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sabato 12 marzo 2016

Il libro di biologia, di Isaac Asimov

Era da tempo che cercavo i libri di divulgazione scientifica di Asimov.
Credo di aver letto quasi tutti i suoi romanzi, non solo di fantascienza, ma ancora non avevo letto niente della sua immensa produzione scientifica.
Qualche settimana fa al mercatino dell'usato, mentre cercavo qualche fumetto di Tex per la mia collezione, mi sono imbattuto nel "libro di biologia" che si è quindi aggiunto alla mia piccola collezione.
Ho impiegato alcune settimane a leggerlo e non
so quanto ricorderò, ma per mia colpa.
Il libro è interessantissimo, ricco di particolari, di aneddoti e di storia della scienza. Ogni termine è introdotto, spiegato sin dalla sua origine. 
Avrei voluto avere a scuola un libro fatto così, stimolante e chiaro allo stesso tempo.
Cos'è la biologia?
Cosa sono le sostanze organiche e inorganiche? Come si distinguono, se veramente si distinguono?
Cos'è una molecola? 
Chi ha inventato le prime molecole sintetiche e a che scopo?
Cosa sono le proteine, gli amminoacidi, gli acidi nucleici, cos'è la vita?
Cose sono i batteri, i virus, di quali malattie sono responsabili e come l'uomo le ha sconfitte?
A cosa è dovuto il cancro?
Quali sono gli elementi fondamentali per l'alimentazione umana? Cosa sono le vitamine, i lipidi, le proteine, i minerali. In che quantità devono essere presenti nel corpo umano?
A cosa servono gli ormoni? Da cosa sono regolati? Come funziona il sistema nervoso centrale?
Queste sono solo alcune delle domande che trovano risposta nel libro di Asimov, con la chiarezza di un grande divulgatore e il coinvolgimento di un grande romanziere. 

Asimov ripercorre gli ultimi secoli di scoperte, partendo dai concetti alla base della chimica organica per giungere ad un argomento a lui caro, i robot.
Non voglio dilungarmi in questo momento sul libro che penso proprio che d'ora in poi utilizzerò come guida per approfondire la storia e la vita dei principali scienziati, però non posso fare a meno di notare come tante delle più grandi scoperte sono avvenute "quasi" per caso.
Con ciò non intendo negare agli scienziati i loro meriti, ma solo sottolineare come spesso, mentre l'uomo cercava qualcosa, ne abbia trovato altre.

Grazie Asimov, ancora una volta.

A rileggerti presto!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO


Di mare e di guerra, di Giuseppe Sfacteria

Chi è l'autore?
Il Comandante Giuseppe Sfacteria dice di sé: “Sono ligure e penso da ligure, mi comporto da ligure. Il ligure è armato di una sola vera arma: la concretezza.”
E di lui non dirò altro perché chi, come me, lo conosce, non ha bisogno di descrizioni, chi invece non lo conosce da queste poche parole penso possa farsene un'idea.
Allora spenderò qualche altra parola per parlare di un altro Comandante, Giuseppe Aonzo, anch'esso ligure, Medaglia d'oro al Valore Militare nel corso della Grande Guerra.
Del Comandante Aonzo, Giuseppe ha fatto la voce narrante di un collage di storie di pura fantasia. “Nelle pagine che seguono non c’è nulla di vero, se non la descrizione, sommaria e colloquiale, dell’azione che ha portato Luigi Rizzo e Giuseppe Aonzo a meritarsi la medaglia d’oro.”
Azione ricordata nella prefazione di Andrea Tirondola.

Il MAS, ovvero Motobarca Armata SVAN”, dove SVAN è la sigla del cantiere veneziano che produce queste motobarche, è il mezzo usato da Aonzo e Rizzo per la loro impresa. MAS è anche la sigla che D'Annunzio aveva associato alle parole Memento Audere Semper, ovvero “ricorda di osare sempre”.
In queste pagine, i “ricordi” del Comandante Aonzo si frammischiano alle storie e realtà e fantasia si confondono, indistinguibili.
“Su questa terra, per quel che mi riguarda, considero il grado una scala di misura crescente dei doveri. So bene di essere anticonvenzionale, ma so anche di non essere il solo a pensarla così e spero tanto che un giorno tutti i figli di questa Patria amatissima mantengano questa regola.”
Il pensiero di Aonzo, è anche il mio!
Mi vien voglia di dire a voce alta ripensando anche al sacrificio di tanti italiani in uniforme.
Così, il racconto prosegue sul treno che da Ancona conduce Aonzo a casa, a Savona.
Il nostro Aonzo racconta al piccolo Egil l'avventurosa ed eroica impresa che lo vide coprotagonista, al comando del suo MAS 21, con il Comandante Rizzo,dell'impresa di Premuda contro le corazzate Santo Stefano e Teghetoff.
E leggendo, anche io ne apprendo la storia! Non è mai troppo tardi.
Poi è la volta dei ricordi dei commilitoni, Capo Esposito, Mulargia, Salvi, Capo Izzico, Mistretta, veri o inventati che siano, sono comunque soldati. Lo si capisce dalle parole che l'autore ci presenta, lo si capisce dallo spirito cameratesco, dallo spirito di servizio, dalla descrizione di momenti che seppure di fantasia, fanno riferimento a fatti che ogni comandante di uomini non può, almeno una volta nella vita, non aver vissuto.

Grazie Giuseppe, grazie per il tuo libro. Grazie per averci dato l'opportunità di conoscere, o ricordare, un pezzo di storia d'Italia.
Grazie per avermi concesso qualche ora di interessante e piacevole lettura.
E per finire, Giuseppe, ti saluto, attendendo il Tuo prossimo libro...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 6 marzo 2016

Il cimitero di Praga, di Umberto Eco

Nel terzo ripiano dal basso della mia libreria (una delle tante), si trovano i libri di Umberto Eco, tra questi, due giorni fa, ho trovato "Il cimitero di Praga", non ancora letto da me!
Si tratta di un bel volume rilegato, con la copertina rigida, e la sovraccoperta lucida con una scalinata in primo piano e al di sopra, l'immagine scura di un uomo contro luce avvolto in un mantello e con in testa una cappello a cilindro.
Prendo il libro tra le mani e lo osservo da vicino cercando di capire se val la pena cercare di leggerlo nei restanti due giorni di ferie. 
Mi torna alla mente la mia ultima lettura di Eco, "Il pendolo di Foucault", iniziato tre volte e finito una sola, dopo dieci anni almeno dal primo tentativo di lettura, certo, da allora sono passati altri dieci anni e centinaia di libri letti... ma con Eco il rischio di imbattersi in qualcosa di non semplice comprensione c'è sempre, ed è molto elevato!
Accetto il rischio, con piacere direi, mi piacciono le sfide.
Inizio a leggere... mi imbatto subito nel protagonista, il capitano Simonini. Un personaggio strano che aiuta l'autore a ripercorrere parte della storia dell'Italia, Francia e Europa... o forse del mondo intero. Le vicende raccontate, tutte realmente accadute (o quasi!) si sviluppano nell'arco temporale della seconda metà dell'800, e gettano le basi dell'odio verso gli ebrei cavalcato con tanto successo dagli stati europei.
Realtà o finzione, direte?
Realtà... ma anche finzione, storia ma anche romanzo. Personaggi reali e inventati si alternano al centro della scena conducendo il lettore per mano attraverso le vicende dell'unità d'Italia ad opera di Garibaldi, la morte (accidentale?) di Ippolito Nievo, gli scandali della chiesa, l'affare Dreyfus... ma anche la buona cucina, dalla Sicilia a Parigi.
Un grande Umberto Eco, storico prima di tutto ma sublime romanziere, mi ha accompagnato negli ultimi due giorni di ferie, fino a qualche minuto fa, con il suo cimitero di Praga, che dopo essere stato letto per diletto ora deve essere letto diversamente, come oggetto di studio, come un libro di storia, per capire dove termina il romanzo e comincia la Storia...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO