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venerdì 23 dicembre 2011

Bianco Natale

Dai vetri appannati di una finestra
intravvedo i fiocchi cadere,
ricoprendo la terra di una soffice e bianca coltre di neve.

Stelle comete abbelliscono le finestre
del paese, ancora oggi,
come quando ero bambino.

L'aroma della cioccolata calda
si diffonde per le strade,
mischiandosi con il profumo delle caldarroste.

Impronte di bimbi che corrono allegri
si incrociano sui marciapiedi
coperti di neve fresca.

E le nonne di oggi,
come le mie un tempo lontano,
preparano dolci manicaretti per i loro nipoti...

Così ricordo i tanti natali passati,
e a te, Memoria, chiedo conforto...

annulla, se puoi le distanze tra me e i miei cari.


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 16 dicembre 2011

E penso...

Ancora una notte,
in un paese straniero,
alzo lo sguardo al cielo...

ammiro l'immensità del buio profondo,
ammiro le stelle splendenti lontane,
ammiro la luna complice e pallida
e penso...

al tempo passato,
al futuro inconoscibile,
alla famiglia lontana...

e penso...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 20 novembre 2011

Com'è strana la vita...

Un giorno di tanti anni fa io e mio figlio trovammo un gattino, fradicio, ferito sul labbro e spaventato. Sarebbe morto di li a poco, forse... ma qualcosa o qualcuno decise per lui un destino differente, sarebbe diventato il nostro "micio".
Ricordo ancora quel giorno... e quelli seguenti. Era un bel micio e giorno dopo giorno cresceva con noi. Aveva degli artigli delicati ma affilatissimi, come i dentini.
Si riconosceva da lontano per il miagolio, aveva infatti una voce sottile e delicata... così micio divenne uno di famiglia.
Ci seguì in giro per l'Italia, durante i nostri trasferimenti, viaggiò in macchina, treno, nave... era il nostro micio!
Quando uscivamo a passeggio la sera veniva con noi. Ci seguiva senza allontanarsi, correndo tra i nostri piedi senza mai inciampare, sembrava volasse... ci capiva e noi capivamo lui!
Poi un giorno, forse inconsapevolmente, ha scelto la libertà. E' uscito, come faceva sempre, ma non è tornato a casa. Noi la mattina dopo partimmo per il Continente, lui restò in Sardegna, solo, per tutto l'inverno.
Dovette arrangiarsi, non fu facile, ma sopravvisse.
L'estate dopo tornammo a casa. Poche ore dopo il nostro arrivo micio si presentò di fronte a casa, ci vide, ci riconobbe... era arrabbiatissimo e ce ne accorgemmo subito. Si avvicinò e ci guardò come ti guarderebbe una persona di famiglia che tu hai tradito e abbandonato... ma poi tornò ad essere micio, anche se gli ci volle un po di tempo a recuperare la fiducia in noi. Ogni giorno veniva a trovarci, mangiava qualcosa, si sdraiava in terra sotto la macchina. Di tanto in tanto ci permetteva di coccolarlo, come facevamo quando era piccolo.
Poi, in autunno partivamo, lui passava l'inverno da solo, da gatto libero come ormai era. Faceva le sue esperienze, litigava con altri gatti, soffriva, dimagriva, si faceva una sua posizione tra i gatti del quartiere, cresceva, viveva.
Poi, l'anno scorso, micio mostrava di essere diventato vecchio, zoppicava vistosamente, era dimagrito e non aveva più voglia di farsi coccolare. Sapevamo che forse sarebbe stata l'ultima estate assieme e forse se ne rendeva conto anche lui.
Quest'anno micio non è venuto a trovarci, non c'è più!
Siamo dispiaciuti, ma è la natura, si nasce, si cresce, si vive e si muore.
Se sei fortunato lasci qualcuno al mondo che si ricorderà di te, di tanto in tanto, con una lacrima sugli occhi ed un nodo in gola, magari...
Poi stasera mia moglie mi ha detto che rientrando a casa ha sentito un miagolio, sembrava micio...
Un gattino piccolo ma identico al nostro sbuca fuori dal cortile dei vicini, piccolo, vispo, sembrava micio come l'avevamo conosciuto noi, tanti anni prima. Corre, salta tra le gambe, fa le feste, miagola... sembra proprio lui. Forse la natura ha fatto il suo corso e di fronte c'era il ricordo più bello che ci ha potuto lasciare, un piccolo "micio"...
Ciao, micio, dovunque tu sia noi ci ricorderemo sempre di te... 

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 18 novembre 2011

Equilibrio

(Roma, 28 settembre 2011)



Se esistere nell’oscuro passaggio

Della vita sommo inganno dei sensi

Percepisci vero o falso del caldo

Del sole lontano seguito dal gelo

D’ottobre maldestro solstizio

Di piante già spoglie e invisibile vento

Se la notte trascorre veloce alterna

Al giorno infinito vuoto a prendere

Di cose lasciate o trovate il sorriso

In fondo alla strada e il bacio silenzioso

Memento di sole vicino e caldo

E del mare abisso in cui la volontà scompare.

… non ci rimane – adesso - che raccontare

una storia diversa ai nostri figli

sfidando l’evidenza nera e cruda ma

mai la Ragione nostra che non possono offendere,

che non è neppure in vendita

in qualche luccicante vetrina del centro…



Giuseppe Marchi

Fuori dalla realtà...

A volte la vita riserva strane sorprese...
Un giorno sei a casa tua, tra le comodità e la famiglia, il giorno dopo ti trovi a migliaia di chilometri di distanza, solo tra tanti.
Così pensi...
Quante cose si danno per scontate, agi, lusso, comodità, il pane fresco di ogni giorno o poter acquistare un gelato al chiosco durante la passeggiata serale.
Quante cose non sono scontate per altri uomini, in altri luoghi, concentrati nell'unica cosa che veramente conta: sopravvivere!
Sento il telegiornale italiano sotto un tetto di stelle quasi sconosciuto, sento dei problemi, dei litigi, degli scontri politici... e sorrido, amaramente.

Quanto sono fuori dalla realtà... gli italiani!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

martedì 13 settembre 2011

I custodi del cosmo e la storia precessionale... di Massimo Fraticelli

Intanto grazie, a Massimo...
per aver scritto un libro veramente interessante!
Un libro che già dal titolo lascia pochi dubbi su quali argomenti vi sono trattati... almeno se si è appassionati della storia antica, di miti e leggende, di archeologia e archeoastronomia!
In secondo luogo, come sempre dico, questa non è una recensione secondo quelli che sono i canoni giornalistici, d'altra parte io non sono un giornalista per cui spero mi perdonerete. Questo è un omaggio all'autore che spero riesca ad incuriosire voi tutti amici e lettori...

Appena preso il libro tra le mani, mentre leggevo le prime pagine, mi rendevo conto che l'autore ed io avevamo qualcosa in comune, decine e decine di testi scritti da antichi autori! Da Esiodo a Giamblico, da Platone ad Orfeo, da Eusebio a Macrobio... e così, sempre più incuriosito, proseguivo la lettura rileggendo brani letti in passato, riportando alla mente frasi e testimonianze antiche ma soprattutto aggiungendo alle mie conoscenze nuovi autori ancora sconosciuti. E' proprio vero, non si finisce mai di imparare!

Vi starete chiedendo quando inizierò a raccontarvi di cosa parla il libro ed io vi rispondo, con tutta sincerità, che lo sto già facendo!

Il nostro autore comincia dalla spiegazione di un fenomeno naturale poco conosciuto al grande pubblico, la precessione degli equinozi e utilizza tale fenomeno per cercare di datare eventi e avvenimenti antichi considerati talvolta semplici miti... "semplici miti"... se mi sentisse de Santillana o la von Dechend chissà cosa direbbero!
I miti e le leggende sono sicuramente il metodo più efficacie ed efficiente per trasmettere delle conoscenze importanti nel tempo... ed è così che tutti i  popoli del mondo hanno trasmesso alle popolazioni attuali la catastrofe del Diluvio Universale!
Quanti secoli sono passati dall'ultimo diluvio?
Quanto tempo è passato dalla caduta di uno sciame di meteoriti che probabilmente ha distrutto la civiltà egizia?
Quanti anni intercorsero tra la visita di Erodoto in Egitto ed Ercole egizio (non l'Ercole greco)?
Massimo Fraticelli prova a dar risposta a questi e altri quesiti nel tentativo di riscrivere una storia antica ormai dimenticata... e lo fa magistralmente, trascinando il lettore attraverso i secoli, dietro la guida delle costellazioni e per mezzo del fenomeno della precessione, dei testi delle religioni del mondo, dei reperti archeologici non ancora spiegati dalla scienza ufficiale.

Che dire di più? Leggete il libro se volete scoprire altro, io vi lascia solo un ultimo spunto di riflessione:

"Emoi genoz ouranion"... ovvero, "la mia stirpe è celeste"!

A presto,

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 10 settembre 2011

Gargantua e Pantagruele - parte seconda

Avete letto l'introduzione al libro di Rabelais?
Se non l'avete ancora fatto eccovi il link:

Gargantua e Pantagruele... Fraçois Rabelais


Se invece l'avete già fatto, ecco alcune nuove chicche tratte dallo stesso autore.
Libro terzo, Capitolo primo: "Come Pantagruele trasferì una colonia di Utopiensi in Dipsodia.
Rabelais, in questo capitolo, da una magistrale lezione di strategia sul come si mantiene un paese conquistato di recente, lezione che ai nostri tempi è evidentemente completamente dimenticata. Allora vediamo cosa ci dice e, chi è nella posizione, ne tenga conto se può!

"... il modo di conservare e mantenere paesi conquistati di fresco non è (come è stata erronea opinione di certi cervelli tirannici, a loro danno e disdoro), saccheggiando i popoli, facendo violenze, angherie, rovine, vessazioni, e reggendoli col pugno di ferro: insomma, mangiando e divorando i popoli così come Omero chiama il re iniquo Demovoro, che vuol dire mangiatore del popolo [..] Anzi, come bambini da poco nati, bisogna allattarli, cullarli, farli giocare; come alberi da poco piantati, bisogna sostenerli, assisterli, difenderli dalle gelate, ingiurie e calamità; come persone scampate a lunga e dura malattia, e che entrano in convalescenza, bisogna coccolarli, risparmiarli, ristorarli: in modo che cresca in loro questa opinione, che non esiste al mondo un re né un principe di cui vogliano maggiormente fuggir l'inimicizia, e conquistarsi la benevolenza."

Ecco dunque la ricetta di Rabelais. Niente di così difficile, in teoria... poi, di seguito, ecco alcuni interessanti esempi tratti dalla storia passata, a supporto della teoria appena esposta. Il primo esempio riguarda l'Egitto, si parla infatti di Osiride...

"Così Osiride, quel gran re degli Egiziani, conquistò tutta la terra, non tanto a forza d'armi quanto con l'alleviare d'ogni angheria, insegnare a vivere bene e sanamente, e dare leggi comode, e dispensar grazie e benefici. E così, dal mondo intero fu soprannominato gran re Evergete (che vuol dire benefattore), secondo l'ordine che fu dato da Giove ad una certa Pamila..."

E dunque, se Osiride comportandosi così saggiamente è stato innalzato al rango di dio ed ancor oggi ricordato, perchè è così difficile capire una lezione tanto semplice? Stupidità umana?
Chissà... ma ora vi lascio sperando che abbiate modo e voglia di leggere voi stessi il libro di Rabelais!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO