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giovedì 11 luglio 2019

L'AI, una realtà lontana?

L'AI ovvero l'Artificial Intelligence non è altro che tutto quell'insieme di tecnologie adottate dall'uomo non solo nella ricerca in campo scientifico ma anche nell'ambito della quotidianità nel tentativo di creare dei robot in grado di facilitare la nostra vita, magari con un sistema digitale che regola tutti gli elettrodomestici della casa o che ci ricorda impegni, ricorrenze e ci consiglia il tragitto migliore per evitare il traffico. Appartiene ad una branca dell'informatica e più in particolare a quella parte di essa che cerca di avvicinare il più possibile le macchine alla figura fisica/psicologica dell'uomo; fisica in quanto tutta la ricerca sull'intelligenza artificiale è rivolta a far interagire attivamente le macchine con l'uomo e di conseguenza tutto ciò che nasce dallo studio dell'AI è costruito a misura d'uomo; mentre per ciò che riguarda la ricerca di un contatto tra macchina e uomo questo è da intendere in termini di Machine Learning ovvero quella capacità della quale si dotano alcune macchine per far si che esse possano superare le informazioni fornite dalla programmazione per poter sviluppare una conoscenza empirica. Questo ci riporta subito alla mente la vicenda della IBM Deep Blue, ovvero la prima macchina programmata per giocare a scacchi, che ricordiamo dopo una serie di partite perse contro il campione mondiale in carica nel 1996, Garri Kasparov, durante il 1997 riuscì a vincere dopo aver immagazzinato tutte le informazioni delle partite precedenti. È proprio questo dunque lo scopo dell'AI: cercare di creare macchine che come l'uomo possano sperimentare, prendere decisioni al fine di conseguire i migliori risultati o basare le proprie decisioni anche in base alla situazione e non solamente rifugiandosi nella logica.
Detto così tutti potrebbero immaginarsi qualcosa di impossibile; si potrebbe pensare ad un'idea valida per arricchire la trama di una storia fantascientifica, con robot che insegnano nelle scuole, lavorano nelle fabbriche e costruiscono edifici, come se fossero al servizio degli uomini. Si è vero, questo è esattamente uno scenario tipico del romanzo fantascientifico. Ma se tutto questo, in realtà, fosse la direzione verso la quale lo studio e la ricerca tecnologica stanno puntando?
Sebbene l'interesse per lo studio dell'AI non sia stato del tutto stabile durante il corso degli anni: con finanziamenti altalenanti di alcune aziende private, che a più riprese nutrivano una qualche speranza di decollo per questo settore, al giorno d'oggi l'Intelligenza Artificiale non è più un sogno lontano, anzi, del tutto diverso da una qualsiasi concezione utopistica, è ora, per certi aspetti, realtà.
Dove, in mezzo a noi, troviamo l'Intelligenza Artificiale?
Senza alcun dubbio nei computer, nei nostri smartphone e nei nostri tablet.
Vi siete mai chiesti come mai dopo una semplice ricerca su un qualsiasi motore di ricerca online, il vostro computer vi consiglia in continuazione articoli simili a quelli di cui vi siete interessati precedentemente?
Oppure come credete sia possibile che nuovi smartphone riescano a consentire lo sblocco dello schermo con il semplice riconoscimento facciale del proprietario dell'apparecchio?
Ancora, alcune nuove macchine (certe ancora in fase sperimentale) riescono a guidare senza che ci sia un comando manuale di un autista proprio grazie all'Intelligenza Artificiale con sensori di suono o con videocamere che permettono la raccolta di informazioni che verranno poi elaborate da un computer centrale che deve prendere immediatamente una decisione attraverso il cosiddetto albero delle decisioni, un ragionamento che si basa su un metodo di tipo dicotomico che permette al computer di analizzare tutte le possibilità e le loro conseguenze.
Perciò, come dimostrato con alcuni esempi, possiamo capire quanto siamo vicini a quegli scenari immaginari della fantascienza, almeno per quanto riguarda il campo della produzione e della possibilità che la forza lavoro possa essere sostituita dalle macchine.
Naturalmente su questo tema si sono sollevate numerose critiche verso la ricerca; critiche mosse comprensibilmente dal timore di un possibile stravolgimento economico e perciò sociale. Certo questo non è da escludere, anzi è uno dei punti deboli dello studio delle AI; tuttavia è altrettanto vero che ad un così alto utilizzo di macchinari tecnologici non può che seguire anche una maggior richiesta di personale specializzato nella costruzione, nella manutenzione e nella ricerca di altre tecnologie.
Altri due sono i punti deboli di questo settore e per quanto riguarda questi, dobbiamo parlare di sicurezza a livello globale e di etica. Quando parliamo della sicurezza globale ci si deve preoccupare del fatto che alcune nazioni, più di altre, avendo più denaro a disposizione da riservare alla ricerca delle AI, potrebbero creare delle nuove armi pericolosissime e sempre più potenti e innovative, magari legate al nucleare. Già oggi alcune delle armi che vengono dotate di AI sono droni, carri armati, sottomarini e molti altri. Tuttavia sempre più nazioni come Cina, Russia e USA si mostrano interessate alla produzione dei cosiddetti LAWS o Lethal Autonomous Weapon System, vale a dire dei robot che sarebbero in grado, in caso di guerra, di sopravvivere alle peggiori condizioni e di riconoscere e neutralizzare i nemici con piccolissima percentuale di errore. Contro un esercito di robot intelligenti si è schierato l'ONU e il Parlamento europeo che varie volte hanno mostrato la loro perplessità proponendo una linea comune internazionale che vorrebbe limitarne l'utilizzo. La posizione di questi due importantissimi organi globali deriva da un attenta e lunga analisi del tema delle nuove tecnologie che hanno visto susseguirsi diversi Gruppi di ricerca e Convenzioni che dopo aver studiato affondo il tema hanno deciso di pronunciarsi in questo modo. A questo punto è vero che non possiamo permettere che si possa correre un rischio di tale portata pertanto una delle possibili soluzioni potrebbe essere la decentralizzazione delle AI con la creazione di un centro di ricerca internazionale unico controllato da numerose nazioni. Dal punto di vista etico preoccupa invece la possibilità di creare dei robot che siano identici ad un qualsiasi essere umano sia dal punto di vista estetico che dal punto di vista psicologico anche se da questo traguardo si è ancora lontani considerato che sebbene siamo già riusciti a creare robot che riescono a eseguire comandi, muoversi, parlare, ancora dobbiamo cercare di creare all'interno del computer una coscienza, che è ciò che caratterizza l'uomo. Considerato il fatto che ancora per noi, il cervello, il pensiero e la coscienza umana possiedono dei misteri non ancora svelati, la strada per creare dal computer un essere dotato di coscienza, è ancora lunga.
Tuttavia la paura più ricorrente è che i nostri progressi in campo tecnologico possano rappresentare, in futuro, la causa della nostra stessa rovina. Si teme infatti che il risultato della creazione di robot con una coscienza possa essere la nascita di una nuova specie di androidi intelligenti che possano arrivare a superare l'uomo in ogni sua azione. L'astrofisico Stephen Hawking diverse volte sostenne:

«Un'AI super intelligente sarà estremamente brava a raggiungere i suoi obiettivi, e se questi non saranno allineati ai nostri, saremo nei guai. Probabilmente non siete tra coloro che odiano le formiche e le calpestano per divertimento, ma se siete responsabili di un progetto idroelettrico sostenibile e c'è un formicaio nella regione che dovete allagare, andrà a finire male per le formiche. Cerchiamo di non mettere l'umanità nella posizione delle formiche». 

E ancora: "Non possiamo prevedere cosa riusciremo a raggiungere quando le nostre menti verranno amplificate dalle AI. Forse, con questi nuovi strumenti, riusciremo a rimediare ai danni che stiamo infliggendo alla natura e forse potremmo essere in grado di sradicare povertà e malattie. Ogni aspetto della nostra vita verrà trasformato. Ma è anche possibile che con la distruzione di milioni di posti di lavoro venga distrutta la nostra economia e la nostra società".

Ora tocca all'uomo capire come impiegare le nuove tecnologie e se siamo pronti ad una novità di tale rilievo.

Filippo Schirru

Immagine tratta da https://steemit.com/cryptocurrency/@smaeunabs/the-rise-of-a-decentralized-network-for-artificial-intelligence-how-can-you-earn-from-it

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