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domenica 4 novembre 2018

Cybersecurity, cybercrime, cyberwar: fare informazione nell’era delle post verità, dei troll e delle fake news

Questo il titolo del convegno che si terrà il 5 novembre a Bologna presso l'auditorium della Regione Emilia Romagna, organizzato dalla Fondazione Ordine Giornalisti Emilia-Romagna.


Ancora una occasione per discutere e far chiarezza su "vulnerabilità e minacce nell’era dell’informazione digitale e dell’intelligenza artificiale", grazie alle sperienze di operatori provenienti dal mondo istituzionale, accademico, dell’industria e del giornalismo.

Relatori e moderatore ci guidano attraverso il cyberspace. 

Geo Ceccaroli (dirigente Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni per l’Emilia-Romagna) parlerà del "fenomeno del Cybercrime e l’impegno quotidiano della Polizia Postale e delle Comunicazioni". 

Gian Piero Siroli (ricercatore Dipartimento di Fisica Unibo e CERN di Ginevra)terrà una relazione su "La Cybersecurity del sistema socio-economico e produttivo, dall’Internet of Things alle fabbriche intelligenti".

Marco Prandini (coordinatore Laboratorio Nazionale di Cybersecurity – nodo di Bologna e docente Master di Digital Tecnology Management/Cybersecurity – Bologna Business School) parlerà della "cybersecurity e Intelligenza Artificiale: il tema della sicurezza in un mondo che è già realtà". 

Andrea Melegari (Marketing & Innovation Officer di CY4Gate, membro CdA Expert System, CY4Gate e Expert System USA) ci introdurrà al difficile compito di "Fare informazione nell’epoca delle post verità, delle fake news, degli hacker e dei troll".

Infine Gianandrea Gaiani (giornalista, scrittore, opinionista, direttore responsabile di Analisi Difesa) ci aiuterà a definire gli aspetti salienti riguardanti i temi della “dimensione cyber” del mondo attuale (security, war, crime) e le minacce alla libertà di in-formazione e di opinione (fake news e post verità).

Difesaonline, sempre attenta a questi eventi, parteciperà in veste di moderatore.

Alessandro RUGOLO

Per iscrizioni e approfondimenti:

http://odg.bo.it/fondazione/calendario/cybersecurity-cybercrime-cyberwar-fare-informazione-nellera-delle-post-verita-dei-troll-e-delle-fake-news/

sabato 3 novembre 2018

Guerra delle Informazioni: il ruolo di Microsoft tra USA e India

E' apparsa qualche giorno fa, su DNAIndia.com, giornale pubblicato a Mumbai
in lingua inglese, la notizia che la Microsoft condivide abitualmente i dati finanziari dei suoi clienti con le agenzie di Intelligence statunitensi.

L'autore del pezzo fa riferimento ad un report della Reserve Bank of India, da cui sembra che tale criticità fosse ben evidenziata e nota alla Banca in questione sin dal momento in cui ha deciso di installare il servizio di gestione di posta elettronica Microsoft Office 365 cloud. Infatti nel documento di analisi dei rischi della Banca, dice l'articolo, questa possibile condivisione di dati era evidenziata. Nell'articolo si pone enfasi sul fatto che gli utenti potevano non essere informati, ma la banca sapeva tutto.
Secondo i dati forniti vi sono più di cento milioni di persone che utilizzano il servizio Microsoft 365 cloud per fini commerciali, potenzialmente dunque, i loro dati finanziari potrebbero essere stati condivisi con agenzie di intelligence statunitensi.

La Microsoft ha replicato affermando che in nessun caso fornisce dati ad agenzie governative di qualunque stato del mondo a meno di richieste effettuate secondo procedure legali previste dalle norme.

Lasciamo ora il caso particolare per alcune considerazioni generali.

In primo luogo, i servizi in cloud sono sicuri? E se si, da quale punto di vista? Il punto di vista utente potrebbe essere molto diverso dal punto di vista della banca o di altri operatori...

La Microsoft ha da tempo intrapreso una strada che porta verso il cloud. Ciò comporta la "condivisione", passatemi il termine, di dati su spazi gestiti e manutenuti da organizzazioni esterne alle aziende e con le quali vi sono dei contratti specifici che garantiscono un determinato livello di servizio e di "sicurezza". Ma quanto questi contratti siano rispettati è una cosa impossibile da verificare, si tratta dunque solo di fiducia? In teoria, in caso di mancato rispetto del contratto è possibile fare causa... ma che senso ha e quali sono le probabilità di vincere una causa internazionale contro un multinazionale? 
La domanda non ha bisogno di analisi per trovare la risposta.

Di contro, c'è da dire che, dal punto di vista tecnico, la complessità dei sistemi informativi attuali richiede per la loro gestione delle strutture (organizzazioni) complesse e dotate di personale altamente specializzato per cui i Data Center delle grandi organizzazioni sono sicuramente più sicuri e meglio gestiti delle piccole sale server.

Cosa è meglio allora?
Cloud o dati custoditi in casa?

Io non ho la risposta. Posso solo dire che in un caso e nell'altro vi sono vantaggi e rischi che vanno analizzati (e non tutti sono in grado di farlo) e gestiti (ed ancora una volta, non tutti sono in grado di farlo).

Per concludere, alcune considerazioni personali, su un altro piano:
Da come la cosa è stata presentata sul giornale indiano, sembra che la guerra delle informazioni abbia raggiunto anche l'India. 
Da dà pensare il momento in cui ciò accade. 
Ricordiamo infatti che fino a qualche mese fa India e Stati Uniti discutevano amichevolmente su come stringere i loro rapporti in ambito Difesa, come condividere dati e informazioni militari e come rinforzare la cooperazione militare in generale. Diversi meeting hanno visto l'interessamento del presidente Trump e del Segretario di Stato Mike Pompeo e del Segretario alla DIfesa Mattis da una parte e il Ministro degli Esteri Sushma Swaraj e il ministro della Difesa Nirmala Sitharaman dall'altra. In settembre è stato firmato un trattato internazionale che faceva prevedere una più stratta collaborazione tra i due paesi. 
Poi però l'India firma un contratto per l'acquisto del sistema antimissile russo S-400 e la cosa non va a genio agli americani che minacciano sanzioni.
Sullo sfondo, ricordiamoci che l'India ha una formidabile industri informatica, basata sull'Università e sulla ricerca, cosa che la pone, potenzialmente, su un piano egualitario con gli USA...
Allora viene da pensare, questa della Microsoft potrebbe essere solo una scaramuccia tra amici-nemici o...

Alessandro RUGOLO

Immagine: www.dnaindia.com

- https://www.dnaindia.com/business/report-dna-money-exclusive-microsoft-shared-indian-bank-customers-data-with-us-intel-2680752;
- http://trak.in/tags/business/2018/11/02/microsoft-shared-financial-data-of-indians-with-us-intelligence-indian-banks-knew-this/
- https://mspoweruser.com/report-microsoft-shares-banking-data-of-indian-customers-with-us-intelligence-agencies/;
- https://www.theinquirer.net/inquirer/news/3065535/microsoft-shared-indian-bank-data-with-us-intelligence-without-warning-customers
- https://www.reuters.com/article/us-india-usa/us-india-seal-military-communications-pact-plan-more-exercises-idUSKCN1LM0PD;
- https://thediplomat.com/2018/08/re-shaping-india-us-defense-cooperation-in-the-indo-pacific/;
- https://www.pbs.org/newshour/world/india-signs-deal-for-russian-air-defense-systems-despite-u-s-sanctions-threat;
- https://edition.cnn.com/2018/10/05/asia/india-s400-deal-intl/index.html;
- https://edition.cnn.com/2018/10/05/asia/india-s400-deal-intl/index.html



giovedì 1 novembre 2018

Francia, Europa, Mondo... come tra le due Guerre!

I francesi questa mattina si sono svegliati con le parole tranquillizzanti del loro
presidente: "Il momento che stiamo vivendo assomiglia a quello tra le due Guerre", riferendosi alle guerre mondiali del secolo scorso.
Le dichiarazioni del presidente francese, comparse in una intervista pubblicata su Ouest France, il quotidiano più letto in Francia (considerato di posizione centrista), il più letto al mondo nella comunità francofona, evocano spettri che fanno ancora parte dell'inconscio collettivo, ma a quale scopo?
La frase in effetti riassume bene la situazione politica in Europa, soprattutto se si legge il resto della sua dichiarazione: "l'Europa affronta un rischio: quello di essere smembrata dai nazionalismi e di finire sotto l'influenza di potenze esterne..." e quindi insiste sulla similitudine tra l'Europa dei nostri giorni e quella degli anni '30, in entrambi i casi l'Europa era divisa dalla paura, dalla ripresa dei nazionalismi, dalle conseguenze della crisi economica. Per il presidente Macron l'Europa sta rivivendo quel periodo...
Le dichiarazioni arrivano in un momento storico molto particolare, la celebrazione del centenario della fine della prima guerra mondiale, celebrazioni che si concluderanno con la cerimonia dell'11 novembre presso l'Arc de Triomphe, alla presenza di un centinaio di dirigenti di tutto il mondo.
Ma non solo, sullo sfondo, poco più distanti, le elezioni Europee del maggio 2019 e la campagna elettorale già cominciata.
Nell'intervista, il presidente Macron va oltre affermando che l'Europa rischia di perdere la propria sovranità. Ovvero la sicurezza europea dipendente dalle scelte americane, avere la Cina sempre più presente nel campo delle infrastrutture essenziali e la Russia sempre più influente sui mercati finanziari che oltrepassano i confini nazionali.
La soluzione, per il presidente francese, è una Europa forte e più indipendente ma unita, in questo senso si capiscono anche altre iniziative come la European Intervention Initiative, solo a titolo d'esempio.
Quanto poi le sue parole siano state influenzate da alcuni avvenimenti recenti in campo industriale, come la scelta del Belgio di acquisire gli F35 dal colosso americano Lockheed Martin, in vece che i Rafale o i Typhoon o dalle perdite della Total a seguito della politica estera USA che questa estate hanno spinto la prima società petrolifera francese ad abbandonare i progetti di investimenti in Iran, questo è tutto da accertare.

Alessandro Rugolo



Immagine: sudouest.fr


Per approfondire:
- https://www.ouest-france.fr/politique/emmanuel-macron/info-ouest-france-emmanuel-macron-le-moment-que-nous-vivons-ressemble-l-entre-deux-guerres-6045961;
- https://www.ouest-france.fr/politique/emmanuel-macron/info-ouest-france-emmanuel-macron-le-moment-que-nous-vivons-ressemble-l-entre-deux-guerres-6045961;
- https://www.huffingtonpost.fr/2018/10/31/macron-frappe-par-le-climat-dentre-deux-guerres-qui-sobserve-en-europe_a_23577348/;
- https://www.sudouest.fr/2018/11/01/emmanuel-macron-le-moment-que-nous-vivons-ressemble-a-l-entre-deux-guerres-5530277-7527.php;
- https://www.lci.fr/politique/dans-ouest-france-emmanuel-macron-met-en-garde-contre-la-lepre-nationaliste-et-compare-l-europe-actuelle-a-celle-de-l-entre-deux-guerres-2103212.html;
- https://actu.orange.fr/politique/ciollomb/le-moment-que-nous-vivons-ressemble-a-l-entre-deux-guerres-alerte-emmanuel-macron-avant-les-commemorations-du-11-novembre-francetv-CNT00000182Qnb.html;
- https://www.theguardian.com/world/2018/jun/25/nine-eu-states-to-sign-off-on-joint-military-intervention-force;
- https://www.lesechos.fr/industrie-services/air-defense/0600034653032-la-belgique-choisit-le-f-35-americain-pour-sa-flotte-davions-de-chasse-2216635.php;
- http://www.businessinsider.fr/us/total-pulls-out-of-48-billion-iranian-oil-project-under-us-pressure-2018-8;


domenica 28 ottobre 2018

Il futuro della Siria e la Grande Assente: l’Europa!


Come annunciato i primi di settembre, il meeting internazionale sul futuro della Siria si è tenuto ad Istambul il 27 ottobre: Russia, Turchia, Francia e Germania seduti intorno al tavolo delle decisioni.

Il primo obiettivo è quello di garantire il mantenimento del fragile cessate il fuoco e favorire la creazione della buffer zone intorno a Idlib, ma gli interessi in gioco sono ben altri.

Il meeting segue di solo qualche mese un altro meeting, dove i protagonisti erano solo in parte differenti: Russia, Turchia e Iran.

Gli interessi in gioco sono enormi. Influenza, armi, petrolio, gas, porti sul Mediterraneo, stabilità della zona e lotte intestine...

Da parte della Russia è importante la possibilità di accrescere la propria influenza sul Mediterraneo orientale attraverso l’acquisizione di uno sbocco sul mare in territorio Siriano ma anche gli interessi economici legati alla promessa di costruire la prima centrale nucleare in Turchia ed estendere così il mercato della tecnologia nucleare ad un paese di 80 milioni di abitanti.

Da parte della Turchia, la necessità di stabilizzare la zona di confine ma anche la consapevolezza di avere un ruolo di rilievo in quanto ponte tra Russia e potenze occidentali, non dimentichiamo che la Turchia, nonostante le polemiche, fa sempre parte della NATO. Sullo sfondo anche le acquisizioni di armamenti hanno la loro importanza, la Turchia è in attesa di ricevere il sistema antimissile S400, proprio dalla Russia, sistema che dovrebbe essere consegnato a metà 2019 con grande disappunto degli USA.

Ma cosa dire su Francia e Germania?

La presenza dei due paesi è sicuramente più difficile da spiegare.

Certo, l’interesse per la stabilizzazione della regione è forte per entrambi, sia dal punto di vista economico che militare, in particolare per l’accesso alle risorse petrolifere e di gas presenti nella zona e che hanno già spinto in precedenza ad azioni avventate che hanno destabilizzato la Libia e che continuano a tenere nel caos tutto l’Oriente. La Germania ha i suoi interessi nell’appoggiare la Russia, come la Francia ha i suoi interessi nell’appoggiare gli USA, interessi economici e di scelte di campo, tutto comprensibile... ma che dire della Grande Assente, l’Europa?

Probabilmente è proprio nella Grande Assente che occorre ricercare le motivazioni nascoste della presenza di Francia e Germania, considerate non tanto singolarmente, ma come motore dell’Europa. Quale che sia il motivo, l’Europa fa una ben magra figura di fronte ai grandi del mondo, ancora una volta assente.

Dove sono finite le aspirazioni a diventare qualcosa di più di un semplice organismo regolatore, visto da tanti paesi principalmente come freno allo sviluppo ed esclusivamente come organo produttore di normative più o meno inutili ma assolutamente inadeguato quando si tratta di prendere decisioni importanti?

Fino a quando l’Europa sarà assente dai tavoli che contano?

Quando si capirà che l’Unione Europea non è una istituzione che vive di vita propria ma che deve essere di qualche utilità ai paesi membri, se si vogliono evitare le Brexit, Franxit, Italexit e così via?

E poi, la mancanza di una Europa forte significa la presenza, talvolta ingombrante, degli amici Occidentali ma anche Orientali…



Restiamo in attesa e per ora accontentiamoci di vedere due rappresentanti al tavolo delle decisioni...



Alessandro RUGOLO

Foto: Reuters/Murad Sezer:



Per approfondire:






sabato 27 ottobre 2018

Cosa fare se anche Linux è insicuro?

Image result for linux bug x.org
Tra le poche certezze che ho sempre avuto in merito ai sistemi operativi posso citare sicuramente "Linux è meglio di Microsoft"... 
Ma è veramente così?

E' di questi giorni la scoperta di un bug che consente di fare Priviledge escalation sui principali server Linux.
Il bug è identificato con il codice CVE-2018-14665 e sembra sia stato identificato da Narendra Shinde.
Il problema non si trova nel codice del kernel di Linux ma, almeno così sembra, nel codice delle interfacce grafiche più usate sulle distribuzioni Linux, X.org server, a partire dalla versione 1.19.0.
Ciò significa che da circa due anni a questa parte tutti i sistemi che usano X.org server potenzialmente sono soggetti ad attacchi basati su priviledge escalation.
Per essere chiari, i sistemi affetti da questa vulnerabilità sono OpenBSD, Debian Ubuntu, Fedora, Red Hat Enterprise Linux e CentOS!

Non penso sia opportuno ne necessario proseguire nella analisi tecnica del problema, nei link di approfondimento a fine articolo è possibile trovare le informazioni occorrenti e i suggerimenti per la risoluzione del problema. 
Ciò che mi interessa è invece approfondire alcuni aspetti spesso sottovalutati e per farlo cercherò di porre alcune semplici domande alle quali tenterò di dare risposta.
In primo luogo, cosa è successo a Unix, poi Linux negli anni passati?
E poi, chi decide se e come applicare le patch di un sistema in uso o il passaggio alla versione successiva?

Senza dubbio chi, come me, ha una certa età, si è scontrato con la necessità di utilizzare la linea di comando di Unix o di Linux o entrambe, cosa che oggi è molto spesso sostituita dall'impiego di una versione grafica. 
L'introdizione della grafica è stata un successo per i sistemi, avvicinando molti utenti potenziali, rendendo i sistemi Unix/Linux più simili ai sistemi Windows, ma allo stesso tempo è stato necessario incrementare la complessità. In poche parole, mentre prima si avevano a disposizione sistemi potenti e relativamente leggeri, l'introduzione della grafica ha appesantito il codice.  

I SO Linux sono generalmente appannaggio dei tecnici, sono impiegati all'interno dei data center per la gestione delle reti e dei sistemi informatici che necessitano di alte prestazioni, questa è la loro caratteristica, ma spesso sono poco conosciuti dai manager e dai decisori che si affidano ai tecnici. Comportamento corretto o meno, difficile da dire. Chi meglio di un bravo tecnico può dire cosa occorre ad un sistema perchè funzioni meglio? Probabilmente nessuno. Ma chi ha la responsabilità dell'azienda?
Chi risponde giuridicamente degli errori?
Chi paga in caso di mancatto rispetto della normativa sulla privacy o in caso di sottrazione di segreti industriali, militari o di Stato?

Ora, credo sia chiaro che i tecnici devono avere la loro autonomia ma penso sia altrettanto chiaro che  in una organizzazione seria debba essere impiegato un sistema di analisi del rischio che prenda in considerazione anche il rischio tecnologico e l'analisi delle patch (funzionali e di sicurezza) deve essere tenuta in considerazione, come l'analisi del rischio nel passaggio da una versione alla successiva.

Il processo che ha spinto verso la grafica è molto simile a quello che ha spinto e spinge tuttora in direzione della virtualizzazione... mi auguro che chi ha scelto la virtualizzazione l'abbia fatto consapevolmente!

Ciò che mi è sempre più chiaro è il fatto che occorre fare le cose semplici, affinchè sia possibile esercitare un controllo efficace, e questa è una regola che credo possa essere sempre valida, a maggior ragione nel campo informatico.
Sicuramente in ambiente critico occorre fare in modo che il personale tecnico sia in grado di lavorare impiegando strumenti sicuri e seguendo procedure chiare.
La capacità di impiegare sistemi operativi Linux like da linea di comando è dunque, a mio parere, una capacità da preservare, senza farsi attirare troppo dal sbandierata facilità di sistemi grafici che come contropartita aumentano la complessità del codice e la superficie di attacco.  

Alessandro RUGOLO

Per approfondire:
- https://www.nushinde.com/
- https://www.bleepingcomputer.com/news/security/trivial-bug-in-xorg-gives-root-permission-on-linux-and-bsd-systems;
- https://bugs.debian.org/cgi-bin/pkgreport.cgi?pkg=xserver-xorg-video-intel;dist=unstable;
https://www.theregister.co.uk/2018/10/25/x_org_server_vulnerability/

domenica 21 ottobre 2018

Rapporto Clusit 2018

Anche quest'anno è stato rilasciato il "Rapporto Clusit", redatto dalla "Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica" cui fanno parte esperti del mondo scientifico e industriale ma anche delle pubbliche istituzioni, in qualche modo interessati al settore della sicurezza informatica.
Il rapporto si basa sui dati del SOC* di Fastweb e dei dati ufficiali di Polizia Postale e delle Comunicazioni, del CERT Nazionale e del CERT-PA.
Per avere copia del rapporto in pdf è sufficiente compilare una richiesta on-line.

Il Rapporto analizza i principali attacchi avvenuti nel mondo e in Italia, fornendo un quadro interessante e allo stesso tempo preoccupante per il lettore informato. Per gli autori del rapporto il 2017 può essere considerato come “l’anno del trionfo del Malware, degli attacchi industrializzati realizzati su scala planetaria contro bersagli multipli e della definitiva discesa in campo degli Stati come attori di minaccia”.

Non starò a raccontarvi ciò che ho trovato nel rapporto, scritto ottimamente e per tutti per cui chi è interessato potrà leggerlo e approfondire per proprio conto, voglio solo evidenziare, ancora una volta, quanto già detto in precedenza nei miei articoli e ben evidenziato anche nel Rapporto Clusit: "a nostro avviso il problema più grave ed urgente rimane la cronica (e drammatica) insufficienza degli investimenti in cyber security nel nostro Paese".

Il problema degli investimenti tocca tutti i settori del sistema Paese Italia, dalla Scuola alla Difesa, ma non sembra destinato a cambiare in meglio. La mancanza di investimenti è dovuta alla mancanza di sensibilità nei confronti di un settore ritenuto erroneamente essenzialmente "tecnico" invece che, come effettivamente è, "strategico".
La mancanza di investimenti è inoltre causa della mancanza di personale specializzato nel settore, sia tra le figure tecniche che, soprattutto, tra le figure di alto livello che potrebbero aiutare nella scelta delle strategie da seguire e consigliare correttamente i decisori. 

In definitiva, secondo il Rapporto Clusit, la situazione è grave e "ci pone sostanzialmente ultimi tra i paesi avanzati e rischia di condizionare seriamente lo sviluppo dell’Italia ed il benessere dei suoi cittadini nei prossimi anni".

Purtroppo, ancora una volta, non posso far altro che condividere questo punto di vista, augurandomi che le cose possano, un giorno, cambiare.

Alessandro RUGOLO

* SOC= Security Operation Center.


Per approfondire:
- https://clusit.it/rapporto-clusit/
- http://www.difesaonline.it/evidenza/cyber/cyber-security-cos%C3%A8-un-soc

venerdì 19 ottobre 2018

Jean-Marc ROYER: Le monde comme projet Manhattan

Editore Le passeger clandestin, 2017
Pagg. 354
19 euro

Cosa sappiamo del progetto Manhattan e dei test nucleari che dagli anni 40 del secolo scorso al giorno d'oggi hanno liberato nell'ambiente sostanze inquinanti radioattive?
Lo tsunami che ha colpito il Giappone l'11 marzo del 2011 è stato la causa dei problemi della centrale di Fukushima?
Le bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki erano realmente necessarie per vincere la guerra col Giappone?

Il libro di Jean-Marc ROYER: "Le monde comme projet Manhattan", cerca di dare una spiegazione a queste e altre domande "scomode".

Ma chi è Jean-Marc Royer?
Ingegnere della Scuola nazionale dell'aviazione civile, studioso di storia, psicanalisi e sociologia, il suo approccio multidisciplinare consente di vedere gli argomenti trattati da diversi punti di vista e di mettere in evidenza alcuni aspetti spesso trascurati (più o meno volontariamente) in quanto scomodi.

Una delle massime che accompagnano la storia riguarda la sua validità: "la storia viene scritta da chi vince", si sente spesso dire a voce bassa, come se ci si vergognasse di dire apertamente quella che si sente essere una verità scomoda. 
Cosa penserebbe il popolo se sapesse... che la storia è scritta sistematicamente da chi vince al fine di consolidarne le posizioni? Naturalmente questa è solo una provocazione...
Ma forse, nel caso del Progetto Manhattan, sicuramente per l'autore del libro, la storia è stata scritta e riscritta per assecondare un progetto di dominio globale. Il progetto Manhattan non ha riguardato solo un breve periodo che ha condotto gli Alleati alla vittoria della 2° Guerra Mondiale ma si è esteso ben oltre, e forse, i suoi effetti sono presenti ancora oggi.

L'analisi impietosa dei fatti basata sulle testimonianze storiche, l'intreccio di poteri forti come l'industria della guerra, il potere politico americano e la categoria degli scienziati del nucleare di ieri e di oggi, permette di iniziare a sollevare il velo di piombo che era stato calato consapevolmente sulla storia mondiale.

Un'ultima domanda: dove finisce l'uso corretto delle armi in guerra e dove comincia il genocidio? 

Le monde comme projet Manhattan, un libro da leggere che fa riflettere sulla nostra civiltà...

Alessandro RUGOLO