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giovedì 8 maggio 2008

Gita a Piana delle Orme - La bonifica pontina

L'ultima volta ci siamo lasciati con queste parole...

"I bellissimi modellini lasciano il campo ai padiglioni della bonifica dell'agro pontino. Pannelli ricchi di foto e spiegazioni audiovisive particolareggiate accompagnano i macchinari impiegati all'inizio del XX° secolo per prosciugare le paludi. Motopompe gigantesche, impianti tecnologici dell'epoca... ma questa è un'altra storia!"

E' arrivato il momento di raccontarvela, con poche parole e molte immagini, la qualità non è sempre la migliore ma spero possa attirare l'attenzione di tutti! Come ho già detto vale veramente la pena visitare il museo.
Il secondo padiglione tratta l'argomento della bonifica delle paludi pontine. Siamo all'inizio del '900 e il territorio a sud di Roma è un'unica grande palude.
Le condizioni di vita sono pessime e le zanzare anofeles e la malaria dilagano... lo Stato gestisce le cure con il chinino di stato...
Nelle campagne vi è ancora molta povertà, l'attrezzatura da lavoro è povera ed essenziale ma funzionale.I trattori cingolati della FIAT come di altre marche sono artefici della bonifica...
Ma le pompe idrovore, enormi mostri usati per pompare via e incanalare l'acqua dalle paludi, sono l'artefice principale della bonifica, assieme al lavoro delle persone!
Rame e alluminio sono largamente impiegati per attrezzi da cucina e da campagna...

E nelle scuole i libri di testo ed i quaderni sono pochi... lo spreco della nostra società consumistica ancora è lontano dalla mentalità di persone povere e sempre in lotta per la sopravvivenza. Ogni cosa è fatta per durare il più a lungo possibile... Pennini, colori e gessetti non sono certo alla portata di tutti!

Nelle campagne si vedono i primi mostri tecnologici che aiutano nel lavoro i contadini, ecco un momento della trebbiatura del grano ricostruito magistralmente...
Il Duce Benito Mussolini è l'artefice della bonifica delle paludi pontine, nuove città nascono al posto dei pantani. Gli abitanti provengono dalle zone più popolose del nord, sopratutto dal Veneto. Aprilia nasce il 25 aprile 1936... è lo stesso Duce che ne traccia il perimetro!
Ed ecco un plastico di Aprilia così come doveva presentarsi prima della guerra...

La Seconda Guerra Mondiale... cancellò buona parde di ciò che di buono era stato fatto, per lasciare tante macerie e tanti lutti in tutti i paesi partecipanti...
Della città di Aprilia resta ben poco! La statua di San Michele miracolosamente in piedi dopo i bombardamenti, ancora oggi sorveglia la piazza e la chiesa ricostruita alle sue spalle!

La società è alle prese con tanti problemi e le condizioni igieniche, anche dovute a cattive abitudini, non sono certo delle migliori. Lo stato interviene come può, le sputacchiere fanno la loro comparsa per le strade...

I contadini amano il vino... e cosa c'è di meglio di un fiasco foderato di sughero per conservarlo?

Gli artigiani erano ancora capaci di produrre delle piccole opere d'arte, oppure delli oggetti di tutti i giorni, le forme in legno venivano utilizzate dai calzolai per sagomare scarpe da lavoro e della domenica. Ma non tutti se le potevano permettere... così nelle foto del tempo è possibile riconoscere subito i figli dei ricchi... perchè indossavano le scarpe!

Il carbone che serviva per l'inverno era prodotto in casa, le carbonaie occupavano il cortile e uomini e donne lavoravano assieme faticosamente...

La vita si svolgeva nei casali... che spesso però erano più poveri di questo nella foto!

Mezzi agricoli d'epoca e vita nei campi, però, sono oggetto dei padiglioni successivi e quindi di un prossimo articolo!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 3 maggio 2008

Gita a Piana delle Orme (Latina)

E' una bella giornata e così decidiamo senza pensarci troppo di andare a visitare il museo di Piana delle Orme, in localita Borgo Faiti, nei pressi di Latina, la mussoliniana Littoria. Arrivarci è abbastanza semplice e comunque c'è sempre l'antico metodo di chiedere informazioni agli abitanti della zona, come ultima risorsa chiaramente!Abbiamo passato così una stupenda giornata anche grazie al bel tempo che ci ha accompagnato. Il museo si stende su di un'area di circa due ettari e mezzo in cui è possibile mangiare al ristorante o portarsi da mangiare da casa e usufruire dei servizi dell'area attrezzata, all'ombra degli alberi, compresi i barbecue a pagamento con cui preparare all'aperto uno squisito arrosto! Abbiamo trovato tutto ciò che ci poteva servire per passare una giornata in mezzo alla natura, ma lo spettacolo è iniziato quando abbiamo deciso di andare a visitare il museo... Costituito da enormi padiglioni a tema, il museo richiede almeno cinque ore per visitarlo decentemente, l'ideale sarebbe iniziare la visita al mattino e poi dopo aver mangiato, proseguire la visita al pomeriggio.
La prima cosa che mi ha colpito è il monumento ai caduti della guerra combattuta sul fronte di Cassino, Anzio e Nettuno ad indicare quanto sia importante la memoria...

All'aperto è stato possibile ammirare aeroplani, treni a vapore e animali da cortile di diverse specie, tra questi gli splendidi pavoni, i cigni, i cavallini Pony... Il gracidare delle rane che vivono comodamente nei canali artificiali dei giardini vi accompagnerà per tutta la visita facendo da piacevole sottofondo...

Il primo padiglione è dedicato al giocattolo d'epoca e vi garantisco che è fantastico! Ho rivisto i giocattoli di trenta e più anni fa, quegli stessi giochi che ho usato e distrutto quando ero bambino, ma anche tanti altri conservati veramente bene... macchinine in latta, soldatini di piombo, modellini di automobili e camioncini, aerei,

(FIAT C.R. 42)

(Boeing B29 Stratofortress)

(Concorde)

(Mcdonnell Douglas F4B Phantom)



e navi da guerra,

(Cacciatorpediniere Ardito)

(Cacciatorpediniere Dardo)

(Corazzata Littorio)


(Corvetta Baionetta)


(Fregata Lupo)

motociclette, giostre e tutto ciò che era possibile usare per giocare... compreso il classico cavallino a dondolo...
quanti ricordi...

I bellissimi modellini lasciano il campo ai padiglioni della bonifica dell'agro pontino. Pannelli ricchi di foto e spiegazioni audiovisive particolareggiate accompagnano i macchinari impiegati all'inizio del XX° secolo per prosciugare le paludi. Motopompe gigantesche, impianti tecnologici dell'epoca... ma questa è un'altra storia!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO