la McAfee Associates lavorò per varie società tra cui NASA e Lockheed e proprio durante il suo impiego alla Lockheed cominciò il suo lavoro nel campo degli antivirus.
McAfee è una personalità eccentrica e molto controversa, sia per quanto riguarda le sue idee politiche che per i numerosi problemi con la legge, tra cui vi sono accuse di omicidio del suo vicino di casa, possesso d’armi, possesso di sostanze stupefacenti e molto altro.
Fuggito in Belize e poi tornato negli Stati Uniti, si è candidato nel 2016 per la presidenza degli Stati Uniti D’America, candidatura che riproporrà, a detta sua, durante la prossima campagna del 2020.
A tutt'oggi John è il CEO di Luxcore, una compagnia che si occupa di cryptovalute.

Francesco Rugolo


Fonti:
- https://www.mcafee.com/en-gb/index.html;

sabato 18 maggio 2019

WhatsApp... è sicuro?

Una delle frasi più sentite, fino a poco tempo fa, per un esperto di sicurezza informatica era: "ma
WhatsApp è sicuro? Posso usarlo per lavoro?"
La risposta, generalmente, era sempre stata la stessa: "Io non lo userei per lavoro, ma al massimo per comunicare con amici e famiglia".
Poi, con l'avvento della crittografia end-to-end e in particolare con la pubblicità che è stata data ad un evento eminentemente tecnico, la domanda non si è più sentita. Tutti si sono sentiti automaticamente tranquillizzati e non aveva più senso fare la domanda.
Ma è veramente cosi?
L'avvento della crittografia end-to-end ha, apparentemente, dato la risposta che tutti volevano sentire : "ora siete sicuri, potete usare WhatsApp per fare tutto ciò che già fate senza ammetterlo, ma ora siete sicuri". Naturalmente era solo una illusione, ma era ciò che tutti volevano sentire e dunque è diventata realtà.
Ecco però, spuntare dal nulla, o meglio da uno dei paesi più avanzati nel settore cyber, la disillusione. Il suo nome è Pegasus, come il cavallo alato nato dal sangue di Medusa…
Pegasus è un software creato è venduto in tutto il mondo dal gruppo NSO, una società israeliana fondata nel 2010 per il 70% di proprietà del gruppo americano "Francisco partners".
NSO afferma di sviluppare "technology that enables government intelligence and law enforcement agencies to prevent and investigate terrorism and crime". Tecnologie che ufficialmente sono destinate ai governi israeliano, americano e dei paesi europei.
Pegasus non è nato oggi, già da alcuni anni se ne sente parlare, oggi però ha avuto la notorietà in quanto WhatApp è un sistema impiegato da più di un miliardo di persone e Pegasus, in questo caso, si è trasformato da cavallo alato a cavallo di Troia, consentendo agli hacker, governativi o meno, di svolgere sugli smartphone su cui è installato WhatsApp attività di spionaggio.
Ora potrebbe seguire una spiegazione dettagliata del funzionamento di Pagasus e di come questo abbia sfruttato le vulnerabilità di WhatsApp, ma non credo che la cosa sarebbe comprensibile per tutti. Più utile, a mio parere, dare qualche suggerimento ai lettori.
Primo: non esistono sistemi informatici "sicuri" al 100%, non sono mai esistiti e non esisteranno mai, qualunque cosa vi dicano. La cosa va accettata e gestita.
Secondo: è possibile usare WhatsApp? Si, come qualunque altro software di comunicazione. Oggi si è scoperto che Pegasus sfrutta le vulnerabilità di WhatsApp, domani si scoprirà qualche altra cosa su altri software. Vale la regola del punto uno: non esiste sicurezza al 100%. I sistemi si impiegano gestendo il rischio. Pensare di risolvere il problema delle comunicazioni sicure disinstallando WhatsApp dallo smartphone è una pura illusione!
Terzo: cosa possiamo fare nell'immediato? Semplice, verificare che WhatsApp sia stato aggiornato alla versione messa qualche giorno fa. Se non lo fosse, aggiornatelo. Esistono diverse versioni di WhatsApp a seconda del Sistema Operativo dello smartphone dunque occorre capire qual è la versione giusta ma esistono tanti siti da cui prendere le informazioni. Io personalmente in questo caso mi sono rivolto a Kaspersky per cui tra i link troverete anche un link ad un articolo in lingua italiana dove sono indicate le principali versioni di WhatApp.
Quarto ed ultimo: non dimenticate mai che la cybersecurity non è un gioco e se possedete una azienda o siete un dirigente di una struttura pubblica, organizzatevi per "gestire il rischio" e dubitate sempre di chi vi assicura la sicurezza al 100%.

Alessandro Rugolo

Per approfondire:

https://www.theweek.co.uk/101201/whatsapp-reveals-attack-by-advanced-cyber-actor
https://www.businessinsider.fr/us/whatsapp-hack-who-is-nso-group-spy-firm-behind-attack-2019-5
https://www.thesun.co.uk/tech/9069460/whatsapp-update-how-cyber-attack-surveillance/
https://www.thesun.co.uk/tech/9069460/whatsapp-update-how-cyber-attack-surveillance/
https://securityaffairs.co/wordpress/76333/malware/nso-pegasus-spyware-report.html
https://www.businessinsider.fr/us/pegasus-nso-group-iphone-2016-8
https://www.nsogroup.com/
https://www.kaspersky.it/blog/whatsapp-call-zeroday/17314/
https://www.youtube.com/watch?v=_2be9gcmjjQ
https://www.zambianobserver.com/zambian-mobile-phones-allegedly-targeted-by-notorious-governments-only-spyware/

venerdì 17 maggio 2019

Generali launches its fully-dedicated Cyber Insurance function and the CyberSecurTech start-up

Press release 


  • New Cyber Insurance function will develop and coordinate the Group’s global cyber risk activities
  • Generali’s CyberSecurTech start-up will offer Generali customers innovative cyber risk assessment solutions through a proprietary web-based platform
Milan - Generali launches a new Cyber Insurance function and a start-up company to address its customers’ concerns and needs in the area of cyber risk. The newly-created Cyber Insurance function will combine the wide range of cyber insurance solutions with the support of a fully-owned technology start-up, GeneraliCyberSecurTech, wholly owned by the Group and created with the aim of deploying innovative cyber risk assessment methodologies for Generali’s customers.
The function will develop and coordinate the Group’s global approach to cyber risk: from customer support services to prevent cyber attacks, to preparing the best response to a breach, to technical and legal management of events. In recent years, Generali has invested in creating a highly skilled team of professionals with considerable global experience in managing cyber risks.

Marco Sesana, Country Manager Italy and Global Business Lines, stated: “Today’s announcement confirms Generali’s commitment in cyber security, an increasingly significant and strategic space for individuals, companies and organisations. Generali, as a global insurer, intends to be at the forefront of identifying and mitigating this type of emerging risk, offering innovative and relevant solutions for our customers. Leveraging the new function’s expertise and the Group’s technological innovation, which is the cornerstone of CyberSecurTech start-up, we will able to support our customers’ needs.”

Italy was the first country to test the platform, using it to design and develop the new cyber offer for businesses: a complete and unique solution that encompasses risk analysis, prevention, coverage, and pre- and post-event support services.

Cyber attacks and their consequences, as well as new regulations on protection of sensitive data and relevant implications, represent global emerging risks. Based on the Group’s experience over more than thirty years in managing IT insurance risks, Generali has launched – with CyberSecurTech - a technology platform, known as “Majorana”, designed and developed entirely by the Group’s team of IT security experts. The system uses innovative methodologies to manage risk, allowing the gradual implementation of its global cyber insurance offer. The platform collects and analyses customer data, starting from an assessment of the customer’s web perimeter, then searching the deep and dark web for possible data leaks that may have affected the potential customer, and, finally, reviewing vulnerabilities in the IT infrastructure. Subsequently, results are analysed through a proprietary algorithm, leading to the development of an IT risk insurance policy and an IT security report that can be shared with the customer.

Remo Marini, CEO of the CyberSecurTech start-up, observed: “Developed using innovative technologies based on machine learning and artificial intelligence, the tool’s considerable sophistication enables the real risks to which the customer is exposed to be assessed, providing detailed information that the customer can use to build a plan to mitigate risks and transfer residual risks, both from a technology and insurance perspective.”

Generali’s new Cyber Insurance function and CyberSecurTech start-up will enhance and further boost the Group’s existing offer in Europe, Asia and the Americas.

martedì 14 maggio 2019

Colruyt Group Selects Juniper Networks to Support its Digital Transformation

Press release
April 24, 2019 at 3:00 AM EDT
Network Underpins Fast Business Growth for Retail Leader
SUNNYVALE, Calif., April 24, 2019 (GLOBE NEWSWIRE) -- Juniper Networks (NYSE: JNPR), an industry leader in automated, scalable and secure networks, today announced that Colruyt Group, one of the largest retailers in Belgium and also present in France, has deployed Juniper Networks’ solutions to improve its data connectivity in response to exponential growth in network traffic.
Colruyt Group offers numerous retail chains, including food and non-food retail, fuel, wholesale and food services. Established more than 80 years ago, it operates 553 of its own stores, supplies 581 independent shopkeepers in Belgium and France and also offers its products via e-commerce sites. The group owns the BIO-planet, Collishop, Cru, dreambaby, DreamLand, OKay, SPAR Belgium, MyUnderwear24, NewStory, Newpharma and ZEB brands and operates a network of DATS24 fuel stations throughout Belgium.
Colruyt must ensure that it provides quality products and convenient services at competitive prices to protect and grow its leadership status. Ensuring the smooth operation of mission-critical applications such as stock controls and technological infrastructure that underpin its customer-facing services is the key to maintaining happy and loyal customers.
Facing a rapid increase in demand for its products and services across the company’s portfolio, Colruyt needed to upgrade its WAN and LAN to ensure that it could respond effectively to the growth in network activity.
News highlights:
To maximize bandwidth and reduce latency while ensuring network security and stability, Colruyt invested in a range of Juniper solutions to:
Support fast growth and seasonal shopping spikes: Juniper Networks® EX Series Ethernet Switches that are deployed in a Virtual Chassis topology with EX Series switches or QFX Series data center switches. L3 aggregation gives Colruyt the ability to add new nodes into the campus network quickly. This extensible configuration provides Colruyt with the flexibility and agility to meet any peaks in traffic caused by further growth or seasonal shopping periods.
Provide more reliable point of sale: The Virtual Chassis capabilities offered by the EX Series Ethernet Switches and QFX Series Switches means in-store POS (point of sale) and tablet devices will be much less likely to go offline, even at peak times. By moving to a Virtual Chassis for the switches that handle all store-related traffic, Colruyt is able to simplify its network topology. This layer of virtualization drives a better customer experience.
Deliver scalable internet connections: Colruyt uses MX104 routers as peering devices with the ISP. Powered by the Junos operating system and the programmable Trio Chipset, Juniper’s MX104 Universal Routing Platform is a modular, highly redundant and compact platform offering advanced routing, switching, security and service features.
Secure its data and infrastructure: Colruyt implemented the Juniper Networks® SRX5400 Services Gateway, providing the retailer with a scalable, resilient firewall, equipped with integrated threat intelligence, an intrusion prevention system and a powerful routing engine. This feature helps Colruyt protect its own infrastructure and sensitive customer data from cybersecurity threats.
Ensure reliable and secure store connectivity: Colruyt deployed the Juniper Networks® SRX300 Services Gateway as its branch solution for Internet Protocol Security (IPsec) for its site connectivity.
The company is now on its way to upgrading its network bandwidth to 40 Gbps.
Colruyt selected Juniper Networks’ partner Securelink, a leading information consulting company specializing in network and security, to design and deliver Colruyt’s solution.

https://newsroom.juniper.net/press-releases/colruyt-group-selects-juniper-networks-support-its-digital-transformation

lunedì 13 maggio 2019

Kaspersky Lab

Kaspersky Lab viene fondata nel 1997 a Mosca, Russia da Eugene Kaspersky, attuale CEO, Natalya Kaspersky e Alexey De-Monderick.
Kaspersky Lab è una società multinazionale specializzata in endpoint security, cybersecurity e internet security ed è sviluppatrice del noto antivirus.
La compagnia ha il suo quartiere generale a Mosca, è attiva in 200 paesi e conta più di 3900 dipendenti in 35 uffici in 31 paesi e nel 2017 ha raggiunto un fatturato di 698 milioni di dollari.
Secondo i dati forniti dall’azienda il numero di utenti che utilizzano i loro prodotti sono circa 400 milioni.
Nel 1989 Eugene Kaspersky sviluppa la prima versione del suo antivirus con lo scopo di combattere il Cascade virus, un virus che infettava i file con estensione “.COM”.
Anni dopo, nel 1997, Eugene, sua moglie Natalya e De-Monderick fondano la società che nei seguenti anni cresce velocemente, grazie anche alle opinioni favorevoli della critica per quanto riguarda l’affidabilità dei loro prodotti, difatti in soli due anni dal 1998 al 2000 la società vide un incremento del fatturato del 280%.
Tuttoggi, la Kaspaersky Labs è la quarta compagnia di IT al mondo per fatturato e la prima in Europa, specializzata in sicurezza informatica per il pubblico.
Vi sono stati alcuni scandali nel 2015 quando dei dipendenti dell’azienda accusarono la compagnia di aver introdotto nel database di virus VirusTotal dei file modificati appositamente per attivare degli allarmi “falsi positivi” e apportare un danno a compagnie avversarie. La accuse sono state smentite dal fondatore Eugene Kaspersky che negò anche la validità delle mail che i suoi ex dipendenti avevano pubblicato.
Il 13 Settembre 2017 il Presidente Trump firmò un decreto che proibiva l’utilizzo di software Kaspersky nei computer ed altri dispositivi delle istituzioni del governo a causa delle accuse che incolpavano l’azienda di collaborare con le autorità russe con lo scopo di appropriarsi di informazioni riservate dai computer di dipendenti governativi.
Numerose sono state le voci sulla collaborazione dell’azienda con personalità strettamente collegate all’intelligence russo e per contrastare queste voci la società intraprese azioni legali che sono però state respinte dai giudici americani.
Non solo in America, ma anche in Europa è stato messo al voto il bando dei prodotti Kasperski nel 2017, la compagnia smentì sempre le accuse e recentemente, il 12 Aprile 2019 la Commissione Europea ha ammesso i propri errori, dichiarando che le accuse che erano state portate all’azienda non sono basate su alcuna prova fondata.
Ovviamente questo non rimborserà Kaspersky Labs di tutte le perdite subite a cause dei suddetti scandali ma almeno porterà parzialmente giustizia alla compagnia e al suo fondatore.
La Kaspersky Lab è costantemente impegnata nella lotta contro le APT ( Advanced Persistent Threat) che attaccano aziende e governi in tutto il mondo, e da circa due anni pubblica report ogni tre mesi, illustrandone la crescita e i cambiamenti, basati sul loro lavoro di intelligence, con un’attenzione particolare alle aree di provenienza delle APT più conosciute e pericolose, come quelle provenienti dalla Cina e Medio-Oriente e la cui attività si è intensificata negli ultimi tempi.
Francesco Rugolo
Per approfondire:
https://www.kaspersky.it/
https://www.kaspersky.it/blog/che-cose-una-apt/1070/

domenica 12 maggio 2019

Nuove tecnologie: dato e DNA

Già in due precedenti articoli abbiamo parlato di informatica e DNA.
Nell'articolo del marzo 2017 "Nuova frontiera: cifratura dei dati e DNA" si è parlato dei primi esperimenti degli scienziati dei Sandia National Laboratories (gestiti da una controllata della Lockheed Martin Corporation) per la cifratura di testi all'interno del DNA. 
Qualche mese dopo abbiamo scritto della codifica di un video all'interno del DNA e alla possibilità di trasmettere i dati (attraverso la riproduzione dell'organismo) nel tempo e nello spazio.
Ora, è di fine marzo l'annuncio della Microsoft e della University of Washington di aver messo a punto un sistema automatico di scrittura ed estrazione dati dal DNA sintetico, un passo avanti verso lo spostamento della nuova tecnologia dai laboratori di test ai datacenter, dice Jennifer Langston nel suo articolo. In un semplice test è stata codificata la parola "Hello", poi estratta con l'uso di un sistema automatico. Il processo completo è stato descritto in un recente articolo pubblicato su Nature.
Ancora una volta la tecnologia migliore per la conservazione dei dati sembra essere quella realizzata dalla natura. La conservazione di dati nel DNA infatti occupa pochissimo spazio e per il mantenimento consuma pochissima energia, con una efficienza di molti ordini di grandezza superiore rispetto ai migliori datacenter esistenti.
Ancora manca molto lavoro ma già è possibile iniziare a pensare a sistemi automatici la cui memoria sia composta da DNA sintetico appositamente cifrato e codificato.
E' anche possibile immaginare che occorreranno organismi appositamente studiati affinché nel processo riproduttivo il tasso di errore si mantenga basso, organismi realizzati per funzionare come memoria dei processori del futuro.
Il mondo cyber si dovrà allargare a considerare nuove tecnologie, diverse da quelle digitali, ma basate su strutture organiche più o meno sofisticate.
I sistemi di controllo dovranno essere estesi al controllo di sostanze biologiche che potranno essere utilizzate per la trasmissione di dati.
I sistemi informatici diventano sempre più simili alle strutture biologiche create dalla natura, con intenzione di migliorarle quando possibile...


Alessandro RUGOLO

https://news.microsoft.com/innovation-stories/hello-data-dna-storage/
https://www.nature.com/articles/s41598-019-41228-8