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mercoledì 14 maggio 2014

Scarafaggi

Questa è una storia diversa dalle solite.
Non inizia con il solito "C'era una volta..." e non finisce con il matrimonio tra un principe ed una principessa stregata.
E' una storia diversa perché è una storia vera, anche se già so che nessuno di voi, dopo averla letta, lo crederà possibile. Ma siccome non ho più niente da perdere, perché non raccontare tutta la verità?
Tutto cominciò un maledetto giorno che mi farebbe piacere poter cancellare. Peccato che ciò non sia possibile!
Quella notte non avevo dormito bene. La sera prima avevo mangiato troppo e forse la digestione difficile era stata la causa dell'insonnia prima e degli incubi poi. Mi ero svegliato diverse volte nel cuore della notte tutto sudato e tremante, urlando.
Ricordavo un'ombra nera che mi inseguiva. Io correvo in un bosco di antiche querce che aveva qualcosa di sinistro. Mentre scappavo mi trovavo di colpo immerso in una pozza di fango e foglie. Ma il fango era rosso e appiccicoso, come il sangue. Mi sembrava di sentire ancora l'odore delle foglie in decomposizione misto al sangue rappreso. L'odore della morte.
In mezzo al fango galleggiavano teste di animali morti. Insetti e enormi scarafaggi mi circondavano e poi si arrampicavano sul mio corpo fino a che non mi svegliavo urlando.
Era stata una notte difficile.
La mattina mi alzai alla solita ora, mi infilai nella doccia per cercare di svegliarmi. L'acqua tiepida sulla pelle era piacevole e ricordo che pensai che sarebbe stata una bella giornata, nonostante gli incubi.
Uscii di casa per recarmi in ufficio, come tutte le mattine. Lungo la strada mi fermai a fare colazione al solito posto. Al bar ordinai un caffè bollente al banco.
Mentre sorseggiavo il caffè due ragazzi si sedettero vicino a me. Ordinarono due caffè e cominciarono a parlare in rumeno. Parlavano liberamente, non pensano che qualcuno potesse capirli. Io però capivo tutto, eredità di mia madre!
Parlavano in fretta e a voce bassa. Parlavano di qualcosa di urgente da fare. Non potevano mancare all'appuntamento. Dovevano prendere un pacco e consegnarlo ad una certa ora. Il più giovane era agitato, sembrava su di giri.
- ...e poi Buum! Erano state le sue ultime parole.
Mi alzai indifferente e pagato il caffè mi allontanai. I due avevano cattive intenzioni.
Forse dovrei andare alla polizia, pensai. Guardai l'orologio, era tardi. A qualunque cosa si riferissero non erano certo problemi miei. Ne avevo già abbastanza per mio conto. Che facciano quello che vogliono e vadano al diavolo. Non ho tempo per loro.
Arrivai in banca nel giro di pochi minuti. Il mio capo era all'ingresso e appena arrivato mi chiamò in disparte.
- Oggi abbiamo un cliente speciale Jonny, vorrei che te ne occupassi tu. Mi disse sorridendo. - Si tratta di un attore famoso che ha deciso di aprire un conto da noi. Mi raccomando, è un cliente importante e deve essere tutto perfetto.
- Naturalmente, grazie per la fiducia signore. La giornata si metteva bene! Pensai. Un nuovo cliente al mio portafoglio. Non capitava tutti i giorni.
Alle 14.00 arrivò il mio cliente speciale. Fu servito e riverito come si fa in questi casi e tutto andò per il meglio. Il capo era soddisfatto e io anche di più. La giornata si era decisamente messa bene nonostante l'inizio.
Ancora un'ora e la banca avrebbe chiuso. Non vedevo l'ora di tornare a casa.
Strinsi la mano al mio facoltoso cliente e lo invitai a venirci a trovare spesso. La sua mano era fredda, gelata. Non so per quale motivo pensai alla morte. La sua morte. La sua mano...
Di colpo l'incubo mi tornò in mente, più vivido che mai! Era come se mi trovassi immerso nel sonno, le foglie, gli insetti, il sangue appiccicoso... cercai di scuotermi, non era vero, era solo un incubo!
In quel momento due ragazzi entrarono in banca. Mi sembrava di conoscerli. Erano vestiti diversamente ma non avevo dubbi, si trattava dei due giovani rumeni incontrati al bar la mattina.
Uno di loro, il più giovane, poggiò la borsa che aveva sulle spalle in terra, estrasse una pistola da sotto il giubbotto e cominciò ad urlare frasi sconnesse.
I clienti della banca si erano buttati a terra e io ero li, bloccato, dall'odore delle foglie e del sangue che come nell'incubo sembrava ricoprire tutto e tutti.
Ci fu un'esplosione... buum! Aveva detto la mattina. Ma non erano problemi miei, come potevo sapere... come potevo immaginare...
Un'ombra nera sembrò calare su di me. Vedevo sangue dappertutto e poi svenni.
Da allora sono passati due mesi, io ora occupo stabilmente il letto numero 6 della clinica. Stabilmente... e si!
Nell'esplosione avevo perso le braccia, le gambe, l'udito e un occhio, però me l'ero cavata.
Dovevo ringraziare Dio, mi dicevano i medici. Al mio cliente speciale non era andata altrettanto bene. Era morto sul colpo e brandelli del suo corpo erano sparsi per tutta la banca. Sembrava il set di un film dell'orrore, mi dissero.
I due giovani erano morti anche loro. Avevano lasciato un video messaggio in cui annunciavano al mondo la nascita di una nuova organizzazione terroristica, il loro simbolo era un animale, uno scarafaggio insanguinato. Uno scarafaggio...
Forse, quella mattina sarei dovuto andare alla polizia, ma ormai era tardi per recriminare potevo solo continuare a pensare e sognare. Ogni notte un nuovo incubo tornava a trovarmi, ma quello si, non era un problema mio... oramai!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

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