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martedì 22 aprile 2008

Esiodo, Opere e giorni: il mito delle razze.

Esiodo, autore tra l'altro della Teogonia è anche l'autore di opere meno conosciute ma non per questo meno interessanti... Opere e giorni è un'opera che ha i suoi punti di interesse e senza perder ulteriormente tempo vi dico perché.

In primo luogo "opere e giorni" ci ripropone il mito legato alle cinque età della Terra o che è lo stesso, il mito delle razze. Esiodo infatti a partire dal versetto 106 ci dice:



"Ora, se vuoi, darò coronamento al mio dire con un altro racconto, bene e in modo opportuno, e tu nel tuo cuore riponilo, come medesima origine fu agli dei e ai mortali.

Prima una stirpe aurea di uomini mortali fecero gli immortali che hanno le olimpie dimore.

Erano ai tempi di Crono, quand'egli regnava nel cielo; come dei vivevano, senza affanni nel cuore, lungi e al riparo da pene e miseria, nè per loro arrivava la triste vecchiaia, ma sempre ugualmente forti di gambe e di braccia, nei conviti gioivano, lontano da tutti i malanni; morivano come vinti dal sonno..."



E così la prima razza, la razza aurea, popolò la Terra quando regnava Crono nel cielo, una razza fortunata che viveva come dei, a lungo e senza affanni ed anche la morte errivava senza che la vecchiaia avesse i suoi effetti... Poi accadde qualcosa, il tempo passò e "la Terra ricoprì questa stirpe" che si trasformò, per opera di Zeus, in demoni benigni sulla Terra custodi degli uomini mortali e della giustizia "vestiti di nebbia, sparsi ovunque sulla Terra". Vestiti di nebbia... chissà cosa poteva significare! Poi é il momento della seconda stirpe...



"una stirpe assai peggiore della prima, argentea, fecero gli abitatori delle olimpie dimore, né per l'aspetto all'aurea simile né per la mente, ché per cent'anni il fanciullo presso la madre sua saggia veniva allevato, giocoso e stolto, dentro la casa; ma quando cresciuti giungevano al limitare di giovinezza vivevano ancora per poco, soffrendo dolori per la stoltezza, perché non potevano da tracotante violenza l'un contro l'altro astenersi, né gli immortali venerare volevano..."



La seconda razza, argentea, meno intelligente e più violenta, vive sotto Zeus Cronide, senza rispettare gli dei e il loro prossimo e così, un giorno, é proprio Zeus Cronide che li fece morire. E anche questa razza venne coperta da Terra e trasformata in geni inferiori.

E' quindi il momento di Zeus padre che...


"una terza stirpe di gente mortale fece, di bronzo, in nulla simile a quella d'argento, nata da frassini, potente e terribile: loro di Ares avevano care le opere dolorose e la violenza, né pane mangiavano, ma d'adamante avevano l'intrepido cuore, tremendi: grande era il loro vigore e braccia invincibili dalle spalle spuntavano sulle membra possenti; di bronzo eran le armi e di bronzo le case, col bronzo lavoravano perché il nero ferro non c'era."

La stirpe di bronzo morì per sua mano, ci dice Esiodo, e il tempo passò e fu la volta della quarta razza. Zeus Cronide fece una razza migliore, la quarta volta, una razza di eroi, detti semidei, che ha preceduto la nostra.

"Questi li uccise la guerra malvagia e la battaglia terribile, alcuni a Tebe dalle sette porte, nella terra di Cadmo, combattendo per le greggi di Edipo, altri poi sulle navi al di là del grande abisso del mare condotti a Troia, a causa di Elena dalle belle chiome; là il destino di morte li avvolse; ma poi lontano dagli uomini dando loro vitto e dimora il padre Zeus Cronide della terra li pose ai confini. Abitano con il cuore lontano da affanni nell'isole dei beati presso oceano dai gorghi profondi [..] lontano dagli immortali, ed hanno Crono per re."

Stirpe di semidei, distrutta dalle guerre, ospitata in un luogo lontano dagli immortali... ma chi sono questi immortali? Chissà... ma ancora una volta il creatore, Zeus, pose sulla terra una nuova razza...

"stirpe di uomini mortali dei quali, quelli che ora vivono..."

La stirpe di ferro... ma Zeus distruggerà anche questa stirpe!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

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