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giovedì 19 settembre 2013

L'America? Non l'ha scoperta Colombo, parola di Plutarco!

Plutarco, filosofo greco antico, visse ed operò tra il 46 e il 125 dopo Cristo.
Su di lui troverete tutte le notizie che volete e anche tutti i suoi libri, le vite parallele in particolare, le più note, ma anche i moralia, meno noti e che parlano di argomenti differenti. Tra queste opere mi interessa una in particolare, chiamata "il volto della luna" in quanto uno degli argomenti trattati in questo dialogo è per l'appunto la presenza di una immagine delineata dai chiaroscuri visibili sulla faccia della luna, un volto di donna i cui colori variano con le stagioni e le ore della notte.
Ma nella parte finale dell'operetta, peraltro incompleta nella versione che ho letto io, si parla di qualcosa di particolare, di un viaggio.
Plutarco cita Aristarco di Samo, astronomo greco antico che visse ed operò tra il 320 e il 230 avanti Cristo e riporta una parte di una sua opera e dice: "Purchè, mio caro, tu non ci intenti un processo per empietà come quello che Cleante pretendeva dai greci contro Aristarco di Samo, che egli accusò di perturbare il focolare dell'universo nel tentativo di salvare i fenomeni con l'ipotesi che il cielo resti immobile mentre la terra percorre un'orbita obliqua rotando al contempo contro il loro asse..."
Aristarco di Samo, 17 secoli prima di Copernico, aveva le idee chiare sui movimenti della Terra e sul sistema solare, non pensate? Le idee sembra non fossero sue ma di un suo predecessore, Eraclide Pontico, filosofo e astronomo greco antico che visse tra il 385 e il 322 avanti Cristo.
Ma questo è veramente niente in confronto a quello che è possibile leggere poche pagine dopo a proposito di isole e terre lontane: "lungi nel mare giace un'isola, Ogigia, a cinque giorni di navigazione dalla Britannia in direzione Occidente. Più in là si trovano altre isole, equidistanti tra loro e da questa, di fatto in linea col tramonto estivo. In una di queste secondo il raccondo degli indigeni si trova Crono imprigionato da Zeus e accanto a lui risiede l'antico Briareo, guardiano delle isole e del mare chiamato Cronio. Il grande continente che circonda l'Oceano dista da Ogigia qualcosa come 5000 stadi, un po meno dalle altre isole, vi si giunge navigando a remi con una traversata resa lenta dal fango dei fiumi. Questi sgorgano dalla ma ssa continentale e con le loro alluvioni riempiono a tal punto il mare di terriccio da aver fatto credere che fosse ghiacciato. La costa del continente è abitata da greci lungo le rive di un golfo che è grande almeno quanto la meotide e sbocca in mare aperto pressappoco alla stessa latitudine dello sbocco del Caspio..."
Il racconto continua nella descrizione di viaggi e terre. E abbastanza chiaro che Plutarco sta parlando di un viaggio compiuto in antichità verso il grande continente americano passando per le isole a nord della Britannia.
Plutarco racconte che una volta un saggio proveniente da questa terra lontanavenne sulla nostra terra che chiama Grande Isola:
"Soggiornò assai a lungo a Caartagine, dato che nel nostro paese Crono gode di un culto speciale, ed anche ritrovò alcune pergamene sacre trafugate segretamente dalla prima città al momento della sua caduta e rimaste a lungo sepolte nel terreno all'insaputa di tutti..."

Che fantastico racconto... eppure nessuno ne parla, perché?
In conclusione, Ulisse e la sua Odissea secondo questo testo hanno viaggiato fuori dal mediterraneo e l'America non è stata scoperta da Colombo. L'America è stata solo riscoperta da Colombo, e questa non è l'unica traccia di un viaggio in America in tempi antichi!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO


mercoledì 30 dicembre 2009

Plutarco e il mito

Precedenti:

Iside e Osiride... di PLUTARCO

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Sono sempre più incerto se proseguire, solitario, la lettura dei testi antichi... mi sembra che ogni volta che arrivo a quella che consideravo una meta mi rendo conto di essere semplicemente arrivato ad un nuovo inizio... ogni testo che leggo nella speranza di capire meglio ciò che gli antichi pensavano mi fa precipitare più in basso nella voragine dell'ignoranza! Forse la mia è una ricerca senza fine e in quanto tale deve essere interrotta?

"Perché questi dubbi, Alessandro?"

Chi?!? Plutarco, sei tu? Perdonami, non ti avevo riconosciuto...

"Figurati... almeno tu mi conosci, ormai nessuno si ricorda di me! Eppure credevo di aver raggiunto una certa notorietà!"

Ora sono io a doverti chiedere: perché questi dubbi?

"Si, forse hai ragione, lasciamo perdere i dubbi, che ne dici? Parliamo invece di miti se ti va! O per meglio dire ti dirò cosa penso ci sia dietro il mito, perchè l'uomo crea i miti, quale sia la loro funzione nella società."

Dimmi, ti ascolto...

"Credi possibile che ciò che viene raccontato sugli Dei da tutte le popolazioni del mondo, si sia realmente verificato?"

Non saprei... forse in alcuni casi ci si può credere, ma più in generale credo che i miti servano a trovare giustificazioni per fenomeni inspiegabili... o più semplicemente per tener buona la gente...

"E' impossibile credere, come sostengono alcuni, che i miti raccontati dai sacerdoti siano basati su avvenimenti reali. Mi spiego meglio, secondo me dietro la nascita dei miti é racchiuso il tentativo di spiegare i propri dubbi, le proprie esperienze, quei fenomeni che non si capiscono, come dicevi giustamente tu!
Per noi mortali il mito non é altro che il riflesso di una realtà trascendente, che obbliga la nostra intelligenza a rivolgersi verso altri oggetti..."

Perché ciò? Perché non riusciamo a capire ciò che ci circonda? Perché l'universo é così complesso? O siamo forse noi troppo stupidi per capire?

"Alessandro, mi chiedi troppo, ma ciò significa che sei sulla buona strada! Poniti domande e cerca risposte... se sei costante nella ricerca e, devo dire, anche un pò fortunato, le tue ricerche ti condurranno alla meta.
Mi auguro di esserti stato d'aiuto, ma ora ti devo lasciare..."

Grazie Plutarco, grazie per le tue parole e a presto dunque, torna quando vuoi!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 19 dicembre 2009

Iside e Osiride... di PLUTARCO

Plutarco nacque a Cheronea, in Grecia, nel 47 d.C. e morì presumibilmente nel 127 d.C.
E considerato uno dei più grandi scrittori del tempo e la sua produzione é veramente immensa.
Mi sono appena avvicinato alle sue opere e per iniziare ho deciso di leggere il testo in cui Plutarco ci racconta la religione Egizia: Iside e Osiride.

Come ho fatto altre volte cercherò di intervistare direttamente l'autore, abbiamo appuntamento per oggi e dovrebbe essere qua da un momento all'altro...

Buon Giorno Maestro, ben arrivato nella mia casa...

"Buon giorno a te, Alessandro... come mi hai trovato?"

Mi sono lasciato guidare, come faccio sempre, da Curiosità, maestro... così mi sono imbattuto in una sua opera relativa alla giustizia divina e da li ho poi intrapreso la strada della ricerca...

"Bravo Alessandro, asseconda le tue curiosità, é il modo migliore per raggiungere la conoscenza... ma dimmi, perché mi hai cercato? Ti serve qualche chiarimento sulle mie opere o sul mio pensiero?"

Si Maestro, Iside e Osiride é l'argomento che vorrei trattare, mi può aiutare?

"Mmh... si, ti posso aiutare... ma non so se potrò dirti tutto ciò che desideri. Cercherò di essere chiaro ma é un argomento difficile anche per me... come lo é stato per i miei predecessori! Ma in ogni caso cercherò di essere il più chiaro possibile!"

Bene Maestro, grazie... allora la mia prima domanda é la più semplice, chi era Iside?

"Questa sarebbe una domanda semplice?!? Alessandro, il tuo concetto di semplice é molto differente dal mio... per me questa é un domanda difficile!
Iside é per tutti semplicemente la moglie di Osiride... colei che andò alla ricerca dei pezzi del marito, sparpagliati per il mondo dal suo nemico Tifone... ma queste sono solo favolette per il popolo che non é in grado di capire concetti difficili. Iside é un nome greco che fa riferimento alla sapienza e al desiderio di conoscenza per alludere alla sua natura di movimento animato e intelligente. Noi greci facciamo derivare la parola Iside dall'unione di scienza e movimento! In quanto alla favoletta di Tifone che avrebbe fatto a pezzi il marito, ci devi leggere che Tifone, nemico di Iside in quanto gonfio di inganni e di ignoranza straccia e cancella le sacre scritture, Iside le ricerca, ne ricompone i pezzi e le trasmette agli iniziati che possono capire e trasmettere..."

Ora capisco perché mi hai detto che la mia domanda non era per niente semplice... non avrei mai immaginato!

"Non ti preoccupare, é normale... la strada da percorrere verso la conoscenza é lunga... potrei dire infinitamente lunga. Solo pochi sono in grado di trovarne l'ingresso, ancora meno sono in grado di percorrerne una parte, credo che nessuno sia mai arrivato alla fine!
Ma ora devo andare..."

Ti ringrazio, Maestro... e se non chiedo troppo vorrei poterti rivedere, sono sicuro che avrò altre domande da porti sullo stesso argomento... se non disturbo troppo!

"Figurati Alessandro, é un piacere, chiamami quando vuoi..."

Allora a presto...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO