Mercoledì 20 settembre Oracle ha presentato,
nella sua sede recentemente inaugurata a Roma, la nuova tecnologia Oracle Chatbot.
L’evento è stato presentato da Alessandro
Beligi, Italy Sales Director Digital Engagement e Luca Postacchini, Business
Development Mobile Strategy Manager, in
contemporanea con le altre sedi Oracle a Madrid, Londra, Chicago e San Francisco.
Cominciamo definendo un chat bot: Un chat bot
è un programma che si basa sull’uso della Intelligenza Artificiale con il quale
è possibile simulare una conversazione tra un essere umano ed un robot, questi
vengono già ampiamente usati da numerose società a fini di marketing o per
accompagnare alcuni servizi online (ad esempio l’online banking) o dai social
network.
Nel lontano 2006 in America un chatbot sul
sito goarmy.com , il cosiddetto SGT.STAR aiutava gli aspiranti militari
rispondendo a semplici domande sull’arruolamento. Utilizzava una tecnologia
simile sviluppata dalla CIA ed FBI.
Dal 2006 ad oggi i passi in avanti sono stati
molti, il nuovo Oracle Chatbot è in grado di memorizzare le informazione che
gli vengono date durante la conversazione ed elaborarle, svolgendo difatti il
suo compito in maniera rapida ed efficiente.
Chatbot unisce in una sola interfaccia utente
numerosi canali di servizio, avendo infatti l’integrazione per Facebook ,
Google Home, ecc.
Ma come si svolge una conversazione con un
chatbot?
Alla base del funzionamento del bot vi è il
NLP (Natural Language Processing) ed algoritmi di Machine Learning che
permettono al programma di imparare pur senza essere programmato esplicitamente.
Un bot per funzionare correttamente deve:
- conoscere l’Intent, ossia l’intenzione dell’utente,
le sue esigenze più frequenti; nel caso del banking bot potrebbe essere la
richiesta del saldo o di un trasferimento di denaro nel conto
- avere un buon numero di Utterances, ossia
frasi inerenti all’Intent che vengono date come esempio al bot, così che possa
comprendere la domanda dell’utente in qualunque modo essa venga posta
- riconoscere le Entities, ossia variabili che
gli vengono date all’interno di un discorso come ad esempio le caratteristiche
del prodotto di cui si sta parlando, come quantità, colore,taglia ecc.. nel
caso di un bot che aiuta nello shopping.
Tutte queste caratteristiche permettono al
bot di stabilire il modo migliore per aiutare l’utente.
La tecnologia del chatbot e più il generale l’Intelligenza
Artificiale, come nell’esempio del SGT. STAR, possono aiutare il mondo della
Difesa in vari modi. Un risponditore automatico intelligente potrebbe,
probabilmente, prendere il posto di un centralinista.
Più in generale, in un momento storico come
quello attuale, in cui la riduzione del personale militare è all’ordine del
giorno, forse uno strumento simile potrebbe essere di ausilio nello svolgere
compiti di routine di tipo informativo, consentendo un più oculato impiego del
personale militare. La tecnologia del chatbot potrebbe divenire complementare
all’uomo che potrebbe così dedicarsi a compiti in cui è richiesta la presenza
umana.
Naturalmente ogni nuova tecnologia
informatica ha sempre i suoi aspetti di rischio e in questo caso se ne dovrà
tenere conto con particolare attenzione visto che si tratta di qualcosa di
totalmente nuovo.
Francesco RUGOLO
Per approfondire: