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sabato 30 luglio 2016

Considerazioni da un francobollo: Alessandro Tassoni

Questo pomeriggio ho dedicato alcune ore a sistemare la mia collezione di francobolli, mia moglie mi ha aiutato e mentre io spostavo e misuravo dentellature e vignette, lei leggeva le curiosità sui soggetti dei francobolli più interessanti.
Così, ad un certo punto le passa per le mani il francobollo di Alessandro Tassoni.
"Alessandro Tassoni, scrittore e poeta italiano, nato a Modena il 28 settembre del 1565, morto a Modena il 25 aprile del 1635."
Cosa ha scritto? Mi leggi le sue opere? Chiedo io incuriosito.
"La Secchia rapita, poema eroicomico in cui il poeta si burla...
e poi paragone degl'ingegni antichi e moderni".
Poi si passa ad un altro francobollo e la serata prosegue così.
Dopo cena però arriva il momento di riordinare le idee e mi torna in mente Tassoni.
Leggiamo qualche brano della Secchia rapita e tutto lascia pensare che sia una bella opera, ben scritta e certamente divertente. Un'opera che racconta in maniera burlesca la guerra tra Modena e Bologna e della secchia da pozzo rapita, che ora si trova a Modena nella Ghirlandina.
 
"Chi dal monte il dì sesto, e chi dal piano
dispiegò le bandiere in un istante;
e 'l primo ch'apparisse a la campagna
fu il conte de la Rocca di Culagna.

Quest'era un cavalier bravo e galante,
filosofo poeta e bacchettone
ch'era fuor de' perigli un Sacripante,
ma ne' perigli un pezzo di polmone.
Spesso ammazzato avea qualche gigante,
e si scopriva poi ch'era un cappone,
onde i fanciulli dietro di lontano
gli soleano gridar: - Viva Martano -.

Avea ducento scrocchi in una schiera,
mangiati da la fame e pidocchiosi;
ma egli dicea ch'eran duo mila e ch'era
una falange d'uomini famosi:
dipinto avea un pavon ne la bandiera
con ricami di seta e d'or pomposi:
l'armatura d'argento e molto adorna;
e in testa un gran cimier di piume e corna..."

Ma a me incuriosisce l'altra opera, quella sugli ingegni antichi e moderni.
La trovo su googlebooks e inizio a leggere.
Vi riporto la prima pagina, perchè tratta di un argomento a me molto caro.

Cap I: Se nelle dottrine e nelle arti gli antichi prevalessero d'ingeno ai moderni.

Si perfezionano le arti con lunghezza di fatica e di studio, e di ogni cosa furono sempre i principii dalla perfezione lontani, come disse già Seneca; per la qual cosa egli parrebbe, che si avesse a terminare questa lite in favore della modernità, poscia che tutte le cose le quali dalla natura hanno origine, per ordinario imperfetto sogliono avere il principio loro, e quindi coll'esperienza e coll'industria degli uomini andarsi di mano in mano dirozzando e avanzando. Ma debole è tal maniera d'argomentare, imperocchè la medesime arti e dottrine non sempre si vanno con un seguìto corso di molti ingeni eccellenti continuando, ma ora cadono in mano di gente di tardo e fiacco intelletto che le ritorna indietro, ora si estinguono e mancano affatto, come nella decrepità dell'imperio romano avvenne all'Italia, la quale per un lunghissimo tratto di molti secoli sconvolta e corseggiata da' Barbari mancò non solamente dell'eccellenza di tutte quelle arti che soleano fiorire in lei, ma ancora può dirsi della mediocrità. Le pestilenze, le penurie e le guerre spengono gli uomini e le arti. Tutte le professioni che hanno nascimento e gioventù e perfezione, hanno anche vecchiezza e morte. E come alle volte crescono e si dilatano a salti, così talora mancano in un'istante...


Ecco dunque ciò che pensa Alessandro Tassoni, che poi è anche il mio pensiero, alla faccia di tutti quei "moderni di tardo e fiacco intelletto" che pensano che la storia e la civiltà si sviluppino in modo lineare!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

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